Il diritto penale ordinario, ma anche il diritto di polizia e il diritto penitenziario richiedono una ordinarietà di reazioni ai fatti che accadono all'interno della società. Ogni qualvolta si modifichino sulla base di una presunta emergenza si costruisce un vulnus al diritto, alla razionalità giuridica e alla razionalità democratica. E' altresì grave che ciò avvenga sulla base di una strumentalizzazione di fatti accaduti. Il cosiddetto scudo penale per gli agenti delle forze dell'ordine costituirebbe una sorta di immunità funzionale che non si giustifica sulla base del principio di uguaglianza rispetto a tutte le altre benemerite professioni. Oltretutto costituisce sostanzialmente anche un grossissimo rischio dal punto di vista simbolico, nonché materiale, di legittimazione di possibili abusi. Le nostre forze dell'ordine non ne hanno bisogno e, esse stesse, dovrebbero rivendicare la loro storia di legalità. In un paese democratico dobbiamo costruire un rapporto con le forze di polizia dove ci sia una fiducia assoluta rispetto all'essere esse stesse le primi garanti dei diritti umani di tutti. Esistono già norme penali più che significative per reprimere chiunque usi la violenza o chiunque non rispetti le norme di convivenza sociale, non abbiamo bisogno d'altro e, anzi, avremmo bisogno di messaggi di pacificazione sociale e non di costruzione di meccanismi ingiustificati di immunità preventiva.
Post di Associazione Antigone
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Diritto alla trasparenza
Il diritto penale ordinario, ma anche il diritto di polizia e il diritto penitenziario richiedono una ordinarietà di reazioni ai fatti che accadono all'interno della società. Ogni qualvolta si modifichino sulla base di una presunta emergenza si costruisce un vulnus al diritto, alla razionalità giuridica e alla razionalità democratica. E' altresì grave che ciò avvenga sulla base di una strumentalizzazione di fatti accaduti. Il cosiddetto scudo penale per gli agenti delle forze dell'ordine costituirebbe una sorta di immunità funzionale che non si giustifica sulla base del principio di uguaglianza rispetto a tutte le altre benemerite professioni. Oltretutto costituisce sostanzialmente anche un grossissimo rischio dal punto di vista simbolico, nonché materiale, di legittimazione di possibili abusi. Le nostre forze dell'ordine non ne hanno bisogno e, esse stesse, dovrebbero rivendicare la loro storia di legalità. In un paese democratico dobbiamo costruire un rapporto con le forze di polizia dove ci sia una fiducia assoluta rispetto all'essere esse stesse le primi garanti dei diritti umani di tutti. Esistono già norme penali più che significative per reprimere chiunque usi la violenza o chiunque non rispetti le norme di convivenza sociale, non abbiamo bisogno d'altro e, anzi, avremmo bisogno di messaggi di pacificazione sociale e non di costruzione di meccanismi ingiustificati di immunità preventiva.
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Il Calendario 2025 della Polizia Penitenziaria ha recentemente suscitato dibattiti, in particolare a seguito delle critiche mosse dal Partito Democratico, che ha definito "gravissime" le immagini promozionali, ritenendole veicolare un messaggio di mera repressione attraverso l'utilizzo di manganelli, armi e scudi antisommossa. Tuttavia, è fondamentale comprendere che le immagini presenti nel calendario sono rappresentative delle attività di formazione e addestramento che gli agenti della Polizia Penitenziaria affrontano quotidianamente per garantire la sicurezza all'interno degli istituti penitenziari. Come sottolineato dal Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, il calendario offre uno sguardo sul Corpo di Polizia più lontano dai riflettori, eppure prezioso nella lotta alla criminalità. È importante riconoscere che la Polizia Penitenziaria svolge un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza e l'ordine all'interno delle carceri, operando spesso in condizioni difficili e affrontando sfide significative. Le immagini del calendario non intendono promuovere la violenza, ma piuttosto riflettere la realtà operativa e l'importanza della preparazione professionale degli agenti. In conclusione, anziché focalizzarsi su polemiche riguardanti la rappresentazione visiva nel calendario, sarebbe più costruttivo riconoscere e sostenere il lavoro svolto quotidianamente dalla Polizia Penitenziaria, il cui impegno è fondamentale per il mantenimento della sicurezza e della giustizia nel nostro Paese. Ministero della Giustizia #poliziapenitenziaria #ministerodellagiustizia
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PANPENALISMO E GIUSTIZIALISMO IN SALSA ITALIANA Al netto dell'abolizione dell'abuso di ufficio ci sarebbe l'introduzione di poco meno di sessanta nuove fattispecie di reato: è così che pensiamo di risolvere i problemi del Belpaese? A me non pare proprio...ma chi sono io per giudicare? #diritto #diritti #giustizia #pene #reati #processo #penale
Tra decreti e silenzi la politica non espelle il virus giustizialista
ildubbio.news
