Foto di copertina di AOGOI Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani
AOGOI Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani

AOGOI Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani

Medici

Milano, Milano 1.873 follower

AOGOI è una grande comunità scientifica con più di 5000 soci punto di riferimento della ginecologia italiana e mondiale.

Chi siamo

AOGOI oggi è una grande comunità scientifica, con più di 5000 soci, punto di riferimento fondamentale della Ginecologia Italiana, all'avanguardia nella ricerca scientifica in campo ostetrico e ginecologico. Il crescente impegno di AOGOI per la ricerca scientifica e la complessità dei progetti suggeriscono la creazione di un organismo di coordinamento: nasce così nel 1998, la Fondazione Confalonieri - Ragonese che diventa il punto di riferimento dell'attività scientifica e soprattutto delle scuole permanenti dei vari settori della disciplina.

Sito Web
www.aogoi.it
Settore
Medici
Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
Milano, Milano
Tipo
Istruzione
Data di fondazione
1949

Località

Dipendenti presso AOGOI Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani

Aggiornamenti

  • Oggi è la Giornata mondiale dell’#endometriosi. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità ne soffrono quasi 2 milioni di #donne in età fertile. Approfondimenti preliminari indicano come il rischio di endometriosi potrebbe essere associato alla residenza in aree contaminate da inquinanti con potenziale azione di interferenza endocrina. La “Giornata” è l'occasione per sensibilizzare la popolazione sulla diffusione e sull'impatto di una malattia con un notevole impatto sulla qualità della vita, sia per l’aspetto sintomatologico (dolori mestruali, dolore pelvico cronico, dolore durante i rapporti sessuali...), sia per le potenziali ricadute sulla capacità riproduttiva. Si stima che tra il 30-40% delle donne che soffrono di endometriosi possa riscontrare problemi di fertilità o subfertilità. L'endometriosi, in particolare il dolore, può avere un enorme impatto sulla qualità della vita, sul funzionamento fisico, sulle attività di tutti i giorni e sulla vita sociale, sulla salute mentale e sul benessere emotivo. Nel 2023 il Parlamento italiano ha approvato una legge per il riconoscimento dell'endometriosi come malattia cronica invalidante. Alcuni approfondimenti preliminari effettuati dall’Iss (Istituto Superiore di Sanità) mostrano che il rischio di incidenza di endometriosi potrebbe essere associato alla residenza in aree contaminate da inquinanti persistenti che si bio-accumulano, con potenziale azione di interferenza endocrina, quali i policlorobifenili, le diossine, il piombo e il cadmio. Lo studio suggerisce l’opportunità di attivare sistemi di sorveglianza epidemiologica integrati al monitoraggio ambientale in aree fortemente contaminate.

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  • Si svolgerà il 3 e 4 aprile a Milano 2 Segrate (Milano) presso l’NH hotel la Decima edizione del “Corso Academy in patologia del basso tratto genitale femminile infettiva e neoplastica” con la collaborazione delle società scientifiche AOGOI, SICPCV, AGEO e DINO AMADORI che garantiscono e arricchiscono la riuscita del corso. Come ogni anno il razionale scientifico del corso è basato sulla prevenzione, la cura ed il trattamento delle patologie del basso tratto genitale femminile con uno sguardo anche all’aspetto psico-sessuale della donna in menopausa e dei nuovi trattamenti elettromedicali in ginecologia estetica e funzionale. Saranno affrontati anche argomenti come lo studio delle masse annessiali e l’endometriosi. Il corso sarà ampiamente arricchito da seminar e tavole rotonde consentendo ai discenti di apprendere il giusto approccio pratico-clinico nella quotidianità professionale. Presidenti del corso: Vincenzo Massimo Prestia e Franco Viazzo

