“La molecola treprostinil si presenta con una nuova stabilità del farmaco, durante il suo utilizzo nella micro-pompa per infusione sottocutanea, da 3 giorni fino a 14 giorni. Questo, per i pazienti, rappresenta un significativo passo avanti perché significa che, in base al dosaggio specifico di ciascuno, si potrà effettuare il refill nel dispositivo in uso al paziente, potenzialmente solo due volte in un mese”, Carmine Dario Vizza, Professore di Cardiologia all’Università di Roma “La Sapienza” e Direttore della Cardiologia presso l’Azienda OU Policlinico Umberto I.
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L’ #IntestinoTenue è una parte fondamentale dell’apparato digerente, ma anche una delle più difficili da esplorare con le tecniche endoscopiche tradizionali. Questo tratto, lungo e contorto, non è facilmente raggiungibile né dalla #gastroscopia, che si ferma allo stomaco e al duodeno, né dalla #colonscopia, che esplora invece l’intestino crasso. L’ #endoscopia dell’intestino tenue con l’ #enteroscopio, o #enteroscopia, rappresenta una tecnica avanzata per la diagnosi e il trattamento di diverse patologie che interessano questa parte del tratto gastrointestinale. Il prof. Vito Annese, responsabile della #gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’ IRCCS Policlinico San Donato, spiega agli ascoltatori del #fizzshow i vantaggi del suo utilizzo. #salute #diagnosi #diagnostica #medicina #italia #Radio #informazione #notizie
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Recenti #risultati dello #studio clinico di fase III "Summit" evidenziano l'efficacia di #tirzepatide, un #farmaco di Lilly che potrebbe ridurre significativamente il rischio di riacutizzazione dello #scompenso #cardiaco, migliorare la resistenza alla fatica e favorire la perdita di peso. In Italia, circa 600.000 persone convivono con questa #patologia, con un aumento della prevalenza con l’età. Tirzepatide si è dimostrato efficace nel ridurre il rischio di eventi avversi legati all'insufficienza cardiaca, con un follow-up di 104 settimane. Inoltre, ha mostrato un miglioramento significativo nella capacità di #esercizio e nella gestione dell’#infiammazione. Emanuela Omodeo Salè | Corinna Montana Lampo | Cristina Suzzani | Stefania Somarè | Alessia Rapuano | Tommaso La Vecchia | Tecniche Nuove Healthcare | Tecniche Nuove Spa
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I pazienti che non riescono a tenere a bada la pressione alta, seguendo con costanza le terapie prescritte, in futuro potrebbero non avere più alibi grazie a trattamenti di lunga durata che potrebbero combattere il problema dell’aderenza alle cure antipertensive. Una sfida sanitaria molto seria e importante se si considera che dopo circa un anno, fino il 50% dei pazienti abbandona la terapia antipertensiva e così cala anche la possibilità di proteggere cuore e cervello da infarto e ictus. Una prospettiva di miglioramento arriva da un nuovo farmaco, Zilebesiran, attualmente in sperimentazione, al centro dello studio KARDIA-2 presentato al congresso dell’American College of Cardiology in corso ad Atlanta.“I risultati della ricerca sono molto incoraggianti: la nuova molecola interferisce conl’RNA-messaggero bloccando nel fegato la produzione di angiotensinogeno, una proteina che è in cima alla catena dei processi organici che alla fine provocano il rialzo dei valori pressori. Riducendo la disponibilità di questa proteina nel sangue si abbassa anche la pressione – spiega Pasquale Perrone Filardi, Presidente Società Italiana di Cardiologia e Direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare dell’UniversitàFederico II di Napoli –L’innovativa terapia si somministra con una semplice iniezione sottocutanea simile a quella che si fa con l’insulina e la sua azione dura a lungo perché è sufficiente ripeterla a distanza di 3 o addirittura 6 mesi. Con questa modalità di somministrazione, i pazienti che non riescono a seguire la terapia prescritta dal medico, non avrebbero più alibi e il trattamento sarebbe in grado di ridurre in modo significativo i valori di pressione massima senza bisogno di altre cure”. Lo studio KARDIA-2, in doppio cieco e controllato con placebo, presentato al congresso dell’American College of Cardiology da Akshay S. Desai, professore associato dell’Harvard Medical School, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Zilebesiran in 672 pazienti, in aggiunta alle pillole giornaliere. I pazienti arruolati, al momento della prima somministrazione avevano valori pressori, in media, di 143 mm Hg e hanno presentato una riduzione media fino a 18 mm Hg della pressione sistolica che, in molti casi, si è mantenuta stabile fino a 6 mesi. ( fonte: AGI) #medicina #pressionealta #novità #cura Pasquale Perrone Filardi
