Esce oggi nelle librerie «Vita e morte di un poeta» di Nicola Bultrini: gli anni Ottanta, a Roma, tra gioie, poesia, arte e dolori. Irrequieto, insicuro, ma anche pieno di certezze acute e granitiche, accigliato e giocoso, vitale e funereo, intenso e spiazzante, Beppe Salvia era quello sempre sul punto di andar via ma la cui presenza lasciava ogni volta un segno potente. Questo è il ritratto di uno dei poeti più autentici e geniali della sua generazione, costruito traendo ispirazione dai racconti di coloro che all’epoca lo hanno incontrato e frequentato e che hanno condiviso con lui una stagione straordinaria e irripetibile. Siamo nella prima metà degli anni Ottanta, a Roma, una città che sta cambiando pelle, come tutta la società italiana. La storia di Salvia e dei suoi amici si intreccia con la cronaca più drammatica, ma anche con la vivace temperie artistica di quegli anni. Le riviste culturali, i festival di poesia, le gallerie: l’arte tutta è vissuta come occasione di aggregazione e di condivisione per un apprendistato attorno alla bellezza e all’amore. Così, raccontando Salvia, è raccontato il momento magico di quella generazione di poeti, scrittori e artisti di talento che animarono con entusiasmo la scena culturale di quegli anni. Beppe Salvia era dedito unicamente alla poesia e ci ha lasciato un’opera di altissimo livello. Questo libro è la sua storia, nella sua fulminea parabola, ma anche la testimonianza di un’epoca irripetibile i cui protagonisti sono oggi i nostri Maestri. «È così che abbiamo conosciuto Beppe. Era impossibile non rimanerne incuriositi. Per come si vestiva, per come si muoveva, con la grazia di uno che è intonato alla vita».
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Esce oggi nelle librerie «Preludio» di Carla Madeira, un labirinto di emozioni disseminato di momenti memorabili, ci svela come i rapporti familiari siano luogo di silenzi e orrori ma anche unico rifugio sicuro, come l’amore sia dono ma anche condanna. Traduzione di Giacomo Falconi. Amori sbagliati, amori violenti, nessuna redenzione: Carla Madeira, l’autrice più letta in Brasile, torna a scuotere le nostre certezze con un nuovo, sbalorditivo romanzo. Un mattino Vedina Maria dos Santos si sveglia e accanto a sé trova solo uno spazio vuoto e freddo: per l’ennesima volta suo marito ha preferito dormire altrove. È l’inizio di una giornata difficile, come molte del resto, ma oggi è diverso. Oggi Vedina compirà un gesto sconsiderato, un gesto indicibile. Come può la vita averla portata a tanto? Qualche decennio prima, Tonico Antunes, bevitore appassionato e titolare di una piccola ferramenta, è appena diventato padre di due gemelli e decide di registrarli all’anagrafe come Caim e Abel per far dispetto a sua moglie Custódia, donna bigotta che non lo ama e non lo stima. Lei, d’altro canto, lo ha sposato solo per scappare da una provincia asfissiante e lo ha bandito dal talamo coniugale non appena è rimasta incinta. I due gemelli trascorrono l’infanzia in perfetta simbiosi ma, a partire dal primo giorno di scuola, prendono due strade diverse: mentre Caim riesce bene negli studi e nello sport, è amico di tutti e apprezzato dalle ragazze, Abel diventa invece sempre più timido e introverso, lascia la scuola e perde la testa per la donna sbagliata… Carla Madeira conferma il suo talento raccontandoci la storia di una famiglia perduta e dei suoi tentativi di ricomporre le piccole e grandi fratture che l’affliggono. «Nelle famiglie c’è una demarcazione del territorio in cui i confini dicono: Da qui in poi ci siamo solo noi. Al suo interno cresce un particolare tipo di vegetazione, che a un estraneo sembrerà una sterpaglia, ma che in famiglia è un fiore. E ciò che è una spina per chi è stato ferito a lungo, può essere un fiore agli occhi di un visitatore».
