Più di 700 persone, un clima sereno e la percezione che ci sia un notevole senso di appartenenza. Le impressioni al ritorno dalla recente convention di Todis per i suoi 25 anni sono quelle di un player che non solo cresce, lo dicono i numeri, ma sembra aver imboccato una strada che ha sempre meno punti di contatto con il mondo discount. Questo non perché tra poco sbarcherà in TV con uno spot o rilascerà la sua prima App, ma perché l'approccio complessivo di questa insegna diretta da Massimo Lucentini è più quello di un supermercato, certamente orientato alla convenienza, ma non solo a quella. Il sistema che prevede il rating dei fornitori di prodotti a marchio in base alla sostenibilità, ad esempio, che finirà in evidenza a scaffale per i clienti prossimamente, è una scommessa notevole, forse anche rischiosa, ma certamente non scontata. Il mio articolo (link nel primo commento) su myfruit
Post di Alessandro Franceschini
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Comparazione passate 680/700g #leader nazionali, leader campani e la mia, unica senza mascherare il #marchio. NielsenIQ è un potentissimo strumento, ma bisogna richiamare gli giusti dati per esaminare le potenzialità di un #brand. Innanzitutto, se vuoi capire cosa può esprimere un nuovo inserimento entro 3 anni, se esso ha iniziato a girare in #GDO da solo pochissimi anni, devi paragonare l’andamento nei 3 anni. 1) #VENDITA (V. Conf.), ma tutta sudata o drogata da #promozioni superiori alla media?, quindi… 2) #PRESSIONE #PROMOZIONALE (Any Promo int.Idx), da rapportare quindi alle vendite, ma anche soprattutto al dato ancora più importante di esse…. 3) #ROTAZIONE (Vendita per pdv di ponderata), si conquista negli anni, ma abbiamo detto per azienda ai primissimi anni, si valuta la progressione della crescita (o decrescita) in relazione al drogaggio delle #svendite #volantini (punto 2). Ma i buyer quanto ci stanno puntando?... 4) #DISTRIBUZIONE #PONDERATA: al contrario, se decresce, il segnale d’allarme è chiaro (difficilissimo rientrare dove sei uscito, se sei stato etichettato come sostituibile, perché dovresti rientrare?). Se cresce e sai anche che lo è presso le insegne di maggior prestigio, dovresti fidarti del passo fatto dei tuoi autorevoli colleghi (con la sommatoria dei 6 prodotti principali, superiamo il 20% di presenza nazionale, il 9,9% è la presenza di solo la passata 680g). Stavo parlando di me? Si, grazie a Dio mi hanno accolto le più storiche e prestigiose, ma vediamo ora come si elabora una relazione comparativa nei 3 anni senza lasciare nulla al caso, ponendo La Russolillo come l’azienda da esaminare: Come dichiarato nella intervista del mese scorso a Largo Consumo, negli ultimi anni tutti si sono sciacquati la bocca con crescite a #volume: con una inflazione così, anche chi perde a volume può crescere a #valore=#fatturato (lato GDO è stato oppio per alcuni, ora vengono i nodi al pettine, ma questa è un altra storia). Ma il #pubblico ti è rimasto fedele (#crescita a volume)? E se si, perché hai un alta #qualità #fidelizzante o solo per #convenienza perché ti sei svenduto più degli anni precedenti o/e più frequentemente degli altri? nel 1° commento il continuo... #supermercati #discount Selex Gruppo Commerciale Coop Esselunga Conad PAC 2000A Conad Iperal Supermercati s.p.a. Tigros S.p.A. Sole365 Decò Italia Gruppo Gabrielli Stefano Buja Despar Italia Fabrizio Maggiore Antonio Apuzzo BASKO SPA Carrefour Italia Pam PANORAMA S.p.A. Unicomm Roberto Romeo
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Leggo di un negozio di #vicinato, questa volta della nostra insegna Sigma, costretto ad abbassare la saracinesca apparentemente per scelte di una pubblica amministrazione poco attenta a salvaguardare questi presidi di relazioni e socialità. In particolare, questo negozio era attivo da quasi vent'anni, e quelle vetrine ospitavano attività di #commercio alimentare da circa un secolo. Dall'articolo emerge che i titolari non vorrebbero lasciare la loro clientela, che gli stessi clienti - soprattutto i più fragili - esprimono senso di abbandono perché contavano su un servizio attento e di supporto alla loro quotidianità. Se si dice di voler sostenere il piccolo #commercio, poi concretamente bisogna fare tutto il necessario per compensare o almeno limitare i disagi agli operatori economici che vivono in situazioni analoghe. Se si riconosce il valore intangibile di un presidio costante su zone di centri urbani che altrimenti rischierebbero la desertificazione, bisognerebbe poi difenderlo in quanto risorsa preziosa a beneficio di tutti. L'equilibrio economico delle piccole superfici nel #retail è già in sofferenza per diverse altre ragioni. Appesantirne ulteriormente la situazione con interventi che non tengono in considerazione l'impatto economico e sociale che viene generato è una grave responsabilità che incide pesantemente nel tessuto di una comunità.
