Il tema dell'uso degli smartphone a scuola è controverso e suscita opinioni diverse. La decisione dell'istituto superiore Salvemini di Bologna di sequestrare i cellulari degli studenti all'ingresso può essere vista come una misura efficace per ridurre le distrazioni durante le lezioni e favorire la concentrazione. Molti genitori sembrano apprezzare questa scelta, poiché riconoscono l'importanza di garantire un ambiente di apprendimento produttivo. D'altra parte, alcuni studenti potrebbero considerare questa restrizione eccessiva e una limitazione della loro libertà. La misura potrebbe creare tensioni e problemi se non viene gestita con sensibilità. L'istituto ha adottato anche un approccio alternativo per affrontare i comportamenti indisciplinati, coinvolgendo gli studenti in lavori socialmente utili anziché sospenderli. Questo potrebbe favorire la responsabilità personale e la crescita civica degli studenti. In definitiva, l'efficacia di queste misure dipende da come vengono implementate e percepite dalla comunità scolastica. Un dialogo aperto tra studenti, insegnanti e genitori potrebbe contribuire a trovare un equilibrio tra il mantenimento di un ambiente di apprendimento positivo e il rispetto delle esigenze e dei diritti degli studenti. Massimiliano De Cinque #DigitalSherpa
Post di Massimiliano De Cinque
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La scuola può essere un luogo di educazione oltre che di istruzione? La tecnologia, ormai ovunque e nelle mani di tutti, ci spinge a considerare questa duplice natura della scuola in tutta la sua complessità.
📱 Smartphone a scuola: semplificazione o educazione? 🎓 Negli ultimi giorni, il dibattito sull'uso del cellulare a scuola, anche per fini didattici, ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica, dopo la decisione del ministro Valditara di proibirne l'uso fino alle medie. La questione ha coinvolto anche figure pubbliche come Paola Cortellesi e Luca Zingaretti, che sostengono la necessità di vietarlo fino ai 15 anni. Ora che l'eco si è un po' smorzata scegliamo di tornare sull'argomento e sul rapporto scuola e tecnologia per proporre punti di vista più qualificati e per evitare di ridurre il ragionamento sui cellulari a scuola a un pensiero unico. 🔍 Quali evidenze scientifiche? Chi ha scelto di vietare e demonizzare sbandiera studi scientifici che evidenziano la negatività del telefonino in classe. Ma esistono ricerche che ne dimostrano le opportunità straordinarie per l'apprendimento. Come ha sottolineato Pier Cesare Rivoltella, coordinatore del nostro dottorato e professore di Didattica e Tecnologie dell'Educazione; lo potete ascoltare nel video di questo post. 📢 Voce agli esperti Noi dottorandi di Lesdit e la nostra comunità di ricerca crediamo che non possa esistere un unico punto di vista e un'unica narrazione dominante su una tematica così complessa. Le nostre iniziative daranno voce a chi opera da decenni nel mondo della didattica, della pedagogia e delle tecnologie digitali. Vogliamo proporre una controinformazione basata su ricerca, esperienza e consapevolezza. Da oggi troverete qui i ragionamenti di chi ha fatto del rapporto tra media, tecnologie dell'educazione e dell'apprendimento e scuola il proprio oggetto di studio fino ad arrivare a un documento che vuol essere un vero e proprio manifesto della post-media edication. È molto più semplice vietare in nome di una visione ideologica piuttosto che educare all'uso e alla consapevolezza di qualsiasi strumento tecnologico. Unisciti a noi nel dare spazio a una riflessione più ampia e sfaccettata, perché semplificare non è la risposta. Educare lo è. #EducazioneDigitale #SmartphoneAScuola #FamigliaEScuola #TecnologieDigitali #DidatticaInnovativa #Lesdit #ApprendimentoInnovativo #MediaLiteracy Pier Cesare Rivoltella Tommaso Minerva Chiara Panciroli Stefano Moriggi Mario Pireddu Stefano Pasta