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È da oggi nelle librerie «56 giorni» di Catherine Ryan Howard, un thriller psicologico ad alto tasso di suspense in cui a fare da sfondo a una vicenda ricca di risvolti misteriosi è la più inquietante delle realtà. Traduzione dall'inglese di Giuseppe Marano. Nessuno sapeva che vivevano insieme. Ora uno dei due è morto. Potrebbe essere questo il delitto perfetto? 56 giorni prima Ciara e Oliver si incontrano per la prima volta in un supermercato di Dublino, durante una pausa pranzo come tante; tra loro scatta subito la scintilla e, nel giro di pochi giorni, iniziano a frequentarsi. Nella stessa settimana, il Covid-19 raggiunge le coste irlandesi. 35 giorni prima Quando il lockdown minaccia di tenerli separati, Oliver suggerisce di andare a vivere insieme nel suo appartamento. Nonostante si conoscano da poco, Ciara accetta: per lei è l’unico modo di far funzionare la relazione sfuggendo al controllo della famiglia e degli amici. Per Oliver è l’unico modo di nascondere la sua vera identità. Oggi Nell’appartamento di Oliver viene trovato un cadavere in decomposizione. Gli investigatori si buttano a capofitto nell’indagine: riusciranno a capire cosa è realmente accaduto, oppure la pandemia ha permesso a qualcuno di commettere il delitto perfetto? Una storia d’amore piena di lati oscuri intrappolata tra le mura di un appartamento durante il lockdown: tra i migliori libri dell’anno per «The New York Times», «The Washington Post» e «The Irish Times» e premiato come miglior Crime Fiction Book of the Year agli Irish Book Awards. «Un romanzo pazzesco da un’autrice che sicuramente diventerà una voce importante nel panorama del giallo. Si rimane incollati alle pagine fino alla fine». Karin Slaughter «Una storia piena di tensione e colpi di scena. È un thriller incredibilmente bello, che ti tiene in sospeso mentre giri le pagine furiosamente una dopo l’altra». «The New York Times» «Un capolavoro. Attuale, sorprendente, ricco di emozioni. La narrativa suspense ha raggiunto il suo apice». «The Washington Post» «Questo thriller psicologico dall’atmosfera perfetta è intriso di paranoia e di tensione. Inquietante e brillante». «The Guardian»
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Esce oggi nelle librerie «Ripetizione» di Vigdis Hjorth, nella traduzione di Margherita Podestà Heir. A Oslo, una scrittrice sessantenne assiste come tutti gli anni a un concerto di Natale; siede accanto a una coppia accompagnata dalla figlia adolescente, che si mostra palesemente infastidita e viene rimproverata di continuo dalla madre. La scena fa scattare nella donna il ricordo dei suoi sedici anni, e il lettore viene catapultato nel racconto del suo passato: un’adolescenza su cui grava una figura materna opprimente, che controlla la figlia in maniera ossessiva, terrorizzata al pensiero che possa bere, fare sesso, assumere droghe. Dal canto suo la ragazza, spalleggiata dalle amiche, beve, frequenta feste in casa di sconosciuti e conosce Finn, un giovane apparentemente navigato con cui decide di avere il primo rapporto sessuale. Sullo sfondo di questo conflitto tra madre e figlia, il padre resta in disparte. Quarantotto anni dopo, la scrittrice riflette su quel periodo mettendosi a nudo, cercando il coraggio di essere e ritrovare se stessa, rivivendo ogni momento del passato attraverso la memoria. È questa continua e mutevole ripetizione del ricordo a renderla più forte, a proiettarla in avanti e a donarle una nuova, drammatica consapevolezza: qualcosa è successo, tra quelle mura domestiche, ed è il momento di affrontarlo. Al primo posto nelle classifiche di vendita e vincitore del premio della critica norvegese, in patria «Ripetizione» è stato accolto in maniera trionfale. Attraverso la narrazione magistrale di Vigdis Hjorth, in questo nuovo capolavoro il racconto a tratti esilarante delle vicende di un’adolescente si trasforma, in un crescendo di rivelazioni sconvolgenti, nella dolorosa e onesta riflessione di una donna matura. «Un dolore e un’intensità condensati che hanno dato vita a un capolavoro». «Dagbladet» «A volte bisogna ripetersi: Vigdis Hjorth scrive con una forza ineguagliabile a proposito del trauma, della verità e dell’arte del raccontare». «Vårt Land» «Il miglior romanzo di Vigdis Hjorth che io abbia avuto modo di leggere». Margherita Podestà Heir, traduttrice di Vigdis Hjorth
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Escono oggi nelle librerie: - «La fine del viaggio» di R.C. Sherriff, un’opera teatrale del 1928 che ha saputo trascendere i confini del genere e del tempo: messa in scena per due anni consecutivi, è stata tradotta in diciassette lingue, adattata in numerose versioni per cinema, radio e TV e recentemente riproposta nella prestigiosa collana dei classici di Penguin. Traduzione di Silvia Castoldi. - «Rinascita» di Claudio Damiani, un libro in prosa di inusuale bellezza che ripercorre l’infanzia del poeta, in cui la memoria ritrovata porta pian piano a una rinascita, per rivivere situazioni e ricordi, paure e stupori, immersi in una natura mitica e arcaica, magica e parlante, densa di simboli evocativi e toccanti.
