"L'uscita dall'Oms non è contemplata dal programma di Governo. Credo sia legittimo il dibattito per analizzare criticamente il suo ruolo e sulla governance". Così il ministro della Salute
Post di DOCTOR33
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La #sanità non sta bene ma i governi continuano a tagliare i fondi. Giorgia Meloni dice: "Il fondo sanitario nel 2024 è al massimo storico di sempre: 134 miliardi. L'unica cosa che non si può dire è che abbiamo tagliato. I numeri non sono opinioni". Dopo le parole sono arrivati i numeri che, appunto, non sono opinabili, e il Def presentato dal ministro dell'Economia smentisce la presidente del Consiglio. In rapporto al Pil la storia cambia, in peggio, e i dati confermano la tendenza dei governi a stanziare meno risorse o , al massimo, tenere la spesa piatta per la sanità pubblica. Nel frattempo il sistema è in sofferenza: quasi 2 milioni di italiani riunciano alle cure, come evidenzia la Fondazione GIMBE di Nino Cartabellotta Su Today.it tutti i numeri da conoscere e i grafici per capire la situazione (che non è buona) . • L'articolo si legge qui 👇🏻 https://lnkd.in/d6uNagaZ
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Verso il #G7salute, Schillaci: sanità in cima all’agenda politica Si avvicina l'apertura della riunione dei ministri della Salute del G7 ad Ancona. Clima, preparazione alle pandemie, ricerca, prevenzione e stili di vita: i temi significativi per la salute che verranno discussi https://lnkd.in/djQ9bnsE
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#distrazionefatale È rientato dallo finestra, come volevasi dimostrare, e durante la tua gita domenicale fuori porta. LA 77ma ASSEMBLEA DELL’OMS APPROVA IL NUOVO TESTO DEL REGOLAMENTO SANITARIO INTERNAIZONALE La decisione circa l’esistenza o meno di una emergenza pandemica di interesse internazionale (PHEIC – Public Health Emergency of International Concern) spetta al solo direttore generale dell’OMS. Si vede che #lovoglionogliitaliani. Come previsto, dopo il fallimento del Trattato Pandemico, l’OMS è passata al piano B - (RSI, in inglese IHR – International Health Regulations) che è stato approvato all’ultimo momento utile, il 1° giugno. Il nuovo testo del RSI prevede una gestione centralizzata delle emergenze sanitarie in toto. Questo è in grado di scardinare il pur esile schermo del rispetto dei diritti fondamentali che, come abbiamo visto dal 2020 in poi, sono stati completamente annullati in considerazione di una presunta emergenza. La nuova definizione di “emergenza pandemica” è la seguente: un’emergenza di salute pubblica di interesse internazionale causata da una malattia contagiosa che abbia le seguenti caratteristiche: (i) ha, o ha un alto rischio di avere una diffusione geografica ampia e di estendersi a più stati, (ii) eccede o ha un alto rischio di eccedere le capacità dei sistemi sanitari degli stati di rispondere all’emergenza, (iii) sta causando o ha un alto rischio di causare gravi perturbazioni sociali e/o economiche, compresa la perturbazione del traffico internazionale e del commercio (iv) richiede un’azione internazionale coordinata rapida, equa e rafforzata con un approccio esteso a tutti i governi e a tutte le società. In tal caso l’OMS potrà coordinare l’approvvigionamento e la distribuzione di tutti i prodotti rilevanti per la salute, compresi ovviamente gli onnipresenti vaccini, i test diagnostici, i cosiddetti dispositivi di protezione individuale. Lo Statuto OMS e lo stesso RSI prevedono un’entrata in vigore automatica delle nuove norme se non ci sono opposizioni o riserve da parte degli stati membri entro 10 mesi dall’approvazione del nuovo testo. Questa disposizione è incostituzionale. Infatti, l’art. 80 della costituzione italiana prevede la necessità di una legge di ratifica dei trattati internazionali. Ora più che mai è necessario rendersi conto che tutto ciò che proviene dalla politica è dannoso per i cittadini e che nei vari palazzi, nazionali e internazionali, siedono i nostri nemici. Occorre opporsi ai loro piani distopici con l’unico vero mezzo a nostra disposizione, la disobbedienza civile. La strada è dire di no, rifiutarsi di credere alle menzogne, uscire completamente dal sistema marcio e corrotto della sanità gestita dagli stati e dalle organizzazioni internazionale. Disobbedire, resistere boicottare. #cimeritiamotutto quello che ci capita https://lnkd.in/dJY3k2UU
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🔍 La Sanità Italiana e i Fondi Europei: Opportunità e Sfide di un Sistema in Crisi 🔍 Hai mai pensato a dove finiscono i miliardi di euro dei fondi europei destinati alla sanità italiana? 🤔 Perché solo il 40% delle donne partecipa agli screening mammografici? Come mai ci sono ancora ospedali fantasma nonostante i finanziamenti? Cosa possiamo fare per migliorare la trasparenza e l’efficienza del nostro sistema sanitario? Scopri le risposte a queste domande e molto altro nel nostro ultimo articolo. Un’analisi approfondita delle contraddizioni e delle sfide che affliggono la sanità italiana, con un focus sui fondi europei e le possibili soluzioni. 📖 Leggi l’articolo completo qui 👇🏻 #SanitàItaliana #FondiEuropei #Salute #Innovazione #Trasparenza #Efficienza
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8,7 milioni di euro arriveranno in Italia nei prossimi 4 anni per una Joint Action (JA) europea per la prevenzione delle malattie non trasmissibili (in inglese NCD – Non Communicable Diseases) come tumori e patologie cardiovascolari, considerando anche i determinanti di salute. La JA è iniziata il primo gennaio 2024 e durerà 4 anni, con scadenza la fine del 2027. L’Italia è uno dei 25 paesi membri della JA PreventNCD, un progetto con un bilancio di 95,5 milioni di euro in totale, di cui 76,5 milioni di euro coperti dalla UE e il restante 20% dai 25 paesi. 95,5 milioni di euro rappresentano il 20% del budget sanitario totale dell’Unione Europea. Cifre importanti, che non si sentono spesso nel settore.
