Cosa significa "diventare uomo" oggi? Perché il successo è ancora un parametro così forte di virilità? Martedì 11 marzo, al Monk di Roma, ne abbiamo parlato con Lorenzo Gasparrini, filosofo femminista, e Francesca Cavallo, scrittrice, nella seconda tappa del nostro nuovo progetto: ‘’Tipico Maschio Italiano’’, un’indagine disperata sul tema della maschilità. Tra Roma e Milano abbiamo incontrato oltre 500 persone, dialogando di stereotipi, successo, relazioni e della difficoltà di riconoscere e curare le ferite emotive. Ma non ne abbiamo parlato solo tra noi. Prima dell’inizio di ogni serata, Osservatorio Maschile organizza un gruppo di confronto, per parlare in un luogo senza giudizio, di tutto il non-detto che si trova sotto la patina della maschilità. E adesso? Il 18 marzo saremo a Torino (SOLD OUT) e il 9 aprile a Palermo (biglietti in arrivo). Da quest’estate poi, tutto questo diventerà uno spettacolo teatrale curato da Lorenzo Maragoni e prodotto da Retropalco srl. Ma non ci fermiamo qui 🙂↔️. Vogliamo portare questi temi anche nelle aziende, aprendo spazi di dialogo sulla maschilità e il rapporto con il successo nei luoghi in cui prendono forma le dinamiche di leadership e potere. Se volete approfondire e aprire questa conversazione nella vostra organizzazione, contattateci per capire come farlo insieme! In partnership con Fondazione Libellula e con il patrocinio della Commissione Europea in Italia.
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Chi siamo
"You can’t fix what is wrong in the world if you don’t know what’s actually happening": spieghiamo il mondo ai ragazzi, con parole semplici e attraverso i loro mezzi di comunicazione. Crediamo in una nuova generazione più consapevole, curiosa e informata.
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- Data di fondazione
- 2020
Località
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Principale
Milan, IT
Dipendenti presso Factanza Media
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Davide Viola
"Non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla." Danny Boodman T.D. Lemon Novecento
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Stefano Tumiati
Tecnico Audio | Podcast | Fonico Sound Designer | Regista Radiofonico | Docente Formatore
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Caterina Caparello
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Alice Giusti
Head of Content/Coordinatrice editoriale
Aggiornamenti
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Tutti parlano di ChatGPT, ma pochi sanno come sfruttarlo al meglio. È un tool che può fare molto più che scrivere qualche caption: se lo personalizzi nel modo giusto, diventa il tuo assistente per la content creation, la gestione della community e il brainstorming per i contenuti social. E noi non potevamo non parlarvene! Il 13 marzo 2025, dalle 18:30 alle 19:30, con la Factanza Academy abbiamo organizzato una masterclass gratuita su Zoom con Claudio Riccio (Creative Strategist, docente IED) e Camilla Rossini (Education & Innovation Manager Factanza Media) per scoprire come creare un GPT su misura per la gestione di una pagina social. Parleremo di: 👉 Personalizzazione di ChatGPT per creare contenuti e moderare commenti; 👉 Prompt Design per ottenere risposte precise e contestualizzate; 👉 AI & Creatività: può davvero dare spunti originali?; 👉 Community Management con ChatGPT. Se crei contenuti, moderi community o vuoi migliorare l’interazione con il tuo pubblico grazie all’AI, non puoi perdertelo. Link nel primo commento!
