🚦Il Giubileo non è un periodo facile per i romani chiamati a convivere con i pellegrini: previsti 35 milioni di turisti durante tutto l'anno. #Roma #Giubileo #AnnoSanto
Post di B-HOP magazine
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Sono attesi a Roma oltre trenta milioni di pellegrini per il Giubileo. Questo dato è ormai noto a tutti e sta generando reazioni molto diverse, molte sfumature tra l'euforia e il terrore. In realtà il dato in sé non vuole dire molto. Andrebbe intanto confrontato con i flussi del Giubileo del 2000 e di quello straordinario del 2015. Cosa sarà diverso rispetto a quando accaduto solo dieci anni fa? Quale sarà l'aumento netto dei turisti rispetto al 2024? Ci sarà un fenomeno inverso di persone che decideranno di non venire a Roma quest'anno per lo stesso motivo? Già queste informazioni sarebbero utili per iniziare a valutare l'impatto reale, per attività commerciali e cittadini. Le differenze rispetto a un anno "standard" possono essere stimate solo dopo una corretta profilazione per pellegrini incrementali: per quanto staranno a Roma? Dove dormiranno e dove mangeranno? Quali differenze ci saranno nei comportamenti di acquisto rispetto a un "normale turista"? Di conseguenza, quali settori merceologici avranno davvero un impatto rilevante dal Giubileo? Incredibile ma Roma pur avendo un'infinità di attrazioni turistiche e mille possibili possibilità di approfondimento, continua ad avere un turismo di breve termine e poco continuativo o fedele negli anni. In concreto, si sta a Roma in media per pochi giorni e spesso non si ritorna. Troppi pochi si allontanano dal centro storico della Capitale per scoprire i tesori del territorio laziale. Il Giubileo potrebbe essere un'opportunità per fidelizzare maggiormente i visitatori? Gli imprenditori del turismo, della ristorazione, stanno pensando anche a seminare per il futuro o sono troppo concentrati nel massimizzare i benefici immediati? Grazie in anticipo a chi vorrà condividere delle analisi o semplici opinioni su questi aspetti. #giubileo #turismo #fidelizzazione
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La sfida di campeggi e villaggi agli hotel #Roma nel 2025 ospiterà il Giubileo. Milioni di pellegrini si riverseranno nelle strade della capitale, già piene di turisti, residenti e pendolari. Un caos che potrebbe avvantaggiare il #turismo outdoor. Le previsioni di Faita con i commenti di Ubaldo Fusco, Gabrile Cantella del Flaminio Village Bungalow Park **** e Luca Neboli del Baia Holiday nella rubrica del Corriere della Sera #LazioEconomia in edicola oggi #27maggio e online nel link nel primo commento
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Quali soluzioni per l'overtourism? #conversazioniestive #LinkedInNotizie La mia famiglia vive da anni a 15 km dal mare di Taormina. Viviamo in un contesto speciale pochi km dalle spiagge piu' famose ,ma dormiamo nella tranquillità di un parco fluviale. Ecco come hanno detto alcuni prima di me la soluzione. Valorizzare i borghi e l'economia delle zone collinari per alleggerire la massa di presenze estive .
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Nuovo articolo per Il Post cercando di imparare l'arte delle "cose spiegate bene" (grazie Giacomo Papi!) . Quando si parla di #Calabria dobbiamo forzare una contronarrazione. I problemi sono reali. Discorsi bene vs male o progetti come il #pontesullostretto non risolvono niente. Qui bisogna ricordarsi la cautionary tale del #portodigioatauro e di come gli interessi della #ndrangheta sulla Cava di Limbadi si siano formati in maniera organica e integrata. https://lnkd.in/dXx5FFc7
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Nuovo #oro per l'Italia che ha già vinto da tempo le #Olimpiadi più importanti, quelle del patrimonio culturale! La Via Appia è il 60esimo sito ufficialmente riconosciuto dall'#UNESCO. Questo #record #mondiale mi da lo spunto per ricordare ancora una volta che oltre a #ambiente e #sociale esiste un'altra dimensione della #sostenibilità: quella #culturale. Come Italia abbiamo una chiamata particolare, rispetto a molti altri Paesi, quella di una #RCI, #Responsabilità #Culturale d'#Impresa. Garantire alle prossime generazioni le stesse possibilità di cui sta godendo l'attuale significa, per noi, infatti impegnarci in uno sforzo di preservazione di un #ambiente #storico e di una #eredità di cui siamo tutori! https://lnkd.in/d5Amet-Y
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Situazione emblematica di molte scelte che non tengono minimamente conto del rischio alluvionale. E che puntualmente presentano il conto, che sia nel gennaio 2003 in Molise o nell’ottobre 2024 in Emilia Romagna, nulla cambia. P.S. In nome omen: Il nome del torrente Zena sembra avere origini celtiche e starebbe a indicare proprio un percorso ove convergono le acque, il torrente. Lo stesso nome Zena sarebbe quello che in dialetto genovese sta a indicare la città di Genova, che secondo i linguisti deriverebbe da un termine celtico dal significato incerto che ha dato origine anche al nome della città di Ginevra. Considerati gli aspetti comuni alle due città, cioè LA PRESENZA DI UN AVVALLAMENTO DOVE CONVERGONO LE ACQUE (il torrente Bisagno a Genova e il Rodano a Ginevra) oltre all'evidente nome Zena per il torrente del medio Appennino bolognese, il termine starebbe ad indicare degli avvallamenti ove confluisce l'acqua e dove quindi è presente un torrente o un fiume.
