Il gestore unico del servizio integrato di gestione rifiuti urbani nei 104 Comuni dell’Ato sud, Sei Toscana – partecipata pubblica controllata dal Gruppo Iren a partire dal 2022 – ha lanciato oggi un nuovo progetto di educazione ambientale dedicato al territorio: Transizioni. Dopo la positiva esperienza di “Ri-Creazione”, che la società d’igiene urbana promuove da dieci anni nelle primarie e secondarie di primo grado – che ha coinvolto quest’anno oltre 7000 studenti –, il progetto Transizioni è invece rivolto alle classi delle scuole superiori; sviluppato con con EduIren, la divisione educational della capogruppo Iren, si rivolge infatti alle classi terze e quarte delle scuole secondarie di secondo grado ed è dedicato alla tematica della transizione ecologica. «Grazie alla collaborazione sempre più stretta con la capogruppo Iren e in continuità con l’attenzione che da sempre Sei Toscana dedica alle nuove generazioni, abbiamo la possibilità di ampliare la proposta didattica sul territorio – dice il presidente di Sei Toscana, Alessandro Fabbrini – Il nostro obiettivo è quello di rivolgerci ad una fascia d’età sempre più consapevole e sensibile ai temi della sostenibilità, offrendo spunti di riflessione e approfondimenti su diversi aspetti ambientali» Erika Roccioletti Francesco Castellone
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Dopo l'ennesima alluvione che ha colpito la Toscana, su greenreport.it l'analisi di Fausto Ferruzza, presidente del Cigno verde regionale e delegato al Paesaggio di Legambiente nazionale La frequenza e la gravità sempre crescenti di questi eventi estremi ci consegnano uno scenario in cui non possiamo più permetterci di agire solo durante e dopo una catastrofe. E, soprattutto, ci suggeriscono di non farlo con la stessa mentalità che ci ha condotto sulla soglia del baratro. Bisogna cambiare cioè radicalmente approccio. Delocalizzare e demolire impianti ed edifici costruiti in aree ad alta pericolosità idraulica – in questo senso – non è solo più conveniente e lungimirante del rialzare argini rigidi ma, a ben vedere, costituisce il primo passo per quella prospettiva dei territori spugna, che sola può restituire speranza ed efficacia alla disciplina della pianificazione urbanistica. L’era dell’espansione edilizia è finita. Ora dobbiamo “ripristinare” natura, ovunque possibile. Rammendando gli strappi, lenendo le ferite, evitando tassativamente nuovi sperperi di suolo. Per guardare al lungo periodo (ai “tempi geologici” e non solo a quelli storici, per dirla con Enzo Tiezzi), occorre, infine, abbandonare immediatamente il sistema fondato sulle fonti energetiche fossili. Che è poi la causa ultima e dimostrata della crisi climatica in corso Stefano Ciafani
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Grazie all’avvio della collaborazione tra Estracom S.p.A. e , esattamente due anni fa, la Toscana è diventata oggi la Regione italiana col maggior numero di aree industriali cablate in fibra ottica ( FTTH) per la connessione in banda ultra larga ( fino a 10gb) . Un successo per la transizione digitale – e anche ecologica – del tessuto imprenditoriale locale. Ne abbiamo parlato su greenreport.it con Fabio Niccolai, direttore generale di Estracom. Estra S.p.A. Francesco Macrì Saura Saccenti camilla bernacchioni Giovanna Poma
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Il 9 e 10 aprile 2025, l’Auditorium Santa Lucia della Università degli Studi di Ferrara ospiterà il workshop “En-gender circular bioeconomy innovation in the Eu”, organizzato dall’Eaere Diversity, equity and inclusion initiative (Dei), dell’European Association of Environmental and Resource Economists (EAERE). L’evento si concentrerà sull’intersezione tra bioenergia, eco-innovazione e parità di genere, con l’obiettivo di esplorare soluzioni innovative per la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile. Il programma include sessioni di presentazione di lavori scientifici, momenti di networking e una cena sociale, coordinato da un comitato scientifico che vede numerose firme attive su greenreport.it, tra docenti e ricercatori: Ilaria Dibattista, Asia Guerreschi, Massimiliano Mazzanti e Fabiola Onofrio SEEDS Economics IAERE - Italian Association of Environmental and Resource Economists