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I temi sono noti: mentre la Domanda di Salute aumenta (perché la popolazione invecchia) le risorse pubbliche stanziate sono più basse dei nostri vicini europei e, nei prossimi anni, sono previste in ulteriore compressione. Non è tanto un tema di cattiva volontà politica, come potremmo capire dalla dialettica conflittuale tra i partiti; il fatto è che non ci sono soldi. In un bilancio pubblico che, rispetto ai nostri cugini europei, è gravato di oneri pensionistici e da interessi sul debito pubblico più elevati, è evidente che lo spazio per il resto è assai minore. E allora vengo all’articolo che dà conto della vivacità (disordinata) del Privato che sta cogliendo l’occasione delle inefficienze del SSN per portare avanti la propria offerta di servizi a pagamento. Il mio pensiero è che il SSN sia una conquista di civiltà e vada assolutamente preservato, ma proprio per questo occorra fare un bagno di realtà: tenerlo in piedi così, vuol dire vederlo andare progressivamente in rovina; non abbiamo e non avremo risorse sufficienti per manutenerlo nel suo disegno originale. Meglio ridefinire i perimetri, ridimensionandone alcune ambizioni, in modo da dare un ambito chiaro di integrazione col privato che abbia un senso, evitando il “far west” cui stiamo assistendo che sarà anche terreno fertile per imprenditoria ambiziosa, ma per i cittadini genera non solo confusione, anche la certezza di pagare due volte: le tasse (per chi le paga naturalmente) per il SSN e la prestazione per il privato. In questo contesto i Piani Integrativi Sanitari offerti dalle polizze assicurative Salute sono un modello ordinato e chiaro. Purtroppo non accessibile a tutti per temi di “assumibilità” del rischio (ragion per cui occorre pensarci per tempo, quando si sta bene), e di costi, non certo alla portata di tutti. Ma proprio una gestione ordinata dell’integrazione pubblico/privato, può permettere di tenere in vita un SSN che non perda il suo carattere universalistico e il diritto alla Salute dei cittadini. #Sanità #Salute #NonèConsulenzaSenzaProtezione
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𝐋𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐫𝐚𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐞: 𝐛𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨 Dal 1978, il #ServizioSanitarioNazionale (SSN) è il simbolo dell’universalità del diritto alla salute in Italia. Concepito per garantire accesso equo alle cure, ha rappresentato una rivoluzione sociale e culturale, diventando un modello per altri Paesi. 💡 Le sfide di oggi: Invecchiamento della popolazione: la longevità è un successo, ma richiede nuovi modelli di assistenza. Disparità regionali: servono soluzioni per colmare il divario nell'accesso ai servizi, specialmente nelle aree interne. Innovazione e tecnologia: telemedicina e nuove terapie richiedono infrastrutture tecnologiche e aggiornamenti normativi. 🌍 Un approccio integrato: L’adozione del concetto di "One Health" – che unisce salute umana, animale e ambientale – potrebbe guidare le politiche sanitarie future, rispondendo a bisogni locali e sfide globali. 🔍 Un nuovo paradigma per il SSN: Investire nella prevenzione per ridurre il numero di pazienti. Accelerare l'accesso a innovazioni terapeutiche e dispositivi medici. Promuovere un ecosistema sanitario che posizioni l’Italia come leader europeo nella salute. Il SSN è una conquista da proteggere e innovare. Con investimenti mirati e strategie condivise, può continuare a essere un pilastro della coesione sociale e dello sviluppo economico del nostro Paese. Leggi l'articolo di Antonio Gaudioso per saperne di più. #sanità #territori #salute #longevità #coesionesociale Vincenzo Manfredi Francesca Buttara https://lnkd.in/drWrAxWa
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La carenza di personale sanitario e assistenziale ed il suo insufficiente reclutamento e mantenimento, la migrazione di professionisti sanitari qualificati, le condizioni di lavoro poco attraenti e lo scarso accesso ad opportunità di sviluppo professionale continuo sono le principali criticità che affliggono tutti i sistemi sanitari europei, minacciando altresì la sicurezza dei pazienti. Per fronteggiare questi problemi l'Oms Europa ha lanciato una nuova iniziativa che coinvolge 32 organizzazioni di attori non statali (NSA).
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❗🩺 In questi anni, la #sanità è sempre rimasta ai margini dell’agenda politica e ora il #SSN rischia di non farcela. Il #governo ha annunciato investimenti record, ma la realtà è ben diversa. 🤔 Di fatto la percentuale del rapporto spesa sanitaria/Pil si riduce tutti gli anni. Noi siamo passati da circa 6,8% di finanziamento pubblico sul Pil del 2012 e adesso siamo fermi al 2025, intorno al 6%, ma negli anni successivi, 2027, 2028 e 2029, saremo al 5,9%, 5,8% e 5,7%. Quindi, rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese, in sanità si investe sempre meno. 👉 Così il presidente Nino Cartabellotta, ospite di #Fanpage #sanitàpubblica #SalviamoSSN #GIMBE #salute #spesasanitaria
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