Nei giorni scorsi è stata pubblicata su Il Foglio Mobilità una mia lettera al direttore, a commento di un articolo di Claudio Cerasa pubblicato con l'emblematico titolo ""Gli effetti dell'odio contro le auto"".
La riporto qui, come spunto di riflessione.
"Il settore automotive, oggi in profonda crisi, vede produttori e manager di alto profilo dispensare soluzioni, attribuendone le cause a tanti fattori differenti ma evitando di ammettere una pessima gestione che dura da decenni. In Italia abbiamo una storicità a riguardo che può fare (cattiva) scuola: la produzione ha seguito solo logiche di profitto, per esempio, alzando i listini in maniera esponenziale e immettendo sul mercato prodotti la cui qualità non era commisurata ai costi.
E al cliente chi pensa? I prezzi sono diventati proibitivi, e non solo perché non supportati dall’effettivo valore del bene acquistato, ma anche perché cattive consulenze hanno ignorato i bisogni reali dei clienti, volte solamente a coprire operazioni commerciali strampalate e azzardate.
L’utente è stanco, non vuole e non può più permettersi di buttare via denaro per un prodotto che, sia a motore termico che con diverse tecnologie, tra quattro anni sarà vecchio, invendibile e soprattutto limitato a circolare nei centri urbani, che cambiano continuamente modalità di accesso con normative sempre più stringenti.
Lato governo, le cose non vanno meglio. L’ultima finanziaria, da cui sono emerse ancora più tasse, incomprensibili normative sulle emissioni e nessuna politica di sviluppo studiata di concerto con chi produce per contrastare lo stradominio cinese, genera un ulteriore appesantimento nei confronti di chi deve poi decidere se affrontare o meno l'investimento di un'auto.
Infine, la gestione della transizione tecnologica verso il 2035, da lodevole percorso rivolto al futuro, è diventata una confusa iniziativa che lascia tutti perplessi, produttori compresi!"
Se vuoi leggere l'articolo di Claudio Cerasa, clicca qui: https://lnkd.in/dxSgzn5X""
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