Come TikTok sta cambiando la comunicazione del vino italiano. Dal racconto istituzionale ai video brevi e informali: l’approccio delle cantine italiane cambia volto con TikTok. Ecco come si sta evolvendo il linguaggio del vinoPer anni la comunicazione del vino si è mossa tra eleganza istituzionale e narrazioni di territorio, affidandosi a strumenti tradizionali e a un pubblico maturo. Ma l’arrivo di TikTok ha imposto una svolta radicale: video brevi, linguaggio diretto, storytelling visuale. Una rivoluzione che sta coinvolgendo anche le cantine italiane, oggi sempre più consapevoli della necessità di adattarsi a un mondo in cui la relazione con il consumatore si costruisce in pochi secondi.TikTok e vino: una nuova grammatica visivaL’approccio delle cantine su TikTok rompe con i codici classici della comunicazione enologica. Il linguaggio si fa rapido, visivo e autentico, con contenuti pensati per l’intrattenimento, ma capaci anche di informare.Non si parla più solo del prodotto, ma di ciò che sta dietro: persone, gesti, passaggi tecnici, aneddoti. Un contenuto efficace su TikTok deve emozionare, sorprendere o far sorridere. La forma è parte del messaggio.La trasformazione del tono di voceTikTok ha introdotto un tono di voce nuovo nel mondo del vino: più informale, empatico, relazionale. Si abbandonano le descrizioni tecniche per lasciare spazio a un dialogo più diretto, dove il produttore parla in prima persona, senza filtri.Questa trasformazione linguistica apre la strada a una nuova generazione di consumatori, che vuole capire, partecipare, sentirsi coinvolta.Un’opportunità culturale oltre il marketingNon si tratta solo di vendere. TikTok può diventare uno strumento per fare cultura enologica, raccontare pratiche sostenibili, valorizzare i vitigni autoctoni, promuovere il patrimonio paesaggistico italiano.TikTok sta cambiando il modo in cui il vino si racconta. Meno etichette, più volti. Meno tecnicismi, più emozioni. Un cambiamento che spinge le cantine a ripensare non solo come comunicano, ma anche a chi vogliono parlare. E in un settore in cui la tradizione è tutto, sapersi rinnovare può essere la chiave per restare davvero rilevanti. https://lnkd.in/dc96ViNH
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Le Prime di Vite in Riviera: in scena le nuove annate dei vini della Liguria. Tutto pronto ad Albenga per “Le Prime di Vite in Riviera“, evento dedicato alla presentazione e degustazione delle nuove annate dei vini della Liguria. Protagoniste le aziende aderenti alla rete di imprese Vite in Riviera, ormai divenuta un punto di riferimento nazionale per la promozione della produzione vitivinicola ligure. L’appuntamento è per domani, domenica 23 marzo (ore 11-19.30) e per lunedì 24 marzo (ore 10-18.30) nella suggestiva cornice della ex chiesa di San Lorenzo, in piazza Rossi. Saranno presenti venti cantine delle province di Savona e Imperia. L’ingresso costa 20 euro (15 euro per i sommelier), mentre è gratuito per gli operatori horeca registrati sul sito ufficiale. Il biglietto comprende degustazioni libere, calice personalizzato, stuzzichini a km0 e accesso al Museo Sommariva “Civiltà dell’Olio”. Per il secondo anno consecutivo è Albenga ad ospitare “Le Prime di Vite in Riviera”. L’evento, nel 2025, è arricchito da una Masterclass sul Pigato, vitigno simbolo del Ponente Ligure. L’incontro, già sold out, sarà condotto da Jacopo Fanciulli, Italian Wine Ambassador che presenterà otto etichette per approfondire la nuova annata, la biodiversità e la longevità del Pigato. Aperto a tutti, invece, l’appuntamento di lunedì 24 dedicato agli operatori Horeca sul «potenziale ancora inespresso dei vini liguri nella ristorazione». «Le Prime di Vite in Riviera – commenta Massimo Enrico, presidente dell’omonima rete di imprese – rappresentano da sempre l’apertura del nostro calendario, anticipando Vinitaly. Quest’anno l’evento è arricchito dalla Masterclass sul Pigato e dagli incontri dedicati agli operatori. Saremo poi a Vinitaly 2025 con uno stand più grande e tre Masterclass, di cui una nella prestigiosa Sala Iris. Novità assoluta per Vite in Riviera sarà “Maggio in Cantina“, appuntamento enoturistico che vedrà le cantine aprire le porte ogni weekend di maggio. Infine, l’immancabile appuntamento autunnale con Granaccia & Rossi di Liguria (qui i migliori assaggi di Winemag all’edizione 2024) il 23 novembre a Quiliano». https://lnkd.in/d7tt44ir L'articolo Le Prime di Vite in Riviera: in scena le nuove annate dei vini della Liguria proviene da Winemag.it - Davide Bortone: wine magazine italiano, guida vini, wine news. https://lnkd.in/dpjvXiQH