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Esce oggi nelle librerie «Tutti i nostri segreti» di Fatma Aydemir, tradotto in italiano da Teresa Ciuffoletti con il contributo del programma del Goethe-Institut di sovvenzione per le traduzioni. Giunto all’età della pensione, Hüseyin ha finalmente realizzato il suo sogno: dopo trent’anni di duro lavoro nelle fabbriche tedesche, si è comprato un appartamento a Istanbul per farvi ritorno con la moglie. Mentre cammina lungo i corridoi dipinti di fresco assaporando l’idea di una vita nuova, però, ha un malore improvviso e muore pronunciando un nome: «Ciwan». Nei giorni successivi, la moglie e i quattro figli accorrono in Turchia per partecipare al funerale. C’è Ümit, adolescente frastornato da fantasie inconfessabili, che gioca a calcio per far piacere al padre; Sevda, la figlia maggiore, a cui non è stato concesso di studiare e che ha rifiutato un matrimonio combinato; Peri, la ribelle, studia all’Università di Francoforte, vive una vita trasgressiva e critica ferocemente i valori dei genitori; Hakan, il fratello maggiore, cerca di inventarsi un futuro, soffocato dalle aspettative riposte dai genitori sul primo figlio maschio; e infine Emine, la madre, taciturna e addolorata, parla con i parenti una lingua che i figli non hanno mai sentito e, insieme al marito, ha custodito il più terribile dei segreti per una vita intera. Un segreto che durante queste giornate verrà lentamente a galla, riaprendo ferite molto antiche e cambiando i destini dei quattro figli, combattuti tra il peso delle tradizioni e il desiderio di libertà. Incluso da «Der Spiegel» nella lista dei cento libri tedeschi più importanti degli ultimi cent’anni, «Tutti i nostri segreti» è un grande romanzo familiare in cui dramma e ironia si fondono perfettamente: la commovente storia di una famiglia intrappolata tra passato e presente, tra una patria perduta e sempre rimpianta, e una nuova terra mai davvero sentita propria. «Questa storia familiare, tanto toccante quanto perturbante, affascina già dopo poche pagine. Il silenzio e il segreto all’interno della famiglia sono descritti in maniera vivida». «Die Zeit» «Così bello che è difficile posarlo. Nel suo nuovo romanzo, Fatma Aydemir descrive i conflitti di una famiglia emigrata dalla Turchia e mai veramente arrivata in Germania». «Der Spiegel» «Gli storici della letteratura parleranno di “Tutti i nostri segreti” di Aydemir se, nel 2122, vorranno raccontare come si scriveva in Germania cent’anni prima». «Süddeutsche Zeitung»
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È da oggi nelle librerie «La globalizzazione è finita. La via locale alla prosperità in un mondo post-globale» di Rana Foroohar, nella traduzione di Michele Zurlo. L’era della globalizzazione senza limiti è giunta al capolinea. Rana Foroohar – giornalista economica di grande esperienza, editorialista e vicedirettrice del «Financial Times» – in questo saggio ci invita a ripensare il modello economico che ha dominato il mondo negli ultimi cinquant’anni. L’autrice conduce un’approfondita analisi della crisi della globalizzazione neoliberista, evidenziandone le contraddizioni e le conseguenze più devastanti: dalla delocalizzazione selvaggia, che ha distrutto il tessuto produttivo di intere nazioni, alla corsa sfrenata al profitto che ha aggravato le disuguaglianze, fino alla dipendenza da catene di approvvigionamento globali fragili e vulnerabili, messa in luce da eventi come la pandemia di COVID-19 e la guerra in Ucraina. Ma questo libro non è soltanto una critica puntuale ai fallimenti dell’iperglobalizzazione, è