Post di Cristina Lucera

Un bellissimo articolo del Sole 24 Ore, approfondisce i temi della genitorialità e di come attente politiche di aiuto ai genitori all'interno delle aziende, possano incentivare la natalità, migliorare il benessere e fare da leva per il vantaggio competitivo, aumentando la reputazione di un ecosistema lavorativo, attraendo e mantenendo talenti. Jointly ha realizzato la ricerca toccando tutti gli aspetti critici di questo delicato e quantomai attuale, argomento. 👏 Che cosa ne pensate?

Quale influenza possono avere le aziende nelle scelte di vita personali? Quanto impattano sulla decisione di avere - o non avere - figli? In attesa di ritrovarci il 10 ottobre in Triennale Milano, proseguiamo con la serie di dirette LinkedIn di Road to Head On, con un confronto su uno dei temi oggi più correlati al benessere psicologico delle persone: la #genitorialità, in tutte le sue forme. Oggi, live qui e sulla pagina di Mindwork - Wellbeing in progress, insieme a Monica D'Ascenzo - giornalista e autrice, tra gli altri, di “Mamme d’Italia. Chi sono, come stanno, cosa vogliono” - e a Diana Said, Inclusion, Diversity & Equity, KPMG Italia, ci confronteremo su dati, rappresentazioni e (falsi) miti relativi alla genitorialità, con l’obiettivo di fare chiarezza e comprendere il complesso rapporto tra genitori, benessere psicologico e azienda.

Il cambiamento è nell'aria se sempre più padri sfidano gli stereotipi di genere sulla genitorialità, arrivando persino a rifiutare opportunità lavorative di fronte a richieste anacronistiche. Vi è mai capitato? Hai mai sentito parlare del 'paternal wall'? È il muro invisibile di discriminazioni che i padri affrontano sul lavoro, simile al noto 'maternal wall' delle madri lavoratrici. Ma mentre sappiamo che 1 madre su 2* percepisce discriminazioni, cosa sappiamo dei padri? Con Me First® e LabCom rompiamo il silenzio. Abbiamo realizzato una ricerca pioneristica "Come stanno i working dad in Italia?" Per la prima volta in Italia esploriamo: - Il 'paternal wall': discriminazioni verso i padri lavoratori - Il 'paternal guilt': il senso di colpa paterno, finora ignorato Perché? Perché anche i papà hanno emozioni e meritano di essere ascoltati. Vuoi fare la differenza? - Sei un padre lavoratore dipendente? Compila il nostro questionario - Sei una mamma e vuoi supportarci? Aiutaci a diffondere la ricerca - Sei un HR manager? Coinvolgi la tua azienda. Faccelo sapere e vi citeremo durante eventi e report come aziende che hanno contribuito! Qui tutte le info: https://lnkd.in/drUa9wsG *Fonte report Me First® + LabCom "Come stanno le working mom in Italia?" Fonte articolo Il Fatto Quotidiano https://lnkd.in/dXMcNnBc

Oggi, in occasione del 💼 #primomaggio, celebriamo non solo il lavoro, ma affrontiamo anche un tema cruciale che incrocia la maternità con la professione: la salute mentale delle 👩💻 #mammelavoratrici. In un giorno così significativo, che coincide anche con la #giornatamondialedellasalutementalematerna, prendiamoci un momento per riflettere sulle sfide quotidiane che le mamme lavoratrici affrontano, e su come possiamo supportare il loro benessere psicologico. 🤯 Gestire il Carico Mentale. La salute mentale passa dal benessere psicologico, che deve essere tutelato. il #caricomentale quotidiano si genera dal volume di compiti che una persona deve gestire e la capacità di tollerare emotivamente questi carichi. Una mamma che lavora si trova a bilanciare molteplici responsabilità: carriera, famiglia, cura dei figli.  Il carico mentale si manifesta attraverso una costante negoziazione tra compiti professionali e impegni familiari. Questa tensione, se non gestita adeguatamente, può portare a stress, senso di inadeguatezza sia nella sfera professionale sia in quella personale. È fondamentale riconoscere i segni del sovraccarico mentale e sostenere le donne promuovendo l' #empowerment 💪 , per aiutarle a sentirsi più sicure delle loro capacità e fornendo loro strumenti per la gestione dello stress, del tempo, oltre all'importanza della delega e dell'impostazione di limiti chiari. 👐 Promuovere una Cultura del Supporto. Creare un ambiente lavorativo che sia veramente inclusivo e supportivo per le madri lavoratrici, non è solo una questione di welfare aziendale, ma un imperativo culturale e sociale. È essenziale implementare politiche flessibili che riconoscano e valorizzino le esigenze specifiche delle mamme lavoratrici. Questo può includere iniziative di corporate wellbeing e di supporto sociale che contribuiscano proattivamente alla loro salute mentale. A livello più ampio, è fondamentale rafforzare il senso di comunità e ridurre il senso di isolamento attraverso la creazione di reti di supporto. Inoltre, questa è una questione che trascende il luogo di lavoro ed entra nel tessuto stesso della nostra cultura sociale. Sarebbero necessarie politiche pubbliche più concrete e la promozione di una cultura della parità, verso una distribuzione equa delle responsabilità familiari tra i partner, sostenendo così non solo le madri lavoratrici, ma anche i padri e altri caregiver. #primomaggio #lavoro #salutementale #mammelavoratrici #supporto #empowerment

