L'ora dei #meme 😎⬇️ Durante il nostro evento aziendale estivo di luglio, ci siamo divisi in diversi gruppi e ciascuno si è dedicato alla creazione di meme che riflettessero i valori e il codice della nostra cultura. In totale, i diversi gruppi hanno prodotto quasi un centinaio di meme, offrendo una varietà di prospettive e stili per rappresentare i nostri principi condivisi. Quelli che alleghiamo sono solo alcuni degli esempi del nostro lavoro collettivo. Perché i meme? 🤔 Il meme marketing si basa su un fenomeno culturale che sfrutta immagini e testi virali per comunicare in modo innovativo e immediato. Ma non si tratta solo di umorismo spiccio: i meme possono essere un potente strumento di comunicazione aziendale grazie a: ➡️Rilevanza culturale: i meme attingono ai riferimenti culturali condivisi, permettendo di creare messaggi che risuonano profondamente con il nostro pubblico, interno ed esterno. ➡️Comunicazione efficace: la semplicità dei meme facilita la trasmissione di idee complesse, rendendo la comunicazione aziendale più accessibile e meno formale. ➡️Stimolo alla creatività: la creazione di meme incoraggia la creatività e il pensiero fuori dagli schemi, offrendo nuovi modi per esprimere valori e messaggi aziendali. Nelle settimane successive all’evento, abbiamo notato un crescente entusiasmo verso l’iniziativa. I colleghi hanno iniziato ad adottare i meme nelle comunicazioni quotidiane, dimostrando creatività e coesione. La nostra esperienza con il meme marketing dimostra che l’innovazione nella comunicazione può non solo essere efficace, ma anche divertente. Siamo entusiasti di vedere come questa pratica continuerà a evolversi e a influenzare positivamente la nostra cultura aziendale. #Mememarketing #comunicazione
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A colpi di meme: come le aziende si inseriscono nell'umorismo in rete Oggi i #meme sono uno strumento potente a disposizione dei brand. Che si tratti di far sorridere, esorcizzare o riflettere sull'attualità, il #mememarketing è diventato parte integrante delle strategie comunicative più efficaci. Saper intercettare i trend del momento e inserirli nella #narrazione aziendale permette infatti di creare un legame autentico con il pubblico, generando reazioni immediate e spontanee. Insomma, i meme oltre a essere una parte fondamentale della cultura digitale, contribuiscono a rafforzare l’identità del brand, conferendogli un’immagine popolare. Ne parliamo nel nostro nuovo articolo di #Cipolla 🧅: https://lnkd.in/d37zTpC6 #BeaMediaCompany
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Spesso mi chiedo quale sia il futuro a cui andiamo incontro. Spesso cerco anche di capire meglio come il mondo digitale e dei social lo stia influenzando questo futuro. Non sono un negazionista anzi. Se esiste vuol dire che qualcosa ci sa portando li, va capito, studiato e ben utilizzato. Il progresso è anche questo. In fondo sto scrivendo ora e sto utilizzando questo strumento. Spesso però cerco di individuare quale sia il migliore modo di farlo. Si parla tanto di influencer, di persone con milioni di follower che utilizzando questi strumenti possono influenzare decisioni altrui e vendono questa reale possibilità al migliore offerente (spesso aziende commerciali ma anche partiti politici e forze sociali). Le si amano, le si odiano a seconda di cosa fanno. le sentiamo come amiche anche se non sappiamo niente d loro, conosciamo solo quello che vogliono mostrarci. Ma questa è la forza di questo strumento, ti permette di mostrarti come un avatar perfetto e non come sei realmente, con i tuoi errori, con i tuoi problemi e con le tue brutture (che ognuno di noi possiede). Cosa possiamo imparare dal caso "Ferragni" (non voglio intervenire sulla questione in particolare, non lo trovo corretto, non conosco il caso nella sua interezza), secondo me una cosa dovremmo bene metterla a fuoco: come nella vita quotidiana, come in ogni cosa che vediamo e leggiamo, di riflettere, di filtrarla bene e di ragionarla sulla nostra onda menale. Non prenderla come oro colato, neanche come menzogna ma di filtrarla. Capisco benissimo che in un mondo difficile ripararsi nel mediatico, nei social