Sii uomo...
N'che senso?
Da quasi due anni vivo una doppia sfida. La prima è legata a ciò che mi è successo, l’altra a come gestisco ciò che mi è successo.
O meglio, a come dicono dovrei gestirlo.
"Sii uomo" mi è stato ripetuto fin dall'inizio.
Sei lì al funerale della tua compagna, con due bambini aggrappati alla giacca, pensando che ne hai una piccola a casa… “sii uomo”.
Sei lì che cerchi di capire come far funzionare friggitrice e lavatrice, cambiare correttamente un pannolino: “sì ma prendi una tata e lavora”.
Ma ancora oggi: "Se scrivi queste cose, chi vuoi che ti dia lavoro?"
Vabbè, scemo io che non so le regole…
Prima regola del "Maschio Club": non fare la femminuccia.
Non piangere. Non abbattersi. Farsi forza. Essere uomo. Portare a casa i soldi, scop@re tantissimo, vantarsi di portare a casa soldi e scop@re tantissimo.
Seconda regola del "Maschio Club": non ci sono altre regole.
Ma perché? Perché non possiamo essere onesti su come ci sentiamo davvero? Perché dobbiamo continuare questa farsa del maschio alfa che non prova emozioni?
Ogni tanto vorrei urlarglielo: “Oh ma pensi che il dolore ti guarda tra le gambe prima di colpire?”
Ma tanto non mi leggono…
E infatti non è un caso che in questi due anni mi abbiano scritto soprattutto donne, che mi leggano soprattutto donne e che il 90% dei commenti siano femminili. Gli uomini sembrano evitare non solo di mostrare emozioni, ma anche di avvicinarsi a chi le mostra senza pudore.
Quando sulla posta elettronica mi appare “Email disabled” ormai so per certo che sarà qualcunO che non ha tempo per la mia newsletter di storie tristi e tenerezza.
Parole come gentilezza, empatia, umanità vanno bene se devi farci una presentazione, se devi vendere formazione, ma poi sono relegate a "cose da femmine" nella vita reale.
Tutto ciò mi fa imbestialire.
Ma soprattutto mi spaventa.
Se penso a mio figlio, che a quanto pare mi somiglia, mi fa paura.
Se penso alle mie figlie, se penso a domani, sono terrorizzato.
Perché se i maschi che abbiamo cresciuto, che stiamo crescendo e che siamo diventati, devono essere così, non puoi non avere paura.
Eppure voglio sperare - a proposito "i maschi possono sperare?"
Voglio sperare che ci possa essere un altro modo di essere maschi.
Forse si potrebbe iniziare pensandoci seriamente.
O forse quel che serve è un grande sforzo di fantasia.
Immaginando mondi alieni e #MaschiDelFuturo.
Come ha fatto Francesca Cavallo con "Storie Spaziali per Maschi del Futuro".
Magari succede davvero.
Uomini che possono essere forti e piangere, maschi e romantici, maschi e sensibili, maschi e sognatori, maschi come caxxo gli pare...
Sarebbe una roba spaziale, no?
#davicardi