Dieci anni di attese e promesse non mantenute. Reggio Calabria fa purtroppo eccezione, essendo l'unica Città Metropolitana d'Italia a non avere le funzioni dalla Regione.
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Come è cambiata la regione in questi anni? Sai cosa fa la tua Regione? Sai quanto è stato realizzato negli ultimi anni in Emilia-Romagna? Scopri le azioni intraprese, i risultati raggiunti e le sfide affrontate in un documento che racconta cinque anni di impegno e crescita. Vuoi leggere il bilancio di mandato 2020-2024? 👉 https://lnkd.in/dMyMXJEP
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I PASSI AVANTI DELLA MOBILITÀ ROMANA Oggi si sono tenute due commissioni importanti, la prima sul nuovo contratto di servizio di Atac e la seconda sugli attraversamenti pedonali rialzati. Questa mattina, in Commissione, abbiamo espresso parere favorevole sulla delibera di giunta relativa al nuovo contratto di servizio Atac. Si tratta di un documento fondamentale che definisce il funzionamento del trasporto pubblico per i prossimi tre anni, con linee guida chiare e strumenti concreti per garantire un servizio più efficiente, sicuro e vicino alle esigenze dei cittadini. L’articolato include aspetti chiave come il programma di esercizio, le manutenzioni, gli indicatori di qualità e le agevolazioni tariffarie, offrendo una visione completa per migliorare il sistema di mobilità romana. Un passo avanti importante per il trasporto pubblico della nostra città. Con la delibera approvata sugli attraversamenti pedonali rialzati stiamo costruendo un cambio culturale verso una mobilità più sicura. Gli attraversamenti pedonali rialzati sono un passo concreto verso la “Città 30 km/h “ e un esempio riconosciuto anche da altre città italiane. Con oltre 400 proposte già arrivate dai municipi, stiamo lavorando su criteri chiari per interventi prioritari, come scuole e aree ad alta incidentalità. Si tratta di soluzioni efficaci, a basso costo, ma con un impatto significativo sulla sicurezza stradale. Il lavoro non si ferma: ogni giorno facciamo un pezzo di strada in più per trasformare Roma in una città che funziona davvero!
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Nuove figure del vecchio anno, tra propositi di deleghe e di riforme. Nelle cronache festive post-natalizie emerge una notizia assai curiosa e interessante, l’istituzione dell’Ufficio per il nuovo Piano Regolatore del Porto di Bari, con determina assunta dal Commissario Straordinario in carica all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, e la relativa individuazione di un prestigioso ed autorevole responsabile nell’ex Presidente, da pochi mesi dimissionario, del medesimo Ente. Il proposito, apparentemente commendevolissimo, sembra essere quello di voler costituire uno strumento di coordinamento ab origine dei piani urbanistici di porto e città, creando una sorta di regia urbanistica che colleghi e faciliti il dialogo ed il confronto tra AdSP ed il Comune. Sin qui la parte interessante della notizia, l’aspetto curioso è invece più articolato. Con un procedimento ben definito, di cui alla L. 28 gennaio 1994 n. 84 e ss.mm. e ii., art. 5, l’AdSP predispone il Documento di Pianificazione Strategica di Sistema, il Piano Regolatore di Sistema Portuale e i singoli Piani regolatori Portuali, con una procedura definita sin nei dettagli e nelle modalità di superamento di eventuali incagli, che coinvolge non solo il Comune ma tutte le amministrazioni statali, regionali e gli enti locali competenti o interessate. I rapporti, ai fini del coordinamento delle rispettive attività, con le amministrazioni statali, regionali e degli enti locali sono curati dal Segretario Generale dell’AdSP, che ne è titolare ex lege, L. 28 gennaio 1994 n. 84 art. 10 comma 4 lett. d, ed elabora in particolare il Piano Regolatore di Sistema Portuale dell’AdSP avvalendosi della segreteria tecnico-operativa, L. 28 gennaio 1994 n.84 e ss.mm. e ii., art. 10 comma 4 lett. f e cura l’istruttoria del Piano Regolatore Portuale oltre che di tutti gli atti di competenza del Presidente e del Comitato di Gestione. Pare dunque che la struttura dell’AdSP sia fornita di un organigramma costruito su un’architettura tecnico-giuridica completa e complessa, all’interno della quale pare difficile inserire un ufficio diretto da una figura, evidentemente direttiva con i relativi risvolti giuslavoristici sul personale “dipendente”, ma non inquadrata nell’organigramma, che dovrebbe esercitare i compiti assegnati, non dalla legge ma da un provvedimento commissariale, sovrapponendosi alla figura, quella si ben identificata dalle norme, del Segretario Generale. Una figura nuova, tutta da esplorare che dovrebbe suscitare curiosità, oltre al diffuso apprezzamento su LinkedIn, che troverà senza dubbio giustificazione nella determina del Commissario Straordinario, al momento ignota allo scrivente che non è stato capace di trovarla tra gli atti pubblicati sul sito dell’AdSP del Mar Adriatico Meridionale.
