#CorporateArtCollection: il volume “Il segno dell’arte nelle imprese” è un omaggio a imprenditrici e imprenditori di tutta Italia che hanno deciso di sostenere la produzione artistica, la contemporaneità e le sue trasformazioni. Il volume accoglie 57 collezioni corporate di arte moderna e contemporanea, raccontate con storie, immagini, testimonianze di esperti del settore e interviste, a cui si aggiungono 250 immagini che rappresentano le opere di #artisti italiani e internazionali a partire dal 1870 (data convenzionale per l’inizio dell’arte moderna nell’interpretazione italiana) fino agli artisti contemporanei consolidati ed emergenti. Martedì 21 gennaio, a Palazzo Ducale Fondazione per la cultura, si tiene la presentazione del volume. La pubblicazione, ideata dal Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria ed edita da #MarsilioArte, ha il patrocinio del Ministero della Cultura, ha coinvolto personalità di spicco nel mondo dell’arte contemporanea, tra cui Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Ilaria Bonacossa, curatrice del progetto, affiancata da un Advisory Board di esperti del settore come Costantino D’Orazio, marianna agliottone e Marilena Pirrelli. Dopo gli interventi introduttivi di Antonio Calabrò (Gruppo Tecnico Cultura d’impresa Confindustria), Emiliano Cerasi (Palazzo Merulana), Giuseppe Costa (Presidente Palazzo Ducale), Luca De Michelis (AD Marsilio Editori) e Umberto Risso (Presidente Confindustria Genova), vedrà la partecipazione di alcuni dei protagonisti del libro: Francesco Berti Riboli (Casa di cura Montallegro), Andrea Fustinoni (Hotel Miramare) e Marcello Smarrelli (Fondazione Ermanno Casoli). A moderare l’incontro sarà la stessa Ilaria Bonacossa. La partecipazione è aperta e libera, con registrazione a questo link: https://lnkd.in/d74eDpj6
Post di Confindustria Genova
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Il prossimo 6 maggio, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino, verrà presentato il volume "il segno dell'arte nelle imprese - Le collezioni corporate italiane per l'arte moderna e contemporanea", promosso dal Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria . Le collezioni corporate costituiscono il perfetto connubio tra arte e impresa, in quanto si aprono al pubblico mostrando la mission dell'azienda detentrice della collezione e ponendo la stessa nel ruolo di player culturale del Paese. La mappatura delle collezioni è imponente e in Italia ne vantiamo diverse tipologie: dalle opere site specific alle raccolte di respiro museale. Da anni mi occupo dello studio e monitoraggio del fenomeno delle Corporate Collection, in un contesto in cui sempre più vi è attenzione all'arte, non solo intesa quale asset class in chiave di investimento, ma anche come vocabolario usato dalle aziende, fuori dal proprio core business, che si traduce, molte volte, in strategie mirate di CSR (Corporate Social Responsibility). Un evento interessante per capire la stretta relazione tra cultura e impresa, in quella che può definirsi una narrazione dei singoli brand attraverso il linguaggio dell'arte. #fsrr #torino #confindustria #corporatecollection
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La mostra “Archivio Animato”, concept espositivo di #FondazioneaCirulli, è un importante strumento di indagine degli elementi costitutivi di ciò che si usa comunemente definire come Stile italiano/Italian Style profondamente legato al contesto della cultura italiana e alla sua evoluzione. Dalle opere esposte in mostra, che raccontano la parabola creativa italiana attraverso una serie di time capsule in continua evoluzione, emerge l’autorevolezza del prodotto italiano il cui segno distintivo consiste nel non avere mai rinunciato al valore aggiunto della matrice artistica e artigianale nella realizzazione di oggetti prodotti in serie e su larga scala. In questo senso, si può dire che il ‘900 sia stato un importante campo di sperimentazione per artisti e imprenditori che hanno stretto sodalizi anche molto duraturi. La fabbrica non è più luogo di alienazione, ma luogo di fermento anche creativo nella misura in cui l’imprenditore intesse dialoghi con artisti, grafici e designer, figure che adesso entrano a pieno titolo nell’organico aziendale.