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📱 Smartphone a scuola: semplificazione o educazione? 🎓 Negli ultimi giorni, il dibattito sull'uso del cellulare a scuola, anche per fini didattici, ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica, dopo la decisione del ministro Valditara di proibirne l'uso fino alle medie. La questione ha coinvolto anche figure pubbliche come Paola Cortellesi e Luca Zingaretti, che sostengono la necessità di vietarlo fino ai 15 anni. Ora che l'eco si è un po' smorzata scegliamo di tornare sull'argomento e sul rapporto scuola e tecnologia per proporre punti di vista più qualificati e per evitare di ridurre il ragionamento sui cellulari a scuola a un pensiero unico. 🔍 Quali evidenze scientifiche? Chi ha scelto di vietare e demonizzare sbandiera studi scientifici che evidenziano la negatività del telefonino in classe. Ma esistono ricerche che ne dimostrano le opportunità straordinarie per l'apprendimento. Come ha sottolineato Pier Cesare Rivoltella, coordinatore del nostro dottorato e professore di Didattica e Tecnologie dell'Educazione; lo potete ascoltare nel video di questo post. 📢 Voce agli esperti Noi dottorandi di Lesdit e la nostra comunità di ricerca crediamo che non possa esistere un unico punto di vista e un'unica narrazione dominante su una tematica così complessa. Le nostre iniziative daranno voce a chi opera da decenni nel mondo della didattica, della pedagogia e delle tecnologie digitali. Vogliamo proporre una controinformazione basata su ricerca, esperienza e consapevolezza. Da oggi troverete qui i ragionamenti di chi ha fatto del rapporto tra media, tecnologie dell'educazione e dell'apprendimento e scuola il proprio oggetto di studio fino ad arrivare a un documento che vuol essere un vero e proprio manifesto della post-media edication. È molto più semplice vietare in nome di una visione ideologica piuttosto che educare all'uso e alla consapevolezza di qualsiasi strumento tecnologico. Unisciti a noi nel dare spazio a una riflessione più ampia e sfaccettata, perché semplificare non è la risposta. Educare lo è. #EducazioneDigitale #SmartphoneAScuola #FamigliaEScuola #TecnologieDigitali #DidatticaInnovativa #Lesdit #ApprendimentoInnovativo #MediaLiteracy Pier Cesare Rivoltella Tommaso Minerva Chiara Panciroli Stefano Moriggi Mario Pireddu Stefano Pasta
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🇮🇹 Sul digitale la scuola italiana è talmente indietro che potrebbe essere avanti. Oggi però questa peculiarità potrebbe trasformarsi in un punto di forza. 📵 In Danimarca, uno dei paesi con le scuole più digitalizzate d'Europa, il ministro danese dell'occupazione ha chiesto di ridurre l'utilizzo di supporti digitali nelle scuole. Già da diversi anni nelle più prestigiose scuole elementari americane la tecnologia è stata ridotta per lasciare più tempo ad attività e metodi analogici. E in tutto il mondo (Italia inclusa, per fortuna) si stanno iniziando a vietare gli smartphone alle elementari e alle medie. Forse dunque in Italia dovremmo lasciare tutto così. Anche perché le volte che abbiamo provato a introdurre il digitale nelle scuole (penso alla LIM o alla DAD) la mia impressione è che non abbiamo fatto altro che ripetere lo stesso errore: È stata usata una nuova tecnologia con una vecchia mentalità. Quello che potremmo fare invece è il contrario: insegnare una nuova mentalità utilizzando una vecchia tecnologia. 📍 Penso che l'urgenza oggi, soprattutto alle elementari non sia insegnare ai bambini ad usare uno smartphone o un computer. Quello lo imparano anche da soli. Ma piuttosto insegnarli la mentalità con cui usarlo. Fargli capire i rischi e le opportunità di crescere in un mondo sempre più plasmato e permeato dalle macchine. Insegnargli a ragionare, ad essere creativi, a non credere alla prima cosa che leggono o vedono online, a sviluppare un proprio senso critico, a vivere insieme ad altre persone, a gestire il confronto e ad essere cittadini del mondo più consapevoli e responsabili. Queste sono le competenze che andrebbero insegnate oggi fin dalle scuole elementari. E non serve un device elettronico per farlo. #scuola #formazione #digitale #intelligenzaartificiale