sia come entrare in un mondo perfetto, privo di spigoli ma facendo cosi ci allontaniamo dal nostro reale e lo lasciamo in mano a chi con "panem e cicerncis" ci porta dove vuole lei. I social non sono il male del mondo, noi possiamo farli diventare tali, ma se impariamo a dare importanza alle cose per quello che sono e a dedicare tempo ed energie nel dovuto non sono che uno strumento del mondo moderno. Ricordo che da ragazzo si disse lo sesso prima del computer e poi del cellulare. Fin da piccolo ho imparato ad non esalare niente, apprezzo la qualità, le persone che hanno iniziativa e sanno essere nel loro tempo, ma soppeso tutto nella mia testa. Non esalto idoli dello sport o dello spettacolo cosi come non seguo le influencer come esempio di vita. ma soppeso e apprezzo laddove vi sia da apprezzare. ma la pesa è mia ed ogni la ragiono. Altrimenti rischierei di perdermi dentro un mondo no n reale e lasciare il controllo di quello reale a chi lo possa manipolare. cosa ne pensate? questo caso secondo me può insegnarci molto. Non condanno la persona ma pongo attenzione allo strumento. Siamo noi che diamo potere alle cose mai il contrario.
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Il #Labirinto dei #Social: Oltre le Apparenze. Nel vasto mondo dei social media, ci troviamo immersi in un intricato labirinto digitale. Un luogo dove le nostre identità si intrecciano con le aspettative degli altri, e dove spesso la realtà si confonde con l’immagine che vogliamo proiettare. Esploriamo questo labirinto, dal “chi siamo” al “come sembriamo”. I social media ci offrono una piattaforma per esprimere chi siamo, ma spesso ciò che mostriamo è solo una parte della nostra identità. Creiamo maschere digitali, selezionando accuratamente ciò che condividiamo: i momenti felici, le vittorie, le avventure. Nascondiamo le fragilità, le paure, le sconfitte. In questo labirinto di selfie e status, dobbiamo chiederci: Chi siamo davvero? La nostra presenza online è una forma d’arte. Curiamo i profili, scegliamo le foto migliori, scriviamo post accattivanti. Ma quanto di ciò rispecchia la nostra vera essenza? Spesso, la ricerca dell’approvazione altrui ci spinge a filtrare la realtà. Siamo maestri nell’arte del ritocco digitale, ma a quale prezzo? Nel labirinto dei like e dei follower, rischiamo di perdere la nostra autenticità. Navigare il labirinto dei social richiede energia. Dobbiamo decifrare i segnali, evitare trappole, trovare la via d’uscita. La pressione sociale ci spinge a conformarci, a cercare l’approvazione, a misurare il nostro valore in base al numero di cuori e commenti. Ma nel buio di questo labirinto, dobbiamo ricordarci che la nostra essenza va oltre le apparenze. Come uscire da questo labirinto? La risposta sta nell’autenticità. Accettiamo le nostre imperfezioni, abbracciamo la nostra unicità. Ricordiamoci che dietro ogni profilo c’è una persona con emozioni, paure e sogni. Coltiviamo la #consapevolezza #digitale: riflettiamo su ciò che condividiamo e su come influisce sulla nostra percezione di noi stessi e degli altri. Recentemente, un caso ha scosso il mondo dei social. Una foto di #Kate #Middleton, circolata per celebrare la festa della mamma, è stata ritirata da numerose agenzie fotografiche. Si parlava di manipolazione da parte della fonte. Kate ha ammesso di aver apportato modifiche all’immagine, dimostrando quanto sia facile cadere nella trappola delle apparenze. Anche il #mercato del #lavoro è un labirinto complesso. Le nostre identità professionali si intrecciano con le aspettative dei datori di lavoro. Curiamo i nostri curriculum, selezioniamo le esperienze migliori, scriviamo lettere di presentazione accattivanti. Ma quanto di ciò rispecchia la nostra vera competenza? Spesso, la ricerca dell’approvazione professionale ci spinge a filtrare la realtà. Nel labirinto delle opportunità e delle carriere, rischiamo di perdere la nostra autenticità. Il labirinto dei social e il mercato del lavoro sono viaggi complessi. Ma possiamo trasformarli in percorsi di scoperta e crescita. Attraverso l’autenticità e la consapevolezza, possiamo trovare la via d’uscita verso una connessione più genuina e un’identità più solida.
