Post di Alessandro Cecchi Paone

Pil pro capite, la crescita oltre le narrazioni Quando si valuta e "narra" la crescita di un paese, occorre non fermarsi al dato complessivo ma guardare anche a quello pro capite. Immigrazione e produttività alterano le due dimensioni, spesso in modo decisivo https://lnkd.in/di9SA9xx

Come sarà l'Italia fra 5 anni.... Demografia e invecchiamento della popolazione L'Italia è uno dei Paesi con la popolazione più anziana al mondo. Il trend di invecchiamento potrebbe intensificarsi nei prossimi cinque anni, portando a nuove sfide per il sistema pensionistico e sanitario. Ci sarà probabilmente una crescente necessità di assistenza sanitaria e servizi per gli anziani, oltre a un'attenzione maggiore alle politiche di natalità e immigrazione per bilanciare il calo demografico. Immigrazione e diversità culturale L'Italia potrebbe diventare ancora più multiculturale. Gli arrivi di migranti potrebbero continuare, soprattutto da Paesi dell'Africa e del Medio Oriente, con un impatto sulle dinamiche sociali, economiche e politiche. La sfida sarà quella di integrare i nuovi arrivati in modo armonioso, promuovendo inclusione sociale e riducendo le tensioni legate alla convivenza culturale. Transizione ecologica e sostenibilità La transizione verso una società più sostenibile sarà centrale nei prossimi anni, in linea con gli obiettivi dell'Unione Europea sul cambiamento climatico. L'Italia potrebbe investire maggiormente nelle energie rinnovabili, nella mobilità sostenibile e nella riduzione delle emissioni. Questo processo potrebbe trasformare settori come quello agricolo, manifatturiero e turistico, con un impatto positivo sul lavoro e sull'ambiente. Innovazione tecnologica e digitalizzazione L'accelerazione della digitalizzazione, già evidente durante la pandemia, continuerà a plasmare la società italiana. La diffusione delle tecnologie digitali, dell'intelligenza artificiale e dell'automazione potrebbe trasformare profondamente il mondo del lavoro, con nuove opportunità e la necessità di nuove competenze. I settori chiave come la sanità, l'istruzione e il commercio saranno sempre più integrati con le tecnologie digitali. Politica A livello politico, l'Italia continuerà a essere un Paese con una forte divisione politica. Il populismo potrebbe rimanere una forza significativa, alimentato da sfide economiche e sociali come la disoccupazione e le disuguaglianze. Tuttavia, l'integrazione europea e le politiche economiche legate al Next Generation EU potrebbero favorire la ripresa e stimolare riforme strutturali. Lavoro e economia Il mercato del lavoro continuerà a evolversi, con l'industria manifatturiera che potrebbe doversi adattare alla transizione ecologica e alla quarta rivoluzione industriale. Ci sarà probabilmente una maggiore attenzione verso il lavoro flessibile, lo smart working e la gig economy. Tuttavia, disuguaglianze regionali e la disoccupazione giovanile resteranno problemi centrali da affrontare. Cosa ne pensate?

Nel 2050, la diminuzione della popolazione comporterà una riduzione di una bella fetta del Pil pro capite: l'8 per cento. Ma l’Italia è messa peggio e al suo interno ci sono ulteriori fratture