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MùS DE TòLA ddl SICUREZZA nuove pene, carcere come se piovesse, e tante manette per il pene del popolo sovrano neh! la ducetta qui comando io 24 tra nuovi reati, aggravanti e inasprimenti di pene TANTO NON COSTA NULLA e si vende bene all'opinione pubblica del popolo sovrano. E a far rispettare queste norme? Tranquilli ci pensano (sempre a costo zero) magari i camerati di casa pound & simili ... Esempi di NUOVA SICUREZZ AURBANA ♠ nuovo reato di “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui” (reclusione fino a sette anni), come se oggi l’occupazione delle case non fosse punibile. ♠ stretta sui borseggiatori, con un’aggravante che punisce chi commette reati “a bordo treno o nelle aree interne delle stazioni ferroviarie e delle relative aree adiacenti”. Giusto per venire incontro ai tanti video indignati pubblicati sul web (potremmo ribattezzarla “norma Cicalone”). ♠ Trasforma da illecito amministrativo a illecito penale “il blocco stradale o ferroviario attuato mediante ostruzione fatta col proprio corpo” (tanto per fare un esempio, i blocchi del traffico da parte degli attivisti di Ultima Generazione). ♠ E la ciliegina sulla tortina sovranista è sul sistema carcerario: introduce nel codice penale un nuovo articolo, il 415-bis, denominato “rivolta all’interno di un istituto penitenziario”, prevedendo come pena base la reclusione da due a otto anni. ♠ E bada ben bada ben ...il 415-bis specifica altresì che può costituire il reato di rivolta la “resistenza, anche passiva, all’esecuzione degli ordini impartiti”. Insomma, se tre detenuti (tre è il numero minimo di soggetti previsto dalla norma) rifiuteranno di fare rientro in cella per protesta, fermandosi ad esempio in maniera passiva davanti alle sbarre, potranno essere accusati di rivolta. Una follia. Trionfo del populismo penale A quando sarà considerata rivolta la presenza di 3 persone in una piazza che parlano tra di loro? E se questi faranno il saluto romano saranno considerati sempre rivoltosi oppure dei patrioti? A quando l'istituzione diffusa in AISI delle "segnalazioni anonime" (whistleblowing) per il controllo patriottico nei territori delle tribù italiche? La strada è tracciata...
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Ho letto con interesse la relazione di ieri della Corte dei Conti sul sovraffollamento delle carceri. Auspico che questo della Corte sia solo uno dei tanti interventi che permetteranno al nostro Stato di civilizzarsi. Troppo spesso, infatti, l’opinione pubblica sposta l’attenzione verso la politica, dimenticando le condizioni disumane nelle carceri. Come ha dichiarato il Procuratore generale della Corte, Pio Silvestri: “Le risorse pubbliche utilizzate per creare condizioni di vita più umane nelle carceri... non sono sprecate, ma ben impiegate per garantire la sicurezza di tutti”. La relazione evidenzia che il sovraffollamento e la "cesura dei legami affettivi" rischiano di rendere la pena una "vendetta pubblica" anziché un momento di riflessione e ripartenza. Il documento sottolinea che le condizioni delle carceri rappresentano la misura del livello di civiltà di uno Stato e che occuparsi del carcere significa occuparsi della salute della nostra democrazia. Pur riconoscendo i passi avanti, resta una frattura preoccupante tra ciò che le carceri dovrebbero essere e ciò che sono. La nostra democrazia deve partire da qui, affinché la pena detentiva diventi un mezzo per comprendere il significato di quanto commesso e non uno strumento di vendetta. Io spero in un mondo in cui ognuno paghi per i propri errori e non per le mancanze o i disinteressi di qualcun altro. Dobbiamo lavorare per un sistema penitenziario che rispetti la dignità umana e promuova il reinserimento sociale. #Giustizia #DirittiUmani #RiformaCarceraria #CorteDeiConti #Democrazia #DignitàUmanitaria
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Ormai possiamo dire che gli organi giudicanti hanno del tutto obliato il principio fondamentale della extrema ratio della custodia cautelare in carcere, relegando anche il principio del minor sacrificio possibile della libertà personale ad un mero vuoto simulacro. Invero, i dati e le statistiche parlano chiaro: i giudici applicano nella maggior parte dei casi la misura cautelare custodiale preferendo limitare in misura massima la vita dell’indagato, talvolta anche per un periodo temporale consistente, come se si sentissero “più sicuri” a comminare la misura più afflittiva e stringente piuttosto che una meno gradata, nonostante il nostro sistema cautelare prevede una scala di misure da parametrare e commisurare in relazione alle circostanze del caso concreto, sub specie alle relative esigenze cautelari. Questo senso erroneamente pregiudiziale dei giudici nella privilegiata adozione di ordine di custodia cautelare, per riprendere un passo dell’Avv. Radi potrebbe forse essere risolto attraverso l’opera mitologica di Pasquale Saraceno. Invero “passando forse un po di tempo in carcere”, i giudici probabilmente riuscirebbero a comprendere cosa significa sacrificare la libertà personale di un individuo anche solo per un giorno..
