Inarrestabili! Ieri ho seguito l'emozionante finale femminile del doppio di tennis, dove #Errani e #Paolini hanno conquistato un meritatissimo #oro. Il giorno prima, #Musetti ha confermato tutto il suo potenziale, arrivando terzo posto e conquistando il #bronzo. Le avversarie, della Paolini e della Errani, hanno dimostrato di essere molto brave e dopo aver vinto il primo set, ho pensato che fossero nettamente superiori. Desidero evidenziare tre aspetti che, a mio avviso, in particolare nel doppio, sono stati particolarmente significativi per il lieto fine: 1 - Errani è di gran lunga la #tennista con maggiore #esperienza all'interno della #squadra #femminile #italiana. Durante la partita, si è dimostrata una vera #leader, offrendo esempi di #costanza e #perseveranza alla sua compagna più #giovane durante i passaggi decisivi. 2 - Nel tennis, come nella vita, il percorso per raggiungere il successo non sempre è immediato. Bisogna credere nel proprio potenziale e persistere fino alla fine. 3 - La coppia Errani e Paolini rappresentano anche un elemento motivatore e di continuità per l'intero #movimento tennistico italiano: la prima ha 37 anni immagino che presto si dedicherà ad altro, la seconda 28, potrà essere di ispirazione ancora per diversi anni e continuare, col suo esempio, ad infondere fiducia all'intero settore tennistico italiano. Anche se il #percorso può diventare complicato, l'esperienza delle persone più esperte, può contribuire alla crescita del movimento, #sportivo ma anche #lavorativo e portare risultati positivi, proprio come sta accadendo in questo momento in diversi movimenti #sportivi. Tutti abbiamo bisogno di esempi positivi capaci di ispirare e motivare le persone nell'#arte che amano e in cui credono.
Post di Antonello Di Vincenzo
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Ieri ho gioito per Jannik Sinner nuovo numero uno del mondo nel tennis. Oggi però è accaduto qualcosa che mi ha colpito ancora di più: l'Italia ha semifinalisti al Roland Garros nel singolare maschile e femminile, doppio maschile e femminile. Ci manca solo il doppio misto: mannaggia, dovevamo pensarci prima! A parte gli scherzi, è un risultato pazzesco e le motivazioni non sono assolutamente ovvie. I cinque tennisti italiani hanno ben poco in comune come età, provenienza geografica, scuola tennistica, vita privata. Eppure, nello stesso momento arrivano tutti in semifinale. Io lo chiamo "effetto contagio". Sono convinto che l'eccellenza sia contagiosa, come del resto la mediocrità, ma cerco di pensare in positivo questa sera. Un amico, un collega, una persona con qualche affinità con noi che riesce a raggiungere una qualche eccellenza professionale o anche nella vita privata può ispirare comportamenti positivi e portarci alla crescita personale. Ovviamente se non si hanno complessi di inferiorità, se si sta bene con se stessi. Questo fenomeno può non essere un esplicito "vorrei provare a essere come lui" ma gli esempi fanno molto bene in contesti sociali sani. Magari i successi di Sinner hanno fatto salire l'adrenalina e la voglia di vincere anche negli altri tennisti. Oppure hanno permesso di convincersi che senza la serietà, costanza e coerenza nel lavoro non è possibile raggiungere grandi risultati. Perciò, oltre a gioire per le quattro semifinali, proviamo a prendere spunto da questi cinque campioni per fare "qualcosa di meglio" nella nostra vita professionale o privata, anche piccole cose. Non vinceremo alcun premio ma potremmo riuscire a fare stare meglio noi stessi e le persone intorno a noi. Poi magari qualcuno ci vedrà e gli verrà voglia di fare lo stesso. Proviamo a fare partire questo contagio senza aspettare che qualcun altro lo faccia al posto nostro. #pensieropositivo #esempio #crescitapersonale #eccellenza
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Un minimo di analisi sul fenomenale tennis italiano degli ultimi anni - anche alla luce della trionfale settimana di Coppa Davis di Bologna con di fatto la “squadra B” - è estremamente interessante ben oltre l’aspetto strettamente sportivo. Testimonia come, tanto per cominciare, un conto sono i fenomeni assoluti - quelli che nascono una volta ogni trenta o quarant’anni e sono da considerare in qualche misura puri doni della natura - un conto completamente diverso sono i buoni giocatori. Anche i buonissimi, frutto certo di un talento sopra la media, ma soprattutto di un lavoro, di una programmazione, di una scuola che fa la differenza. Tutta la differenza del