Ho deciso: oggi sarò in modalità “Occidentalis Karma”, anche se la mattinata non promette benissimo. Mi sento su una barca in mare aperto con a bordo la tigre del film “Vita di Pi”, quello tratto dal romanzo di Yann Martel. È un dato di fatto ormai: io e il tempo siamo anime incompatibili come Bilancia e Gemelli, come due rette parallele. È una battaglia persa in partenza, lui è più forte di qualsiasi buona intenzione. Puoi stare sveglio fino a tardi, cercare di finire le ultime cose che sono sempre le penultime. Puoi svegliarti con il canto del gallo, ma lui ti batte e ti fa sentire l’usignolo che se la canta e se la suona alle 4:30. Gioca sempre d’anticipo. Apri prima un occhio e poi l’altro ed è sempre, dico sempre, già troppo tardi! Un fine luglio da inferno dantesco, che solo al mare ti salvi, e una voglia matta di mettere, non dico la parola FINE, basterebbe un timido “Ci vediamo a settembre”, non aiutano. Eppure, la mia, ve lo assicuro, è una buona causa: evitare un rientro brusco, fatto di brutti momenti in cui – vedo e prevedo – ci vorrà un attimo, prima di rimettermi in pista. Tra una revisione e l’altra, mentre tutto il resto del mondo sta preparando le valigie, io sto ancora lavorando al calendario editoriale, pessimismo e fastidio di tutti i copywriter del Pianeta. Sono in ritardo sulla tabella di marcia, lo so. Non dovrei sbandierarlo ai quattro venti, dovrei dire che va tutto a gonfie vele, che sono pronta a chiudere le serrande e invece non è così. Mi sono un po’ persa tra una consegna e l’altra e proprio all’ultimo chilometro sto facendo una fatica immane. La parte più difficile del mio lavoro è la programmazione, che se la gioca con la creazione dei contenuti. Scrivere è una cosa (dannatamente) seria, soprattutto se svolgi una professione come la mia, dove le corse senza passaggio di testimone sono all’ordine del giorno. Devi stare attento a tutto: refusi, tempi verbali, punteggiatura, riletture e bozze infinite. Essere coerente con la tua identità e risultare interessante per il pubblico di riferimento sono due obiettivi importanti, raggiungibili solamente attraverso una strategia ad hoc, ma scrivere, parlo dell’azione concreta di mettere nero su bianco, ogni giorno, qualcosa di coinvolgente, utile o emozionante, formalmente ineccepibile, ha molto a che vedere con una parola che non è mai stata sulla breccia dell’onda, ma che meriterebbe la giusta considerazione. Sto parlando della caparbietà. Per intraprendere una qualsiasi professione in cui sia contemplata la scrittura e la riscrittura ci vuole una buona dose di ostinazione e la pazienza di un bonzo tibetano. La testardaggine non mi manca (complice la mia sardità), sulla pazienza ci metto un bel punto interrogativo. Comunque, la passione per quello che faccio vincerà sempre, su tutto. Mi metterò sotto per cercare di risolvere la questione spinosa del calendario editoriale. Nel frattempo: Namasté a tutti voi, che siete sulla stessa barca... senza tigre, spero! 🐯 ⛵
Accanto a coloro che sono in cammino | Psicologa | Psicoterapeuta | Psicosocioanalista | Psiconcologa
8 mesiI giovani dimostrano la loro gratitudine ad adulti che a volte non ne sanno cogliere i segni. Ma continuano a farlo e leggere nei loro sguardi e nel tono della voce la loro maggior serenità nei diversi ambiti è il riconoscimento di maggior valore. Capita che gli adulti non si capacitino che l’aiuto possa arrivare al di fuori del loro nucleo famigliare, inconcepibile. Come il grazie, che così non trova forma nel cuore e nella mente di coloro che pensano che, avendo pagato un servizio, sia tutto scontato.