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Il ministero dell’Ambiente ha avviato ieri la consultazione pubblica sul decreto Fer T, pensato per incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di acquisire osservazioni e proposte dagli stakeholder nell’ambito della successiva definizione del provvedimento. «Il meccanismo competitivo di incentivazione, complementare rispetto al Conto termico, mira all’incremento della produzione degli impianti di grandi dimensioni e al conseguimento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione al 2030 delineati nel Pniec», spiega il ministro Pichetto. Si tratta di un dispositivo di legge che potrebbe rivelarsi di particolare interesse per supportare lo sviluppo di una fonte rinnovabile di cui l’Italia è eccezionalmente ricca, la geotermia, verso la quale ad oggi sono previsti incentivi solo nell’ambito della produzione di elettricità grazie al decreto Fer 2 approvato – con quasi 2mila giorni di ritardo – dal Governo Meloni. «Come Governo – conferma il ministro delle Imprese Adolfo Urso, nell’ambito del primo Italian geothermal forum – intendiamo sostenere ulteriormente il settore della geotermia, che già oggi vede l'Italia al primo posto nell'Unione europea per saldo commerciale delle tecnologie geotermiche, con un valore di 7 miliardi di euro, e al secondo posto per produzione industriale dopo la Germania, con un potenziale di crescita nella filiera geotermica stimato in quasi 38 miliardi»
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L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha aggiornato oggi all’intero 2024 la sua analisi trimestrale, confermando un trend in peggioramento su tutti i fronti: dalle emissioni climalteranti ai prezzi dell’energia. In sintesi, nell’ultimo anno i consumi di energia sono aumentati dell’1% rispetto al 2023, trainati da trasporti (+3%) e settore civile (+2,5%). Le emissioni sono invece diminuite del 3% su base annua, ma sono tornate a salire dell’1,5% nell’ultimo semestre (+3,5% nei settori trasporti e civile), dopo due anni di valori in calo trainati dal continuo crollo della produzione industriale. «La nostra analisi ha rilevato una fase di estrema difficoltà nella transizione energetica nazionale, con un’Italia lontana dagli obiettivi di energia e clima al 2030 – spiega Francesco Gracceva dell’Enea – I pezzi di elettricità e gas sono entrambi diminuiti del 15% nel 2024, tuttavia nella seconda parte dell’anno hanno avuto un trend di crescita e restano ancora molto al di sopra della media del decennio 2010-2020 (+60% il gas e più che raddoppiato il prezzo dell’elettricità)».
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Posti in piedi stamani al Teatro Politeama di Prato, con oltre 600 iscritti per il lancio dell’iniziativa "Meno rischio in Toscana. Nuove soluzioni contro alluvioni e frane", realizzata a cura della Regione Toscana per avviare una riflessione collettiva su come proteggere il territorio di fronte a una crisi climatica che è già pienamente in corso. Senza risposte preconfezionate, ma con una chiara consapevolezza di partenza: «Parlare di rischio zero oggi è un messaggio fuorviante», come subito messo in chiaro dall’assessora regionale all’Ambiente e Protezione civile Monia Monni, mattatrice della giornata e sua prima promotrice: «È ormai chiaro che le nostre città – dai reticoli idraulici alle reti fognarie – sono oggi inadeguate ad affrontare la realtà della crisi climatica, e che oltre a un nuovo modo di fare progettazione urbanistica dobbiamo dare strumenti nuovi a chi il rischio idrogeologico lo gestisce ogni giorno: Comuni, tecnici e anche giornalisti, perché raccontare bene il rischio è già un modo per proteggere la comunità». «L’ampia partecipazione dimostra il successo dell’iniziativa, complimenti all’assessora Monni – conclude il presidente della Regione, Eugenio Giani – Qualche anno fa la protezione civile e la difesa dai rischi idrogeologici venivano considerati temi da casi