Il lavoro da remoto porta meno risultati?🧐 👉 È quello che fa intendere Eric Schmidt, ex CEO e chairman di Google, in una intervista a Stanford, in cui dichiara che secondo lui Google sarebbe indietro nel campo AI perché avrebbe dato priorità al benessere dei dipendenti, compreso il lavoro da remoto. Viceversa, dice Schmidt, per essere competitivi con una startup bisogna lavorare fino allo sfinimento, e non basta “venire in ufficio una volta a settimana”. Nell’intervista Schmidt suggerisce anche che in un futuro in cui le AI possano fare compiti complessi, un’azienda potrebbe chiedere all’AI di clonare totalmente un prodotto esistente già vincente come TikTok, anche “rubando tutta la musica”. E poi solo se il clone ha successo assumere degli avvocati per ripulire il tutto.🥶 Stanford ha successivamente rimosso il video da YouTube dopo che la stampa ha iniziato a diffonderlo. Cosa ne pensi di queste parole? #google #tech #ai
Potrebbe avere ragione, ma potrebbe anche essere completamente fuori strada: senza un adeguato parametro di confronto, mi sembra complesso, se non impossibile, giungere a una conclusione definitiva. Credo che ci sia ancora molta confusione tra le aziende e i dirigenti su cosa significhi realmente smart working rispetto all'home working. Se il lavoro da remoto viene svolto con le stesse modalità dell’ufficio, è probabile che non si ottenga alcun valore aggiunto in termini di produttività. Questo spiega perché molte aziende stanno riconsiderando il modello e optando per soluzioni ibride, che tutelano anche il benessere dei lavoratori. D'altra parte, se si riuscisse a lavorare per obiettivi, concedendo maggiore libertà operativa ai dipendenti (dove possibile), credo che si potrebbe ottenere un immediato ritorno sull'investimento, grazie a un maggiore coinvolgimento delle persone nel team. Ogni azienda è unica, con i suoi processi, le sue persone e i suoi valori. È possibile identificare delle best practice, ma ogni situazione deve essere valutata e approfondita singolarmente.
Penso i problemi di Google siano altri. Di certo non é la flessibilità data ai dipendenti il problema. Se uno ha Mission + obiettivi chiari ed é seriamente valutato sull'output e non su giochi politici, non importa quanto e dove lavora. Pensare di tornare tutti i giorni in ufficio, in open space rumorosi e opprimenti, obbligando tutti a quello che teorie organizzative di cento anni fa prevedevano come "ottimo" é come dire che siamo tutti uguali e tutti rendiamo alla stessa maniera negli stessi orari. La mia stessa produttività é difficile da comprendere o prevedere. É una funzione della motivazione, soddisfazione, riposo, felicità, ecc... Io ho imparato con il tempo a comprendermi, anche se solo parzialmente , e a sfruttare la mia produttività al di la di un ufficio standard 9-18.
Quindi secondo questo signore, Google non é piú tanto competitiva per colpa del buonismo verso i dipendenti. E tutta la sfliza di prodotti abbozzati, esperimenti che andavano da tutte le parti e poi son falliti, i progetti innovativi uccisi nella culla dalle decisioni errate del management…dove li mettiamo? Google s’é persa per strada. Hanno sperperato un vantaggio monopolistico enorme sedendosi sugli allori. Altro che dipendenti che lavorano poco! Management mediocre con idee poche e molto confuse. Ma non tutto é perduto: hanno ancora un ecosistema valido (Android) e ben integrato (Google suite). Devono mollare la presa sul motore di ricerca e farlo evolvere assieme all’AI. Altrimenti lo faranno gli altri.