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I cambiamenti e le innovazioni spesso hanno bisogno del giusto tempo per attecchire. Per questo il 15 e 16 aprile saremo presenti al Netcomm Forum: The Digital Commerce and Retail Event, di cui siamo anche Media Partner. Sarà un evento in cui si parlerà delle innovazioni dell’e-commerce e delle enormi potenzialità tecnologiche del digital retail e delle sue opportunità per l’economia italiana. Si tratterà di un’occasione speciale per conoscere alcuni degli stakeholder più rilevanti del settore, e avere uno sguardo sulle prossime innovazioni della industry e sulle sue potenzialità ancora da scoprire: il tutto con più di 400 relatori, 300 Tech Company e la partecipazione di migliaia di professionisti che lavorano nel settore digital. Durante l’evento potrete anche venirci a trovare! Avremo un nostro stand e parleremo all’HR Village del mondo del lavoro per i giovani e delle nuove professioni digitali. Per maggiori informazioni, e per iscrivervi all’evento, potete seguire la pagina di Netcomm Forum, e vi lasciamo il link nel primo commento. Vi aspettiamo! #NetcommForum #adv
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Un reddito da 40.000 euro all’anno sembra alto, ma lo è davvero? Sulla carta potrebbe sembrare una cifra più che sufficiente per vivere bene, ma quando si iniziano a sottrarre tasse, affitto, bollette e altre spese fisse, le cose cambiano. Alla fine del mese, il denaro che rimane in tasca è molto meno di quanto si potrebbe pensare, e questo lascia poco margine per risparmi, imprevisti o anche solo per concedersi qualche sfizio. E se con un reddito di questo tipo si fatica a far quadrare i conti, la situazione è ancora più difficile per chi guadagna di meno. Infatti, la retribuzione media in Italia è poco più della metà: circa 20.000 euro lordi all’anno. Il costo della vita cambia molto a seconda della città e della regione in cui si vive, ma il problema rimane: gli stipendi in Italia non sono adeguati al costo della vita, che negli anni è aumentato. E questo pesa soprattutto sui più giovani, che sono pagati meno e faticano a raggiungere l’indipendenza economica. Non a caso, gli italiani lasciano la casa dei genitori intorno ai 30 anni, più tardi rispetto alla media europea. I motivi dietro a questo problema sono tanti, e tra questi c’è anche il fatto che il costo del lavoro, in Italia, sia molto alto rispetto agli altri Paesi europei. Di conseguenza, il netto che rimane in tasca ai lavoratori risulta molto più basso di quello che le aziende spendono per tasse, contributi e altro. Il punto è che ormai ci siamo abituati a stipendi così bassi che un reddito medio sembra quasi un privilegio, quando dovrebbe essere semplicemente la base per una vita dignitosa.
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⚠️ TW: in questo podcast si parla di suicidi e malessere psicologico. L’università è spesso raccontata come uno dei periodi più belli della vita: un momento di crescita, scoperta e indipendenza. Ma è davvero così? Per molti studenti, quegli anni si trasformano in un’esperienza difficile, segnata da ansia, senso di inadeguatezza e una pressione costante legata alle aspettative accademiche e sociali. Non è raro sentire storie di ragazzi che, pur di non deludere genitori e amici, arrivano a mentire su voti ed esami sostenuti, trascorrendo anni con il peso di un percorso che sembra sempre più difficile da portare avanti. Alcuni riescono a chiedere aiuto, mentre altri si chiudono in un silenzio che può diventare insostenibile, fino ad arrivare ai casi di suicidio che passano alla cronaca. Ma delle cause di tutto ciò, non si parla mai. E proprio da qui nasce la nostra nuova inchiesta: abbiamo indagato le cause del malessere di studenti e studentesse, parlandone con psicologi, psichiatri, rettori e professori delle più importanti università italiane. Perché c’è qualcosa che non sta funzionando, nel nostro sistema universitario, e dobbiamo iniziare a parlarne apertamente se vogliamo che il problema venga affrontato. Scritto e raccontato da Mario Messina e Gianluca Grimaldi. Ogni giovedì, due episodi. Link alle prime due nel primo commento. Ricordati che, se stai vivendo un momento difficile o stai pensando al suicidio, non sei solo e non sei sola. Parlarne può fare la differenza. Puoi contattare il Telefono Amico Italia al numero 02 2327 2327, attivo dalle 9 alle 24. Oppure puoi scrivere un messaggio whatsapp al numero 3240117252 dalle 18 alle 21 o chiama il Servizio di Emergenza Sanitaria componendo il 112 o il 118. Ci sono persone pronte ad ascoltarti e a offrirti il loro aiuto.
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Pochi mesi fa, a novembre 2024, siamo stati in Ucraina. Abbiamo visto cosa significa vivere in guerra. O meglio, cosa significa non vivere. Abbiamo parlato con chi è rimasto, con chi ogni giorno si sveglia senza sapere se sarà l’ultimo. Con chi ha visto la propria casa diventare macerie, il proprio quartiere trasformarsi in rovine. Tre anni di paura, di lutto, di resistenza. Tre anni in cui il tempo non è più scandito dai giorni sul calendario, ma dalle sirene che annunciano un altro attacco, dai nomi che si aggiungono alle liste di chi non ce l’ha fatta. Oggi più che mai: ricordiamoci che mentre la disinformazione prova a cambiare la verità dei fatti, mentre le guerre diventano numeri, qui si continua a morire. E soprattutto, non lasciamo che la storia venga riscritta. Grazie a CESVI, per il lavoro incredibile che svolge dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Per il sostegno medico e psicologico con cui aiuta la popolazione con il supporto di aics cooperazione. Per educare la popolazione su come muoversi nei terreni minati, un problema enorme per i civili, insieme a MAG e Frontline Medics.