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Provate a mettere a confronto le prestazioni di Iperal Supermercati s.p.a. e Tigros S.p.A. con il resto del mercato. Un #AbbonatoPremium a Redazione GDONews (clicca qui per abbonarti https://lnkd.in/duKFBQjy) può mettere a confronto tutti i dati degli attori della #gdo nazionale. Controllate le prestazioni di questi due retailer tra il 2018 ed il 2022 e verificate il #PatrimonioCumulato in questi anni. Capirete perchè sono delle #eccellenze
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🔍 "Come ho migliorato la sicurezza del mio punto vendita Despar Italia con Veesion – La storia di Michele Nel suo supermercato di medie dimensioni, Michele affrontava una sfida quotidiana: furti ricorrenti da parte di clienti abituali che compromettevano la sicurezza e la tranquillità del suo team. Affidarsi solo all’esperienza del personale e a un sistema di videosorveglianza tradizionale non bastava. 👉 Il cambiamento? Con l’adozione di Veesion, Michele è riuscito a: ✅ Bloccare 15 furti nei primi due mesi da parte di clienti abituali ✅ Ridurre il carico di lavoro dei dipendenti ✅ Migliorare la sicurezza e la serenità dell’ambiente lavorativo 💡 Grazie alla tecnologia IA di Veesion, che analizza le immagini delle telecamere in tempo reale, ora Michele può intervenire immediatamente sui comportamenti sospetti, prevenendo perdite e proteggendo i suoi margini. 🎥 Vuoi sapere di più? Guarda il video e scopri la sua esperienza! 👇🏼
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Uscire dalla crisi dei negozi è possibile. Certo, le difficoltà sono reali e i dati parlano chiaro. Nella sola provincia di #Rimini negli ultimi 10 anni il #commercio al dettaglio ha perso oltre il 9% di attività, con un picco per i settori di abbigliamento/elettronica e servizi aziendali. Ma c’è futuro e ce ne sarà sempre di più per chi non si ferma al modo di fare negozio degli ultimi 20 anni. Di questo ho parlato ieri sera nella trasmissione Gruppo Icaro Tv sulla crisi del commercio condotta da Andrea Polazzi con Giammaria Zanzini di Federazione Moda Italia - Emilia Romagna e Roberta Pontrandolfo di AMA Riccione. Oggi servono nuovi modi per coinvolgere i clienti, nuove attività di marketing ed, in particolare, un uso intelligente e costante sui social. Servono proprietari e gestori con voglia di curiosare e provare nuove strategie, diverse da quelle fatte fino ad oggi. Servono sgravi fiscali per chi assume, un lavoro di squadra nei quartieri e nelle vie. È un lavoro facile? No, bisogna imparare un metodo e seguirlo. È ciò che facciamo con #ShopSurvivor, corso di formazione per negozianti con il quale in questi anni abbiamo aiutato più di 5.000 persone. Domenica e lunedì saremo al parco Riccione insieme 600 negozianti italiani e stranieri con l'edizione numero 11 per parlare di #futuro, #speranza e di come poter tornare ad avere soddisfazione con questo straordinario lavoro. Puoi rivedere la puntata integrale a questo link https://lnkd.in/dr-ptywB Fammi sapere che ne pensi nei commenti.
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L'argomento ha mille sfaccettature. Proposte di questo tipo tornano ciclicamente alla luce nella completa ignoranza degli equilibri delicati del servizio al cliente in un'epoca omnichannel. Tralasciando il fatto che dovrebbe essere una scelta individuale il come trascorrere il proprio tempo libero, andrebbe considerato che oltre all'ibridazione dei format con la ristorazione molti lavoratori del comparto sono stranieri e\o di culture diverse. Quindi se si vuole mettere tutto sul piatto bisogna ripartire dalle persone e il punto di partenza sta nei contratti e nella retribuzione, nei riposi e nel welfare, nel rispetto delle culture. Da qui un migliore servizio a concittadini e turisti. L'educazione al consumo e al contenimento degli sprechi, ammesso che sia stata considerata, non si realizza con la chiusura dei punti vendita fisici se restano accessibili i siti online. Serve altro e molto meglio strutturato. Per ultimo, sempre sulle scelte delle persone, bisogna poi prendere atto che il lavoro a contatto col pubblico si realizza quando il pubblico c'è o lo si perde del tutto in termini di posti di lavoro. Come dire che chi sceglie (e io credo che si debba poter scegliere) di fare lo chef non può pensare di sedersi coi commensali. Senza questa consapevolezza ci sarà sempre una spinta verso soluzioni distorte a problemi lineari.