"Le Sfide della Genitorialità". L'Italia non è un Paese per genitori, sempre più in bilico tra preoccupazioni e stanchezza. Si sentono schiacciati e confusi, investiti da un eccesso di informazioni e lasciati spesso soli. Il nuovo rapporto, realizzato da QUID+, la linea editoriale a marchio Gribaudo – IF- IDEE EDITORIALI FELTRINELLI S.R.L. , ha coinvolto oltre 3.000 genitori ed è dedicata al tempo di qualità di genitori e figli da 0 a 7 anni. Il ruolo dei genitori è nettamente cambiato negli ultimi decenni, nel segno di una maggiore parità di genere e una crescente condivisione delle responsabilità parentali. Tuttavia, quando questa collaborazione manca, il sostegno della famiglia tradizionale, specialmente dei nonni, diventa sempre più fondamentale. L’8,6% degli intervistati ha sottolineato la propria solitudine, sottolineando una tendenza all’isolamento sociale. Questo rischio è amplificato nelle famiglie monoparentali, una sfida significativa per il tessuto sociale italiano. Per il 44% dei genitori italiani la sfida principale nel crescere un figlio è la gestione dei capricci e della rabbia, seguita dall’educazione al sonno (25.4%). Affrontare le crisi emotive dei bambini può essere difficile, specialmente quando manca il supporto o quando si viene condizionati da giudizi esterni. Tuttavia, comprendere le necessità implicite dei bambini dietro le loro difficoltà e adottare approcci educativi basati sulla comprensione e sull’accoglienza delle emozioni può aiutare a vivere queste situazioni in maniera costruttiva. La stragrande maggioranza dei genitori intervistati (71.5%) non riesce a ritagliarsi sufficiente tempo per coltivare i propri interessi. Essere genitori è un impegno che richiede dedizione ed energie, un viaggio quotidiano di crescita accanto ai propri figli. Resta di grande importanza il valore del tempo da dedicare a se stessi, non solo per il proprio benessere psicofisico, ma anche per migliorare la qualità delle relazioni familiari. #genitorialità #genitori #bambini #padre #madre #figli #futuro #educazione #crescita #tempo #benessere #lavoro #casa #domestico #asilo #scuola #sonno #crescita #psicofisico #amore #attenzione #disciplina #emozioni #ansia #preoccupazioni #serenità #felicità #scoperta #ascolto #dedizione #nonni #responsabilità #modelli #società #paura #appartenenza #solitudine #gioia #byinnovation

Il mondo dei genitori è un universo complesso, ma la società spesso chiede loro di navigarlo in solitudine. Ho fondato Me First® con una missione chiara: ricordare che per prenderci cura del mondo intorno a noi, dobbiamo occuparci prima di noi stessi/e e dei nostri bisogni. Questo "mondo" assume molte forme: - il nostro bambino/a,  - la nostra casa,  - la nostra relazione di coppia,  - il nostro lavoro,  - la nostra famiglia d'origine. La lista è infinita... Ho partecipato al convegno "Il tempo dei papà" organizzato dal Centro per la Salute del Bambino. L'evento ha rafforzato 4 punti cruciali: 1. La presenza paterna è fondamentale. La ricerca dimostra che il coinvolgimento del padre nei primi 1000 giorni di vita del bambino è un potente fattore protettivo contro disturbi comportamentali, dell'apprendimento e disagi psicologici. Questo sfata il mito che solo la madre debba occuparsi del neonato. 2. Politiche lavorative inadeguate frenano il progresso. La mancanza di politiche che supportino la genitorialità ostacola un cambiamento culturale già in atto, frustrando chi desidera un migliore equilibrio tra vita, lavoro e accudimento. 3. I padri vogliono più congedi. I padri lavoratori utilizzerebbero più congedi parentali se fossero meglio regolamentati e meno penalizzanti per la carriera. Presto condivideremo dati dettagliati su questo aspetto! 4. Il benessere familiare dipende dal coinvolgimento paterno. La salute della madre e della coppia migliorerebbe significativamente con una maggiore presenza del padre, sia nelle prime fasi di vita del bambino che successivamente. Ma... serve maggiore consapevolezza maschile. La bassa partecipazione maschile al convegno (solo il 25%) evidenzia la necessità di sensibilizzare ulteriormente gli uomini sull'importanza del loro ruolo paterno. Sono entusiasta di aver avviato un dialogo che porterà a un'alleanza tra Me First® e il Centro per la Salute del Bambino. Le nostre visioni complementari sottolineano l'urgenza di affrontare questi temi da prospettive diverse. Non possiamo più gestire da soli/e il complesso mondo della genitorialità. 🌷 Grazie di cuore Mara Piasentin - Monica Castagnetti - Maddalena Cannito - Annina Lubbock

