📊 I ricercatori della NYU Tandon School of Engineering hanno sviluppato un sistema di intelligenza artificiale capace di analizzare il contenuto nutrizionale degli alimenti a partire da fotografie scattate con uno smartphone. 🤖 Questa tecnologia avanzata utilizza algoritmi di deep learning per riconoscere i cibi, stimare le porzioni tramite calcoli volumetrici e fornire informazioni su calorie, proteine, carboidrati e grassi. 📝 L'innovazione mira a superare l'inaffidabilità dell'auto-segnalazione nell'ambito del monitoraggio dietetico e potrebbe avere significative applicazioni per la gestione del peso e di condizioni mediche correlate all'alimentazione. 📱 Il sistema, attualmente una web application, ha dimostrato una notevole precisione nell'analisi di diversi tipi di piatti. 👉 Cosa ne pensate? Semplice speculazione derivata dalla “bolla AI” o un nuovo sistema efficace per il monitoraggio dietetico? Articolo originale nel primo commento. #AI #intelligenzaartificiale #tecnologia #dieta #alimentazione
Nutrizione Scientifica
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Chi siamo
Nutrizione Scientifica è un progetto di divulgazione scientifica in ambito nutrizionale che prende in analisi le ricerche di rilievo pubblicate su giornali internazionali e linee guida di settore.
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- Servizi benessere e fitness
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- 2019
Località
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Principale
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Brescia, Lombardia, IT
Dipendenti presso Nutrizione Scientifica
Aggiornamenti
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⚠️ SPOILER: Il #vinorosso non è “più salutare” del #vinobianco 🔎 Un recente studio pubblicato su Nutrients ha condotto una #metanalisi completa di studi osservazionali per esaminare l'associazione tra il consumo di vino rosso e bianco e il rischio di #cancro. 📣 Contrariamente alla credenza popolare che il #vino rosso sia un'opzione più salutare, questa ricerca non ha trovato differenze significative nel rischio complessivo di cancro tra i consumatori di vino rosso e bianco. 👩⚕️ Questi risultati sfidano la comune percezione che il vino rosso sia protettivo contro il cancro grazie al suo contenuto di antiossidanti come il #resveratrolo. ❌ Sebbene il resveratrolo abbia mostrato proprietà anti-cancerogene in studi sperimentali, la sua rapida metabolizzazione e la bassa biodisponibilità all’interno del vino rosso possono spiegare la mancanza di un effetto protettivo significativo nell'uomo. 👀 È fondamentale ricordare che il consumo di #alcol è classificato come #cancerogeno per l'uomo dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (#IARC). Link allo studio nel primo commento #ricerca #salute #nutrizione #prevenzione
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DIETA IPERCALORICA e INSULINA CEREBRALE Un recente studio pubblicato su Nature Metabolism ha rivelato che anche un breve periodo di dieta ipercalorica (HCD) può avere effetti prolungati sull'attività insulinica a livello cerebrale. La ricerca, condotta su uomini sani e normopeso tra i 19 e i 27 anni, ha dimostrato che un'alimentazione ricca di snack ultra-processati per soli 5 giorni altera la risposta del cervello all'insulina, cruciale per la regolazione del metabolismo energetico e del comportamento alimentare. L'attività cerebrale è stata valutata tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI) in combinazione con somministrazione di insulina per via intranasale (INI). I ricercatori hanno misurato l'attività cerebrale prima (baseline), immediatamente dopo la dieta ipercalorica (follow-up 1) e una settimana dopo il ritorno alla dieta normale (follow-up 2). Punti chiave: - Dieta ipercalorica: Solo 5 giorni di dieta ipercalorica (+ 1500 kcal) tramite snack ultra-processati (Snickers, brownies e patatine, con una composizione nutrizionale equivalente a 47-50% di grassi e 40-45% di carboidrati) sono sufficienti per indurre un accumulo di grasso nel fegato. - Insulina: La dieta ipercalorica altera l'attività insulinica cerebrale, in particolare nelle aree associate alla ricompensa e alla cognizione. - Sensibilità alla ricompensa: Dopo la dieta ipercalorica, i partecipanti hanno mostrato una ridotta sensibilità alla ricompensa e un'aumentata sensibilità alla punizione. - Effetti