  • Secondo un’indagine condotta dalla Società Italiana di #Ginecologia e #Ostetricia (SIGO) insieme a Road to Green 2020 e Consumerismo No Profit, il 60% dei giovani italiani tra i 13 e i 18 anni ritiene di essere ben informato sulle malattie sessualmente trasmissibili (#MST). Tuttavia, lo studio evidenzia che molte delle conoscenze derivano da fonti non sempre affidabili, come il web e i social network, e che il dialogo con medici, educatori e genitori è ancora limitato. Secondo i dati raccolti, solo il 3% degli studenti ammette di non avere alcuna informazione sulle MST, mentre il 98% dichiara di conoscerne almeno alcune e l’82% afferma di sapere cosa sia il Papilloma Virus. Tuttavia, molte di queste conoscenze risultano parziali o inesatte, esponendo i ragazzi a rischi concreti per la salute. Il presidente della SIGO, Vito Trojano, ha sottolineato la necessità di un intervento strutturato per contrastare la disinformazione e promuovere una cultura della prevenzione: “Vogliamo far comprendere ai giovani l’importanza della cura del proprio corpo, di stili di vita sani e della corretta prevenzione. Per questo, diffonderemo i consigli 'salute-donna' anche attraverso una casella di posta elettronica sempre attiva per rispondere ai loro quesiti”. Durante il convegno, che ha coinvolto circa 250 studenti, si è ribadita l’importanza di iniziative di sensibilizzazione sul territorio, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra giovani e specialisti. L’invito rivolto alle istituzioni è quello di promuovere momenti di confronto e programmi educativi incentrati su una corretta informazione scientifica, affinché la consapevolezza sessuale non sia più lasciata alla sola influenza dei social media. 

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  • L’#Herpes genitale è un’#infezione dovuta all’Herpes simplex virus (HSV), di cui esistono due tipi, il tipo 1 (HSV-1) e di tipo 2 (HSV-2).  L’HSV è un virus molto comune, si stima che oltre 500 milioni di persone nel mondo abbiano un’infezione da #HSV. Una volta contratta l’infezione, il virus rimane latente all’interno dell’organismo per tutta la vita e in caso di indebolimento delle difese immunitarie può andare incontro a riattivazione (come stress psico-fisico, traumi tissutali locali, radiazioni UV, febbre, mestruazioni, immunosoppressione, ecc). Quando si risveglia, il virus dell’herpes simplex – nelle declinazioni di herpes labiale (Herpes simplex virus 1 o HSV1) e genitale (Herpes simplex Virus-2 o HSV2) - produce una proteina per innescare la risposta immunitaria dell’organismo. Il virus, però, dirotta il processo antivirale dell’organismo nei neuroni infetti, eludendo così il sistema immunitario. Una recente ricerca condotta dall’Università della Virginia (USA), diretta da Patryk Krakowiak, primo autore dello studio, i cui risultati sono stati pubblicati da Proceedings of the National Academy of Science (PNAS). I ricercatori hanno scoperto che il virus, per riattivarsi, produce una proteina chiamata UL12.5. Questa proteina, però, non risulta necessaria al virus in presenza di un’altra infezione. I ricercatori ritengono che ciò sia dovuto al fatto che le infezioni innescano alcuni “percorsi di rilevamento” che fungono da sistema di sicurezza “domestica” per i neuroni. Il rilevamento di un singolo agente patogeno può essere sufficiente per innescare l’inizio della replicazione del virus dell’herpes, anche in caso di infezioni in cui il sistema immunitario sconfigge l’agente patogeno prima che possa replicarsi. Il virus HSV 2 – sempre secondo i ricercatori – potrebbe utilizzare un meccanismo simile per riattivarsi. “L’HSV-1 non si limita ad aspettare passivamente che le condizioni giuste si riattivino, ma percepisce attivamente il pericolo e prende il controllo del processo”, ha affermato Patryk Krakowiak. I risultati suggeriscono che il virus potrebbe utilizzare i segnali immunitari come un modo per rilevare lo stress cellulare – sia da danni ai neuroni, infezioni o altre minacce – come segnale per sfuggire al suo ospite e trovarne uno nuovo”.

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  • Oggi festeggiamo la Festa della Donna. Al di là di #mimose e cioccolatini, la giornata deve essere un'occasione di riflessione sul percorso di parità di genere e sulla salute della donna. Anche se molto è stato fatto molto resta ancora da fare. Noi come ginecologhe e #ginecologi abbiamo un ruolo fondamentale per quanto riguarda la salute della donna e questa occasione deve rappresentare una opportunità per informare tutte le donne sulla prevenzione, dall'adolescenza all'età fertile alla #menopausa. La prevenzione deve essere mirata a seconda dell’età: in età giovanile attenzione alle malattie sessualmente trasmissibili, a gravidanze non desiderate e in ogni fascia di età alla prevenzione di patologie maligne. Esistono diversi screening neoplastici di prevenzione, come quello per l’HPV, ma l’attenzione della dona deve essere posta anche alla prevenzione di complicanze che possono insorgere durante la gravidanza. Qui ha un ruolo molto importante la fase preconcezionale con l'assunzione di acido folico. Quindi buon 8 marzo ma occhio alla prevenzione.