Equilibrio tra Vita Privata e Lavorativa: Una Sfida da Vincere per le Madri Oggi, più che mai, l’equilibrio tra vita privata e lavorativa è una delle sfide più complesse per le madri che navigano tra carriera e famiglia. La realtà è che non si tratta solo di “gestire il tempo”, ma di creare un ambiente che consenta alle donne di dare il meglio sia sul lavoro che nella vita privata, senza sacrificare l’una per l’altra. 📌 Il sostegno aziendale è fondamentale. Politiche aziendali flessibili, congedi parentali equi, e un ambiente che promuove la parità di genere sono passaggi cruciali per permettere alle madri di crescere professionalmente senza sentirsi inadeguate come genitori. 📌 La cultura del supporto reciproco tra colleghi è altrettanto importante. L’inclusività non è solo una parola, ma un valore che si traduce in azioni concrete che rispettano le necessità di tutti, specialmente delle madri che devono districarsi tra le sfide quotidiane. 📌 Investire nella qualità del tempo diventa essenziale. Non sempre possiamo bilanciare perfettamente lavoro e famiglia, ma possiamo concentrarci sulla qualità del tempo che dedichiamo a ciascuno di questi aspetti. Un pomeriggio produttivo al lavoro e una serata di qualità con i propri figli possono fare la differenza. L’obiettivo non è “fare tutto”, ma fare tutto con consapevolezza, riconoscendo che l’equilibrio non è un punto d’arrivo, ma un viaggio continuo. 🔑 A tutte le madri che lottano per questo equilibrio: siete incredibili. Il cambiamento passa anche dalla vostra forza e determinazione. #EquilibrioVitaLavoro #MadriAlLavoro #ParitàDiGenere #SupportoInAzienda #FlessibilitàLavorativa #CarrieraEFamiglia #LeadershipFemminile

Quasi nove anni fa sono diventata mamma per la prima volta. Un momento di gioia, ma anche l'inizio di una battaglia interiore. Mi trovai con un enorme senso di inadeguatezza rispetto al mio ruolo materno, ma anche a quello professionale. Non ero la sola a vivere questi conflitti interiori. Una nostra ricerca con LabCom - su 2691 madri - ha rivelato che: - il 78% delle madri soffre di sensi di colpa - 1 mamma su 2 ha alti livelli di esaurimento emotivo - Il 91.04% delle madri si dedica a hobby e passioni MAI o solo a volte. Sappiamo anche che: - il 42% delle madri tra i 25 e i 54 anni non ha un'occupazione - Una mamma su 5 non rientra a lavoro dopo la maternità (Fonte: Le equilibriste: la maternità in Italia nel 2024, Save The Children) Da questa sfida nacque Me First® Il primo metodo di empowerment psicologico dedicato alle madri e ai padri. Un metodo validato e innovativo anche nel mio settore, la psicologia. Per la prima volta, ci rivolgevamo al genitore come persona, non solo in relazione al bambino o al suo "ruolo". Legittimando l'idea che: - i suoi bisogni - le sue ambizioni - i suoi obiettivi possano venire al primo posto. Me First® ha rivoluzionato il supporto alla genitorialità nel mondo aziendale. Offriamo programmi specifici e altamente qualificati di prevenzione, preparazione e supporto per aiutare: - genitori attuali e futuri, - manager - team a conciliare vita-lavoro-accudimento in modo appagante, riducendo frustrazioni e livelli di stress, e favorendo un equilibrio sostenibile. Ma la vera vittoria? Il cambiamento culturale che stiamo innescando. 🌷 #stayhumam