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Dividendo estetico e investimento, emozione e razionalità A Palazzo Vidoni il convegno “Arte e Finanza” con Stefano Anceschi, Eleonora Santin, Giuseppina Biondelli e Alex Ricchebuono. Impegnare capitale per l’acquisto di un’opera rappresenta una diversificazione del portafoglio, ma serve una pianificazione successoria. #arte #finanza #risparmio #investimenti
Dividendo estetico e investimento, emozione e razionalità
mondopadano.it
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Con la pubblicazione di "Il segno dell'arte nelle imprese", Confindustria presenta una mappatura delle collezioni di opere di arte moderna e contemporanea delle aziende italiane, sottolineando il loro impegno nella promozione e nella valorizzazione della scena artistica italiana e internazionale. Edito da Marsilio Arte, il volume documenta la ricchezza di un patrimonio artistico - spesso poco conosciuto - legato allo sviluppo industriale del Paese, mettendo in luce il ruolo delle imprese italiane come promotori di produzione e ricchezza culturale. La curatrice Ilaria Bonacossa, con l'advisory board composto da Marianna Agliottone, Costantino D'Orazio e Marilena Pirrelli, ha selezionato un nucleo di aziende impegnate in maniera attiva in progetti di mecenatismo per le arti visive. Il progetto, lanciato dal Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria, promuove e incentiva una rappresentanza imprenditoriale consapevole come motore di crescita non solo economica ma anche civile, sociale e culturale. Uno dei modi più affascinanti, e al momento anche meno valorizzati, con cui le imprese portano avanti il proprio impegno per l'arte è il collezionismo corporate, che consente di migliorare il benessere organizzativo, i rapporti di filiera e di fornitura e di consolidare l'empatia con la propria comunità. Il primo passo per sostenere concretamente questi patrimoni d'arte privati è conoscere da vicino le opere di valore custodite dalle imprese. Il volume si concentra su collezioni di arte moderna e contemporanea italiana e internazionale, con opere di artisti affermati ed emergenti. Non vengono censite soltanto le corporate art collection ma, in un'ottica più ampia e in una possibile prospettiva internazionale, viene evidenziato anche l'impegno che moltissime imprese portano avanti per sostenere l'arte e i giovani artisti. Partendo dalle passioni culturali degli imprenditori, il progetto promuove una grande operazione culturale e comunicativa per valorizzare il patrimonio artistico e la sua rivitalizzazione, anche in chiave contemporanea, attraverso i talenti degli artisti e il sostegno dei privati.
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La responsabilità culturale si concretizza in diversi modi. Tante imprese italiane hanno focalizzato la loro attenzione alla «Corporate Cultural Responsibility»,un nuovo modello di imprenditorialità che vede gli attori economici impegnarsi anche per la crescita civile, sociale e culturale. L’arte, infatti, aiuta a creare un’identità e rappresenta un efficace strumento di marketing in grado di rafforzare il brand aziendale e dei beni o servizi prodotti dall’impresa. Inoltre, anche grazie all’organizzazione di mostre aperte al pubblico, gli investimenti in arte e cultura possono diventare un link con il territorio, evidenziando l’impegno in termini di sostenibilità. https://lnkd.in/dC92eGAd
Le collezioni corporate italiane per l’arte moderna e contemporanea, martedì 21 gennaio 2025 ore 11.30, Sala del Minor Consiglio – Palazzo Ducale Genova
http://alessandria.today
