RESPIRAIRE SRL

*C'era una volta il polmone d'acciaio* Non molti anni fa affioravano periodicamente agli onori di cronaca i casi di eroici pazienti che conducevano la loro statica esistenza intrappolati all'interno del cosiddetto "polmone d'acciaio", un macchinario, antenato dei moderni ventilatori meccanici, che serviva per la ventilazione artificiale, il cui principale utilizzo storico era quello di tenere in vita i malati di poliomielite. Il polmone d'acciaio è costituito da un cilindro stagno collegato ad una pompa che creava internamente pressione e depressione, attivando nel paziente l'ingresso e l'uscita dell'aria dal corpo. Lungo i lati del cilindro, comparivano 8 aperture che permettevano alle infermiere di inserire le braccia per le cure quotidiane, e alcune finestre per l'ispezione del corpo del paziente. Tutto l'insieme costituiva l'unico supporto alla vita, ma anche una severissima prigione, sempre nel terrore che la macchina, nella sua complessità, potesse perdere colpi. A partire dagli anni '70 l'elettronica e la miniaturizzazione hanno consentito un decisivo balzo in avanti nel trattamento di patologie respiratorie di ogni tipo, che necessitino di cure ospedaliere o domiciliari, per sussistenza permanente, per terapie temporanee o addirittura per il semplice ma prezioso innalzamento della qualità della vita. I moderni ventilatori infatti vanno dai discendenti più vicini ai polmoni d'acciaio che erogano pressione negativa (ingresso d'aria per depressione), riservati a poche e specifiche patologie, alla vasta gamma di ventilatori a pressione positiva, per ogni tipo di disturbo respiratorio, eventualmente abbinato a ossigenoterapia, fino alla lotta alle apnee notturne. Facile pensare che ai tempi dei polmoni d'acciaio non si sarebbe neanche immaginato di preoccuparsi di russare...

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