mondo. Entrando nel dettaglio, Jannik Sinner è il dono del cielo, unito a scelte particolarmente oculate degli allenatori, della scuola dei primi anni e dell’evoluzione da professionista. Poi, ci sono gli altri sei - dicasi sei - giocatori italiani nei primi 50 al mondo, cui aggiungiamo altri due fra la 51ª e la 100ª posizione della classifica Atp. Una cosa mostruosa: un giocatore su sette dei primi 50 è italiano e praticamente uno su 10 dei primi 100. Questo è il frutto esclusivamente di programmazione e capacità di guardare a medio e lungo termine, sfruttando anche la lunghissima onda generata dal fenomeno assoluto dai capelli color carota. E qui si va ben oltre il tennis e lo sport: questa è l’Italia che vorremmo vedere in mille altri settori e che troppe volte non scorgiamo. Un’Italia che non si affida allo stellone, un Paese che fatica, suda, impara dai propri errori, cade, si rialza e riparte. Questo conta molto, ma molto di più dell’occasionale fuoriclasse. In tanti ambiti ne abbiamo, grazie al cielo, perché siamo un grande Paese dalla grandissima tradizione. Non altrettanto spesso dietro il talento puro costruiamo sistemi vincenti. Per egoismo, superficialità, fretta, poca voglia di faticare.Godiamoci il tennis, ma proviamo a imparare qualcosa. di Fulvio Giuliani
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Un minimo di analisi sul fenomenale tennis italiano degli ultimi anni - anche alla luce della trionfale settimana di Coppa Davis di Bologna con di fatto la “squadra B” - è estremamente interessante ben oltre l’aspetto strettamente sportivo. Testimonia come, tanto per cominciare, un conto sono i fenomeni assoluti - quelli che nascono una volta ogni trenta o quarant’anni e sono da considerare in qualche misura puri doni della natura - un conto completamente diverso sono i buoni giocatori. Anche i buonissimi, frutto certo di un talento sopra la media, ma soprattutto di un lavoro, di una programmazione, di una scuola che fa la differenza. Tutta la differenza del mondo. Entrando nel dettaglio, Jannik Sinner è il dono del cielo, unito a scelte particolarmente oculate degli allenatori, della scuola dei primi anni e dell’evoluzione da professionista. Poi, ci sono gli altri sei - dicasi sei - giocatori italiani nei primi 50 al mondo, cui aggiungiamo altri due fra la 51ª e la 100ª posizione della classifica Atp. Una cosa mostruosa: un giocatore su sette dei primi 50 è italiano e praticamente uno su 10 dei primi 100. Questo è il frutto esclusivamente di programmazione e capacità di guardare a medio e lungo termine, sfruttando anche la lunghissima onda generata dal fenomeno assoluto dai capelli color carota. E qui si va ben oltre il tennis e lo sport: questa è l’Italia che vorremmo vedere in mille altri settori e che troppe volte non scorgiamo. Un’Italia che non si affida allo stellone, un Paese che fatica, suda, impara dai propri errori, cade, si rialza e riparte. Questo conta molto, ma molto di più dell’occasionale fuoriclasse. In tanti ambiti ne abbiamo, grazie al cielo, perché siamo un grande Paese dalla grandissima tradizione. Non altrettanto spesso dietro il talento puro costruiamo sistemi vincenti. Per egoismo, superficialità, fretta, poca voglia di faticare. Godiamoci il tennis, ma proviamo a imparare qualcosa. La Ragione
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Disciplina a cominciare dai piccoli gesti.
Amministratore Delegato Finanziaria Regionale Abruzzo SpA Presidente Osservatorio Nazionale Infrastrutture di Confassociazioni PhD in Il Pensiero Politico nella storia moderna e contemporanea
🔴 Per capire chi è #Sinner, comprendere il suo rigore e la sua abnegazione, basta vedere questo video. 🔴 Vince nel 2013 il campionato italiano Under 12, che gli consentirà di rappresentare l'Italia ai Campionati mondiali di Miami, e come primo atto pulisce e rimette a posto il campo da tennis come se nulla fosse. 🔴 Oggi, grazie alla sua famiglia, Sinner è l'esempio più alto e più vero per spiegare ai nostri giovani che l'educazione, l'impegno, il senso di responsabilità e il comportamento corretto sono elementi imprescindibili per avere successo nella vita. 🔴 L'anomalia della leadership di Sinner è solo apparente, perchè oltre alle doti tecniche, sono proprio l'umiltà e l'empatia di chi conosce il valore del sacrificio (famiglia normale che ha sempre lavorato e che a 12 anni lo lascia andare via di casa per giocare a tennis) ad averlo fatto diventare negli anni una persona vincente. 🔴 Nella vita prima che nello sport.
