#previdenzacomplementare #giovani #donne #adesioniinsufficienti Uno dei temi all'attenzione del Governo è la previdenza complementare: il tasso di sostituzione (=differenza tra ultimo reddito ed assegno pensionistico) per chi andrà in pensione con il solo metodo contributivo sarà piuttosto basso (60/70%); la previdenza complementare serve proprio a colmare questo gap ed è per questa ragione che è necessario stimolare l'adesione dei giovani lavoratori ad un fondo pensione sin dal primo impiego.
Post di Benedetta Katina Panagis
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💬 𝐈𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐞̀ 𝐚𝐥 𝐛𝐢𝐯𝐢𝐨. Tra invecchiamento della popolazione, bassi tassi di natalità e sfide di sostenibilità, il futuro delle pensioni richiede interventi mirati. Riforme strutturali, incentivi alla previdenza complementare e politiche che sostengano le famiglie possono fare la differenza. 𝐋𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚 𝐜𝐫𝐮𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞: 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐧𝐭𝐢 𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐞𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐞? 💡 𝐄𝐜𝐜𝐨 𝐥'𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐌𝐨𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠𝐬𝐭𝐚𝐫 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢𝐫𝐞 👉https://lnkd.in/dpBBjvaX
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https://lnkd.in/dtjF6Sbd LA DEMAGOGIA GIORNO: AUMENTARE LE PENSIONI. PECCATO CHE PAGHEREBBERO I LAVORATORI Non poteva mancare la proposta "raccogli applausi" del giorno: aumentare le #pensioni!! Applausi scroscianti da tutto lo #stadio, proponenti portati in trionfo! C'è solo un piccolo problema: il nostro sistema oggi produce 50 MILIONI DI DISAVANZO fra entrate e uscite OGNI ANNO, in parte coperto dal contributo dello #Stato. Il disavanzo tra l'altro è atteso in crescita (perché i #pensionati aumentano più rapidamente dei #lavoratori). In altre parole, i #contributi versati non sono sufficienti, già oggi, a coprire le pensioni erogate, neanche coi versamenti di #pantalone (che poi sono le nostre #tasse). Aumentare le pensioni significa aumentare questo disavanzo. Siamo in un sistema a #ripartizione, dove ogni anno i #lavoratori pagano (coi propri contributi) la pensione ai pensionati. Aumentare le pensioni, quindi, si può fare in 2 soli modi: 1️⃣ Si aumentano i contributi da versare, togliendo quindi parte dello #stipendio ai lavoratori 2️⃣ Si aumenta il #debito pubblico, facendo versare più soldi allo Stato, aggravando il dazio sulle #giovani generazioni. Una terza via NON esiste, in un sistema a ripartizione. Lo sappia chi crede a queste storielle. È tutto bello, ma ogni tanto bisogna fare i conti coi numeri: non esiste l'#albero dei #soldi, purtroppo. #nodemagogia #nochiacchiere #concretezza #numeri #populismo
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A fare da zavorra alla previdenza complementare continua a pesare il lavoro “povero” – i salari medi in Italia in termini reali sono inferiori ai livelli del 2000 – la discontinuità dell’occupazione soprattutto per i più giovani e, non da ultimo, la percezione ancora lacunosa della necessità di integrare il reddito nell’età della pensione.