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Editoriale. Prigionieri del centralismo – Province sotto i 350mila abitanti? Un non senso Il dibattito sull'istituzione di nuove province porta alla luce una convinzione fuorviante: "prima i servizi, poi la provincia". In realtà, la provincia non è un fine, ma uno strumento per ottenere proprio quei servizi che mancano. Chi difende questa logica sembra prigioniero del centralismo storico che ha favorito le grandi province di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, a discapito di realtà come Crotone e Vibo Valentia, marginalizzate da un sistema squilibrato. La proposta di una nuova provincia Magna Graecia, con Crotone e Corigliano-Rossano come capoluoghi, rappresenta un’opportunità concreta di riequilibrio: una popolazione di 410mila abitanti contro i 450mila di Cosenza dopo il ridimensionamento. Non si tratta solo di moltiplicare uffici o amministrazioni, ma di ripensare l’equilibrio del potere regionale. Le province sotto i 350mila abitanti hanno dimostrato la loro inefficacia. È ora di un cambio radicale: redistribuire risorse, potere e servizi in modo più equo per garantire sanità, giustizia, trasporti e cultura in tutta la regione. La provincia Magna Graecia potrebbe essere l'inizio di una Calabria nuova, equa e competitiva. #ProvinciaMagnaGraecia #Calabria #SviluppoRegionale #RiformaAmministrativa #GiustiziaTerritoriale #Riequilibrio
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Dopo ben 79 anni di amministrazioni a guida prevalentemente di sinistra, con rari intervalli concessi ai repubblicani, storici alleati, Ravenna ha raggiunto un punto critico, toccando il fondo sotto diversi aspetti. Un così lungo periodo di governance ha portato una parte consistente della cittadinanza a sviluppare una sorta di assuefazione culturale, trasformandosi in un elettorato fidelizzato e acritico. Questa condizione ha reso molti incapaci di riconoscere le contraddizioni e le falsità che vengono raccontate per mantenere il consenso, alimentando l’idea manichea secondo cui la sinistra rappresenterebbe il “bene” e la destra il “male”. Tuttavia, la storia ha dimostrato più volte quanto questa narrazione sia priva di fondamento. Nel 2025, Ravenna si trova ancora sotto un’amministrazione di sinistra che continua a proporre visioni illusorie di sviluppo e benessere, pur essendo perfettamente consapevole delle gravi difficoltà economiche e strutturali che affliggono la città. Il malessere che mina il tessuto economico locale è evidente, eppure viene sistematicamente mascherato dietro annunci e proclami che poco hanno a che vedere con la realtà dei fatti. Un esempio recente è la situazione del porto di Ravenna, da anni descritto come in piena espansione e destinato a un secondo "risorgimento" dopo l'epoca di Raul Gardini. Tuttavia, la recente decisione dello Stato di declassarlo in termini doganali, privandolo del riconoscimento di porto di prima classe, dimostra l’inconsistenza delle narrazioni ottimistiche diffuse dalla governance locale. Questo episodio dovrebbe far riflettere sull’infondatezza delle dichiarazioni che dipingono Ravenna come uno dei principali porti della Regione e un hub di rilievo internazionale. In realtà, tali affermazioni sembrano servire unicamente a giustificare investimenti infrastrutturali finanziati in buona parte con fondi pubblici, spesso gestiti da soggetti politicamente vicini al PD. Un chiaro esempio di questa gestione discutibile è rappresentato dal nuovo terminal container di Ravenna, la cui capacità appare ampiamente sovradimensionata rispetto al traffico effettivo di container che il porto può realisticamente attrarre. Questa discrepanza solleva interrogativi sulla reale utilità dell’investimento e sulle reali intenzioni che ne hanno guidato la realizzazione. Se il porto non riesce ad attrarre un volume di traffico adeguato per giustificare tali opere, appare evidente che l’obiettivo primario non fosse tanto lo sviluppo economico della città, quanto piuttosto l’opportunità di gestire ingenti risorse pubbliche in funzione di interessi politici. Di fronte a questi scenari, è lecito interrogarsi su quanto l’elettorato ravennate sia effettivamente consapevole delle dinamiche che regolano l’amministrazione locale e se vi sia ancora spazio per un vero dibattito politico, libero dai dogmi e dalle fedeltà ideologiche che hanno caratterizzato gli ultimi decenni.