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Competence Founder & CEO, Crisis & Reputation Advisor & Lecturer, Moderator, Digital PR, Corporate & Internal Comms. ESG Comms, Personal Branding & Public Speaking Trainer, Business Counselor. Positive Thinking
Non avrei mai immaginato che la mia analisi in termini di crisis management sul caso #Ferragni & #Balocco potesse raggiungere 30mila visualizzazioni Lo dico non per fare autocelebrazione ma per sottolineare come il tema del ruolo sempre più presente degli #influencer nella vita delle persone e nel business delle aziende sia ormai un dato di fatto. Un fenomeno che si sta replicando con il boom delle #AI Se oggi molti si chiedono cosa succederà a Chiara Ferragni e alle sue profittevoli aziende credo che la minaccia più grande verrà proprio dalle influencer virtuali Esistono da tempo in Corea del Sud, sono ragazze bellissime costruite dalle intelligenze artificiali su misura delle indicazioni dei suoi programmatori e quindi in grado di attrarre i consumatori in base ai messaggi e alle strategie di marketing delle aziend Avrete sentito parlate di Emily Pellegrini che in 4 mesi su Instagram ha raggiunto circa 150.000 followers. I suoi video e foto sembrerebbero reali ma per il Daily Mail sono state generate grazie ad un software AI non meglio precisato. Il suo creatore ha dichiarato: "ho chiesto a Chat GPT qual è la ragazza dei sogni di un uomo medio e quindi l'ho fatta esattamente così" Ad Emily vengono offerti su IG viaggi in hotel a 5 stelle e ristoranti top anche da personaggi facoltosi incantati dai suoi video. Possibile che sia un avatar? Indipendentemente dalla natura di Emily vorrei focalizzare le mie riflessioni sulle future potenzialità di una influencer digitale rispetto a quelle di oggi "Non voglio essere pubblico - spiega il creatore di Emily - non voglio essere come un influencer che deve fare video ogni giorno mostrando tutto ciò che fa. Non fa per me" Cambia la relazione tra influencer e la sua community e quindi tra influencer e le aziende I marketer potranno decidere quale personaggio far creare in termini fisici e caratteriali, quello che risponderà al meglio alle esigenze dei target Niente più dichirazioni "impreviste" delle influencer e sul mercato ci saranno modelle/i virtuali che costeranno meno delle tariffe di Ferragni & Friends Ecco perché non mi scandalizzo sul fenomeno Emily e non mi importa se è reale o una avatar. Adesso la notizia è che quella che sembra essere una ragazza da sogno è...forse solo un sogno, ma cambia lo scenari Le nuove generazioni sono già abituate e consapevoli di avere relazioni quotidiane con creature virtuali Giocano con gli avatar su Fortnite e Roblox: li personalizzano con le skin spendendoci un sacco di soldi. Ci fanno i concerti...perchè sono queste le nuove piattaforme che influenzano già oggi nostri ragazzi Intanto hanno già creato una sorella di Emiliy: Fiona ha già 30.000 follower. E ne arriveranno altre Il mercato degli influencer non sarà più lo stesso e per la Ferragni temo che non sarà semplice rimanere al vertice Con questo scenario cambieranno anche le strategie e le competenze del #crisis management Che ne pensano i mii amici Daniele Chieffi e Vincenzo Cosenza?