#shockeconomy L'Italia e l'economia della mediocrità. Le evidenze del 58esimo Rapporto Censis Il «Rapporto Censis» - consueto documento annuale pubblicato dal Centro Studi Investimenti Sociali giunto alla edizione n° 58 e presentato lo scorso 6 dicembre – raffigura anche per quest’anno lo stato sociale, economico e culturale del nostro Paese, analizzandone i cambiamenti e le principali tendenze. L’Italia del 2024 si presenta come un Paese intrappolato in una spirale di mediocrità, incapace di affrontare le proprie debolezze strutturali e di imboccare una strada di rinnovamento. Le contraddizioni che la attraversano si riflettono in ambiti economici, sociali, culturali e istituzionali, delineando un quadro di stagnazione e declino.   La performance economica italiana degli ultimi due decenni rappresenta un monito di immobilismo. Tra il 2003 e il 2023, il PIL pro-capite è cresciuto di appena il +3%, una cifra misera che palesa il fallimento di politiche strutturali e riforme economiche. Il reddito disponibile delle famiglie è addirittura diminuito del 7% in termini reali nello stesso periodo, testimoniando una perdita progressiva di potere d’acquisto e una compressione del benessere economico. In un mondo scosso da cambiamenti epocali, l’Italia rimane intrappolata nella propria mediocrità. La sua economia non registra picchi né crolli significativi, ma si limita a oscillare intorno a una linea di galleggiamento. Questa apparente stabilità nasconde, però, un declino progressivo, reso evidente dalla stagnazione del PIL, dalla crisi identitaria, dall’arretramento culturale e dall’inefficienza del welfare. L’Italia del 2024 non è una Nazione in caduta libera, ma nemmeno una che riesce a rialzarsi con vigore. È un Paese fermo, sospeso tra l’incapacità di affrontare i propri limiti e la mancanza di una visione per il futuro. Senza un cambio di passo radicale, rischia di diventare irrilevante, non solo sul piano internazionale ma anche nella percezione dei suoi stessi cittadini. L’immobilismo italiano è il vero nemico da combattere, un veleno lento che mina ogni possibilità di rinascita. Questo e altro nella mia consueta rubrica settimanale per "affari italiani", a firma "L'economista indignato". Tristezza in purezza! https://lnkd.in/dbgrdMu9

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Spiace dirlo a chi “gufava” il ritorno dell’Italia a fanalino di coda della crescita in Europa (dopo l’exploit del 2020-24) … in l’Italia nei prossimi due anni il #PIL crescerà più di quello della Germania. E se la matematica non è un’opinione la Commissione Europea stima al 2,2% l’aumento cumulato del PIL #madeinItaly nel biennio 2025 e 2026. Un valore uguale a quello di Francia e Giappone. Un dato sorprendente, perché continuare a crescere nonostante il continuo calo demografico (-0,2% nel 2025 e -0,3% nel 2026) non è affatto facile… un vero e proprio “miracolo dell’Italia”. Basta pensare che nelle altre tre maggiori Economie dell’Eurozona (Francia, Germania, Spagna) e nelle tre maggiori Economie non UE (USA, Giappone e Regno Unito) la popolazione aumenterà dello 0’8%. Sempre stando agli ultimi dati della Commissione Europea per il 2024 l’Italia sarà l’unico Paese #G7 ad avere un bilancio pubblico primario (prima di pagare gli interessi) in avanzo. E continuerà ad averlo anche nel biennio 2025 e 2026. Quasi una tradizione visto che l’Italia è l’unico Paese UE e G7 a poter vantare una trentennale storia di surplus nei Bilanci pubblici primari. E conforta sapere (dati Commissione Europea), che l’Italia sarà il Paese del G7 in cui rapporto debito\PIL (esclusi gli interessi) nel periodo 2020-26 risulterà minore. Tutti i dati e l’approfondimento degli scenari attuali e dei prossimi anni è possibile trovarli in questo articolo del prof. Marco Fortis: Numeri… non parole. https://lnkd.in/eP8V56pd #impreseitaliane #eccellenzeitaliane #storieitalianedisuccesso #madeinitalycommunity #talentoitaliano #openindustria

📊 Italia e la Ricchezza Pro Capite: Assenti dalla Top 10 e presto anche dalla top 100(😂) L'ultimo rapporto di UBS Global Wealth mostra la classifica dei paesi con la più alta ricchezza pro capite, sia in termini di media che di mediana. Ecco alcuni punti chiave: -Nessuna sorpresa: l'Italia non è presente in questa lista dei primi 10 paesi per ricchezza pro capite. - Motivi: il sistema economico, la crescita stagnante, e la mancata riforma strutturale sono tra le ragioni principali. - Futuro incerto: senza cambiamenti significativi, è probabile che l'Italia continuerà a essere assente da queste classifiche. Emigrate voi che potete. #italia #economia #benessere

