Post di Claudio Costa

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Coordinatore Area Risorse umane, formazione e fabbisogni formativi della Commissione Salute presso Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

La Giunta Regionale del Veneto ha approvato un piano regionale di contrasto alla carenza di personale sanitario e socio-sanitario. L’OMS stima che entro il 2030 negli Stati membri dell’Unione Europea mancherà un numero elevato di professionisti legato in particolare alla carenza di personale sanitario, riguardante prevalentemente il profilo professionale di infermiere e di alcune altre figure di medici specialisti oltre alla carenza di altri operatori dell’area assistenziale. Dalle analisi emergono due macro-fattori che concorreranno alla carenza di personale sanitario e alla diminuzione del numero di lavoratori: la previsione di un numero molto elevato di uscite di tale personale operante nel Servizio sanitario per quiescenza e dimissioni precoci dal lavoro e l’aumento di richiesta di prestazioni sanitarie legato al progressivo invecchiamento della popolazione, all’aumento delle patologie croniche e, più in generale, all’ aumento delle aspettative dei pazienti nei confronti del SSN.  Con riferimento alla situazione del personale del Servizio sanitario regionale i dati disponibili confermano i trend rilevati a livello internazionale e nazionale. In particolare, si conferma l’invecchiamento del personale del Servizio sanitario regionale pubblico del Veneto che, da una rilevazione effettuata alla fine dell’anno 2023 per i profili di infermiere, medico e operatore socio-sanitario con più di 50 anni d’età, si è stimato rappresentare il 47% del totale.  La criticità relativa alla carenza di personale è influenzata anche dal numero elevato di dimissioni inattese. Infine, si assiste ad una generale diminuzione dell’attrattività dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, e in particolare del corso di laurea in infermieristica. La Regione del Veneto traendo spunto dalle criticità del sistema ha predisposto un “Piano Regionale di contrasto alla carenza di personale del Servizio sanitario regionale del Veneto”, di respiro quinquennale, in cui vengono individuati i cinque macro-problemi su cui è necessario agire: la complessità che caratterizza il fenomeno della “carenza di personale”, la bassa capacità di trattenere il personale in servizio presso il SSR pubblico, la diminuzione del tempo effettivo lavorato a causa dell’invecchiamento del personale, la carenza di personale di assistenza dovuto all’elevato numero di quiescenze e la perdita di attrattività della formazione infermieristica e OSS e di alcune specializzazioni mediche. Per ciascuno di questi macro-problemi il piano individua le azioni trasversali e azioni su profili specifici che intende perseguire per affrontare la sfida legata al personale sanitario e assistenziale. Ora il piano sarà oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali e professionali interessate, anche al fine di acquisire suggerimenti e indicazioni applicative.

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Francesco Maria Galati

Infermiere U.O.C. Pronto Soccorso

7 mesi

Peccato che di soldi nn se ne parla mai 👎

Ottima analisi della tendenza e a legislazione vigente queste possono essere le soluzioni possibili; sarebbe necessario una profonda riforma legislativa, ordinamentale, formativa e contrattuale per invertire l’attuale tendenza della carenza di professionisti della salute e renderebbe appetibili di nuovo queste professioni incentivando anche il ritorno di chi è emigrato…

Angela Bobba

infermiera prof.le presso Asl Vc

7 mesi

Sempre solo parole! Fare leggi a tavolino, senza rendersi conto di cosa si sta parlando! Avete mai provato a fare I turni in una RSA con 50 ospiti, completamente non autosufficienti? Un' infermiere per turno?

Giovanni Frezza

MD Orthopaedic Surgeon- medico chirurgo ortopedico, EMMAS20 Executive Master in Management delle Aziende Sanitarie e Socio-sanitarie presso SDA Bocconi

7 mesi

Si tratta di un giusto approccio ai problemi presenti o imminenti. Amplierei lo sguardo anche su altre azioni a cui terrei molto (sono un medico ): 1) istruzione diretta ai ragazzi di Storia della Sanità e corretto utilizzo delle strutture e servizi sanitari. 2) stabilire l' etica medica per il futuro a noi prossimo. Se questi due aspetti saranno ignorati non basterà fare quadrare i conti fra demografia e personale sanitario. Non basterà perché la domanda di prestazioni sanitarie sarà drogata e certamente sempre più indefinita generando mostri commerciali e buchi nei servizi essenziali.

Tutto molto interessante, ora però spiegateci come si possa mettere in atto un piano per aumentare “l’appeal” della professione e nel contempo avere “disposizioni” dalle regione veneto che visto l’andamento delle spese sanitarie BISOGNA iniziare a risparmiare qualche milione per ogni Ulss?! Siamo dei professionisti, non ci vuole una sfera magica che come tali abbiamo il diritto di essere remunerati in maniera congrua e per competenze! È inutile pretendere lo sviluppo professionale ed intellettuale restando sullo stesso piano remunerativo di 50 anni fa!

Raimondo Di Bella

Chirurgo generale presso Casa di Cura Giovanni XXIII°

7 mesi

Chiacchiere

Gaetano Povolo

La puntualità è un furto al tempo

7 mesi

Ottima analisi

Interessanti i punti da A4.1 a 4.3 soprattutto il primo che in altre parole,significa ampliare i ruoli e le competenze di un particolare gruppo di lavoratori, richiedendo a un professionista di eseguire nuovi compiti che prevedono un livello di responsabilità superiore rispetto a quelli precedentemente svolti, rimanendo sempre all'interno del medesimo ambito. Quindi più responsabilità allo stesso stipendio o a poche briciole di più. Praticamente quello che si sta facendo da almeno 10 anni. Sembra, nel complesso, sempre la stessa minestra riscaldata.... E alcuni ancora ci credono....

Lucia Cavasin

dirigente medico presso Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana

7 mesi

Esatto...studiare le cause..

Stefano Marguati

Infermiere presso Ats Pavia

7 mesi

Da nessuna parte c’è scritto: “azioni” (aumento stipendio)

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