👩👧👦 Fringe benefit per le lavoratrici madri: nuove prospettive!
Le donne che diventano mamme affrontano molte sfide, e una di queste riguarda il bilanciamento tra lavoro e vita privata, soprattutto durante il periodo della maternità facoltativa. Ecco perché è importante parlare di fringe benefit e come le aziende possano supportare le lavoratrici durante questa fase delicata.
🔎 Cosa dice l’Agenzia delle Entrate?
Con la risposta all'interpello 57/2023, l'Agenzia ha stabilito che le lavoratrici in maternità facoltativa non possono beneficiare dei vantaggi fiscali legati al welfare aziendale, come l'esenzione fiscale e contributiva. Questo perché i fringe benefit sono considerati una forma di sostituzione delle somme che normalmente verrebbero erogate come retribuzione. Di conseguenza, se la lavoratrice non è attiva, non si applicano.
💡 Soluzioni alternative: cosa possono fare le aziende?
Anche se non è possibile offrire un'integrazione diretta alla retribuzione, esistono comunque modalità per supportare le mamme. Le aziende possono fornire beni e servizi come fringe benefit, ad esempio il rimborso di utenze domestiche, affitti o interessi su mutui.
👩💼 Chi può accedere ai fringe benefit?
Non tutte le lavoratrici rientrano automaticamente tra le beneficiarie. Solo chi fa parte di determinati gruppi professionali o ha un certo livello di qualifica può accedere a questi vantaggi, e devono essere destinati a un gruppo omogeneo di dipendenti, non a singoli individui.
🍼 E i riposi giornalieri?
L'articolo discute anche i riposi per allattamento. Le mamme che lavorano almeno sei ore al giorno hanno diritto a due ore di pausa. Questo potrebbe influenzare la possibilità di accedere ai fringe benefit.
Anche se le aziende non possono intervenire direttamente sulla retribuzione durante la maternità facoltativa, esistono diverse soluzioni per offrire supporto tramite fringe benefit alternativi, rispondendo così alle esigenze specifiche delle mamme lavoratrici.