7 marzo 1944 Prato, durante l’occupazione nazista, dopo giorni intensi di sciopero al grido di: pane, pace, lavoro e libertà, una ventina di operai vengono catturati e inviati nei campi di concentramento tedeschi. A 80 anni da quell’evento che ha colpito varie città dell’Italia centro-settentrionale, è bene ricordare i fatti del marzo 1944.
Pane, pace, lavoro e libertà..
Nei giorni precedenti al 7 marzo in numerose città italiane, soprattutto a Prato, ci sono stati giorni di proteste intensi. Il grido comune degli operai pratesi: pane, pace, lavoro e libertà ben racchiude le richieste dei lavoratori. Cosa spinge queste persone a compiere un gesto di tale rischio, in un periodo in cui questo diritto non esiste?
A causa della piena occupazione nazista, numerose fabbriche cambiano la destinazione d’uso; quelle la cui produzione è inutile, vengono smantellate e i pezzi inviati in Germania; altre sono impiegate per la produzione a fini bellici tedesca; inoltre, molti operai italiani sono trasferiti in Germania in maniera coatta.
Le precarie condizioni lavorative, la violenza e i soprusi, la fame e la guerra spingono gli operai in una protesta per la richiesta di pace. Le azioni di coraggio, e le richieste di questi operai hanno risonanza internazionale, il 9 marzo il New York Times scrive con ammirazione di questi uomini e donne e delle loro azioni.
Le conseguenze: 7 marzo 1944
Per tutto il pomeriggio e la sera, le forze tedesche sono state impiegate per la cattura di una ventina di operai. Presi e trasferiti prima a Firenze e poi smistati tra uomini e donne; solo i primi vengono inviati nei campi di concentramento tedeschi.
Per quanto l’agitazione provocata da questi uomini e donne abbia avuto impatto a livello nazionale e internazionale, nulla si è potuto fare contro uno stato che nega il diritto di manifestare dissenso e di parola, che queste persone hanno usato per chiedere la pace.
La situazione italiana da inizio 2024
80 anni dopo i fatti di Prato, tale diritto in Italia è tutelato dall’art. 40 della costituzione: “il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”.
Dall’inizio dell’anno, soprattutto nel mese di febbraio, l’Italia è stata colpita da ondate di proteste a livello nazionale. A gennaio i settori maggiormente coinvolti sono il trasporto pubblico e aereo, nel mese di febbraio sono stati coinvolti anche i servizi della pubblica amministrazione e scolastici.
Le richieste dei lavoratori
Numerosi sono i settori che hanno aderito alla contestazione: trasporto ferroviario, a causa della mancata risposta per i rinnovi contrattuali; scuole, per carenza di personale e carichi di lavoro eccessivi; agricoltori, scesi per le strade di tutta Italia a bordo di trattori, per chiedere maggiore tutela.
Il 23 febbraio 2024, c’è stata una grande manifestazione nazionale che ha coinvolto più settori dai trasporti, alle scuole e gli uffici pubblici, tutti per chiedere maggiori tutele
IMPORTANTE: la manifestazione si terrà in Piazza della Libertà e non in Piazza del Popolo