𝗜𝗹 𝗱𝗶𝘃𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗲𝗻𝘇𝗲: 𝗹𝗮 𝘀𝗳𝗶𝗱𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗼𝗿𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗹𝗶𝗲𝗿𝗮 𝟰+𝟮
I recenti dati diffusi dal 𝗠𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗜𝘀𝘁𝗿𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗲𝗿𝗶𝘁𝗼
sulle iscrizioni per l’anno scolastico 2025/2026 ci offrono importanti spunti di riflessione sul futuro dell'istruzione e del mondo del lavoro nel nostro Paese. Se da un lato l'appeal dei percorsi liceali rimane forte, attraendo ancora il 56% degli studenti, le iscrizioni a Tecnici e Professionali mostrano un leggero calo e la filiera 4+2 (4 anni di scuola superiore presso un istituto tecnico o professionale seguiti da 2 anni di specializzazione presso un Istituto Tecnico Superiore ITS), pur con un aumento delle iscrizioni, rappresenta ancora una percentuale molto piccola del totale (meno dell'1%).
Un trend che, se da un lato premia l'offerta formativa di alcuni percorsi, dall'altro ci pone di fronte a una sfida cruciale: è questa la strada giusta per colmare il gap di competenze che ormai da troppi anni le aziende lamentano nei confronti dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro? 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗶𝗰𝗶 𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶?
Troppo spesso, infatti, questi ultimi vengono percepiti come "di serie B", relegando in secondo piano competenze fondamentali per la crescita del nostro Paese. Un problema di orientamento, innanzitutto: studenti e famiglie non sempre ricevono informazioni adeguate sulle opportunità concrete offerte da questi percorsi e sulle reali esigenze del mercato del lavoro.
Ma non solo. La qualità dell'offerta formativa gioca un ruolo fondamentale: investire in laboratori all'avanguardia, percorsi di studio attuali e docenti preparati è cruciale per formare professionisti competenti e competitivi.
"Il modello 4+2 è un'innovazione fondamentale per colmare il divario tra istruzione e mondo del lavoro," afferma Angela Mencarelli, AD di La Fabbrica. "È un percorso che va comunicato con forza, evidenziandone i vantaggi in termini di sviluppo di competenze specialistiche, tempi di accesso al mondo del lavoro più rapidi e opportunità di impiego di qualità."
Tuttavia, come questi dati indicano, la consapevolezza e la comprensione del modello 4+2 rimangono basse. Dobbiamo chiederci:
▫️Quale ruolo possiamo svolgere nel fornire un orientamento più solido a studenti e famiglie mentre prendono decisioni educative cruciali?
▫️Come possiamo, in quanto aziende, collaborare meglio con le istituzioni educative per definire curricula che rispondano realmente alle esigenze del settore?
▫️Come possiamo creare una narrazione più convincente sulla formazione professionale, mostrando i diversi e gratificanti percorsi di carriera che può sbloccare?
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