Professore di Marketing e Retailing; le mie pillole 💊 di marketing quotidiane sul canale Telegram romanocappellari
Non posso non scrivere due righe sul tema che infiamma oggi il #retail: la proposta di FdI di chiudere obbligatoriamente tutti i punti vendita in giornate come Santo Stefano e Ferragosto. In realtà, se l’obbligo riguardasse veramente tutti i retailer potrei considerarla una proposta seria, un po’ fuori dai tempi, ma almeno seria in relazione all’obiettivo di santificare alcune importanti feste, laiche o religiose che siano. A Santo Stefano tutte le famiglie devono essere riunite davanti al focolare (e il capofamiglia dovrà vigilare che non siano con il cellulare 🤳 in mano a fare shopping sul sito di Amazon). Qui invece siamo di fronte a una proposta cerchiobottista perché non tutti i retailer sono obbligati a chiudere e il divieto prevede una marea di eccezioni, iniziando dalle attività di somministrazione di alimenti e bevande e passando per il variegato mondo del travel retail. Per una buona fetta dei lavoratori del retail, quindi, le feste sono (secondo i proponenti della legge) meno importanti. Già qui ci sarebbe da obiettare sul perché il legislatore deve decidere al posto del consumatore su quali attività ricreative questo possa svolgere a Santo Stefano: andare al cinema 🍿 sì, ma fare shopping no … Nelle mie pillole 💊 ho però anche spesso scritto (l’ultima volta giusto una settimana fa) di come il negozio sia sempre più luogo di esperienza e di come i punti vendita nell'era post digitale si stiano ibridando mescolando funzioni diverse, come ad esempio la vendita di prodotti e la ristorazione. È una strada da sempre seguita dai department store o da grandi negozi come Ikea, ma che ora sta coinvolgendo realtà diverse, da Zara a Dior, passando per Primark e Louis Vuitton. Di fronte a questi negozi ibridi cosa suggeriscono da fare i proponenti della nuova legge? Chiudere mezzo negozio? Spegnendo anche le luci o consentendo una sbirciatina? Questo a meno che il negozio non si trovi in una stazione, perché in quel caso resterebbe tutto aperto (o dipende, a seconda dalle merceologie?). E i centri commerciali, che sono una proposta di intrattenimento che mixa ristorazione e vendita? Consentiamo solo ai ristoranti di restare aperti in mezzo a spettrali gallerie di vetrine buie? Insomma, una proposta non tanto fuori dal tempo, ma soprattutto irrazionale in relazione a quello che è oggi il mondo del retail: spero che si tratti solo di una sparata per conquistare un po’ di visibilità e che il Parlamento ci pensi bene prima di alterare i delicati equilibri tra aziende del commercio che non stanno attraversando un momento facile.
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Non posso non scrivere due righe sul tema che infiamma oggi il #retail: la proposta di FdI di chiudere obbligatoriamente tutti i punti vendita in giornate come Santo Stefano e Ferragosto. In realtà, se l’obbligo riguardasse veramente tutti i retailer potrei considerarla una proposta seria, un po’ fuori dai tempi, ma almeno seria in relazione all’obiettivo di santificare alcune importanti feste, laiche o religiose che siano. A Santo Stefano tutte le famiglie devono essere riunite davanti al focolare (e il capofamiglia dovrà vigilare che non siano con il cellulare 🤳 in mano a fare shopping sul sito di Amazon). Qui invece siamo di fronte a una proposta cerchiobottista perché non tutti i retailer sono obbligati a chiudere e il divieto prevede una marea di eccezioni, iniziando dalle attività di somministrazione di alimenti e bevande e passando per il variegato mondo del travel retail. Per una buona fetta dei lavoratori del retail, quindi, le feste sono (secondo i proponenti della legge) meno importanti. Già qui ci sarebbe da obiettare sul perché il legislatore deve decidere al posto del consumatore su quali attività ricreative questo possa svolgere a Santo Stefano: andare al cinema 🍿 sì, ma fare shopping no … Nelle mie pillole 💊 ho però anche spesso scritto (l’ultima volta giusto una settimana fa) di come il negozio sia sempre più luogo di esperienza e di come i punti vendita nell'era post digitale si stiano ibridando mescolando funzioni diverse, come ad esempio la vendita di prodotti e la ristorazione. È una strada da sempre seguita dai department store o da grandi negozi come Ikea, ma che ora sta coinvolgendo realtà diverse, da Zara a Dior, passando per Primark e Louis Vuitton. Di fronte a questi negozi ibridi cosa suggeriscono da fare i proponenti della nuova legge? Chiudere mezzo negozio? Spegnendo anche le luci o consentendo una sbirciatina? Questo a meno che il negozio non si trovi in una stazione, perché in quel caso resterebbe tutto aperto (o dipende, a seconda dalle merceologie?). E i centri commerciali, che sono una proposta di intrattenimento che mixa ristorazione e vendita? Consentiamo solo ai ristoranti di restare aperti in mezzo a spettrali gallerie di vetrine buie? Insomma, una proposta non tanto fuori dal tempo, ma soprattutto irrazionale in relazione a quello che è oggi il mondo del retail: spero che si tratti solo di una sparata per conquistare un po’ di visibilità e che il Parlamento ci pensi bene prima di alterare i delicati equilibri tra aziende del commercio che non stanno attraversando un momento facile.