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Setter | Solido background in comunicazione e digital marketing | Parlo di autenticità, trasparenza, ascolto, fiducia, reputazione, comunicazione e interazione nel mondo digitale e non
𝑳'𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒆𝒎𝒆: 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒍'𝒊𝒓𝒐𝒏𝒊𝒂 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒂 𝒗𝒊𝒓𝒂𝒍𝒆 #𝗦𝗮𝗻𝗿𝗲𝗺𝗼𝟮𝟬𝟮𝟰, la creatività ha stravinto. L'ultima serata sta per iniziare. Da qualche anno non è solo il Festival della canzone italiana 🎶 ma anche dell'ironia😂. La kermesse canora è un 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗲𝗻𝗼 𝗳𝗲𝗿𝘁𝗶𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝗺𝗲. 𝑴𝒂 𝒄𝒐𝒔'𝒆̀ 𝒖𝒏 𝒎𝒆𝒎𝒆? Un meme è un'immagine, un video o una frase che si diffonde rapidamente online, spesso con una variante del testo originale. I meme possono essere divertenti, satirici o anche politici, e la 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚 𝐬𝐭𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐩𝐚𝐜𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐦𝐞𝐬𝐬𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞 𝐞 𝐢𝐦𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐨, creando un senso di condivisione. 𝐷𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑖𝑚𝑎𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝑆𝑎𝑛𝑟𝑒𝑚𝑜, 𝑖 𝑚𝑒𝑚𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑢𝑛 𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑓𝑒𝑛𝑜𝑚𝑒𝑛𝑜 𝘢𝑡𝘵𝑒𝘴𝑜. Immagini di cantanti, conduttori e momenti salienti del Festival vengono reinterpretate e trasformate in contenuti divertenti e condivisibili. Ma… 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒊 𝒎𝒆𝒎𝒆 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒄𝒐𝒔𝒊̀ 𝒆𝒇𝒇𝒊𝒄𝒂𝒄𝒊 𝒔𝒖𝒊 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒍 𝒎𝒆𝒅𝒊𝒂? 𝗔𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀: i meme sono virali per natura. 𝗖𝗿𝗲𝗮𝗻𝗼 𝗲𝗻𝗴𝗮𝗴𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁: divertono e stimolano l'interazione. 𝗥𝗮𝗳𝗳𝗼𝗿𝘇𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝗯𝗿𝗮𝗻𝗱: possono comunicare i valori del tuo brand e creare un'immagine più umana e vicina al pubblico. 𝗚𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗹𝗲𝗮𝗱𝘀: se utilizzati correttamente, i meme possono portare gli utenti al tuo sito web o ai tuoi canali social, aumentando il numero di contatti e di potenziali clienti. 🪄 Ecco alcuni 𝗶𝗻𝗴𝗿𝗲𝗱𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗺𝗲𝗺𝗲 𝗺𝗲𝗺𝗼𝗿𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶: 𝗦𝗲𝗴𝘂𝗶 𝗶 𝘁𝗿𝗲𝗻𝗱: eventi e meme del momento per creare contenuti pertinenti e coinvolgenti. 𝗦𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗼: assicurati che sia in linea con il tuo brand e con il tuo pubblico di riferimento. 𝗦𝗶𝗶 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝗶𝘃𝗼: cerca di creare contenuti originali che rispecchiano la tua brand identity. I meme migliori sono quelli originali e divertenti. 𝗨𝘀𝗮 𝘂𝗻 𝗹𝗶𝗻𝗴𝘂𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲: testo breve, chiaro e facilmente comprensibile. 𝗖𝗼𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝗺𝗲𝗺𝗲 𝘀𝘂𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶: pubblicali dove è presente il tuo pubblico. Ultimo ma forse il più importante: 𝗡𝗼𝗻 𝗲𝘀𝗮𝗴𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲: non utilizzare troppi meme, potrebbero risultare fastidiosi. Come sempre l’equilibrio è la chiave per avere successo. 𝗜 𝗺𝗲𝗺𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 per le aziende, se usati con intelligenza. 𝘛𝑢 ℎ𝘢𝑖 𝑚𝘢𝑖 𝑢𝘵𝑖𝘭𝑖𝘻𝑧𝘢𝑡𝘰 𝘪 𝘮𝑒𝘮𝑒? #meme #socialmedia #marketing #brandawareness #engagement —--------------------------------------------- 👆𝘚𝑒 ℎ𝘢𝑖 𝑡𝘳𝑜𝘷𝑎𝘵𝑜 𝑖𝘭 𝘱𝑜𝘴𝑡 𝑖𝘯𝑡𝘦𝑟𝘦𝑠𝘴𝑎𝘯𝑡𝘦 𝘴𝑎𝘭𝑣𝘢𝑙𝘰