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Financial Times: "𝐒𝐦𝐚𝐫𝐭𝐩𝐡𝐨𝐧𝐞 𝐚 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚: 𝐯𝐢𝐞𝐭𝐚𝐫𝐥𝐢 è 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐚?" 𝘋𝘰𝘱𝘰 𝘭'𝘈𝘶𝘴𝘵𝘳𝘢𝘭𝘪𝘢, 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘙𝘦𝘨𝘯𝘰 𝘜𝘯𝘪𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘧𝘳𝘰𝘯𝘵𝘦 '𝘱𝘳𝘰𝘪𝘣𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪𝘴𝘵𝘢' Sempre più scuole nel Regno Unito, stanno introducendo il divieto di smartphone per i propri studenti, preoccupate per il loro impatto sulla salute mentale e sul benessere sociale. Da settembre, gli studenti di molti istituti devono lasciare i loro telefoni in armadietti fino alla fine delle lezioni. Questo approccio ha già portato benefici: meno distrazioni in classe, più interazioni sociali e una migliore concentrazione. La decisione è motivata anche da recenti casi tragici, come quello della giovane Molly Russell, vittima di contenuti online dannosi. Un sondaggio Ipsos ha rilevato che il 48% dei britannici è favorevole a un divieto totale dei telefoni nelle scuole, mentre il 71% appoggia l’idea di depositarli in classe. La ricerca suggerisce una correlazione diretta tra l’uso dei social media e l’aumento di ansia e depressione tra gli adolescenti, una preoccupazione condivisa anche da alcuni parlamentari che propongono regolamentazioni più severe. Ma siamo davvero pronti a dire addio agli smartphone nelle scuole? Da un lato, molti genitori e insegnanti vedono nel divieto uno strumento per ridurre le distrazioni e rafforzare la socialità tra i ragazzi. Dall’altro, la tecnologia è anche parte integrante della vita quotidiana e limitarne l'uso potrebbe creare ulteriori barriere tra scuola e realtà esterna. È un dibattito aperto e in continua evoluzione, ma una cosa è chiara: l’equilibrio tra i benefici della tecnologia e il benessere dei giovani deve restare al centro dell’attenzione. Qui il link all'articolo sul FT 👉 https://lnkd.in/etpGevBq - Sono Matteo Cerri. Su LinkedIn scrivo principalmente di esperienze imprenditoriali, storie di italiani all’estero e di rigenerazione dei piccoli comuni italiani. Ogni giorno ripropongo la sintesi di alcuni articoli della stampa internazionale. Per iscriverti alla mia newsletter ‘𝐄𝐬𝐜𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨’ 👉 https://lnkd.in/enPRAK_B #Smartphone #Educazione #BenessereMentale #Scuola #Genitori
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La riflessione sul ruolo della tecnologia nelle scuole italiane è cruciale. L'adozione di una nuova mentalità, più che di nuovi strumenti, può davvero trasformare l'educazione. Insegnare ai giovani a essere critici e responsabili è una priorità che non dipende dai device, ma dal modo in cui li prepariamo al futuro. Cosa stiamo facendo per favorire questo cambiamento? #digitaltransformation #learning #formazione
🇮🇹 Sul digitale la scuola italiana è talmente indietro che potrebbe essere avanti. Oggi però questa peculiarità potrebbe trasformarsi in un punto di forza. 📵 In Danimarca, uno dei paesi con le scuole più digitalizzate d'Europa, il ministro danese dell'occupazione ha chiesto di ridurre l'utilizzo di supporti digitali nelle scuole. Già da diversi anni nelle più prestigiose scuole elementari americane la tecnologia è stata ridotta per lasciare più tempo ad attività e metodi analogici. E in tutto il mondo (Italia inclusa, per fortuna) si stanno iniziando a vietare gli smartphone alle elementari e alle medie. Forse dunque in Italia dovremmo lasciare tutto così. Anche perché le volte che abbiamo provato a introdurre il digitale nelle scuole (penso alla LIM o alla DAD) la mia impressione è che non abbiamo fatto altro che ripetere lo stesso errore: È stata usata una nuova tecnologia con una vecchia mentalità. Quello che potremmo fare invece è il contrario: insegnare una nuova mentalità utilizzando una vecchia tecnologia. 📍 Penso che l'urgenza oggi, soprattutto alle elementari non sia insegnare ai bambini ad usare uno smartphone o un computer. Quello lo imparano anche da soli. Ma piuttosto insegnarli la mentalità con cui usarlo. Fargli capire i rischi e le opportunità di crescere in un mondo sempre più plasmato e permeato dalle macchine. Insegnargli a ragionare, ad essere creativi, a non credere alla prima cosa che leggono o vedono online, a sviluppare un proprio senso critico, a vivere insieme ad altre persone, a gestire il confronto e ad essere cittadini del mondo più consapevoli e responsabili. Queste sono le competenze che andrebbero insegnate oggi fin dalle scuole elementari. E non serve un device elettronico per farlo. #scuola #formazione #digitale #intelligenzaartificiale