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Sono anni che affermo che il sistema tradizionale di galleria in Italia è fallito, assolutamente insostenibile per chi con la Cultura desidera fare Impresa a differenza di filantropi e mecenati (sacrosanti) ma che perseguono l’ <utile culturale>. Ciò non significa che non si può fare impresa in questo ambito, c’è un mercato dell’arte e della cultura, ma sono necessarie nuove regole, nuove strategie e ciò non vale solo per le ‘Gallerie’ ma per tutto il Sistema Arte: Fiere, curatori, artisti, uffici stampa e soprattutto Musei. In particolare le Fiere devono smetterla di dare solo Medaglie, Coppe e Vip Card ed ergersi ormai a Comitati Scientifici di Selezione ma devono fare MERCATO soprattutto. I musei (in Italia l’unico museo nazionale di arte contemporanea è il Maxxi di Roma) poi tanti musei regionali che non hanno soldi e non acquistano quasi nulla di contemporaneo. Iva al 23%, nessun sostegno pubblico. Infine il Curatore ormai un Sopravvissuto al proprio tempo e a se stesso troppo spesso imposto dal sistema come gli uffici stampa che ti pubblicano su riviste, social e altro che ormai leggono solo artisti e curatori. Crisi in cinese significa Cambiamento. Tutto cambia tranne il Cambiamento. #artroom #change #NewProject #mercatoarte #Arte #galleriadarte
Roma, chiude la galleria Divario: “funzione culturale e commerciale assieme? È insostenibile”
finestresullarte.info
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🔥 Leo Castelli: L'uomo che ha rivoluzionato il mercato dell'arte contemporanea 🎨 Signori, fermiamoci un attimo a considerare una cosa straordinaria: Leo Castelli non era semplicemente un mercante d'arte, ma un creatore di imperi. Nel cuore della New York degli anni '50, questo signore di origini italiane ha messo su una galleria che ha letteralmente cambiato le regole del gioco. Prima di lui, il mercato dell'arte era dominato da modelli obsoleti, ma Castelli ha capito che la chiave del successo era l’innovazione, l'anticipo delle tendenze e, soprattutto, credere negli artisti prima che diventassero grandi. 🖼️ Che cosa ha fatto di rivoluzionario? Ha scommesso su artisti che oggi consideriamo leggende: pensate a Warhol, a Jasper Johns, a Rauschenberg. Oggi sembrano nomi inevitabili, ma a quei tempi erano scommesse. Ha capito che l'arte non era solo una questione di bellezza o stile, ma un business da costruire. Ha letteralmente creato un mercato per loro. Ha fatto di New York il centro del mondo artistico, spostando il baricentro dall’Europa all’America. Per gli imprenditori di oggi, Castelli è un esempio straordinario di come si possa innovare anche in un settore apparentemente tradizionale, trasformando il talento grezzo in un fenomeno globale. #LeoCastelli #Innovazione #BusinessCreativo #StrategiaDiMercato #Visionario #Imprenditoria #ArteContemporanea #Leadership #StoriaDellArte #NewYork 4o
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Arte e innovazione un binomio essenziale. Non possono sussistere singolarmente
A Torino è stata presentata la 31ª edizione di “Artissima – Internazionale d’arte contemporanea”, che aprirà i battenti dal 1° al 3 novembre negli spazi dell’Oval e a cui parteciperanno 189 gallerie provenienti da 34 Paesi nel mondo. Nell’occasione è stata annunciata anche la seconda edizione del Premio “Diana Bracco – Imprenditrice ad arte”, dedicato a galleriste emergenti che abbiano dimostrato un’attenzione alla ricerca e alla qualità artistica e una capacità di coniugare la crescita commerciale nel mercato dell’arte con una forte elaborazione culturale. Il Premio, del valore di 10.000 euro, vanta una giuria d’eccezione. “La valorizzazione delle donne nei vari ambiti della vita sociale, economica, politica e culturale, è da sempre al centro del mio impegno nella responsabilità sociale d’impresa, nelle istituzioni e nel mondo aziendale”, afferma Diana Bracco, mecenate e grande collezionista di arte contemporanea. “Da questo retroterra è nata l’idea di costruire con le nostre Fondazioni insieme ad Artissima un’iniziativa che valorizza la figura della gallerista come imprenditrice. Un Premio di cui sono molto orgogliosa, anche perché può essere di stimolo per la nuova generazione di galleriste, italiane e internazionali”. Fondazione Bracco ArtissimaFair #FondazioneBracco #Artissima #Artissima2024 #art #artecomtemporanea #contemporaryart #women #galleriste #artgallerists
