L’agenzia delle Nazioni Unite segnala che il virus di #Mpox continua a colpire prevalentemente la Repubblica Democratica del Congo, ma anche Burundi e Uganda. Preoccupano la circolazione dei #ceppi virali e le sfide legate alla crescente violenza nel Paese. https://lnkd.in/di-cFd2c
Post di VET33
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Virus Congo: la pandemia che ha riscritto le regole del potere e instaurato il regime del terrore Un virus letale che ha portato a un regime di quarantena globale e controllo assoluto. Il Virus Congo è stato un pretesto per instaurare un regime di controllo totale? La paura è diventata l'arma definitiva del potere? Un virus letale che ha portato a un regime di quarantena globale e controllo assoluto Il Virus Congo, un virus letale che ha portato a un regime di quarantena globale e controllo assoluto. La pandemia è stata solo un pretesto per instaurare un regime di controllo totale. Le libertà civili sono state sospese, i diritti umani calpestati, la paura è diventata l'arma definitiva del potere. Le autorità hanno sfruttato la crisi sanitaria per imporre un controllo senza precedenti sulla popolazione, usando la pandemia come giustificazione per misure draconiane. La sorveglianza, il coprifuoco e le restrizioni di movimento sono diventati strumenti di oppressione quotidiana. In questo nuovo ordine mondiale, il terrore è la chiave per mantenere il potere, e il virus non è altro che un pretesto per instaurare un regime autoritario. La paura della malattia è stata sfruttata per sopprimere ogni forma di dissenso e per consolidare un sistema di controllo che non lascia spazio alla libertà o alla giustizia. Se la paura è diventata l'arma definitiva del potere, cosa resta della libertà umana? La tua opinione nei commenti! 👍Segui ogni giorno le news di #distocrazia su FB | IG | LI, provenienti da una società futura distopica, totalitaria e tecnocratica, non molto distante dal mondo attuale reale, la cui redazione antigovernativa si è costituita, a seguito alla terza e quarta guerra mondiale, al di fuori del 4° distretto (leggi la storia nel primo post). 👾
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L'#IntelligenzaArtificiale, nei Sistemi di Allerta Precoce (AI-EWS), rappresenta un potente strumento per raccogliere e analizzare informazioni e dati, individuando eventuali anomalie o informazioni inaspettate rispetto alla quotidianità di un paese. Eventi anomali o inaspettati possono rompere la normalità e portare ad un innalzamento di violenza all’interno dei paesi che può sfociare in conflitti o guerre. Gli AI-EWS permettono ai decisori politici di monitorare la situazione nei diversi paesi, individuare le informazioni critiche ed intervenire con maggiore consapevolezza e in anticipo rispetto all’inizio di un conflitto. Il nostro team ha creato un innovativo sistema di AI-EWS sviluppando un algoritmo di Rilevamento di Anomalie per identificare e analizzare dati e informazioni importanti che possono portare ad un aumento della violenza. Il sistema è stato testato su casi reali già avvenuti - come l’attacco della #Russia nei confronti dell'#Ucraina, le proteste in #SriLanka e il colpo di stato in #Burkina Faso - ed ha raggiunto un'impressionante accuratezza di previsione del 93.7%. Oggi il sistema è attivo e monitora 163 paesi, per prevedere e prevenire i conflitti e integrare gli sforzi dei diplomatici con informazioni basate su dati. Sono orgogliosa che questo sistema - sviluppato da Luca Macis, Marco Tagliapietra, e da me - sia stato pubblicato su Technological Forecasting and Social Change, dimostrandone importanza e funzionalità. Ringrazio il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Unità di Crisi, in particolare Nicola Minasi, per i loro contributi. Leggi l'articolo completo per saperne di più: https://lnkd.in/drGN-e5N
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Il #25aprile si celebra la 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗠𝗼𝗻𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝗠𝗮𝗹𝗮𝗿𝗶𝗮, istituita dagli Stati membri della 𝗪𝗼𝗿𝗹𝗱 𝗛𝗲𝗮𝗹𝘁𝗵 𝗢𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝗮𝘁𝗶𝗼𝗻 durante l’Assemblea del 2007 per ricordare che questa malattia è ancora una minaccia per milioni di persone in tutto il mondo, nonostante sia prevedibile e curabile. Nel 2022 si sono verificati 249 milioni di casi rispetto ai 244 milioni del 2021. Il numero stimato di decessi è stato pari a 608.000 rispetto a 610.000 nel 2021. La regione africana continua a sostenere una quota sproporzionatamente elevata del carico globale di malaria. Sono, infatti, quattro paesi africani rappresentano poco più della metà di tutte le morti per malaria nel mondo: Nigeria (26,8%), Repubblica Democratica del Congo (12,3%), Uganda (5,1%) e Mozambico (4,2%). Al contempo, grazie alla #ricerca, si continua a compiere #progressi nell'eliminazione della malattia, registrando una riduzione del 97% dei casi in Cambogia, Cina (provincia dello Yunnan), Repubblica Democratica Popolare del Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam. È necessario investire nel controllo e sull’importanza della prevenzione nei paesi più a rischio. #menthalia #WorldMalariaDay2024 #health