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Non è difficile trovare chi non la pensa come Valditara, basta un po’ di corretta volontà. STEFANO PASTA: 📱 Divieto degli smartphone a scuola: semplificazione estrema 🚫 Proibire è una scorciatoia inaccettabile. Respingere il problema invece di affrontarlo significa rinunciare al ruolo educativo che la scuola deve assumere. 👩🏫 La vera soluzione? L'educazione. Di fronte alle sfide che i dispositivi pongono, l’unica risposta possibile è quella di accompagnare ragazze e ragazzi a riconoscere rischi e benefici. La scuola, come principale agenzia educativa del Paese, non può restare a guardare. Non si può delegare altrove un tema così cruciale nelle vite dei nostri studenti, è il pensiero di Stefano Pasta, docente di Metodologia delle attività formative e speciali, Didattica e tecnologie dell’Istruzione, Information literacy e linguaggi per il web, Metodi per l’intervento educativo e speciale presso l’Università Cattolica di Milano. 💡 Il compito della scuola è educare, non vietare. È tempo di assumersi la responsabilità e guidare i giovani verso un uso consapevole del digitale, dentro e fuori le aule. #EducazioneDigitale #SmartphoneAScuola #AccompagnareNonVietare #ScuolaEDigitale #DidatticaInnovativa #Lesdit #ResponsabilitàEducativa #StopDivieti Stefano Pasta Pier Cesare Rivoltella Stefano Moriggi Tommaso Minerva Chiara Panciroli
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Ragazzi e ragazze tornano a scuola e ancora una volta si riapre il dibattito sull’𝘂𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗲𝗹𝗹𝘂𝗹𝗮𝗿𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗲. Molti istituti nel mondo stanno introducendo divieti o restrizioni, tra le preoccupazioni per la salute mentale e gli effetti sull’attenzione dei giovani. È un dibattito che è destinato a protrarsi, ma dal quale emergono già due posizioni ormai codificate anche dagli studi: i docenti contrari e gli studenti iperconnessi. Di questo tratta il focus di #FuturaNetwork 👉🏻
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Chi ha scelto di vietare e demonizzare sbandiera studi scientifici che evidenziano la negatività del telefonino in classe ma esistono ricerche che ne dimostrano le opportunità straordinarie per l'apprendimento. Noi dottorandi di #LESDIT e la nostra comunità di ricerca crediamo che non possa esistere un unico punto di vista e un'unica narrazione dominante su una tematica così complessa. Vogliamo proporre una controinformazione basata su #ricerca, #esperienza e #consapevolezza.
📱 Smartphone a scuola: semplificazione o educazione? 🎓 Negli ultimi giorni, il dibattito sull'uso del cellulare a scuola, anche per fini didattici, ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica, dopo la decisione del ministro Valditara di proibirne l'uso fino alle medie. La questione ha coinvolto anche figure pubbliche come Paola Cortellesi e Luca Zingaretti, che sostengono la necessità di vietarlo fino ai 15 anni. Ora che l'eco si è un po' smorzata scegliamo di tornare sull'argomento e sul rapporto scuola e tecnologia per proporre punti di vista più qualificati e per evitare di ridurre il ragionamento sui cellulari a scuola a un pensiero unico. 🔍 Quali evidenze scientifiche? Chi ha scelto di vietare e demonizzare sbandiera studi scientifici che evidenziano la negatività del telefonino in classe. Ma esistono ricerche che ne dimostrano le opportunità straordinarie per l'apprendimento. Come ha sottolineato Pier Cesare Rivoltella, coordinatore del nostro dottorato e professore di Didattica e Tecnologie dell'Educazione; lo potete ascoltare nel video di questo post. 📢 Voce agli esperti Noi dottorandi di Lesdit e la nostra comunità di ricerca crediamo che non possa esistere un unico punto di vista e un'unica narrazione dominante su una tematica così complessa. Le nostre iniziative daranno voce a chi opera da decenni nel mondo della didattica, della pedagogia e delle tecnologie digitali. Vogliamo proporre una controinformazione basata su ricerca, esperienza e consapevolezza. Da oggi troverete qui i ragionamenti di chi ha fatto del rapporto tra media, tecnologie dell'educazione e dell'apprendimento e scuola il proprio oggetto di studio fino ad arrivare a un documento che vuol essere un vero e proprio manifesto della post-media edication. È molto più semplice vietare in nome di una visione ideologica piuttosto che educare all'uso e alla consapevolezza di qualsiasi strumento tecnologico. Unisciti a noi nel dare spazio a una riflessione più ampia e sfaccettata, perché semplificare non è la risposta. Educare lo è. #EducazioneDigitale #SmartphoneAScuola #FamigliaEScuola #TecnologieDigitali #DidatticaInnovativa #Lesdit #ApprendimentoInnovativo #MediaLiteracy Pier Cesare Rivoltella Tommaso Minerva Chiara Panciroli Stefano Moriggi Mario Pireddu Stefano Pasta