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Studio recente sul cangrelor in pazienti STEMI: nessun beneficio aggiuntivo rilevato nella riduzione della dimensione dell'infarto o nella prevenzione dell'ostruzione microvascolare rispetto al placebo. Dettagli completi nello studio. #Cardiologia #STEMI #RicercaMedica
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Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) rappresentano, per la loro crescente epidemiologia, una sfida della gestione clinica non solo per i gastroenterologi, ma anche per i medici di medicina generale e per molteplici specialisti. Si tratta di patologie multifattoriali e multidisciplinari, caratterizzate tipicamente da una importante complessità e variabilità di espressione clinica ed un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un progressivo affinamento delle tecniche diagnostiche, endoscopiche e di imaging, con un miglioramento delle tempistiche e della qualità della diagnosi e del follow up. La terapia rappresenta uno degli elementi che hanno subito una più rapida ed apprezzabile evoluzione, con l’introduzione di nuove terapie biologiche e piccole molecole, che stanno consentendo un ampliamento delle possibilità terapeutiche al fine di ottimizzare l’efficacia e minimizzare gli effetti avversi. La terapia delle MICI vede ancora un ruolo determinante della chirurgia, non solo per la gestione delle complicanze, ma anche per la risoluzione di casi non adeguatamente rispondenti alla terapia medica. Grazie allo sviluppo tecnologico in questo campo, oggi le tecniche chirurgiche sono diventate sempre più sofisticate e meno demolitive, con un significativo vantaggio della qualità di vita di questi pazienti. La complessità e la multidisciplinarietà di questi disordini rende indispensabile un aggiornamento continuo del personale sanitario che si occupa di questi pazienti. In questa ottica, il nostro centro, che da vari decenni tratta le MICI sia in età pediatrica che adulta, vuole con questa seduta scientifica riunire alcuni degli esperti di queste malattie, per un update diagnostico-terapeutico, che possa servire, oltre che agli specialisti, ai medici territoriali e medici curanti, che in definitiva sono il vero ed indispensabile supporto assistenziale e logistico per questi malati. Programma: https://lnkd.in/dpNHHUVv Iscrizione gratuita ma obbligatoria : https://lnkd.in/dPyS3kwP fabiola fornaroli Federica Gaiani Stefano Kayali Silvia Iuliano
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Sono appena stati pubblicati i risultati di un nuovo studio ancillare derivato dal registro OUTSTANDING Italy, condotto per valutare se, dopo l’intervento di sostituzione della valvola, i pazienti moderatamente obesi potessero partecipare a un programma di riabilitazione con lo stesso tasso di successo dei pazienti non obesi. L’obesità non sembra rappresentare un aspetto condizionante per il successo della riabilitazione, che è assolutamente sovrapponibile negli obesi e nei non obesi. Anche il tipo di procedura (TAVI o chirurgia) non modifica assolutamente la percentuale di successo. A fronte degli accertati benefici della riabilitazione, gli Autori suggeriscono che le strutture cardiologiche interventistiche considerino l’opportunità di un periodo di riabilitazione anche per i pazienti trattati con procedura interventistica. https://lnkd.in/dzMNGxkY #ReteCardiologica #MarcoRanucci #Stenosi_aortica #OUTSTANDING_Italy
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Una campagna per favorire l’aderenza terapeutica in cardiologia SIPREC - Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare Massimo Volpe Claudio Ferri #Affettidesiderati #GiornataNazionaleperl’aderenzaallaterapia MeP Edizioni - Medico e Paziente #MMG #Cardiologia
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Un team della Universiteit Gent ha recentemente aggiornato le #linee #guida sulla #gestione della #terapia #anticoagulante, utilizzando la metodologia del consenso tramite #procedura #Delphi. Questo #progetto, condotto nell'Heart Center del CEVAC - Ghent University and Ghent University Hospital, mira a migliorare la #sicurezza e l’efficacia del #trattamento per i #pazienti che assumono nuovi anticoagulanti orali (#DOACs), sia in contesti #chirurgici che non chirurgici. Con oltre 10 milioni di #ricette per anticoagulanti registrate nel 2022 in Italia, è fondamentale avere linee guida aggiornate per gestire correttamente questi #farmaci potenzialmente complessi. Le nuove #raccomandazioni forniscono indicazioni per la sospensione e la ripresa della #terapia, allo scopo di ottimizzare l’assistenza ai pazienti e supportare i #professionisti della #salute. Emanuela Omodeo Salè | Corinna Montana Lampo | Cristina Suzzani | Alessia Rapuano | Tommaso La Vecchia | Tecniche Nuove Healthcare | Tecniche Nuove Spa
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