  • La profilazione molecolare, che guida la scelta delle #terapie più efficaci per il #tumore dell’ovaio, oggi è effettuata solo in alcuni centri. In occasione del 26° Congresso della Società Europea di Oncologia Ginecologica (ESGO) in corso a Roma, l' “Ovarian Cancer Commitment” (OCC) chiede che sia garantito l'accesso omogeneo all'analisi e lancia “Olivia”, risorsa digitale per migliorare il livello di conoscenza e supportare le persone colpite dalla malattia. Una piattaforma unica, con informazioni certificate per le donne che hanno appena ricevuto la diagnosi, sono in trattamento o hanno concluso le cure. Utile anche per i familiari, i caregiver e i clinici. La metà dei casi di tumore dell’#ovaio presenta alterazioni dei geni coinvolti nella riparazione del DNA. Sono chiamati deficit di ricombinazione omologa (HRD, Homologus Recombination Deficiency), in cui rientrano, ad esempio, le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, e sono in grado di guidare la scelta della terapia più efficace. Il test HRD, che identifica questi deficit genetici, dovrebbe essere eseguito in tutte le donne al momento della diagnosi. Al Congresso ESGO, insieme a SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), OCC ha presentato la versione italiana del sito Olivia (ovarian.gynecancer.org/it), una risorsa digitale che offre informazioni e supporto alle pazienti che affrontano il percorso di cura e che può essere utile anche per i familiari, i caregiver e i clinici. Olivia è una piattaforma unica nel suo genere, include infatti il "percorso del tumore ovarico", uno strumento interattivo "disegnato" in base alle esigenze della paziente in ogni fase della malattia, dalla diagnosi, ai trattamenti, all'assistenza continua fino all'eventuale recidiva. Nel 2024, in Italia, sono state stimate circa 5.400 nuove diagnosi di tumore dell'ovaio. La sopravvivenza a 5 anni resta bassa, pari al 43%, anche perché troppe #donne, circa l'80%, scoprono la malattia in fase avanzata. A differenza di quanto avviene nei tumori del colon-retto, della mammella e della cervice uterina, in questa patologia mancano efficaci strumenti di screening. 

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  • È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS. Il Professor Scambia, medico di 66 anni e primario di ginecologia oncologica presso il Policlinico Gemelli, ha dedicato la sua vita alla ricerca e al trattamento delle malattie oncologiche femminili, portando avanti numerosi studi di rilevanza internazionale. La sua passione e il suo impegno nel campo della medicina hanno lasciato un'impronta indelebile, con contributi che hanno arricchito i più importanti congressi scientifici mondiali. La sua perdita è un vuoto profondo per la medicina e per tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato. Ai suoi cari e colleghi giunga il nostro più sincero cordoglio.

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  • Per la festa degli innamorati gli esperti dell’Iss - Istituto Superiore di Sanità incontrano studentesse, studenti e docenti nell’ambito dell’iniziativa Love Live, Coltiva l’amore, lascia che cresca, all’ITIS Galileo Galilei di Roma. Oltre agli interventi dell’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione e Formazione del Dipartimento di Malattie Infettive, mirati alla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse, ci sarà anche un focus sulla nonviolenza per la salute personale e il benessere sociale a cura del Dipartimento di Neuroscienze. Si parlerà poi di promozione di un’affettività e genitorialità equa e condivisa, con esperti del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute. Sarà, inoltre, affrontato il tema della bellezza della diversità con il contributo del Centro di Riferimento della Medicina di Genere. Sono alcune migliaia le infezioni sessualmente trasmesse che si registrano in Italia ogni anno: secondo le stime relative al 2024 il 69% si verifica nella fascia di età compresa tra 25 e 49 anni, ma un 13% riguarda anche la fascia dai 50 ai 64 anni e un 2% gli over 65. Proteggersi è quindi un atto d’amore da mettere in pratica a tutte le età, per sé e per gli altri. E’ questo il messaggio che arriva in occasione di San Valentino dagli esperti di malattie infettive dell’istituto Superiore di Sanità.