Avvocato penalista, blogger Terzultima Fermata e Consulente giuridico associazione Errori Giudiziari
I numeri che i magistrati non amano ascoltare: 4500 persone non colpevoli ogni anno incarcerate o poste agli arresti domiciliari. Recentemente ho condiviso una riflessione nel corso di un convegno sull’uso e l’abuso delle misure cautelari custodiali (carcere e arresti domiciliari) in Italia e i magistrati presenti si sono infastiditi dei numeri che non possono essere smentiti. Le smorfie e i distinguo sui massimi sistemi non sono bastate per contrastare i dati tratti dalla Relazione Misure Cautelari Personali e Riparazione per Ingiusta Detenzione dell’anno 2023 redatta dal Ministero della Giustizia ed inviata al Parlamento ex L. 16 aprile 2015, n. 47. #giustizia
I numeri che i magistrati non amano sentire: 4500 persone non colpevoli ogni anno incarcerate o poste agli arresti domiciliari (di Riccardo Radi)
http://terzultimafermata.blog
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Vi invito a leggere questo comunicato dell’ Unione delle Camere Penali Italiane che condivido con profonda convinzione. Ogni giorno è il momento di riaffermare con decisione i valori fondamentali di libertà, diritti e garanzie. Temi che ci riguardano tutti, oggi più che mai. #Libertà #Diritti #Garanzie #dirittopenale #processo #giustoprocesso #Futuro https://lnkd.in/dGW_E_6N
'Io sono innocente. E spero, dal profondo del mio cuore, che lo siate anche voi'
camerepenali.it
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Carcere, carcerati e il ruolo del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Ci piacerebbe, come cittadini e come giuristi, che il Garante si faccia interprete del dramma della situazione carceraria, e per farlo deve necessariamente predisporsi a conoscerla, guardando in faccia attentamente chi ne è vittima, ne tragga le conseguenze ed utilizzi tutte le prerogative ed i poteri che la legge gli attribuisce, produca tutti gli stimoli ed eserciti tutta la moral suasion che gli competono e di cui è capace e tenga tutti noi costantemente informati sul percorso seguito e sui risultati ottenuti.
La questione carcere ed il ruolo del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale (Vincenzo Giglio e Riccardo Radi)
http://terzultimafermata.blog
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Il Focus per l'anno 2024 del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà nazionale, fa il punto sull'emergenza.
La mappa dei sucidi in carcere: fino a oggi 71, l’identikit di chi muore in cella
https://ilgiornalepopolare.it
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Ribadisco il Governo e la maggioranza , devono completare il progetto di riforma costituzionale e cioè : la Riforma della Magistratura con la separazione dei poteri. Valutare di introdurre in Costituzione , la pena di morte , per punire coloro che commettono reati di femminicidio , ma anche per reati di mafia e per rapine finite male Con l'eventuale introduzione in Costituzione della pena di morte , assisteremo ad una drastica riduzione del fenomeno di femminicidio , omicidio per mafia e per rapine finite mali SN ( socio sostenitore FI)
Uccidono Tortora una seconda volta
ilgiornale.it
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