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🇮🇹 In Italia, il sistema di previdenza obbligatoria rappresenta una rete complessa di tutele sociali, strutturata per garantire una copertura economica in caso di eventi che possono compromettere la capacità lavorativa o il reddito dei lavoratori. Questo sistema, a seguito del processo di armonizzazione avviato sin dagli inizi degli anni ‘90 e ancora in corso è articolato in diverse forme assicurative, ognuna delle quali è pensata per adattarsi alle esigenze di specifiche categorie di lavoratori e settori economici. #previdenza #pensioni
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PENSIONI CONTRIBUTIVE Principio dei vasi comunicanti Questo è un problema che seguo dall'applicazione della legge 335/95 che riguardano le posizioni pensionistiche da contributivo. Questa particolarità distruggerà l'impianto dei versamenti effettuati dal datore di lavoro in quanto sia non fatti dal medesimo per 10 anni per motivi contingenti (contributi prescritti) che per altri avuti dal corso lavorativo che dovranno essere coperti da forme di coperture complementari dai lavoratori, sono passati 29 anni senza affrontare il problema e manca il coefficiente corretto del tasso applicato dalle finanziarie o fondi specifici dedicati. Nessuno a fatto il conto reale della futura prestazione che visto il continuo e naturale percorso altalenante dei lavori effettuati che portano all'abbattimento della pensione da acquisire alla faccia dei tetti per andare in quiescenza, verificato. Il lavoro deve essere stabilizzato non facendo andare le nostre aziende all'estero (fabbriche o altro) lasciando i lavoratori nel loro brodo che pagheremo sia con cali di natalità che benessere. 21 dicembre 2024
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PREVIDENZA ASSINEWS 370 – Gennaio 2025 Con la fine dell’anno due importanti aggiornamenti sono stati comunicati dagli uffici competenti. Parliamo dell’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione in vigore per il biennio 2025-2026 e il tasso di capitalizzazione dei montanti contributivi per tutti coloro che andranno in pensione a partire dal primo gennaio 2025. Si tratta di due grandezze fondamentali che entrano in gioco per tutti quei lavoratori che hanno almeno una parte di pensione calcolata col sistema contributivo (ormai quasi tutti). Introdotto con quella che ancora oggi è considerata La Riforma (legge Dini) del sistema previdenziale italiano ormai 30 anni fa per tutti i lavoratori in forza dal 1996 e per chi aveva meno di 18 anni di anzianità a quella data, a oggi, a seguito della Riforma Fornero del 2012, il calcolo contributivo riguarda tutti i lavoratori.
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"Nel 2035 – se continua il trend attuale il numero di pensionati supererà quello degli occupati" "I calcoli degli esperti indicano che un dipendente del settore privato che va in pensione dopo 38 anni di contributi, nel 2040 otterrà una pensione lorda pari al 58,7% dell’ultimo reddito (lordo) da lavoro, mentre nel 2010 lo stesso rapporto era pari al 73,6%" Nonostante queste non certo rassicuranti proiezioni ci sono solo 10.7 milioni di posizioni attive su un totale di quasi 24 milioni di occupati. Oggi sempre di più è pertanto necessario integrare una forma pensionistica complementare per vedere con maggiore serenità il futuro. #alleanza #pip #alleata previdenza
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In Italia, i neopensionati superano i neonati. Solo 1 lavoratore su 4 pensa al futuro. Per le donne, la situazione è ancora più critica. L'uso del TFR per la previdenza integrativa è minimo: dal 2007 al 2023, solo il 22% delle liquidazioni confluisce nei fondi pensione. La contribuzione è scarsa e genererà rendite intorno ai €300. #focuspensioni
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In tema di pensioni e di requisiti per il pensionamento la legge di Bilancio presenta per il 2025 una situazione simile a quella del 2024 tranne che per la novità introdotta in all’ultimo momento dalla Lega e che consente solo ai totalmente contributivi (cioè chi ha iniziato a lavorare dall’1/1/1996) di poter accedere alla pensione con 64 anni di età e con 25 anni di contribuzione se la pensione maturata sarà pari a tre volte l’importo dell’assegno sociale ordinario (circa 1.616 euro mese per 13 mensilità). L’originaria riforma Fornero che la Lega voleva demolire prevedeva 20 anni di contribuzione e solo 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale. I calcoli Se con i contributi versati alla previdenza obbligatoria non si raggiunge l’importo di 1.616 euro e il lavoratore è iscritto alla previdenza complementare è possibile utilizzare la rendita derivante dal fondo pensione. Se la pensione Inps, ad esempio fosse pari a 1.400 euro occorre che la rendita da fondo pensione raggiunga i 216 euro al mese per 13 mensilità per poter accedere alla pensione.
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PREVIDENZA: NOVITÀ IN ARRIVO? Scrive #Ansa: 'Potrebbe arrivare un intervento sul fronte della #previdenzacomplementare, sollecitato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, per rendere obbligatorio il #versamento di una parte del #Tfr ai #fondi e per rendere il secondo pilastro cumulabile con il primo per l'uscita dal #lavoro in caso di #pensionecontributiva'. Tuttavia la proposta non convince tutti: avete provato, però, ad utilizzare il simulatore #Inps, per avere un'idea della vostra #pensione futura? Gli scenari sono drammatici. L'attuale #sistemapensionistico non è più sostenibile, perciò il #fondopensione sarà destinato a diventare il vero, grande pilastro della nostra #previdenza #consulenza #futuro #tfr #giovani #riforme
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