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  • Il drammatico caso delle due tragedie intrecciate, la morte di una neonata durante il parto e, a pochi giorni di distanza, il suicidio di uno dei medici coinvolti, offrono un momento di riflessione al mondo medico scientifico e alla politica. “Il decesso della neonata è uno dei tanti eventi drammatici che talvolta possono accadere in ostetricia, che i medici non possono evitare al 100%, spiega Claudio Crescini, ginecologo, presidente della Fondazione Confalonieri Ragonese. In Italia di fatto i risultati sono i migliori al mondo, la casistica infatti dimostra che i nostri dati di mortalità e morbidità sono ai primi posti, a livello di Giappone e Svezia. Forse proprio perché le cose vanno sempre bene, in Italia quando succede qualcosa tutti si stupiscono e nessuno accetta un evento avverso. La morte di un neonato è un dramma per la famiglia, un dramma e un calvario per gli operatori medici. In automatico parte un procedimento giudiziario e la stampa alza a modo suo l’attenzione senza approfondire. Questo evento – commenta il dr. Claudio Crescini, tra i più noti professionisti e formatori del personale in sala parto - si aggiunge ad una situazione già drammatica perché sempre meno persone si iscrivono a medicina, sempre meno medici vogliono lavorare in sala parto o nei Pronto Soccorso e moltissimi ormai stanno andando all'Estero, in Paesi dove si può svolgere la professione con maggiore serenità. E questo al di là della retribuzione. Importeremo, come già successo in Calabria, personale sanitario dall'estero, da Paesi a basso reddito, con una formazione che va bene per Paesi diversi dall'Italia, e che peraltro in caso di eventi avversi, potrebbero tornare nei loro Paesi e diventare quindi irreperibili. Dobbiamo trovare dei metodi correttivi, bisogna intervenire sugli organi che dirigono il “sistema salute”, fare formazione anche alla stampa, aprire un tavolo di discussione con le associazioni mediche, come va gestita la notizia degli eventi avversi ed evitare scandalismi. Bisogna fare una campagna di informazione sulla popolazione per spiegare che la medicina oggi non garantisce il 100% di esiti positivi, tanto più in ostetricia dove ogni parto è a sé e può sempre presentare problematiche e complicanze. Bisogna intervenire sulla magistratura, i processi non possono durare anni e tenere il personale sanitario sotto stress ed ansia fino ad arrivare a casi eccezionali come il suicidio. Soprattutto deve essere un lavoro competente perché non è facile capire quale può essere stato il problema, quindi – conclude Crescini - dobbiamo metterci tutti insieme e cercare insomma di “raddrizzare la barra” perché andando avanti così finirà male per tutti.”.

  • Il “percorso” #nascita guidato dalle #ostetriche è un processo naturale che assiste mamma e nascituro evitando i rischi fisiologici e psicologici.   Le delibere di Regione Lombardia, a partire dal 2018, hanno recepito le indicazioni ministeriali e le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, integrando documenti internazionali basati su evidenze scientifiche con l’obiettivo di implementare il percorso nascita a conduzione ostetrica, che si estende alla gestione della #gravidanza, del #travaglio, del #parto e del post-parto.   La letteratura scientifica sottolinea con forza che l’assistenza deve essere erogata secondo step graduali, attraverso livelli progressivi di intervento. È fondamentale tornare a valorizzare il processo naturale e fisiologico della gravidanza e del parto, promuovere la genitorialità, e individuarne precocemente i rischi.   In questo contesto, l’ostetrica si avvale della consulenza specialistica, inclusa quella del ginecologo, e attiva ulteriori consulenze necessarie per garantire un’assistenza completa. L’obiettivo è migliorare gli esiti di salute materno-fetale e della famiglia, non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista esperienziale, valorizzando il vissuto delle donne in questo percorso.   Questo approccio è fondamentale, poiché esiti negativi sono spesso associati a esperienze traumatiche o a un’eccessiva medicalizzazione, che può comportare rischi aggiuntivi.

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