Mille Miglia, il vero fascino si capisce così
“La corsa più bella del mondo”: Enzo Ferrari di competizioni ne capiva davvero e quando definì così la Mille Miglia sintetizzò alla perfezione quello spettacolare mix di cultura, storia, tecnologia, competizione e passione della Freccia Rossa. Una cosa difficile da capire oggi visto che – per fortuna – non si gareggia più in mezzo ad ali di folla a fare da guardrail. Eppure, nonostante la Mille Miglia non si corra più dal 1957, il mito resiste. Più vivo che mai. La rievocazione storica che in questi giorni attraversa l’Italia ne è la prova.
Ma più delle milionarie auto d’epoca che sfilano da Brescia a Brescia passando per Roma, per far capire cos’è stata questa straordinaria e folle corsa, stavolta è stato realizzato qualcosa di unico. Un evento show che spiega davvero l’anima della competizione. In occasione del primo traguardo di tappa a Torino della 42ma edizione della Mille Miglia, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile ha infatti celebrato la corsa più bella del mondo con la mostra “Un viaggio lungo Mille Miglia”. L’esposizione – realizzata in collaborazione con il Museo Mille Miglia di Brescia e visitabile nella project room del museo torinese da oggi al 29 settembre – racconta un’epopea durata un trentennio, dal 1927 al 1957.
Ed ecco l’idea: il percorso espositivo racconta i tre decenni della corsa, con una particolare attenzione agli anni più significativi: il 1927, data della prima edizione, il rilancio dopo la guerra nel 1947 e il 1957, l’anno del trionfo di Taruffi e del tragico epilogo. A ciascuno di questi anni corrisponde una tappa fondamentale nella storia della Mille Miglia: Brescia, il luogo dove tutto ebbe inizio; Torino, simbolo della ripresa nel dopoguerra; Roma, la tappa che unisce l’Italia da nord a sud e città della vittoria amara di Taruffi.
Tutta l’esposizione e la narrazione corre su tre livelli, ciascuno sostenuto da una specifica tipologia di materiale: il dietro le quinte della gara – illustrato da un’ampia selezione di materiali originali esposti in teca – che raccontano i preparativi alla gara, le lettere delle scuderie, i rapporti con gli organizzatori e i materiali degli addetti ai lavori.
Il secondo narra invece l’emozione della gara in presa diretta, con fotografie e filmati d’epoca che mostrano i protagonisti della corsa, le loro imprese sulle strade impervie del percorso e la partecipazione calorosa del pubblico.
E il terzo spiega il fascino popolare della gara nel cinema: una selezione di filmati – dalla cronaca dell’Istituto Luce al cinema d’autore di Wes Anderson – che rappresentano in maniera spettacolare, controversa e talvolta onirica una gara che ancora oggi affascina e offre spunti di riflessione...
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