OBIEZIONE, VOSTRO ONORE Vedo girare grafici e statistiche che vorrebbero affermare quanto l'Italia sia fuori dal mondo. Gli stipendi in Francia e Germania sarebbero cresciuti in 30 anni del 30% e in Italia addirittura diminuiti. Ora, io non sono un'economista, ma non credo sia necessario scomodare uno scienziato per capire che il dato è #inattendibile. C'è una narrazione che vuole svalutare la nostra Nazione e #ioNonCiSto. I numeri dei nostri bilanci e ciò che le Imprese italiane fanno per i loro Collaboratori dicono che siamo un'economia moderna, sostenibile, socialmente responsabile. Se la situazione italiana fosse così drammaticamente distante la qualità della vita non potrebbe essere neanche lontanamente decente. Inoltre sarebbe in palese contrasto con le regole minime di #concorrenza che portano sempre ad un equilibrio, specialmente in un contesto regolatorio come la #EU. Probabilmente in questo dato sfuggono il gap #NordSud, la distanza tra contratti nazionali e contratti #reali, il potere d'acquisto. Sono disposta ad accettare controdeduzioni alla mia posizione, possibilmente argomentate con numeri e dati. #SistemaItalia

Stiamo vivendo in un periodo storico di grandi transizioni. Tra queste, il cambiamento demografico è certamente quello che più interessa noi italiani. Questo cambiamento porta delle inevitabili conseguenze, che vanno gestite da subito perché impattano sul nostro benessere. L’Italia è un Paese sempre più vecchio: le nascite sono in continuo calo e, nello stesso tempo, l’età media aumenta, con maggiori aspettative di vita per gli over 65, ossia di quanti sono al di fuori del mercato del lavoro. Lo scenario futuro è preoccupante: come farà lo Stato a gestire le necessità di una popolazione sempre più anziana e meno produttiva? Le risorse pubbliche non saranno sufficienti ad affrontare una simile sfida. La soluzione? La pianificazione finanziaria. Siamo tutti chiamati a un utilizzo efficiente delle proprie risorse private. E in questo percorso, i Consulenti Patrimoniali svolgono un ruolo chiave per guidare le famiglie nella giusta direzione così da tutelare i propri risparmi e pianificare con serenità il futuro. Per saperne di più, puoi contattarmi al: 📱 +393311649674 📞 +390832289972 📩 virgilio.provenzano@bancamediolanum.it #consulentefinanziario #familybanker #famiglia #futuro #finanza #salento #lecce #virgilioprovenzano

L’Italia sta affrontando una sfida demografica cruciale: l’invecchiamento progressivo della popolazione, accompagnato da un esodo significativo di giovani talenti verso l’estero. Le cause sono molteplici: la mancanza di opportunità lavorative adeguate, salari poco competitivi e una generale percezione di stagnazione sociale. Questi fenomeni mettono a rischio il futuro del Paese, indebolendo il tessuto produttivo e culturale. Per invertire questa tendenza, i governi devono adottare politiche coraggiose e lungimiranti. È fondamentale rilanciare l’economia con investimenti in innovazione, infrastrutture e formazione, garantendo condizioni che trattengano i giovani e attraggano quelli che sono partiti. Allo stesso tempo, bisogna sostenere la natalità e la famiglia con incentivi concreti: congedi parentali più lunghi e retribuiti, agevolazioni fiscali, accesso garantito a servizi per l’infanzia e un supporto più ampio alle madri lavoratrici. Solo attraverso una visione strategica e un impegno condiviso si potrà costruire un futuro in cui l’Italia non solo torni ad attrarre i suoi figli, ma torni anche a crescere, con una società più giovane, dinamica e piena di speranza.