soprattutto un manifesto per un nuovo modello di sviluppo più locale, equo e sostenibile. Secondo Foroohar «ciò di cui abbiamo bisogno è un paradigma più adatto alla realtà del mondo dopo Trump, dopo la Brexit, dopo l’ascesa della Cina e post-digitale». Con ricchezza di dati ed esempi concreti, Foroohar illustra come sia in corso un cambiamento epocale verso economie più localizzate e regionali, in cui produzione e consumo sono più vicini. Questa svolta non è un nostalgico ritorno al passato, ma costituisce la chiave per costruire un sistema economico più prospero e giusto, al servizio del benessere collettivo e del pianeta. L’accelerazione dei processi di deglobalizzazione – resa possibile dall’innovazione tecnologica, che permette la produzione su scala locale di una vasta gamma di beni e servizi – rappresenta un’opportunità straordinaria per creare posti di lavoro, ridurre le disuguaglianze, rafforzare le comunità locali e garantire maggiore resilienza e diversificazione produttiva in caso di shock esterni. Con uno stile chiaro e coinvolgente, «La globalizzazione è finita» offre una visione lucida e dettagliata del futuro dell’economia mondiale. «Una lettura illuminante e avvincente». Joseph E. Stiglitz, premio Nobel per l’economia «“La globalizzazione è finita” cambierà il vostro modo di pensare al mondo di domani». Dani Rodrik «Questo libro di grande valore è tanto audace nelle sue ambizioni quanto leggibile. Le sue conclusioni saranno oggetto di dibattito negli anni a venire». Ian Bremmer «Rana Foroohar è una delle più talentuose giornaliste economiche al mondo». Niall Ferguson
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Esce oggi nelle librerie «L'erede» di Camilla Sten, stella del thriller nordico, maestra nel creare personaggi sinistri e atmosfere inquietanti, che dopo «Il villaggio perduto» firma un nuovo romanzo bestseller pronto a far sussultare i lettori a ogni pagina. Traduzione di Renato Zatti. Verità inconfessabili sepolte nel tempo. Una storia familiare disseminata di segreti. E una casa che non li lascerà mai andare. Eleanor convive con la prosopagnosia, l’incapacità di riconoscere i volti delle persone. Un disturbo che causa stress, ansia acuta, e può farti dubitare di ciò che pensi di sapere. Una sera la ragazza si reca a casa della nonna Vivianne per la consueta cena domenicale. Ad accoglierla sull’uscio non trova però la nonna, ma una persona cui non riesce a dare un nome, che scappa via per le scale. Dentro casa, la nonna è distesa sul tappeto accanto a un paio di forbici con le lame spalancate. Nella stanza, odore di ferro e carne. La nonna, quella nonna che l’ha cresciuta come una madre, è stata uccisa. Passano i giorni, e l’orrore di essersi avvicinata così tanto a un assassino – e di non sapere se tornerà – inizia a prendere il sopravvento su Eleanor, ostacolando la sua percezione della realtà. Finché non arriva la telefonata di un avvocato: Vivianne le ha lasciato in eredità una tenuta imponente nascosta tra i boschi svedesi. È la casa in cui suo nonno è morto all’improvviso; un posto remoto, che da oltre cinquant’anni custodisce un passato oscuro. Eleanor, il mite fidanzato Sebastian, la sfrontata zia Veronika e l’avvocato vi si recano in cerca di risposte. Tuttavia, man mano che si avvicinano alla scoperta della verità, inizieranno a desiderare di non aver mai disturbato la quiete di quel luogo. Chi era davvero Vivianne? Quali segreti si è portata nella tomba? «I segreti non muoiono», mi sussurra Vivianne nella mia testa. «Nulla veramente muore, Victoria. Io sono ancora qui. O no?».