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L’Unione Europea rinvia i dazi sui prodotti americani. Il vino e le bevande alcoliche restano sotto osservazione, ma Bruxelles prende tempo per evitare un’escalation commerciale con WashingtonLa Commissione Europea ha deciso di posticipare fino a metà aprile l’introduzione di nuovi dazi contro gli Stati Uniti, sospendendo momentaneamente le misure che avrebbero colpito anche prodotti simbolo dell’agroalimentare americano, come vino e whiskey.Questa mossa rientra nel contesto di una trattativa più ampia, legata al contenzioso transatlantico sull’acciaio e l’alluminio, ma ha un impatto diretto anche sul settore vitivinicolo, già esposto a forti tensioni internazionali.Niente ritorsioni (per ora): cosa ha deciso l’Unione EuropeaL’Unione Europea ha scelto di non procedere all’applicazione delle tariffe che erano state ventilate come ritorsione per i dazi statunitensi su metalli europei. Tra i beni europei da tassare figuravano anche bevande alcoliche prodotte negli USA, incluse alcune referenze già molto presenti nei mercati europei.Il rinvio è stato comunicato ufficialmente il 20 marzo, aprendo una finestra negoziale che si chiuderà a metà aprile 2025. L’obiettivo? Trovare un accordo politico che eviti un’escalation da ambo le parti.Il vino osservato speciale anche da WashingtonSe da una parte l’Unione Europea ha sospeso l’introduzione di nuovi dazi, gli Stati Uniti restano in fase di valutazione su eventuali tariffe aggiuntive sulle bevande alcoliche europee – vino incluso. Donald Trump ha minacciato pubblicamente un dazio del 200% sul vino proveniente dall’Unione Europea, come parte di una strategia più ampia per riequilibrare la bilancia commerciale USA.Il rischio, quindi, non è superato: il settore del vino europeo, e italiano in particolare, rimane in allerta.Un settore in bilico, tra tregua e incertezzaIl vino rappresenta uno dei comparti più esposti a questo tipo di tensioni. Gli Stati Uniti sono il primo mercato extra-UE per l’export vinicolo italiano, con oltre 1,7 miliardi di euro generati nel solo 2024 (fonte: Osservatorio Uiv-Vinitaly/Iwsr). Qualsiasi aumento dei dazi potrebbe avere conseguenze drammatiche, soprattutto per le PMI.Cosa succede adessoCon la scadenza di metà aprile all’orizzonte, Bruxelles e Washington stanno cercando una soluzione diplomatica che disinneschi definitivamente il rischio di una guerra commerciale.Nel frattempo, il comparto vino resta in una fase di vigilanza attiva. Le associazioni di categoria auspicano una presa di posizione unitaria da parte dell’Unione Europea, a difesa di un settore che rappresenta una colonna portante del Made in Italy e del patrimonio europeo. https://lnkd.in/dAbp7JrV
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Carmignano e i suoi vini protagonisti all’Osteria Il Pratellino. https://lnkd.in/dsyK7hYN
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InvecchiatIGP: Valtellina Superiore La Mossa 2011 La Perla, una Mossa da Palio. L'articolo InvecchiatIGP: Valtellina Superiore La Mossa 2011 La Perla, una Mossa da Palio proviene da Lavinium. Dal 2009 con la creazione de La Perla Marco Triacca e suo padre si sono “messi in proprio” ritagliandosi un’azienda su misura, completamente staccata dal famoso marchio che porta il loro cognome. Siamo in Valtellina, tra Sondrio e Tirano e questa piccola perla produce poche tipologie di vini: un solo Superiore, una Riserva, uno Sforzato e uno spumante classico non da Chiavennasca ma da pignola, uva autoctona pochissimo conosciuta. Marco segue tutto, dalla vigna alla cantina, con un impegno veramente lodevole perché qui portare avanti anche pochi ettari di vigneto non è facile. Inoltre non lascia niente al caso e ha anzi inserito in vigna alcune interessanti innovazioni che hanno bisogno di tempo e attenzione. I risultati però si vedono sia nei vini più recenti (premiati anche quest’anno da Winesurf) che in prodotti che potrebbero iniziare a mostrare qualche ruga, come nel Valtellina Superiore La Mossa nato in un’annata non certo “dietro l’angolo” come la 2011. Il nome del vino deriva dalla