A me sembra che Google abbia perso da un po’ la sua mission, o non raggiunga le sue milestone o obiettivi (chiamiamoli come preferiamo)… è un azienda formata da micro aziende formate da nano aziende che aprono e chiudono progetti in continuazione…in un contesto del genere è difficile organizzare e portare avanti un progetto AI trasversale su tutta l’azienda… potrebbe continuare a puntare su tutta la suite inclusa in gdrive, che ad oggi risulta tra le migliori soluzioni per organizzare il proprio ufficio mobile, capisco anche che la loro punta di diamante, la ricerca, inizia a sentire il peso dell IA, ed è proprio lì che devono essere bravi ad integrarla, non ci serve l’ennesimo chat gbt…per una big di queste dimensioni risulta difficile far uscire strumenti AI, funzioanli e rispettosi di tutte le regole etiche e burocratiche del mondo…secondo me non è indietro è semplicemente troppo grande come azienda per questo campo 😎😎😎scusate gli errori ho scritto di getto
Ma se invece di mettere al primo posto il successo lavorativo si mettesse la felicità delle persone? Dopo il lavoro c'è la vita? Non dovrebbe essere il contrario? La maggior parte delle persone non vuole vivere per lavorare (e per far arricchire qualcun altro) ma lavorare il giusto per poter vivere dignitosamente
Lavorare da casa può in alcuni casi essere meno efficiente se gestito con le vecchie logiche. Con le dovute innovazioni, il lavoro da remoto è un'opportunità d'oro per aziende e lavoratori. Il motivo per cui al senior manager piace poco, è che non sa gestire il nuovo paradigma. Incapace quindi di aggiungere valore e destinato a essere sostituito. Un po' come quando sono usciti i CD e i produttori di vinili hanno sostenuto che il digitale non vale niente e l'analogico è meglio. Credo che tutte le nuove aziende dovrebbero sfruttare il nuovo paradigma del lavoro da remoto.
Che è un dinosauro e la sua mentalità da dinosauro quale è va superata e dimenticata
Se un azienda indicasse veramente obiettivi specifici, misurabili , raggiungibili, rilevanti, scadenziati (s.m.a.r.t nella letteratura hr anglofona) non avrebbe bisogno di fare venire in ufficio nessuno. Non siamo all'epoca della catena di montaggio,viviamo nel 2024 e la vita dovrebbe essere dominio di ciascuno di noi, non di ste aziende o peggio di sti manager del Quaternario ( ma pagatissimi). Voglio avere obiettivi ben fatti e condivisi. Come li raggiungo sono stracavoli miei. Se non li raggiungo, tolgo il disturbo. Se li raggiungo costantemente o mi paghi di piu' o "ciaone". E basta con sta mentalità subordinata di stampo fordista. Tirate fuori i maroni.
In Brandplane siamo tutti in full remote, per chi vuole abbiamo uno spazio di co-working da prenotare. Eppure siamo una startup. Eppure andiamo come un treno lo stesso. Chi glielo dice a l'ex-CEO Google che il mondo non gira come crede lui? Marta Basso
AI and Ethics Technical Consultancy | Microsoft MCT
2 mesiDa imprenditore è vero, si lavora tantissimo e non ci sono orari. Se imponi lo stessa ai dipendenti si chiama schiavismo. Ovvietà. Non serve andare in un openspace con mille persone per stare in call con i clienti. Non funziona in remoto se non puoi chiamare un collega per un chiarimento perché è sempre in call. In ufficio lo pinzi alla scrivania, al bar, a pranzo, ovvero sopperisci alle mancanze di organizzazione con il tuo tempo. Nel mio piccolo ho visto funzionare e fallire di tutto, dal 2006 a oggi. Il peggio è stato l'ibrido perché finiva sempre a rimandare riunioni al "quando ci siamo tutti". Per fortuna, o per sfortuna il 99%, delle aziende non è grande e non ha le complessità di Google. Soprattutto in USA, se "salti" perché non reggi quei ritmi lo consideravano un problema tuo e non del sistema. Per questo c'è una rottura con le nuove generazioni (accusate di pigrizia), ma da tempo. Basta vedere la riduzione degli orari di lavoro da un secolo a questa parte. Attenzione PERCHÉ c'è anche bisogno di più tempo libero per usufruire di tutti i servizi e prodotti che si producono. Il lavoro da remoto fa saltare il banco anche di due industrie: auto e petrolio (un check agli investimenti degli azionisti aiuta a capire).