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Sono 42 le emergenze sanitarie globali che richiederanno risorse economiche significative per garantire il supporto essenziale per la salvaguardia delle comunità più vulnerabili
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"L'epidemia- POLIOMELITE - che dilaga, bombe e niente aiuti. La crisi senza fine della Striscia di Gaza". di Francesca Mannocchi la STAMPA 19 agosto 2024 “Secondo le Nazioni Unite l’84% dell’intera popolazione di Gaza è stata sfollata nei dieci mesi di guerra. Dieci mesi di offensiva militare israeliana hanno reso Gaza un focolaio di malattie infettive. Non solo non c’è abbastanza cibo, non solo scarseggia l’acqua potabile e quella che c’è è contaminata, ma non ci sono quasi più strutture mediche degne di questo nome e raggiungibili da chi ne ha bisogno. Le strade, quelle che restano, sono circondate dai resti degli edifici bombardati e da rifiuti e liquami che scorrono. Rifiuti e liquami nel caldo dell’estate medio orientale. La tempesta perfetta per la diffusione delle epidemie. Venerdì scorso fonti del Ministero della Salute di Gaza hanno annunciato che alcuni bambini presentavano sintomi “compatibili con la poliomielite“ e che i test di laboratorio avevano confermato che un bambino di 10 mesi era stato infettato dal virus. È la prima volta che si registra un caso di poliomielite nella Striscia negli ultimi 25 anni. La presenza del virus era stata rilevata per la prima volta il mese scorso in un campione di liquami prelevati da Gaza meridionale e centrale, esattamente le aree in cui la maggior parte della popolazione è ora sfollata. La poliomielite è un virus altamente infettivo che si diffonde principalmente per via oro-fecale. Può compromettere il sistema nervoso e causare paralisi. I soggetti oggi più a rischio sono i bambini sotto i cinque anni e in modo ancor più preoccupante quelli sotto i due, perché dall’inizio della guerra le normali routine di campagne vaccinali sono state interrotte. Gli allarmi sono stati confermati dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che insieme ad altre organizzazioni umanitarie che operano a Gaza ha registrato migliaia di casi di malattie respiratorie, diarrea ed epatite A. Anche per questo le Nazioni Unite spingono per un cessate il fuoco urgente, o almeno, dicono, una pausa che possa consentire loro di avviare una campagna di vaccinazione per almeno 600mila bambini. Una pausa consentirebbe di avviare due cicli di vaccinazione, uno ad agosto e uno a settembre. Ma prima i vaccini devono arrivare a Gaza. ( l'articolo continua nel primo commento)
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Bisogna vedere tutti i lati e le conseguenze di un conflitto, mentre ci si focalizza su aspetti politici di frazionamento di interessi economici e di variazioni geopolitiche le fasce fragili muoiono per assenza di beni primari mietendo più vittime di un ordigno. tensioni politiche, eventi climatici non provocano solo sbalzi finanziari delle commodities ma affondano intere popolazioni nell'incubo peggiore: la fame https://lnkd.in/dxMQmf37
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L'oblio colpevole del Sudan La politica italiana fa un gran parlare di guerra in Ucraina, conflitto israelo-palestinese e, sul fronte immigrazione, della richiesta di sei anni di reclusione avanzata dai pm di Palermo nei confronti di Salvini nel processo Open Arms. Ma... di Sudan? La guerra civile scoppiata nello Stato nordafricano nell'aprile 2023, è rimasta sempre confinata in un vergognoso, colpevole, profondo oblio. Eppure... Oltre la metà dei sudanesi (quasi 25 milioni su una popolazione di 46,87 milioni) necessita di assistenza, oltre un milione rischia di morire di fame. Oltre 11 milioni di abitanti risultano sfollati, milioni sono in fuga verso Sud Sudan, Ciad ed Egitto. Le vittime accertate all'8 settembre erano oltre ventimila (fonte Oms). Nei giorni scorsi un mercato di Sennar è stato raso al suolo dai bombardamenti: 40 le vittime. La capitale Khartoum è devastata dai bombardamenti e interi villaggi del Darfur rasi al suolo. È in atto una epidemia di colera, con 3,1 milioni di persone, tra cui 500.000 bambini sotto i cinque anni, a rischio. Tra il 22 luglio e il 15 settembre i casi segnalati di colera sono stati 8.457 e i decessi 299 in otto Stati del Sudan (dati ufficiali del ministero federale della Sanità sudanese). 