“Non è importante la quantità di tempo da trascorrere con i figli ma la qualità”. Questa è una frase che si sente spesso, soprattutto quando c'è un problema di quantità. Una frase che troppe persone, soprattutto uomini, hanno utilizzato per dover motivare lo sbilanciamento del proprio tempo verso il lavoro. Sicuramente non è la quantità a fare la qualità, ma la qualità può passare eccome dalla quantità. La quantità di tempo libero serve ai genitori, non smettiamo di chiederla. Ecco perché al mondo del lavoro si chiede uno slancio di sostenibilità sociale: perché nelle relazioni familiari non si debba più usare il lavoro come impedimento per un’equa distribuzione dei carichi di cura domestica e familiare tra uomini e donne. Insieme a Bruno Arbanassi penso sia interessante ribadire un concetto: Per costruire ambienti di lavoro che si prendano cura delle persone bisogna dare energie, tempo e soluzioni per liberare il tempo delle persone. E ritorniamo sempre lì: a volte basta proprio poco per scegliere di imboccare una direzione sostenibile per permettere alla genitorialità un tempo giusto, adeguato e responsabile. Alcuni esempi: -riorganizzare il lavoro limitando l’uso di straordinari tardo pomeridiani e serali; -concordare accordi di lavoro agile su misura e personalizzati su ruolo, funzioni ed esigenze di cura extralavorative; -permettere una flessibilità oraria che consenta di rendere agevole e non una lotta contro il tempo il commuting tra casa, scuola dei figli, azienda; -permettere una flessibilità oraria che non obblighi a fare una pausa pranzo di durata uguale per tutti; -considerare le malattie dei figli dei propri dipendenti eventi ordinari che possono accadere e non “seccature” organizzative che escludano quel genitore da percorsi di carriera; -non utilizzare toni di scherno o frasi offensive (mammo, babysitter, “ma una mamma questo bambino ce l’ha?”etc…) verso colleghi che assolvono semplicemente i propri doveri genitoriali attraverso permessi, ferie o congedi parentali. I presupposti? Dal lato dei papà decidere di chiedere più tempo per assolvere alle proprie responsabilità genitoriali. Dal lato dei datori di lavoro di ascoltare quella richiesta di tempo. Dal lato di entrambi, impegnarsi a fare accordi che soddisfino entrambi. Win-win. L’alternativa? Vedere ancora troppe donne sacrificare carriere, soddisfazioni professionali o spaccarsi in quattro tra lavoro e carichi di cura. O vedere sminuite le responsabilità familiari e domestiche dei papà. Perché ha senso fare questo scatto culturale nel lavoro? Per coerenza. Per evoluzione sociale. Per qualità della vita. Per perseguire una parità che avvantaggi tutte e tutti. Ecco che la frase si trasforma: “La quantità di tempo che trascorriamo con i figli è importante per poter dar loro la qualità di cura che meritano.” Noi crediamo ne valga la pena. Se ci credi anche tu, lascia una reazione, un commento o diffondi. Grazie. #lavoro #genitori #responsabilità #tempo

Capo: “Riunione alle 18 oggi? La cena a casa tua non può farla la tua compagna? Papà millennial: “No, troppo tardi. In famiglia nel 2025 i carichi di cura e le responsabilità si dividono equamente.” *** Capo: “Oggi tutti in presenza in ufficio. Non può andare tua moglie a prendere i bambini all’asilo?” Papà millennial: “No, avrei bisogno di lavorare da remoto. In famiglia nel 2025 i carichi di cura e le responsabilità si dividono equamente.” *** Capo: “Ma questi bambini non hanno una mamma che li vada a prendere all’asilo quando stanno male?” Papà millennial: “Hanno una mamma che lavora anche lei. Questi bambini hanno un padre che può andarli a prendere e quel padre sono io. In famiglia nel 2025 i carichi di cura e le responsabilità si dividono equamente.” *** Presi questi scenari immaginati ma verosimili, quanto dovrebbero far riflettere? Su cosa? Sulla distanza generazionale che c’è tra organizzazioni del lavoro che sono state gestite da uomini che i carichi di cura familiare li hanno per decenni e decenni scaricati sulle donne, sulle mamme e una nuova generazione di padri che credono invece sia giusto dover fare meglio delle generazioni passate. Penso ci sia molto da riflettere Non per le nuove generazioni di papà che si impegnano a dare un nuovo esempio. C’è molto da riflettere per quelle generazioni che davano per scontato che tutte quelle cose dovessero farle le mamme, le donne. E queste riflessioni dovrebbero portare a conclusioni ragionevoli: è giusto creare organizzazioni del lavoro migliori che tengano conto della necessità di favorire il riequilibrio dei carichi di cura. E non vale solo per la cura genitoriale e domestica. Vale anche per quella dei genitori o parenti anziani. Servono datori di lavoro, manager, capi coraggiosi su queste tematiche. Perché? Per costruire lavori più giusti. Una società più giusta. ________ Se credi che datori di lavoro, manager e responabili aziendali abbiano la responsabilità di creare spazi di flessibilità e di giustizia sociale verso quegli uomini che si impegnano nel riequilibrare i carichi di cura domestica e familiare, lascia una reazione, un commento o diffondi l’argomento. E grazie per l’attenzione. #lavoro #paternità #cura #donne #organizzazione