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📣Nella cornice di Villa Fürstenberg è stata presentata la nuova edizione di Economia della Bellezza, un evento per confrontarsi - insieme a imprenditori ed esperti del settore - su come l’arte e la cultura siano asset strategici di competitività per le imprese. 📈Quest'anno #BancaIfis esplora il legame tra imprese italiane e i progetti artistico-culturali, svelando come la cultura stia diventando parte integrante del business aziendale per stimolare benessere e competenze. “Economia della Bellezza dimostra con numeri e testimonianze concrete, di piccoli e grandi imprenditori del nostro Paese, quanto sia vincente il binomio tra arte e cultura e attività d’impresa. Una unione che crea valore, economico e sociale, e che conferma il ruolo chiave della figura dell’imprenditore-mecenate per lo sviluppo virtuoso della collettività. Per questo, ho voluto creare ‘Ifis art’, il brand che riunisce tutte le progettualità di Banca Ifis che hanno l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese. Una piattaforma integrata e aperta sia alle nostre persone che al territorio e che, tra le altre cose, prevede una corporate collection di importanti opere esposta nelle sedi del Gruppo, il Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, a Mestre, il sostegno alle più importanti manifestazioni artistiche nazionali — da Biennale di Venezia a Roma Arte in Nuvola —, oltre a operazioni di assoluto rilievo come l’acquisto e il restauro dell’opera di Banksy ‘Migrant Child’, a Venezia, e del Palazzo San Pantalon, sul quale è stata realizzata” ha dichiarato Ernesto Furstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis. Leggi l’approfondimento https://lnkd.in/dyZTqvwy #EconomiadellaBellezza #Ifisart #Kaleidos
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https://lnkd.in/dFfAYPmx Come si viveva nel Cinquecento in una delle città più popolose dell’Europa moderna? Quali sentimenti animavano gli uomini? A chi si chiedeva protezione? Quale era il ruolo delle donne? Quali libri si leggevano, quale musica si ascoltava? A queste domande e anche a molte altre risponde la mostra Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552, di Fondazione Brescia Musei che ha la curatela di Roberta D’Adda, Filippo Piazza e Enrico Valseriati e vuole restituire al pubblico di oggi lo spirito di un’epoca. Troppo spesso il Cinquecento bresciano di Moretto (1498 circa – 1554), Romanino (1484/1487 – 1560) e Savoldo (1480 circa – post 1548) è stato raccontato come un episodio isolato, confinato nella storia dell’arte. Questa rassegna dimostra come e perché la pittura raggiunse risultati sorprendenti, facendosi linguaggio precursore di maestri come Moroni e Caravaggio e divenendo base della straordinaria tradizione della cosiddetta pittura della realtà. Il Cinquecento a Brescia è eccentrico, tormentato da tensioni religiose e dai drammi della guerra, tra il lusso delle famiglie nobiliari di una città ricca e potente, l’operosità di molti e il fermento culturale. In mostra vedremo dipinti, oggetti, libri, armi, strumenti musicali che diventano testimoni di un periodo che si apre con il brutale Sacco della città nel 1512, la crisi sociale, economica, morale che ne consegue e prosegue con la rinascita, colma di inquietudine così come di un desiderio di un nuovo tempo di pace e prosperità. Brescia nel 1506 è una città di circa 60.000 abitanti, tra le venti città più popolose del continente europeo, più di Roma e più di Madrid; è uno dei centri nevralgici della Repubblica di Venezia in terraferma, un grande emporio commerciale e produttivo. Questi dati non solo danno conto della convergenza di interessi esistenti su Brescia, uno dei maggiori centri economici, sociali e culturali dell’Europa del tempo, ma fanno meglio intendere cosa significò il 1512 quando le truppe francesi, condotte da Gaston de Foix, saccheggiarono la città uccidendo circa 8.000 uomini e donne, incendiando e distruggendo. Ne scrive Patrizia Lazzarin
Il Corriere Blog - Il Rinascimento a Brescia
ilcorriereblog.it
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