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Ci sono pensieri che non meritano di restare nella nostra testa per sempre. Specialmente in piena età adolescenziale, quando cominciamo a costruire la nostra vera identità, la mente inizia a percorrere vie inesplorate con i suoi pensieri via via sempre più intrecciati e contorti. È proprio in questo contesto che, esattamente quattro anni fa, ho deciso di condividere le mie riflessioni. Il 9 febbraio del 2020 nasce "Fragili Legami", un angolo remoto del web in cui ho iniziato a tessere connessioni tra il mio mondo interiore e quello esterno. Con il passare degli anni, "Fragili Legami" è diventato sempre più uno strumento grazie al quale condivido le mie passioni e le mie idee sulla vita che ci circonda, spesso scaturite mediante la fruizione di diverse forme d'arte, come il cinema o i videogiochi. Si tratta, insomma, di un vero e proprio raccoglitore di idee: un diario digitale in cui convergono le sfumature dei miei pensieri sulla vita che meritano di essere conservati nel tempo. Celebrando il quarto anniversario dalla nascita del blog, è con grande piacere che annuncio a tutti voi una nuova e importante fase di questo progetto: "Fragili Legami", ora, ha un dominio tutto suo, svincolato da qualsiasi tipologia di limitazione grafica e strutturale. Sebbene Altervista mi sia servito come punto di partenza per scoprire quali siano le potenzialità di un sito come questo, dopo ben quattro anni ho riconosciuto la necessità di sganciarmi dalle sue numerose limitazioni grafiche. Non a caso, fragililegami.it è un sito realizzato con righe di codice scritte da 0. Questa transizione non solo mi ha offerto una maggiore libertà creativa, ma ha anche permesso di plasmare ogni aspetto del design in modo più coerente con la visione che nutro per "Fragili Legami". E anche in questa occasione ho deciso di coinvolgere il mio caro amico Gianlory Barletta, il quale ha contribuito attivamente con le sue competenze e la sua passione per garantire che ogni modifica rispecchiasse al meglio l'essenza del progetto. Il nuovo logo, i nuovi colori e la nuova impostazione grafica del testo e degli articoli rendono lo stile del sito delicato e particolarmente essenziale. Inoltre, ogni articolo precedentemente pubblicato è stato trasferito in questo nuovo dominio, eliminando così la necessità di spostarsi continuamente tra le varie piattaforme. In questo modo, passato e presente si intrecciano creando un ricco e accessibile archivio di contenuti che riflette l'evoluzione di "Fragili Legami": un connubio perfetto tra ciò che è stato e ciò che sarà, pronto per essere esplorato da tutti voi. Ringraziandovi per il costante interesse dimostrato nei confronti di questo progetto, vi do il benvenuto nella nuova era di "Fragili Legami". Buona navigazione! https://lnkd.in/dWGqi2v6
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CO-founder/CEO Steelitalia | Startup innovativa che accompagna le imprese in percorsi di trasformazione con l'utilizzo della tecnologia