eccezionali, ma il cambiamento climatico ha ormai ribaltato la prospettiva. Da inizio anno ho dovuto già dichiarare quattro stati d’emergenza, dopo i quattro degli scorsi mesi di settembre e ottobre. Lo straordinario è diventato ordinario, e questo cambia anche la percezione dei cittadini». La giornata odierna rappresenta infatti solo lo start-up di "Meno rischio", cui seguiranno – dal 27 marzo a maggio – 8 webinar riservati a tecnici degli enti locali, ordini professionali e associazioni di categoria, per poi tirare le fila il 16 giugno al Teatro della Compagnia di Firenze, e greenreport.it in qualità di media partner racconterà ogni passo di questo percorso. La platea del Politeama ha risposto con grande proattività a questo nuovo approccio, tempestando di domande gli esperti chiamati dalla Regione a intervenire sul palco: Daniele Fabrizio Bignami, Marcello Brugioni e Giovanni Menduni (Fondazione Politecnico di Milano), Nicola Casagli e Fabio Castelli (Centro per la Protezione civile della Università degli Studi di Firenze), Bernardo Gozzini (Consorzio LaMMA), Bernardo Mazzanti (Regione Toscana, settore Protezione civile), Enio Paris e Fabio Zappalorti (Anbi). Matteo Conti Andrea Anichini Bernard Dika Maurizio Izzo
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📰 Geotermia, il ministro #Pichetto apre a una nuova fase di sviluppo per la filiera nazionale: l'Italian Geothermal Forum su greenreport.it 💡 La #geotermia è la "chiave di volta per i target europei di #decarbonizzazione ma anche per lo sviluppo complessivo del Paese e una riduzione delle #bollette per famiglie e imprese". 🌱 A dirlo è il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto #PichettoFratin, intervenuto questa mattina all'Italian Geothermal Forum, l'evento dedicato al dibattito tra istituzioni, ricerca, industria, professionisti e territori sullo stato e sulle prospettive del settore geotermico. 💻 Il Forum continua domani, la mattina anche in #streaming sul sito: https://lnkd.in/dBX9RJ5R 👉 Leggi la notizia: https://lnkd.in/exXDx5qS
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È in corso a Roma la presentazione di due rapporti da parte del Network 100% rinnovabili, battezzati rispettivamente Verso la neutralità climatica con elettricità 100% rinnovabile e La chimera del nucleare, entrambi disponibili in versione integrale a coda di quest’articolo. Il primo è frutto del lavoro di 25 docenti e ricercatori italiani provenienti da istituzioni scientifiche di primo piano, dal Cnr alla Stanford University, dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa alla Sapienza di Roma, dal Politecnico di Milano a quello di Bari. Il secondo rappresenta uno sforzo collettivo del Network, che unisce scienziati di spicco alle principali associazioni ambientaliste italiane – Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente e WWF Italia –, fino a rappresentanti del mondo sindacale e delle imprese. Nicola Armaroli Luigi Moccia Gianluca Rizzo Letizia Magaldi Stefano Caserini Francesco Ferrante Gianni Silvestrini Federico Butera Marco Frey
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La fase post elettorale in Germania sembra finalmente aprire a un cambiamento, allontanandosi dal mantra di deficit zero e debito vicino al 60% ad ogni costo (si ricorda che questi parametri sono scelte politiche e non trovano riscontro in nessuna teoria economica). Gran parte di questa maggiore spesa (tedesca ed europea) potrebbe finanziare investimenti per la difesa. È vero che anche le spese per la difesa contengono elementi di innovazione e creano spillovers tecnologici, ma occorre ricordare ancora una volta il ruolo della R&D come leva primaria di sviluppo nel lungo periodo. Per greenreport.it l'analisi di Massimiliano Mazzanti, ordinario in Politica economica alla Università degli Studi di Ferrara e direttore del centro di ricerca interuniversitario SEEDS Economics. Tra gli strumenti strumenti utilizzabili per colmare il gap di investimenti verdi in Ue, un esempio interessante è lo European climate Bond proposto da Irene Monasterolo, Antonia Pacelli, Marco Pagano Carmine Russo Asia Guerreschi