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Dalla carriera alla famiglia, la società insegna agli uomini che il successo è l’unica opzione possibile. Essere forti, indipendenti, capaci di sostenere se stessi e gli altri. E se non ci riesci? Sei un fallito. Ma quanto pesa questa pressione? Quanti uomini si sentono inadeguati, soli, incapaci di chiedere aiuto perché non gli è mai stato insegnato a farlo? Di questo e tanto altro abbiamo parlato nella prima tappa di Tipico Maschio Italiano, a Milano, lo scorso mercoledì 26 febbraio, in Santeria Toscana. Con noi Lorenzo Maragoni, Osservatorio Maschile, Retropalco e Fondazione Libellula, con cui abbiamo realizzato il progetto. Il tema centrale della serata è stato su come gli stereotipi di genere influenzino la concezione e l’esperienza dell’amore e delle relazioni. A discuterne con noi ci sono stati anche Carolina Capria, autrice e divulgatrice femminista, Karen Ricci, attivista e content creator e MicaMacho, collettivo e community che lavora sul tema. Ci siamo divertiti 🫶. Grazie a tutti quelli sono riusciti ad esserci. I biglietti per le prossime tappe di Roma e Torino stanno andando via velocissiiiimi, non fateveli scappare! Qui tutte le info: 📍 Roma – 11 marzo | Monk Tema: Successo, vulnerabilità e identità maschile Con Lorenzo Gasparrini e Francesca Cavallo 📍 Torino – 18 marzo | Off Topic Tema: Paternità e modelli maschili Con Francesca Fiore e Sarah Malnerich (aka mammadimerda) e Diego di Franco. Nel primo commento i link ai biglietti
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Stiamo diventando sempre più passivi di fronte a discriminazioni, posizioni estremiste, guerre e ingiustizie? Siamo a contatto con così tanti eventi negativi e con un odio online sempre più diffuso, da sentirci spesso disillusi o rassegnati. E facciamo sempre più fatica a reagire. È come se ci stessimo abituando a tutto questo, considerandolo come inevitabile. Ma cosa significa realmente questa accettazione silenziosa? Per capire il meccanismo alla base di questa “arrendevolezza”, dobbiamo parlare della finestra di Overton, un concetto che spiega come idee che inizialmente sono impensabili possano, con il tempo, apparire accettabili e persino “normali”. Questo meccanismo non è un’ipotesi astratta: la storia ce lo insegna. Nei regimi totalitari del passato, come il fascismo o il nazismo, l’accettazione graduale di ideologie estreme e oppressive ha reso possibile la distorsione dei valori fondamentali e la soppressione delle libertà civili. Oggi, pur vivendo in un contesto diverso, non possiamo abbassare la guardia. Il rischio di diventare troppo tolleranti verso pratiche ingiuste o discorsi radicali è sempre presente. Dobbiamo quindi chiederci: stiamo, in qualche modo, cedendo troppo facilmente alle pressioni di un discorso che, giorno dopo giorno, spinge verso un normalizzare l’eccezionale? Fino a che punto possiamo accettare passivamente ciò che accade? Come possiamo essere più consapevoli, più critici e più attivi nella difesa dei nostri valori di giustizia, dignità e rispetto? Il nostro impegno attivo e il coraggio di esprimere dissenso sono fondamentali per impedire che il confine tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è si sposti ulteriormente. Riflettere su questi meccanismi significa riconoscere il valore del proprio ruolo nel difendere la giustizia e la dignità, perché solo attraverso la partecipazione consapevole possiamo evitare che il silenzio diventi complicità.
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Lo stagista perfetto non esis…🥲 Farebbe anche ridere, se non fosse la realtà. In Italia, nel 2024, si è stimato che lo stipendio medio di uno stagista ammonti a circa 750 € al mese. Tuttavia, le indennità variano a seconda delle regioni: ad esempio, in Lombardia si va da 350 € per un impegno part-time a 500 € per un full-time. Preoccupante è il dato secondo cui il 41,1% dei tirocinanti tra i 18 e i 24 anni non riceve alcuna retribuzione. Gli stage dovrebbero rappresentare un’opportunità formativa e un ponte verso l’occupazione stabile, ma spesso vengono utilizzati per reclutare personale già formato e con esperienza, ma che costi poco all’azienda.