prolungati: Anche dopo una settimana di ritorno a una dieta normale, sono state osservate alterazioni nella risposta insulinica in regioni cerebrali importanti per la memoria e l'apprendimento. In particolare è risultata diminuita l'attività insulinica nell'ippocampo e nel giro fusiforme. - Infiammazione: Lo studio ha anche evidenziato riduzioni nell'integrità della materia bianca, suggerendo possibili cambiamenti legati all'infiammazione cerebrale. Implicazioni: Questi risultati suggeriscono che le risposte del cervello all'insulina possono adattarsi rapidamente ai cambiamenti dietetici, anche prima di un aumento di peso significativo. Questo potrebbe avere implicazioni importanti per lo sviluppo dell'obesità e delle malattie metaboliche associate. Lo studio indica che gli effetti dannosi di una dieta ricca di zuccheri e grassi saturi possono persistere anche dopo la fine del periodo di alimentazione scorretta. Limitazioni: Gli autori sottolineano che la dimensione del campione è limitata, e che lo studio è stato condotto esclusivamente su partecipanti di sesso maschile. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi risultati in campioni più ampi e diversificati, e per valutare gli effetti a lungo termine di tali cambiamenti dietetici. Link allo studio nel primo commento #dieta #calorie #insulina #obesità #salute #ricerca
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⚠️ OBESITÀ INFANTILE E ADOLESCENZIALE Questo studio pubblicato su "The Lancet" ha analizzato i dati dal 1990 al 2021 in 204 paesi in tutto il mondo prevedendo le tendenze future. I punti chiave: 🔹 Nel 2021, il 18,1% dei bambini tra i 5 e i 14 anni e il 20,3% degli adolescenti tra i 15 e i 24 anni erano in condizione di sovrappeso o obesità 🔹 In molte aree la condizione di sovrappeso evolve e continuerà ad evolvere in obesità 🔹 I tassi di obesità globale aumenteranno Le implicazioni di questi risultati: ❌ Aumento dei costi sanitari: L'obesità infantile e adolescenziale comporta spese significative per i sistemi sanitari. Si stima che l'impatto economico totale del sovrappeso e dell'obesità supererà il 3% del prodotto interno lordo mondiale entro il 2060 ❌ Salute pubblica: Le comorbidità legate all'obesità possono avere effetti negativi sulla salute fisica e mentale di bambini e adolescenti per decenni, inclusi effetti intergenerazionali sui loro figli ⏳ È necessario intervenire con urgenza attuando strategie di prevenzione basate su alimentazione, attività fisica, stile di vita, ambiente oltre alla normale gestione clinica. 🌍 In figura la prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini prevista per il 2050. 🔗 Link allo studio nel primo commento #obesità #salutepubblica #prevenzione #bambini #adolescenti #futuro
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🪃 ETICHETTE ALIMENTARI e EFFETTO BOOMERANG 🍟 Negli Stati Uniti, ma anche nel resto dei paesi con stile di vita occidentale, le diete non ottimali contribuiscono in modo significativo alle malattie croniche e alla mortalità. 📑 Per affrontare questo problema, a partire dal 2022 la Food and Drug Administration ha proposto etichette "salutari" da apporre sulla parte anteriore delle confezioni alimentari con l’obiettivo di aiutare i consumatori a fare scelte alimentari più sane. 📛 Questo studio ha esaminato come queste etichette influenzano l’acquisto da parte dei consumatori… e i consumatori sono risultati piuttosto "scettici" all’acquisto di prodotti etichettati come “salutari” e “gustosi”. 📊 I risultati dello studio possono essere riassunti così: - Le etichette "salutari" da sole non bastano per indirizzare i consumatori verso scelte migliori - È fondamentale che le etichette siano accompagnate da informazioni chiare e affidabili - Le autorità sanitarie svolgono un ruolo importante per aumentare la fiducia dei consumatori verso la credibilità delle etichette - Sono necessarie campagne informative per spiegare l'utilità delle etichette, soprattutto a chi non le conosce o non ha basi di educazione alimentare Concludendo possiamo dire che : 📣 Le etichette “salutari” possono essere uno strumento utile per promuovere migliori scelte alimentari ma solo se credibili, ben spiegate e accompagnate da opportune campagne educative. Link allo studio nel primo commento 🗨️ Hai un'opinione sulle etichette alimentari? Avvia una discussione nei commenti👇 #etichettealimentari #alimentazionesana #salute #consumatori #educazione #educazionealimentare
