Fondazione Nord Est

Nel 2023, il part-time in Italia ha ancora un volto prevalentemente femminile. Nelle regioni del Nord, per ogni uomo con un impiego a tempo parziale ci sono in media quasi 6 donne nella stessa condizione. Osservando i dati, emerge chiaramente il grande spreco di capitale umano: il Nord Italia perde oltre 520 milioni di ore lavorative delle donne all'anno, contro 156 milioni per gli uomini. Ne parliamo in questa nota presentando i dati del part time involontario e delle ore perse a causa di una mancata partecipazione femminile al mercato del lavoro

Domani a Treviso (a Paolazzo Giacomelli) Gianluca Toschi presenterà la ricerca "Le imprese alla prova dell'interdipendenza selettiva" che Fondazione Nord Est ha realizzato per Confindustria Veneto Est. Cosa si intende per "interdipendenza seletiva" è perchè è importante per le imprese venete e nordestine? La ricerca di quest'anno è incentrata sulla crisi tedesca, e sugli effetti che le crisi in giro per il mondo stanno determinando sugli scambi internazionali. Appuntamento a Treviso, si comincia alle 16 (link nel primo commento per le iscrizioni!)

La mappa dell'#occupazionefemminile nel Nord Italia racconta di ampie disparità territoriali, opportunità frammentate e potenzialità inespresse, con gravi ritardi rispetto ai paesi europei più avanzati. Ritardi da colmare rapidamente di fronte all’avanzare della #glaciazionedemografica e alla bassa attrattività per i #giovani, che considerano il #gendergap come un fattore di allontanamento. Senza un cambio di passo nelle politiche di #conciliazione, nei servizi di cura e negli incentivi all'occupazione femminile, molte regioni italiane rischiano di consegnare alle prossime generazioni un #mercatodellavoro ancora segnato da profonde disuguaglianze.

Lorenzo Di Lenna è intervenuto per Fondazione Nord Est a “Buongiorno Regione”, programma di RAI 3, parlando della fuga dei giovani, intervista poi ripresa dal TGR Veneto. I risultati delle ricerche condotte da Fondazione Nord Est evidenziano che gli ingredienti per il posto di lavoro attrattivo sono complementari tra loro: autonomia e libertà intesa come flessibilità da un lato, responsabilità e fiducia dall'altro. Ma ci sono altri termini chiave: opportunità e valorizzazione. Riconfigurare il lavoro non è un costo per le imprese ma un investimento indispensabile i cui ritorni hanno forti esternalità per l'intero territorio. Link ai servizi nel primo post

Online la settima nota sulla fuga dei giovani. Arte e cultura non bastano per trattenere talenti e lavoratori. La qualità della vita non viene percepita come migliore e vengono accusate politiche pubbliche, scarsa innovazione e cultura manageriale. Qui e sul sito la nota completa.

🧐 Quanto è attrattivo l’Alto Adige per i giovani talenti? È il tema centrale di uno studio realizzato dalla Fondazione Nord Est su incarico di Confindustria Alto Adige e presentato oggi a Bolzano. ✔ Il risultato: l’Alto Adige, nel confronto con le altre regioni europee, si colloca a metà classifica e rischia di perdere la battaglia per i migliori cervelli. Serve, quindi, intervenire in molti ambiti. ➡ Lo studio assegna all'industria altoatesina buone capacità di attrarre i giovani talenti: le imprese manifatturiere offrono posti di lavoro altamente qualificati e con retribuzioni superiori alla media, puntano su internazionalizzazione, innovazione e sostenibilità. L'industria altoatesina inoltre contribuisce alla creazione di valore aggiunto, realizzando il 25% di quello altoatesino e raggiunge un alto livello di produttività con oltre 87.000 euro per dipendente, il dato più alto a livello nazionale. 🗣“Preoccupa il fatto che per 5 giovani che lasciano l’Alto Adige arrivi solo una persona dall’estero - commenta il Presidente di Confindustria Alto Adige, Heiner Oberrauch - Non possiamo perdere la battaglia per i talenti. L'Alto Adige deve diventare un luogo di lavoro più attrattivo per i giovani. E questa è una sfida per tutti noi - politica, economia e società - in egual misura". ✔Per saperne di più👉https://lnkd.in/dMptPWep ✔Mehr dazu 👉https://lnkd.in/dBexEg8P

Le #condizionisocioeconomiche di partenza influenzano le motivazioni di #espatrio, le attività svolte all’estero e gli sbocchi professionali. Quasi la metà degli expat svolge mansioni per le quali le imprese italiane non trovano persone da assumere. Qui e sul sito la nota completa.

Ecco alcuni scatti di ieri al convegno "Tendenze demografiche e sviluppo economico: una convivenza possibile?" promosso da Banca d'Italia all'Odeo del Teatro Olimpico a Vicenza. Interessanti i contributi di Andrea Venturini della sede veneziana di Banca d'Italia - Eurosistema e di Letizia Bertazzon di Veneto Lavoro. Gianluca Toschi ha partecipato alla stimolante tavola rotonda, moderata da Federico Barbiellini Amidei autore del paper "Il contributo della demografia alla crescita economica: duecento anni di "storia" italiana" (Banca d'Italia, 2018), esponendo i principali nodi del fenomeno della #fugadeigiovani, citando il rapporto "I giovani e la scelta di trasferirsi all'estero. Propensione e motivazione." Sono intervenuti anche Franca Bandiera (Istituto Veneto per il Lavoro), Federico Callegari (Camera di commercio Treviso-Belluno), Davide Girardi (IUSVE), Carlo Menon (OECD) e Maria Letizia Tanturri (Professoressa di Demografia all' Università degli Studi di Padova). Fondamentale ragionare insieme su come affrontare la #glaciazionedemografica agendo su produttività, parità di genere, attrattività, natalità, vita lavorativa e immigrazione.

Giovedì 16 gennaio alle 15, nell’Odeo del Teatro Olimpico, appuntamento con il convegno Tendenze demografiche e sviluppo economico: una convivenza possibile?, promosso dalla Banca d’Italia in collaborazione con Accademia Olimpica, Unioncamere Veneto e Veneto Lavoro. Gianluca Toschi di Fondazione Nord Est parteciperà alla tavola rotonda finale.