I social media sono spesso percepiti come vetrine scintillanti di vite perfette, un luogo dove tutto appare lucido, felice e realizzato. Ma se guardiamo più da vicino, ci rendiamo conto che, come una città ben curata, anche sotto la superficie dei social esiste una "fogna" che raccoglie tutto ciò che viene nascosto dietro questa facciata. La fogna dei social media è fatta di insicurezze, frustrazioni, confronti continui e competizione tossica. Dietro ogni foto impeccabile e sorriso smagliante, spesso si celano sentimenti di inadeguatezza e un desiderio costante di validazione. Quello che vediamo non è altro che il prodotto finale, confezionato per sembrare perfetto, mentre tutto ciò che è imperfetto, vulnerabile o scomodo viene nascosto sotto il tappeto digitale. Questa metafora ci ricorda che ciò che appare in superficie sui social media non è mai la realtà completa. Ogni post curato e ogni storia entusiasmante nascondono una parte della vita che non viene mostrata: dubbi, fallimenti, fatica. È facile dimenticare che dietro quei filtri patinati ci sono persone reali, con tutte le loro complessità e debolezze. In una società in cui la perfezione ostentata è la norma, è importante ricordarsi che i social media funzionano come una grande macchina dell'apparenza: mentre il bello viene esibito, ciò che è meno desiderabile viene scaricato nella "fogna". Se non prendiamo coscienza di questo, rischiamo di rimanere intrappolati in un ciclo di false aspettative e confronti irrealistici. Riflettere su cosa nascondiamo – e su cosa nascondono gli altri – può aiutarci a sviluppare una visione più critica e consapevole del mondo online, permettendoci di valorizzare di più ciò che è autentico e meno ciò che è solo immagine.
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🔃 Fai crescere veloce la tua startup = Validazione → Acquisizione → Retention → Monetizzazione → Crescita 🌱 Growth Marketing | Product Growth
Pensiero del mattino. Qual è il segreto di questi due brutti ceffi che ruttano sul microfono e fanno sold-out ogni santa volta? Questa è la domanda che mi sono posto con una tazza fumante di the nero tra le mani, intento a guardare fuori dalla finestra. Se non lo sapessi quei brutti capelloni che vedi in foto si chiamano Poldo e Danny. Chi sono? Devi sapere che l'altro giorno a Torino ho visto una ragazzina per strada, avrà avuto 8 anni, indossare una maglia con questi due faccioni stampati sopra. Insieme al logo distorto della loro band. "Slug Gore" Non certo un nome rassicurante. E che genere suonano? Grindcore. Death Metal. Roba pesante. Insomma, urlano sul microfono (scommetto che lo stai pensando). Non certo un genere di moda o "che vende qua in Italia". Di solito se confessi di ascoltare un genere di questo tipo le persone cominciano a guardarti storto e ti regalano un viaggio vacanze a Lourdes. E ora mi stai dicendo che questi due scappati di casa fanno sold-out ai loro concerti. - Sai chi riempe le sale? - Sai chi compra i loro biglietti? - Sai chi è il loro target? Ragazzini accompagnati dai genitori. Assurdo. Ma come è possibile? Beh, devi sapere che Poldo e Danny hanno quasi 1 milione di follower su YouTube e sono degli streamer. Poldo fa gaming. E ogni tanto parla di Metal all'interno delle sue live. E anche della sua band di musica estrema. Risultati? Un genere sconosciuto, bistrattato e considerato inascoltabile dalla massa risorge da ceneri oscure ed entra nelle case di bambini e genitori al pari della sigla dei Pokémon. È incredibile l'influenza che possono avere i content creator sulle decisioni di acquisto e sul plasmare il mercato. E ora ho una domanda da farti: a te spaventa questa cosa? Onesto. A me un po' sì. Ma la trovo incredibile allo stesso tempo. Brand di tutti i tipi hanno già capito che integrare i creator nelle loro strategie di marketing può portare profitti massicci. Nel bene o nel male... #influencermarketing #contentcreator #socialmedia #socialmediamarketing #youtube #digitalstrategist #digitalmarketing