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🌍 Ridisegnare la geografia delle province calabresi: una risposta alla stagnazione La Calabria continua a occupare le ultime posizioni nella classifica sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore. Vibo Valentia e Crotone sono il simbolo di un modello amministrativo inefficiente e di una disomogeneità territoriale che soffoca le potenzialità della regione. 🔹 La proposta della Provincia della Magna Graecia Un nuovo assetto amministrativo con doppio capoluogo Corigliano-Rossano e Crotone, per: Aumentare il potere contrattuale. Favorire infrastrutture condivise. Sfruttare sinergie nei settori agricolo, turistico e portuale. Una provincia a costo zero per lo Stato, ma con enormi benefici per un territorio storico e produttivo che chiede slancio. 🚨 È ora di agire: ripensare i confini provinciali è l’unico modo per superare lo stallo e dare alla Calabria una chance di crescita reale. La Magna Graecia non è solo una proposta, ma un segnale di cambiamento necessario. #Calabria #MagnaGraecia #QualitàdellaVita #InnovazioneTerritoriale #Crescita #SviluppoLocale #Sinergia
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Giuseppe Conte sfila il M5s dalla giunta di Michele Emiliano in Puglia. Nel giorno in cui l’ennesimo arresto scuote Bari, il leader del partito arriva in città e annuncia l’uscita dal governo regionale. La conferenza completa sul Fattoquotidiano.it
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La giustizia più vicina ai cittadini con gli Uffici di Prossimità! Sono aperte le candidature per il Terzo Avviso pubblico della Regione Puglia, che selezionerà 18 Comuni per ampliare la rete di Uffici di Prossimità. Questi spazi semplificano l’accesso ai servizi giudiziari, offrendo supporto concreto e digitale, soprattutto alle fasce più fragili della popolazione. Con 15 Uffici già operativi e oltre 730.000 cittadini coinvolti, stiamo costruendo un sistema più equo e vicino ai territori. 👉 Scopri di più sul progetto e sull’avviso nell'approfondimento sul mio blog!
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Caro Stefano, Quello che è accaduto al governatore Toti, è pazzesco. Riporto le parole di un uomo di legge che ben evidenziano la gravità dell'accaduto: "Il cosiddetto “pericolo di reiterazione del reato”, che è una delle condizioni perché un PM possa ordinare la “misura cautelare” della privazione preventiva della libertà ad un indagato, è basata su due presunzioni arbitrarie: la prima è che egli abbia in effetti commesso il reato (il che non puó essere considerato accertato fino a sentenza definitiva semplicemente perché lo vieta la Costituzione italiana) e la seconda è che egli sia un delinquente recidivo e incallito e sia, in quanto tale, disposto e pronto a reiterarlo (il che dovrebbe essere l’eccezione da dimostrare e non la regola da presumere). Si tratta di due presunzioni arbitrarie e in odore di illegalità perché negano e contraddicono la presunzione costituzionale di non colpevolezza di un indagato fino a sentenza definitiva."
Presidente del Consiglio Regionale dell’Assemblea Legislativa di Regione Liguria per la XII Legislatura.
Nel 2015 abbiamo ereditato una Regione messa in ginocchio dalle giunte di sinistra e l'abbiamo rilanciata con grande forza, investendo su infrastrutture, sviluppo turistico e crescita economica. Proprio questa mattina, su La Verità ho letto che, secondo uno studio indipendente dell’università di Göteborg che ha coinvolto i cittadini liguri, la nostra è risultata la Regione italiana a statuto ordinario meglio amministrata. A Giovanni Toti va tutto il mio affetto e il mio ringraziamento per questi 9 anni di governo, sette dei quali trascorsi a stretto contatto (quattro quelli trascorsi insieme in Regione Liguria, 3 i miei da vicesindaco). Adesso siamo tenuti a guardare avanti e a proseguire sulla strada tracciata in questi anni: un modello di governo con un indirizzo politico che continui ad essere “per” la Liguria e non “contro” qualcosa o qualcuno. A breve i liguri saranno chiamati a scegliere tra continuare ad andare avanti, o restituire la Regione ad una sinistra che ha tenuto in ostaggio la Liguria per decenni e riporterebbe indietro le lancette della storia.
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