passione di Marco per il Palio di Siena e ce lo ha proposto proprio per dimostrare come la chiavennasca (alias nebbiolo) possa maturare bene e migliorare col tempo anche per vini non fatti per il lungo invecchiamento. Il colore è un rubino chiaro ma ancora molto brillante e il naso, all’inizio incerto, si è aperto su note balsamiche e speziate. Ma è in bocca che ci ha stupito, con una tannicità viva e ferma, un corpo dove la freschezza non è mai fuori quadro e dona da una parte giovinezza e dall’altra l’equilibrio che serve ai vini per durare nel tempo. Lo abbiamo assaggiato, riassaggiato e poi abbinato ad un ottimo spezzatino con polenta, perché il bello dei vini valtellinesi, e in particolare di quelli di Marco, è che su piatti importanti della nostra tradizione vanno a nozze. È scontato dire che l’apertura di questa bottiglia è stata una “buona Mossa”. Carlo Macchi L'articolo InvecchiatIGP: Valtellina Superiore La Mossa 2011 La Perla, una Mossa da Palio proviene da Lavinium. https://lnkd.in/dyUCJMgw
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Champagne per Tutti 2025. https://lnkd.in/dCHbnSeD
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Allarme dazi USA: il Consorzio Vino Chianti scrive al Governo per evitare il blocco dell’export. Il presidente Giovanni Busi invia una lettera ai Ministri Lollobrigida, Tajani e Urso: “A rischio il 25% della produzione. Serve un intervento immediato” Il Consorzio Vino Chianti lancia un appello urgente al Governo italiano per fermare l’introduzione dei dazi USA del 200% annunciati dall’ex Presidente americano Donald Trump. A sottoscrivere la richiesta è il presidente del Consorzio, Giovanni Busi, che in una lettera inviata ai ministri Lollobrigida, Tajani e Urso sottolinea la gravità della situazione: “Se non si interviene subito, la vendemmia 2025 sarà compromessa”. Esportazioni a rischio: “Il 25% della produzione destinato agli USA” Secondo quanto riportato nella lettera, il vino Chianti esporta ogni anno circa un quarto della propria produzione negli Stati Uniti. “Il Chianti è stato tra i primi vini italiani a conquistare l’America. Oggi è una presenza consolidata e apprezzata. Ma se il dazio entrasse in vigore, sarebbe impossibile competere”, scrive Busi. Conseguenze drammatiche per le aziende: magazzini pieni e cassa integrazione Il presidente del Consorzio sottolinea che un dazio del 200% comporterebbe un blocco totale delle esportazioni, con effetti immediati: magazzini pieni, produzione ferma e cassa integrazione per i dipendenti. “Molte aziende non avrebbero spazio per accogliere il nuovo vino, con il rischio concreto di non poter vendemmiare a settembre”, si legge nella nota. Una crisi annunciata tra cambiamento climatico e instabilità geopolitica La lettera evidenzia anche le difficoltà già vissute dalle aziende del settore a causa del clima estremo e delle crisi internazionali. “Quest’anno la produzione è tornata su livelli standard – scrive Busi – ma un ulteriore colpo potrebbe essere insostenibile per molte realtà, in particolare le più piccole”. La richiesta del Consorzio: “Serve un’azione coordinata Italia-Europa-USA” Il Consorzio Vino Chianti chiede al Governo e all’Unione Europea di attivarsi con urgenza per aprire un tavolo di dialogo con le autorità statunitensi. “È fondamentale difendere il settore vitivinicolo – conclude Busi – una delle eccellenze del Made in Italy, motore dell’export agroalimentare e simbolo della nostra identità culturale ed economica”. https://lnkd.in/dm9kgQDH
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Il vino in 300 battute: Olevano Romano Cesanese Silene 2023 Damiano Ciolli. L'articolo Il vino in 300 battute: Olevano Romano Cesanese Silene 2023 Damiano Ciolli proviene da Lavinium. L’annata 2023 di Damiano Ciolli, innovatore principe del Cesanese, dal punto di vista quantitativo è stata tragica. La peronospora ha distrutto quasi tutto e così questa bottiglia è quasi un unicum. Grandi profumi di spezie e fiori, tannicità viva, dinamicità gustosa e vibrante freschezza. Da provare! Carlo Macchi L'articolo Il vino in 300 battute: Olevano Romano Cesanese Silene 2023 Damiano Ciolli proviene da Lavinium. https://lnkd.in/diVXfUU9
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VINALTUM 2025: “Degustare l’eccellenza”. https://lnkd.in/df8qQ5ef
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