Post di Andrea Fontana

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dottore commercialista e revisore legale - wayfinder - business assessment, business strategy, turnaround, banking, corporate finance, management accounting & restructuring

Diritto (ed economia) 2024: perché la dottrina non produce nuove idee, nuove e più approfondite interpretazioni delle regole e della realtà sociale ed economica, nemmeno dei commenti e note minimamente ragionari sulle sentenze e sugli atti amministrativi di rilevanza? Ebbene, non è poi tanto difficile andare alla radice di tale condivisibilissa è amara constatazione dell’avvocato Biagio Riccio e del magistrato Massimo Vaccari. Basti pensare a chi e come si scrivono articoli, commenti, locandine e scalette degli innumerevoli seminari, convegni e pubblicazioni in molte materie del diritto e dell’economia: scrivere e spiegare costa fatica, studio, lavoro, esposizione al confronto e rischio che la promozione professionale personale conseguente diventi un boomerang. Molto più redditizia la pratica professionale e la promozione personale professionale con la semplice descrizione (possibilmente per primo) di quello che succede, senza nemmeno un giudizio descrittivo, figuriamoci un giudizio di valore… (cit. H.G. Gadamer, Verità e metodo, 1960).

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LA LETTERATURA GIURIDICA ED IL PISTOLOTTO DI MASSIMO VACCARI. Condivido un sontuoso post scritto dal Giudice Massimo Vaccari. In poche parole, con asciutta prosa, ha delineato una tragica realtà. Le riviste ed i portali giuridici sono senza letteratura. Ma è possibile parlare di letteratura in uno scritto giuridico? Mi balenano Franco Cordero, De Marsico. Attualmente Massimo Fabiani. Ricordo Vezio Crisafulli, Raffaele Cicala, Massimo Severo Giannini, Pietro Virga. Proprio Cordero era cesellatore instancabile. Scriveva in un modo meraviglioso, con una sintassi ricercatissima, con passione divorante nella tessitura del verbo, ne voleva scoprire l’origine. La semantica era arte,coltivata con studi filologici rigorosissimi; aveva una conoscenza straordinaria delle lingue classiche, il greco ed il latino. Diceva, infatti, che la parola indica” catene ragionate”, conferisce il suggello alla “trama concettuale rimuovendo l’evanescenza”. Fabbrica similitudini, allusioni, antitesi, immagini, lampi intuitivi, metafore dal costrutto ragionato. Per Cordero,per esempio, l’etimologia della parola – Dike- la dea della giustizia è singolare. Dike significa quello che resta fermo, quello che è posto e che non può essere violato o vulnerato. Ma Platone ci aveva insegnato che l’eidos, l’idea della giustizia, ha varie sfaccettature, che si stagliano nell’ aspetto e nel volto dell’omonima dea: aspetto virgineo, occhi penetranti, sguardo triste, né umile, né altero: spaventa i malvagi, rassicura i buoni, è invulnerabile dagli influssi esterni. Vaccari ammonisce, redarguisce e ci dice che è raro trovare critiche a provvedimenti giurisdizionali. Richiama la perifrasi: si esprime il medesimo concetto con le stesse parole. Si fa tautologia. Ed accade che questi scrittori, scrittrici- che strapazzano anche questo portale con cinque sei post al giorno per vendere proprie pubblicazioni come aspirapolvere-hanno anche il potere ammaliante di dirigere - ricoprire ruoli di direzione scientifica. Sono capaci di redigere un commento appena e’ edita la sentenza. Dopo poche ore: mi riferisce carinamente il Giudice Valerio de Gioia 20 minuti. Fantastico. Perché devono arrivare subito sul portale. Io- confesso- per scrivere un pezzo ci metto settimane, mesi ed invidio la scuola del taglio e cucito, del copia e incolla di motivazioni di sentenze. Il monito di Vaccari è fatto mio: ed è più autorevole, per carità di Dio. E la letteratura, diceva De Marsico, deve colorare lo scritto giuridico e richiamava la dottrina che gli scrittori e scrittrici di LinkedIn buttano alle ortiche. Forbito Vaccari quando si cela dietro l’avverbio probabilmente, ma tuona con il sostantivo “deriva”: si privilegia la rapidità della pubblicazione all’approfondimento. Amara constatazione. Mi faccio un sigaro, gusterò un po’ di grappa buona e leggerò l’amato Il Foro Italiano. Li almeno funziona il “referaggio anonimo doppio cieco”. Un caro saluto ad un Magistrato che scrive magnificamente.

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