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Nel #passatempo degli ultimi 12 mesi ho avuto modo di seguire direttamente la #Pallacanestro #Mantova (#Stings) che ha dovuto creare una collaborazione con la #JuniorBasketCurtatone per ripartire dalla #SerieC girone #Lombardia poiché proprio nella notte del 22 Giugno 2023 venne venduto il titolo sportivo di #SerieA2 chiudendo una favola sportiva durata 10 anni per la Città di Mantova. Ebbene sì proprio un’anno esatto dopo arriva la promozione nella finalissima in gara secca contro #Milano #Bocconi. Gli aspetti che vorrei sottolineare sintetizzando #366giorni ciò che per me rende lo #Sport in generale #favola, #sogni e #realtá sono 2: 1) #COMPETENZA #MANAGERIALE e #PROGETTO #FUTURO di medio lungo termine #successi e #sconfitte in realtà corrono parallelamente con ciò che avviene dentro e soprattutto fuori dal campo. L’eredità lasciata dai 10 anni di Categoria A2 sono le persone che hanno reso possibile che una piazza secondaria nel #basket nazionale fosse stabilmente lì! Buona parte di queste persone ha deciso di ripartire da 0 e riproporre uno schema basato sul mix di #esperienza portato da giocatori over categoria per la #SerieC e soprattutto #giovanissimi (under19) cresciuti da una cantera prolifica che ha ottenuto come risultato il 4º posto assoluto a #livellonazionale dietro solo a squadre di primissima categoria con budget 10 volte maggiori. 2) #PASSIONE #POESIA e #SPETTACOLO Ogni #sogno che si realizza è frutto di un #uoco #caldo e #sacro che rende possibile qualunque desiderio. In primis #dirigenza e #giocatori hanno fatto scelte chiare ripartendo dal basso: - pensare che 4 giocatori potevano fare la serie A2 da giocatori chiave hanno scelto di partire dalla C con tutta la #pressione di una sola squadra che poteva essere #promossa su 40 squadre e prendersi il #rischio di non fallire per la loro carriera che sarebbe stata segnata in negativo - #management della squadra dello scorso anno che decide di #ripartire dal basso e decidendo di collaborare e non dettare legge con la fusione di intenti sportivi con un’altra società. L’esempio lampante di tutto ciò è l’ #allenatore rimasto quello che la Junior Basket Curtatone ha designato 3 anni prima e non hanno assolutamente cambiato quello che è la pedina fondamentale di ogni squadra di qualunque sport. Tutto ciò che ha reso ancora più #romantico questa cavalcata è stato il #tifo organizzato degli #SCT (SOTA CHI TOCA) che un anno fa non hanno abbondonato la nave che affondava, bensì si sono uniti ancora più forti di prima seguendo ogni partita di quest’anno ed essendo la #vera #forza della squadra anche nei momenti più difficili sul campo! Il #video del #post è dedicato proprio a loro perché hanno reso indimenticabile quello che è stata una finale spettacolare giocata punto a punto! In sintesi la sconfitta spesso viene imputati a pochi, il successo a tutti. #vittoria è la somma #CONOSCENZA + #UMILTÀ + #SACRIFICIO + #DEDIZIONE + #VISIONE #sport #pallacanestro #basket #serieB #sogno #realtà
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Siamo al top nella #pallavolo femminile, nel tennis (e non lo eravamo mai stati), primi nel medagliere dell’#atletica agli europei (e non lo eravamo mai stati), nel #motomondiale sia come moto che come piloti, nello #sci (primi nel medagliere olimpico giovanile e non lo eravamo mai stati)..e potrei andare avanti…ma vuoi mettere il gusto di “lamentarsi per una sconfitta” di una squadra di #calcio agli europei (vinti peraltro solo 3 anni fa!)! È vero, abbiamo giocato male, anzi malissimo e non solo nell’ultima partita giocata. È mancata #qualità, #organizzazione, #voglia di #vincere e predisposizione al #Sacrificio (parola che i guru della comunicazione di Team dicono non si dovrebbe mai “usare”…ma non mi trovano d’accordo). Abbiamo #perso, vero, ma tutti i più vincenti hanno perso tantissimo, sbagliato ancora di più e hanno usato la #sconfitta non per #lamentarsi ma per migliorare e hanno “celebrato” le #vittorie, anche quelle di poco valore, perché erano la conferma che il percorso era quello giusto. Ascoltate questi passaggi di Paolo Maldini, Roger Federer, Antetokounmpo tra i tanti altri esempi di grandi sportivi: - https://lnkd.in/dAT2vtey - https://lnkd.in/dE9J35iT (dal minuto 13.00) - https://lnkd.in/dwdtpzVN Facciamo pace con la #sconfitta, non lamentiamocene ma usiamola piuttosto come #lezione per diventare sempre più #resilienti e #vincenti! E sopratutto, facciamo fare sport ai nostri figli, sopratutto sport di squadra e sport che richiedano “#Sacrificio” e avremo dato il nostro contributo allo sviluppo di quelle “soft skills” che saranno utili per diventare ottimi #professionisti in qualsiasi ambito si troveranno ad operare.