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I Prezzi delle Canarie: Un Paradiso che Costa Troppo? Esploriamo come i prezzi alle Canarie siano cambiati, rendendo difficile per noi italiani trovare case convenienti. Un’analisi del mercato attuale e delle nuove dinamiche turistiche tra nordici e locali. Una realtà diversa dal passato! #Canarie #PrezziCanarie #VitaStraniera #MercatoImmobiliare #Turismo #ItalianiAllEstero #StileDiVita #CaseDeiSogni #Nordici #RistorazioneCanaria
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Con una crescita decennale (2013-2023) del +36% nel numero di milionari residenti entro i propri confini, il Cantone di Ginevra si conferma come la località tra le più ricche delle Nostre Alpi. Non a caso sul territorio risiedono 79.800 milionari (patrimonio superiore a 1 milione di dollari), 244 centimilionari (patrimonio superiore a 100 mila dollari) e 14 miliardari (patrimonio superiore a 1 miliardo di dollari). https://lnkd.in/dF2pKk5t
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Nella diga di Cingino, situata a 7 chilometri a sud-ovest di Antrona Schieranco, provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, Italia, vedrete alcune capre alpine arrampicarsi sul muro. La diga di Cingino è quasi verticale. È alta 160 piedi e questi stambecchi, si arrampicano quasi fino in cima. Questa specie di capra vive nelle Alpi europee, ha zoccoli spaccati con suole simili alla gomma. Sono scalatori eccezionali... ma vederle arrampicarsi su questa parete verticale è assolutamente incredibile! Perche' dovrebbero farlo? La loro dieta, che consiste principalmente in erba, da loro una grande voglia di sale. Casualmente, la parete della diga di Cingino in Italia è costruita con pietre incastonate di sale, con i blocchi di pietra davvero buoni e salati vicino alla parte superiore della diga. Quindi per arrivare a questi sali ricchi di minerali, queste capre fanno ciò che sembra impossibile... arrampicano su una parete verticale.
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Luogo della natura incontaminata e della naturalità, del silenzio o del divertimento, in contrapposizione alla vita inquinata, degradata e triste della città, l’Alpe del Nonno (di Heidi) versus Francoforte, che bene racconta Miyazaki. Quando si pensa alla montagna è difficile emanciparsi dallo stereotipo alpino, alimentato anche da molte comunità locali per ragioni di sopravvivenza. In occasione della giornata della neve World Snow Day che si celebra la terza domenica di gennaio ed è patrocinata dalla Federazione Internazionale dello Sci, vale la pena ricordare che questa visione delle montagne come campo giochi a disposizione del nostro tempo libero o come luoghi sacro di trascendenza fisica e interiore ha radici lontane, ma è da superare per il bene stesso di quei territori i cui inverni saranno sempre meno bianchi. «Il 75% del territorio italiana è al di sotto dei 1500 metri, sono poche le aree direttamente interessate dai caroselli sciistici e, quindi, toccate direttamente dall’economia dello sci» ricorda Mauro Varotto, docente di Geografia culturale all’Università di Padova e tra i componenti del comitato scientifico de L’AltraMontagna. Tre sono gli aggettivi che caratterizzano la neve oggi: «Scarsa, meno della metà della media dell’ultimo decennio; tardiva, quasi primaverile e quindi fonde presto; effimera, perché viene subito seguita da alte temperature». Una delle conseguenze più preoccupanti dell’avere poca neve riguarda l’albedo: «Si perde il potere riflettente del manto bianco della neve e la nuda montagna, rimanendo scura, assorbe la luce solare e si riscalda di più. È questa una delle ragioni per cui l’innalzamento della temperatura sulle Alpi è di 2 gradi centigradi, maggiore della media di 1,5 gradi». Prosegue Nicla Panciera
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Giornalista professionista - Founder e Direttrice responsabile B-HOP magazine | Scrittrice
2 mesiNon lo è per niente