3,4 milioni di bambini sotto i cinque anni sono ad alto rischio di morbillo, malaria, polmonite, malattie diarroiche e colera. Dallo scoppio della guerra civile, la copertura vaccinale nazionale è scesa dall'85% al 50%, ed è crollata al 30% nella aree interessate dai combattimenti. Più del 70% degli ospedali non è operativi, come riporta l'UNICEF. Non mi sembrano notizie figlie di un Dio minore, tant'è. Khartoum non è Kiev. Il Darfur non è il Donbass. El Obeid, Sennar e Kaduqli non sono Leopoli, Kharkiv, Mariupol e Odessa. Il mercato di Sennar non è il teatro di Mariupol. Nell'immaginario collettivo, il povero Sudan non costituisce una minaccia diretta per il benessere europeo. Sì, ma le decine di milioni di sfollati e in fuga oggi, potrebbero diventare i migranti che sbarcano nei porti italiani domani. Stronzate. Considerazioni disobbedienti no-global di sinistra, degne di associazioni come Medici senza Frontiere o attivisti alla Luca Casarini. Ormai l'Italia si trova in una botte di ferro. L'immigrazione non è più un problema grazie "all’intenso lavoro diplomatico di Giorgia Meloni, che in questi mesi ha tessuto fitte reti di collaborazione con i Paesi dell’Unione europea e anche al di fuori dei confini comunitari" come elogiava "La Voce del Patriota" in un articolo del 16 maggio 2024 (inutile specificare l'orientamento...). Intanto, Cina, Russia, Serbia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti continuano ad arricchirsi con il sangue degli innocenti. Immaginiamo che il bambino-guerriero con il dito in bocca sia qui accanto a noi. Avremmo il coraggio di fermarci, guardarlo negli occhi e chiedergli scusa? #sudan #SudanNews #guerracivile #guerrainsudan #SudanWar
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Troppo spesso gli operatori umanitari e i Volontari sono un bersaglio, al pari, purtroppo, della popolazione civile. Anche e soprattutto quando provengono dalle comunità locali - i nostri vicini e amici – che sono lì per prime a sostenersi a vicenda. Nessuna comunità resta inattiva finché non arrivano gli altri, ma entra immediatamente in azione e prepara una risposta, Gli operatori hanno accesso alle comunità in quanto parte fidata del loro tessuto, e sono ben posizionati per mantenere un approccio basato sui principi, come abbiamo visto anche nelle crisi più complesse. Sono presenti prima, durante e dopo una crisi. E sono esposti in prima persona ai rischi che derivano dai dalle zone di conflitto nelle quali operano. Spesso non dispongono delle attrezzature e dei dispositivi di base necessari per mitigare il rischio, come dispositivi di protezione, apparecchiature di comunicazione e veicoli sicuri. Finora, nel 2024, sono stati segnalati 393 attacchi contro operatori umanitari, di cui 370 contro operatori umanitari locali. 30 fra dipendenti e volontari della Croce Rossa sono stati uccisi mentre erano in servizio solo negli ultimi 9 mesi, in attacchi che hanno colpito la popolazione civile in generale. Altri ancora hanno subìto minacce, feriti gravi e periodi di detenzione mentre cercavano semplicemente di portare aiuto a quanti avevano bisogno. Quest’anno gli operatori umanitari di Palestina e Sudan hanno subìto l’80% degli attacchi totali. La morte è diventata parte della nostra quotidianità. Dovremmo tutti opporci con veemenza a questa normalizzazione! Gli operatori umanitari sono lì per aiutare; e non ci si dovrebbe aspettare che diano la vita per farlo! Ed invece, l’azione politica e l’indignazione pubblica sono ampiamente incoerenti quando ci si riferisce a eventi che colpiscono il personale umanitario e i volontari. Sono disperatamente necessari rinnovati sforzi politici per proteggere tutti i civili, compresi gli operatori umanitari. Le norme sono chiare, servono azioni concrete per garantirne l’attuazione #UnItaliaCheAiuta #UNGA79 #ActForHumanity
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Aumentano le malattie infettive a Gaza: Sono aumentate le malattie infettive a Gaza – Tra cui diarrea e sospetta epatite A, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)
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