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Lo sport vissuto con testa e cuore è sempre l'insegnamento più bello.
Quanto ne avevamo bisogno di una serata come quella di ieri! Quanto avevamo bisogno di due atleti capaci di interpretare il proprio lavoro come qualcosa da regalare innanzitutto a se stessi, ma senza mai perdere di vista le emozioni degli altri. Quanto avevamo bisogno di due fenomeni della racchetta capaci di fare la differenza soprattutto con la testa e con il cuore. Era stato sin troppo facile, dopo l’imbarazzante debacle della Nazionale azzurra agli europei di calcio contro la Svizzera, richiamare lo standing psicologico di un campione come Jannik Sinner. Sottolineare l’abisso fra chi non è disposto a cedere neppure un centimetro e chi non ha neppure cominciato a giocare. In campo, ieri sera sul centrale del torneo di tennis più prestigioso della storia, tutto questo è stato ulteriormente esaltato da un altro azzurro. Un ragazzone che ha toccato l’Olimpo ed è poi finito in un buco nero di infortuni e mille paure che solo chi ha provato “lo sport del diavolo” può anche solo immaginare. Contro il più forte, nella partita in cui potevi finire stritolato e spazzato via, Matteo Berrettini ci ha magnificamente ricordato perché una manciata di mesi fa era stato lui a fare impazzire l’Italia, un attimo prima che il fisico lo tradisse e si accendesse la stella-Sinner. Ha perso, ma sa che il tennis restituisce a chi merita. Come sempre lo sport, inflessibile con chi non ha i numeri morali per reggere il confronto e lasciare un segno di sé. Ieri sera siamo stati orgogliosi di Jannik e Matteo (come prima di loro di un favoloso Fabio Fognini, biondo platinato a 37 anni per fare ancora show) e questa mattina lo siamo ancora di più, pensando a quanto il mondo sia rimasto a bocca aperta a vedere uno degli incontri di secondo turno più belli che si ricordino a Wimbledon. E se qualcuno insiste a fare quello con la puzza sotto il naso, pazienza. È quel qualcuno a non capire quale fortuna ci sia capitata a vivere una serata così. Problemi suoi. La Ragione
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È talmente oltre ogni più rosea e folle aspettativa quello che sta facendo per lo sport italiano Jannik Sinner da provocare quasi una sorta di paradossale assuefazione. Un senso di straniamento. Il rischio - del tutto incredibile, per chiunque conosca anche sommariamente la storia del nostro tennis - di assuefarsi ai successi in sequenza. Anche i più clamorosi, i più impensabili, i più inimmaginabili fino a un anno fa. Sì, un anno, solo un anno per stravolgere la storia non solo del tennis azzurro, ma del nostro sport. Dall’incredibile novembre della Coppa Davis 2023 e da quella pazzesca vittoria su Nole Djokovic in semifinale contro la Serbia, Sinner non si è più fermato. Ha imposto a tutti i suoi avversari uno standard - a cominciare dal fuoriclasse battuto anche ieri a Shanghai - semplicemente inconcepibile. Stracciando ogni record fatto segnare da un tennista azzurro e riscrivendo in una manciata di mesi i limiti e le vette dei più grandi atleti azzurri in assoluto. Non staremo qui a farvi l’elenco delle vittorie di un 2024 da urlo e da perdere il fiato. Vi invitiamo solo a pensare a cosa fosse la storia del tennis italiano 12 mesi fa e cosa sia oggi. Sulle spalle di questo fenomeno. Senza dimenticare le sfortune e quell’ombra che francamente solo qualche svitato nel circuito e chi proprio vuole vedere sempre e comunque la malafede può pensare figlia di una qualche volontà almeno manipolatrice, se non di dolo che proprio non riusciamo a intravedere. La vicenda che ha strappato Sinner alle Olimpiadi, sarà un caso il momento in cui Djokovic è andato a centrare il “suo” 2024. Non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere, ormai è storia ed è anche stata una magnifica storia per Nole e tutto il mondo dello sport. Occhi al futuro, sulle ali di un passato così fresco da essere ancora presente. Perché troppo grande per essere valutato fino in fondo. Ci vorrà del tempo e per ora ci godiamo tutto. di Fulvio Giuliani #JannikSinner #Sinner #ShanghaiMasters #Shanghai #Sport