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Esce oggi nelle librerie «Outsiders. Cinque scrittrici che hanno cambiato il mondo» di Lyndall Gordon, che racconta le storie di cinque romanziere – Mary Shelley, Emily Brontë, George Eliot, Olive Schreiner, Virginia Woolf – e dei loro famosi romanzi, nella traduzione di Sabina Terziani. Conosciamo da tempo la loro grandezza individuale, ma questa biografia di gruppo getta nuova luce sul genio che condividono. Outsider, fuorilegge, emarginata: la reputazione di una donna era la sua unica certezza. Come scrittrici, hanno fatto propria quest’identità, approfittando della lontananza dall’ordine dominante per scrivere le loro opere. Tutte e cinque sono cresciute senza madre. Senza un modello femminile a portata di mano, hanno imparato dai libri e, se fortunate, da un uomo illuminato. Complesse, contraddittorie, difficili, combattute ma eccezionalmente determinate e capaci di esercitare un’influenza nella sfera pubblica, hanno dovuto immaginare un modo di essere donna per inventare una propria voce. Capivano il desiderio femminile: la passione e la trasgressione della vita reale permeano le loro narrazioni. Ancora oggi facciamo più che leggerle; le ascoltiamo e viviamo con loro. Cinque biografie per cinque scrittrici dalle identità decisamente originali e fuori dai canoni. «Outsiders» è una genealogia al femminile della letteratura anglosassone da cui emergono cinque personalità assolutamente uniche e singolari, con un tratto comune: la condizione di donne e autrici in una società dominata dagli uomini. «Gordon è un talento innato e queste vite ci emozionano e ci affascinano, non importa quanto bene le conosciamo… Un libro intriso di intuizione romanzesca, che si insinua nel materiale biografico tracciando schemi e modelli nella vita emotiva di queste scrittrici e nella loro opera». Tessa Hadley, «The Guardian» «Gordon riesce a mostrare non solo il dolore ma le possibilità dell’outsider. Sebbene distinte nelle loro voci, queste scrittrici convergono “nell’odiare la violenza che domina il mondo”, denunciando la violenza domestica e sistemica. La loro forza d’animo traspare dalle pagine e attraverso i secoli». Anita Sethi, «The Observer»
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È da oggi nelle librerie «Una storia ridicola» di Luis Landero, il racconto tragicomico di un corteggiamento impossibile, selezionato da «El País» come uno dei migliori dieci libri dell’anno, nella traduzione di Giulia Zavagna. Marcial, origini umili e un’infanzia difficile alle spalle, lavora in un’azienda di macellazione della carne e conduce un’esistenza piuttosto solitaria. È però un uomo molto esigente: forse non sarà bello, forse non avrà frequentato le migliori scuole, ma è un ottimo conversatore, un orgoglioso autodidatta con una sua filosofia del mondo, in grado, all’occorrenza, di sfoderare un linguaggio forbito e una cultura tali da far invidia a chiunque. La sua vita è perfettamente sotto controllo, finché un giorno l’incontro con Pepita lo sconvolge; elegante, acculturata e di buona famiglia, la donna rappresenta tutto ciò a cui Marcial ha sempre aspirato. Se ne innamora perdutamente. Convinto di possedere tutte le qualità giuste per far colpo su di lei, è pronto a mostrarle i suoi molteplici talenti: snocciolerà gli aneddoti di cui è più fiero, la inviterà a uscire con galanteria irresistibile, affronterà a testa alta gli altri pretendenti e sarà disposto a fingersi scrittore pur di partecipare al salotto letterario che si terrà a casa dell’amata. Lui ancora non lo sa, ma è proprio in quest’occasione che si deciderà il suo destino. Con questo nuovo romanzo Luis Landero si conferma maestro della letteratura spagnola di oggi: tagliente, ingegnoso e capace di raffigurare, a partire da vicende apparentemente di poco conto, tutta l’ineluttabilità e la tragicità dell’esperienza umana. «Se c’è un valore certo nella letteratura spagnola attuale, è la prosa, sono le storie di questo straordinario scrittore… Io di quest’uomo leggerei anche la lista della spesa». Fernando Aramburu «Landero ritorna con una narrazione voluttuosa e totale. È all’apice della sua forza, ma vulnerabile interiormente, fermo ma privo di ogni illusione». «La Lectura – El Mundo» «Un capolavoro, figlio di un prestigiatore, di un mago delle parole. Una festa di intelligenza e saggezza». «ABC Cultural»
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