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“Se pensiamo che il problema siano i ragazzi, allora abbiamo già perso” Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Dallara e ospite alla terza puntata del nostro podcast #IstruzioneItalia, ci ha raccontato come una scuola a rischio di chiusura, si può trasformare in un esempio virtuoso di collaborazione. Si partiva da un assunto: la scuola - di un piccolo paese - rischiava di chiudere a causa dell'abbandono dei ragazzi verso la città. Ma secondo Pontremoli, il problema doveva stare altrove, nel contesto e non nei ragazzi: “così abbiamo messo insieme vari elementi della comunità: le scuole, le imprese e le istituzioni. Questo approccio #collaborativo ha permesso di coinvolgere scuole medie inferiori, famiglie e soprattutto i professori, che giocano un ruolo cruciale nell'indirizzare i giovani verso il loro futuro. Abbiamo iniziato a mostrare cosa si fa realmente in un'azienda, aprendo così una nuova prospettiva.” L'iniziativa che di cui ha parlato Pontremoli si è poi estesa a tutta l'Emilia Romagna creando nuovi corsi di laurea interateneo grazie al coinvolgimento delle aziende, istituzioni che per loro natura sono concorrenti, si sono unite nella costruzione di nuove competenze, insieme al lavoro con le università e le istituzioni. "Immagino una società futura" conclude Pontremoli "in cui scuole, sistemi formativi, istituzioni e imprese dialogano e collaborano.” Solo così si può generare valore. La puntata integrale è disponibile su Spotify: https://lnkd.in/dbGr9XkG Grazie ad Andrea Pontremoli per essere stato ospite del nostro podcast Istruzione Italia. Questo è il terzo episodio della stagione del nostro podcast con ospiti che fa parte del progetto #TomorrowEducation, un insieme di iniziative targate Talents Venture per costruire il futuro dell’istruzione e del mercato del lavoro. Per approfondimenti: https://lnkd.in/dWSrgzwz

Massimo Di Lizio

Consulenze Industriali e Ingegneria dei Materiali

3 mesi

Condivido pienamente le parole di Andrea, dar la colpa sempre e solo ai ragazzi é l’azione più semplice. Aggiungo: tutti e dico tutti siamo stati 20enni, chi di voi ragionava da 40enne e 60enne? I ragazzi devono essere stimolati, dar loro una pacca sulla spalla é gratis e ancor più dire: non preoccuparti , sbagliare fa parte del gioco 😉 Un grosso saluto ad #andreapontremoli Massimo

Daniele Pellegrino

Experienced Manager Logistic Supply Chain Excellence

3 mesi

Encomiabile iniziativa che ribalta luoghi comuni. Collaborazione tra vari attori è cruciale per creare un modello virtuoso Scuola - Formazione - Impresa - Competenze Richieste (ma che si rinnovano in un sistema mutevole quindi formazione continua). All the best

Verissimo, i figli bisogna aiutarli w non tagliarli le gambe e imporre le proprie idee

Michele Morosin

Responsabile Commerciale presso Wintech Spa

3 mesi

...in questo caso un figlio in gamba non può che essere da un padre all'altezza!

Ferdinando Polato

VARGROUP BUSINESS ADVISOR

3 mesi

La penso come Andrea Pontremoli da un pezzo. Per tanti motivi penso che i giovani hanno fatto sempre meglio di chi li ha preceduti e sarà così ancora. Credo che il nostro compito sia creare le migliori condizioni perché si esprimano senza pretendere che ci assomiglino e restando fiduciosi sul futuro.

Gianluca Frati

Quality Engineer at Kaercher Floor Care S.r.l.

3 mesi

Se non diamo fiducia ai giovani, la società è destinata alla decadenza. Mi ricordo con grande affetto e stima (scusatemi per la citazione) il nostro indimenticabilmente Presidente Sandro Pertini che non perdeva occasione di incoraggiare le giovani generazioni.

MARIA GUERRA

Project Manager

3 mesi

Molto istruttivo

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