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#interabilità è leadership. In questo post dove viene fatta un’analisi accurata di alcune fasi in questa partita, così come puoi leggere qui sotto, Riccardo Pittis, ci fa vedere un aspetto molto importante: la vera leadership.
LEZIONI DI LEADERSHIP Ieri la nazionale italiana di volley ha veramente fatto un capolavoro a livello mentale. Una partita giocata male e praticamente persa, sotto 2 set a 0 e 24-21 nel terzo per un Giappone che fino a quel momento aveva dominato, è stata ribaltata e vinta al quinto set. Bravissimi i ragazzi in campo perché non hanno mai mollato e ci hanno creduto fino alla fine. Ancor più bravo Fefé De Giorgi, a mio modo di vedere colui che ha permesso che ciò accadesse. Tecnicamente non posso fare commenti perché incompetente, ma alcune osservazioni sulla sua leadership le voglio condividere perché potenzialmente utili per tutti. - quando la partita era praticamente persa e lo si poteva vedere anche negli sguardi e nel linguaggio del corpo di alcuni giocatori, De Giorgi esprimeva una calma ed una sicurezza molto più che olimpica, come se il punteggio fosse solo un'opinione e non un dato di fatto. Nei momenti difficili, se sei un leader devi essere consapevole che diventi ancor più un punto di riferimento e quello che fai vedere diventa quello che poi faranno gli altri. - ha chiamato dei time out e dei video challenge "geniali", nei momenti in cui doveva spezzare il ritmo dei giapponesi prima di giocate decisive più che per dare indicazioni ai suoi. Nei momenti decisivi, un vero leader mantiene una lucidità ed una concentrazione assolute e utilizza tutti i mezzi a disposizione per portare a casa il risultato. - quando le cose andavano male, non ha mai alzato la voce di mezzo tono. Quando l'inerzia è cambiata ed è tornata nelle mani dei suoi giocatori, ha iniziato ad un usare un tono molto più alto per motivarli ancor di più, concludendo con quella frase iconica : "Ragazzi, concentrati, non molliamo e andiamo a prenderci le cose che ci spettano". Un vero leader è anche un ottimo comunicatore. - Nei time out parlava con tutta la squadra, poi si metteva in disparte con capitan Giannelli e parlava solo a lui. Se sei un leader, individua un co-leader all'interno della squadra a cui delegare alcuni aspetti che non puoi (e soprattutto non devi) controllare. Tutti ottimi insegnamenti applicabili in ogni ambito in cui serva una vera ed efficace leadership. Bravo Fefé e grazie. #coaching #leadership #mindset #riccardopittis
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#JannikSinner dimostra che la vera forza di un campione emerge nelle difficoltà. Dopo mesi difficili, il 1° italiano a vincere lo #USOpen ha mostrato una stabilità mentale straordinaria. Con miglioramenti notevoli nel gioco e una condizione fisica sempre migliore, #Sinner è pronto a lasciare il segno nella storia del #tennis. Senza tempo per vacanze, il suo focus è solo sul lavoro e sul miglioramento continuo. I dettagli nell’articolo di Riccardo Bisti su #ultimabozza ⬇
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5 mesiIl piacere di vedere una bella partita...