Post di Antonio Libonati

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Otorinolaringoiatra - IRCCS Ospedale Auxologico Capitanio

Era il 2013. L’allora Ministro Prof.ssa Maria Chiara Carrozza restituiva dignità e libertà alle centinaia di migliaia di giovani medici nel poter scegliere un percorso di specializzazione. Un percorso che per anni veniva imposto da scelte dei direttori delle scuole di specializzazione. Scelte che troppo spesso non premiavano il merito costringendo molti colleghi ad andar via dall’Italia o a rimanere in attesa “mettendosi in coda”. Con il Concorso Nazionale cominciano ad approdare nelle Scuole di Specializzazione medici provenienti da ogni parte di Italia e da qualunque università. E parallelamente comincia a cambiare l’approccio del mondo universitario nei confronti dei giovani colleghi Specializzandi. Tutt’ora permangono criticità molto spesso messe alla luce dall’instancabile lavoro di “Specializzazioni in Medicina. Associazione ALS” , ma sono diverse le condizioni dei medici in formazione che negli anni hanno visto un notevole miglioramento. Oggi, senza né arte e nè parte, il governo decide di abolire il numero chiuso per l’ingresso alla facoltà di medicina e chirurgia e di far accedere in modo libero nei primi sei mesi oltre 50-70 mila aspiranti Medici il cui destino verrà deciso unicamente dal mondo universitario baronale. Dopo i primi sei mesi verranno sottoposti ad una selezione da parte del mondo universitario e dei 50-70 mila si ridurranno ad un terzo o un quarto. Chissà quanti spazi/aule/docenti hanno immaginato per garantire una “trasparente selezione”. Una involuzione.

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