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📚 L'ultima suggestione sui device digitali in classe arriva da Copenhagen, riportata da Internazionale. Sul profilo Instagram è apparso un post dal titolo: "La scuola danese torna a carta e penna", e si legge: "Il ministro dell’educazione chiede di usare meno smartphone e computer per la didattica. Schermi e social distraggono gli alunni e limitano le interazioni". 📹 Il tutto è accompagnato da un video realizzato dalla piattaforma ARTE EUROPA, progetto finanziato dall’Ue per le politiche multimediali. Al centro del filmato c’è una scuola elementare che ha incrementato l’uso di carta e penna, notando come un miglior bilanciamento analogico-digitale aiuti anche la partecipazione e l’interazione. In quella scuola, secondo le insegnanti, forse c’era un eccesso di uso di computer e tablet, con ogni testo completamente digitalizzato. 👩🏫 Lydia Zampolini, dottoranda Lesdit, ha trascorso 6 mesi dell’Erasmus con un tirocinio a Copenhagen, una scuola molto grande, nei pressi di Vanløse. 🏫 Nei vecchi edifici, pronti ad essere sostituiti da un nuovo progetto, Lydia ha raccolto dati per la sua tesi. Nella folkeskolen danese, che comprende l’istruzione dall’infanzia fino ai 16 anni, si usano sia quaderni 📝 che computer o tablet 💻, a disposizione per i lavori di gruppo, mentre i telefonini vengono lasciati in un contenitore sotto l’osservazione dell’insegnante. 🔍 Con gli strumenti digitali si fanno ricerche in rete o si lavora su un testo con un documento condiviso. Molta attenzione viene data allo sviluppo fisico con pause attive 🧘♀️🧘♂️ ogni 45 minuti, come suggerisce la neuroscienza. In classe il banco non è il “dispositivo di controllo”: si può sedere sul divano o sul davanzale, sdraiarsi sul tappeto, per sottolineare l'importanza dello sviluppo fisico e psichico e del benessere di ogni singolo/a. 📚 Le attività curricolari sono diverse: accanto alle materie tradizionali ci sono educazione stradale 🚦, educazione sessuale 👫 e educazione alla pubblicità 📱. In quest'ultima si utilizzano gli smartphone per realizzare spot e comprendere le dinamiche dei messaggi, sempre sotto il controllo dei professori. 🔑 Il punto è proprio questo: chiedersi cosa sia più funzionale per i discenti (nome neutro), osservare e correggere il tiro. Nell’esclusivo interesse del loro sviluppo e dell’apprendimento nell’ambiente digitalmente aumentato in cui viviamo. 👉 Usciamo dalla polarizzazione tutto digitale/zero digitale. 📱 La sfida educativa oggi non è vietare i dispositivi, ma imparare a governarli. Il digitale non è il nemico: è uno strumento che dobbiamo educare a usare correttamente. 🎓 Lo spiega Stefano Moriggi, filosofo della Scienza, professore associato di Cittadinanza Digitale e di Società e Contesti Educativi Digitali presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. #educazione #scuola #digitale #didattica #equilibrio #innovazione Pier Cesare Rivoltella Tommaso Minerva
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Sono sempre convinto che si tratta di una puttanata stratosferica. I device oggi sono una estensione del corpo, e questo sarà il futuro. Rinunciare a capire come possono essere utilizzati nel modo migliore significa lasciar decidere alla massa. Siamo solo all'inizio del percorso, e dovremmo avere laboratori, fra docenti e alunni, per elaborare e implementare l'uso dei device. Naturalmente non tutti faranno buon uso delle buone pratiche, ma è così che succede, sempre. Però rinunciare a elaborarle, significa penalizzare i migliori e rifiutarsi di governare il futuro. #device #formazione #scuola #divieti #governance https://lnkd.in/d9ZteSwi
Scuola, vietato uso smartphone in classe (anche per la didattica).
https://www.key4biz.it
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