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⚠️ GRASSO INTRAMUSCOLARE Questo studio pubblicato sull'European Heart Journal ha rivelato che il grasso intramuscolare, il grasso che si infiltra all'interno dei muscoli scheletrici, è un fattore di rischio significativo per la salute cardiovascolare, indipendentemente dall'indice di massa corporea (BMI) e da altri fattori di rischio tradizionali. Lo studio ha evidenziato una connessione tra questo tipo di grasso, la disfunzione microvascolare coronarica (un problema ai piccoli vasi sanguigni del cuore) e un aumento del rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori. I risultati principali dello studio: 🫀 l’aumento del grasso intramuscolare è legato alla disfunzione dei piccoli vasi del cuore, indipendentemente dal BMI. 💔 maggiore è il grasso intramuscolare maggiore è il rischio di eventi avversi come infarto e insufficienza cardiaca. 💪 una minore quantità di massa muscolare scheletrica, insieme ad una maggiore infiltrazione di grasso intramuscolare, sono associate a una ridotta riserva di flusso coronarico. Al contrario, una maggiore massa muscolare e una quantità adeguata di tessuto adiposo sottocutaneo (il grasso che si trova sotto la pelle) sembrano avere un effetto protettivo. 📛 i pazienti che presentano sia disfunzione microvascolare che elevati livelli di grasso intramuscolare sono quelli che corrono il rischio più alto di eventi cardiovascolari avversi. Questa interazione identifica un nuovo fenotipo cardiometabolico a rischio che non può essere individuato semplicemente valutando il BMI. ❌ il BMI non è sufficiente per definire il rischio cardiovascolare, specialmente in individui con pochi fattori di rischio tradizionali e una maggiore adiposità sottocutanea. Il grasso intramuscolare è un fattore di rischio indipendente, con un impatto maggiore rispetto al grasso epicardico e a quello epatico. 📊 la misurazione del grasso intramuscolare potrebbe migliorare la stratificazione del rischio cardiovascolare, in particolare in pazienti con ischemia e senza malattia coronarica ostruttiva, una condizione più frequente nelle donne. In conclusione, questo studio sottolinea l'importanza di considerare il grasso intramuscolare come un fattore di rischio cardiovascolare indipendente che non è correlato al semplice BMI. I risultati suggeriscono che una valutazione più approfondita della composizione corporea, che includa la misurazione del grasso intramuscolare, potrebbe aiutare ad individuare i soggetti a rischio e a sviluppare strategie di prevenzione e trattamento più mirate. Link allo studio nel primo commento 👇👇👇 #cuore #rischiocardiovascolare #prevenzione #scienza #medicina
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Uno studio pubblicato su Nature Mental Health ha esplorato le connessioni tra genetica, struttura cerebrale e comportamenti alimentari alterati in un gruppo di adolescenti europei. 👫 Lo studio ha coinvolto 996 giovani tra i 14 e i 23 anni provenienti da Inghilterra, Irlanda, Francia e Germania, analizzandone i dati genetici, i comportamenti alimentari e le scansioni cerebrali. 📊 Sono stati identificati 3 gruppi di comportamenti alimentari: - Sani: il 42% dei partecipanti. - Restrittivi: il 33%, caratterizzati da diete rigide. - Emotivi/incontrollati: il 25%, inclini a episodi di alimentazione in risposta a emozioni negative o impulsi. 🔍 Cosa è stato scoperto: - Ritardo nella maturazione cerebrale: Nei mangiatori restrittivi o emotivi/incontrollati, il cervello mostrava una maturazione ritardata, legata a possibili problemi di salute mentale e a una maggiore predisposizione genetica all'obesità. - Problemi psicologici: Già all'età di 14 anni, i giovani con comportamenti alimentari non sani mostravano livelli più alti di ansia, depressione e comportamenti iperattivi o di disattenzione. - Ruolo del cervelletto: Una riduzione della maturazione del cervelletto, una regione che controlla l'appetito, è stata particolarmente associata a comportamenti alimentari restrittivi. 🎓 Implicazioni dello studio: - Il processo di "maturazione cerebrale", per cui il volume e lo spessore della corteccia (lo strato esterno del cervello) diminuiscono durante l'adolescenza, è un fattore che influenza direttamente comportamenti alimentari restrittivi o emotivi/incontrollati nella prima età adulta. - Questi risultati suggeriscono che interventi educativi mirati potrebbero prevenire disturbi alimentari, promuovendo una miglior salute cerebrale. #alimentazione #dca #psicologia #obesità #adolescenza #salute