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🗓️Buon 17 luglio a tutti e... buona Giornata Mondiale delle Emoji! 😃 Oggi si celebra la Giornata Mondiale delle #Emoji, quei piccoli simboli che hanno trasformato il modo in cui comunicare online. Le emoji sono diventate una parte essenziale della nostra comunicazione digitale, aiutandoci a esprimere emozioni, concetti e toni in modo rapido e divertente. : ) Le emoji hanno radici profonde, risalenti alle prime #emoticon composte da caratteri ascii negli anni '70 e '80. Da allora, sono cresciute e evolute in modo sorprendente, diventando un linguaggio universale che supera le barriere linguistiche e culturali. 🎉Oggi celebriamo l'impatto positivo delle emoji nella nostra vita quotidiana. Che si tratti di condividere un messaggio di gioia, di esprimere amore, di condividere una risata o di aggiungere un tocco di creatività, le emoji hanno reso la nostra comunicazione più vivace e inclusiva, oltre che più vicina alla comunicazione "face to face", e quindi meno propensa a fraintendimenti. Quindi, oggi prendiamoci un momento per apprezzare le emoji e il loro ruolo nell'arricchire le nostre conversazioni digitali. Che le vostre giornate siano piene di emoji felici e colorate! 🎉😊🌍 #GiornataMondialeDelleEmoji
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Prima la volevano tutti. Oggi chiamarla, causa uno shitstorm di dimensioni cosí enormi che preferisci rimuovere il post che la coinvolge dalla tua pagina. Questo è successo al direttore dello sciccosissimo Hotel de Mascognaz a Champoluc, dove Chiara ha soggiornato poco fa facendo foto e taggando la struttura. Così l'avventura nel paese delle favole della principessa Chiara Ferragni sembra capitolare verso un presente da racconto dell'orrore. Dovremmo riflettere su tre cose fondamentali: 1. La velocità con la quale con poco (o tanto che sia) passiamo da una posizione sociale a quella esattamente opposta in un istante. 2. Il potere del pubblico che ti idolatra e il secondo dopo ti affossa, ma tutto in modo superficiale, asettico e distaccato. Con la stessa leggerezza ti ama e con la stessa ti distrugge. 3. Il ritorno al valore delle cose, quanto l'hype debba essere costruito effettivamente su valori concreti piuttosto che sull'immagine pura e sul sentito dire. La questione Ferragni potrà di fatto generare anche tanto bene, non per lei, ma per la collettività se viene definito in modo chiaro che non esiste un nemico, Chiara nello specifico, ma un sistema che non funziona. Un divulgatore sui social non può avere più autorevolezza di un'università intera o dell'istituto di sanità di un paese, una fashion blogger non può decidere del tuo gusto estetico o delle tue passioni, una food blogger non deve essere una reference al posto di uno chef stellato, un trader da instagram non deve avere più autorevolezza di un broker professionista. Di fondo chi ti dice che ti insegna se ha tempo per insegnarti vuol dire che ha il suo income principale dall'insegnamento e che quindi nella sua professione non è proprio un campione. Come i critici d'arte che 1 su 100 non sa manco tenere in mano una matita e… critica. Quindi questa in verità è una fantastica occasione per cambiare, quindi grazie Chiara ancora una volta perché ci stai aprendo gli occhi con la tua caparbietà di far finta che non sia successo nulla col caso Balocco, bamboline e uova di pasqua, ecc; grazie perché stai dimostrando che il tuo modello di business è fragile perché la reputazione è volubile come il tuo pubblico; grazie perché ancora una volta o forse per la prima volta dopo tanto, forse la gente non dimenticherà ( ok dovrebbero sarebbe più utile si ricordassero anche di cosa ha fatto il fascismo ogni tanto, ma poi vado OT). Per approfondimenti qui https://lnkd.in/d5zequSP
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Grazie a The European House-Ambrosetti per la proposta e per averci guidato nelle attività!