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Le quote di mercato estratte dei #Bilanci di esercizio? E' la #normalità nell'economia. Ma in #GDO è possibile? Le risposte di Alessandro Foroni a capo dell'#Ufficio #Studi di GDONews Le App di GDONews e tutti i suoi studi sul mercato
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Che gioia essere tra i relatori a Pitti Immagine Bimbo 100! E che soddisfazione avere in platea così tanti negozianti. D'altronde è sotto agli occhi di tutti che serve un nuovo modo di concepire il lavoro di negoziante... Il #marketing è sempre più importante, i #social sono ormai fondamentali così come una gestione dei numeri attenta ed efficiente. Sai cosa è più bello? Due cose: la prima è che sempre più negozianti hanno ritrovato il successo e la gioia di fare questo lavoro grazie alle tecniche che insegniamo a Shop Survivor. La seconda è che anno dopo anno aumentano le fiere internazionali che mi chiedono di illustrare il nostro metodo e di fare formazione. Nell'ultima slide ti lascio l'elenco e le date dove possiamo incontrarci. Ti aspetto in fiera!
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Un altro anno è trascorso e nuovamente in questo perido dell'anno dove ne fanno da padrone gli :Ordini di 🎃 halloween, festa del 🍫, Avvento, pre 🎅 ,Natale...volantini, ordini continuativo,resi,gestione personale ,il tutto seguendo naturalmente le linee guide aziendali..! Poi ancora, Margine, fatturato, gestione stock ,kpi,...ecc....! Puo' sembrare erroneamente che sia la parte più difficile dell'anno e poi ancora ci sono gli allestimenti, le vendite a seguire l'inventario,san Valentino, carnevale, Pasqua ,Estate e poi si ricomincia....! Ma qual'e' la parte più difficile del nostro mestiere? E' Il momento di calma prima della tempesta!!!!!! Quando c'e' la "calma" ,quando scendono i fatturati,quando probabilmente puoi rilassarti... è lì che bisogna organizzare,non il futuro prossimo,bensì il presente . Perché il cliente è colui che accogliamo tutti i giorni, il prezioso visitatore quotidiano.... I collaboratori vengono "educati",preparati,organizzati e mentalizzati tutti i giorni. Le regole e la perenne e continua organizzazione può differenziarci rispetto agli altri. La polvere sotto al letto bisogna sempre toglierla, sempre ,non si può invitare a cena tanta gente senza far trovare la casa come vorresti che gli altri te la facessero trovare. "L'equilibrio dell'organizzazione", questa è la cosa più importante , non è facile, per raggiungerlo bisogna sacrificarsi, combattere ed aspettarti degli scontri, che poi diventano incontri,..! A tutti noi piacerebbe sempre fare quello che vogliamo fare..ma bisogna fare e far fare quello che si deve. Bisogna giocarsela sempre al massimo delle forze e proprie potenzialità il pallone va sempre calciato in avanti, mai retropassaggi solo per non perdere la palla , la palla devi rischiare in alcuni casi di fartela scappare,ma lo sguardo deve sempre essere rivolto verso la rete altrimenti quando segni? Facciamo goal tutti i giorni...non bisogna vincere le partite singole, ma bensì è il campionato da portare a casa e per portarlo a casa, bisogna a allenarsi tutti i giorni. #organizzazione #conad #spazioconad #conad Conad PAC 2000A Conad GDONews ChatGPT Apple Android Authority Adecco Amazon Confindustria Buone vendite a tutti.
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Giornalista
5 mesihttps://www.myfruit.it/news/todis-in-arrivo-app-e-primo-spot-tv