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Effetti del Digiuno Intermittente (TRE) sul Tessuto Adiposo Viscerale e sulla Salute Cardiometabolica 🕘 Un recente studio pubblicato su Nature Medicine ha esaminato gli effetti di tre diverse finestre di digiuno intermittente (TRE) – precoce (9.00-17.00), tardivo (14.00-22.00) e autoselezionato (8 ore di assunzione calorica con fascia oraria di chiusura entro le 24.00) – in combinazione con una dieta mediterranea standard, rispetto al solo trattamento dietetico, su adulti con sovrappeso o obesità. 👁️ I risultati hanno mostrato che, nonostante non ci siano differenze significative nel tessuto adiposo viscerale (VAT) tra i gruppi, il digiuno intermittente precoce (TRE 9.00-17.00) ha portato a una riduzione maggiore del grasso sottocutaneo addominale e a un miglioramento significativo dei livelli di glucosio a digiuno e notturni. 💪 Questi risultati suggeriscono che il TRE, in particolare con una finestra precoce (9.00-17.00), potrebbe ottimizzare la regolazione del glucosio e offrire benefici metabolici aggiuntivi. 👉 Lo studio sottolinea anche l'alto tasso di aderenza e la sicurezza di questa strategia alimentare, presentandola come una potenziale opzione per la gestione del peso e il miglioramento della salute cardiovascolare in persone con sovrappeso o obesità. ‼️ Ciò che conta rimane il deficit calorico. Il TRE precoce è una delle opzioni per ottenerlo e deve essere personalizzato in base alle abitudini del soggetto. Link allo studio nel primo commento #digiunointermittente #dieta #glicemia #salutecardiovascolare
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🍎Una dieta sana può ridurre il dolore cronico indipendentemente dal peso o dal grasso corporeo Il dolore cronico è una condizione acuta e debilitante che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e sebbene siano disponibili interventi per il dolore, molte persone lottano senza alcun trattamento. Un nuovo studio dell'Università dell'Australia Meridionale condotto nell'ambito del Whyalla Intergenerational Study of Health ha rivelato che una dieta di alta qualità è associata a una riduzione del dolore corporeo negli adulti, indipendentemente dal peso corporeo o dalla quantità di grasso corporeo. ❓Cosa significa? Mentre è noto che l'eccesso di peso può aumentare il rischio di dolore cronico, questo studio sottolinea che una buona alimentazione ha un impatto positivo sul dolore anche quando il peso non è un fattore determinante. In particolare: - Un maggiore consumo di alimenti "core" (come frutta, verdura, cereali integrali, latticini magri e proteine di qualità) è stato collegato a una minore intensità di dolore, soprattutto nelle donne. - Questo effetto benefico non dipende dal livello di adiposità (indice di massa corporea, circonferenza vita o percentuale di grasso corporeo). 🥗Perché la dieta conta? Una dieta “sana” non solo migliora la salute generale, ma può anche modulare il dolore riducendo l'infiammazione e lo stress ossidativo. Le donne, in particolare, sembrano avere maggiori benefici, mostrando non solo meno dolore ma anche una migliore funzione fisica, come evidenziato dalla forza della presa. 📚Cosa possiamo imparare? - Per chi soffre di dolore cronico, migliorare la qualità della dieta può rappresentare una strategia di gestione efficace, anche senza una significativa perdita di peso. - È importante considerare il ruolo del cibo nella salute globale, andando oltre il semplice controllo del peso. Lo studio evidenzia anche differenze tra uomini e donne: mentre le donne mostrano una correlazione più forte tra dieta e dolore, negli uomini l'associazione è meno marcata ma comunque significativa: ad esempio con un moderato consumo di alcol è associato a minor dolore. ✅Conclusioni Migliorare la propria dieta può essere un approccio accessibile e sostenibile per migliorare la qualità della vita di chi vive con dolore cronico. Un motivo in più per puntare su un’alimentazione equilibrata e personalizzata. Link all’articolo nel primo commento. #dieta #dolorecronico #alimentazione #nutrizione #scienza
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