Ascolto empatico nel gruppo classe Il gruppo classe è eterogeneo, vi sono persone con caratteri e vissuti variegati, appartenenti a vari ceti sociali. Per l'efficacia nel processo di apprendimento, ognuno dei studenti in aula avrà accesso secondo le sue caratteristiche individuali, alle informazioni scientifiche trasmesse dall'insegnante. La trasmissione di informazioni e la modalità di essere compresa da tutti i nostri studenti, va fatta rispettando le loro competenze, capacità cognitive; secondo me, va creata un'atmosfera pregna di armonia, rispetto reciproco sia tra docente e allievo, sia tra tutti i membri del gruppo classe; è compito dell'insegnante di rassicurarsi che la comprensione è percepita in maniere diverse e qualsiasi studente si senta libero di fare domande, di sollecitare spiegazioni, di interagire con il docente per ulteriori approfondimenti e di essere accolto con ascolto empatico, gentilezza e ricettività. L'immagine mi riporta a riflettere ad alcuni allievi che erano all'inizio del percorso di formazione molto riservati, introversi e silenziosi; durante lo studio e avendo in seguito notato che non vi erano pregiudizi da parte del docente, sono stati ascoltati e guidati con interesse, pazienza, entusiasmo e empatia, il loro comportamento è cambiato, come se avessero rotto delle catene invisibili, ma preesistenti, lasciando posto alla condivisione, curiosità epistemica, tranquillità e attenzione per il processo pedagogico.
Post di Elena Viorela Secere
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L'essenza di un'esperienza educativa autentica. L'educatore non è una figura superiore, ma un compagno di viaggio che si mette in gioco. Per educare efficacemente, dobbiamo comprendere a fondo le emozioni e le prospettive degli altri. Ogni interazione educativa può lasciare un segno profondo, quindi è fondamentale agire con cura. È necessario dare spazio alle voci e ai bisogni di ogni individuo; farlo sentire compreso e accettato, senza giudizio, adattare il linguaggio e lo stile comunicativo al contesto e all'interlocutore. L'educazione è un processo graduale che richiede tempo e dedizione. Essere educatore è molto più che trasmettere conoscenze. Significa coltivare relazioni, stimolare la crescita personale e creare un ambiente di apprendimento sicuro e accogliente.
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Il mutuo insegnamento, noto anche come “insegnamento reciproco” o “peer teaching”, è una metodologia didattica in cui gli studenti insegnano e apprendono reciprocamente. Questo approccio, che può essere formalizzato o più informale, si basa sull’idea che l’apprendimento può essere potenziato attraverso l’interazione tra pari. #pedagogia #mutuoinsegnamento #educare #danielenovara
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Esiste una #didattica senza #relazioneeducativa? Oggi diremmo di no, ma forse in passato la relazione tra docente e studente non era considerata così centrale. Ci sono ancora insegnanti che adottano un approccio frontale o delegano l’aspetto educativo alla famiglia o a figure di coordinamento. Ma, soprattutto in contesti difficili, la relazione non è accessoria: è la chiave. Gli studi pedagogici parlano chiaro: per un apprendimento autentico, bisogna essere #empatici, favorire il dialogo e accogliere l'altro. Carl Rogers, ad esempio, ha sempre sottolineato il valore dell’empatia nel processo educativo. Ma cosa significa questo quando si lavora in situazioni complesse, dove la "famiglia" spesso non è presente fisicamente o educativamente? In alcuni contesti scolastici entrare in relazione con gli studenti non è solo desiderabile, è necessario. Questi ragazzi si aspettano che tu li veda davvero, anche quando la loro turbolenza adolescenziale, la rabbia sociale o l’ansia per il futuro rendono tutto più complicato. Non tutti sono pronti a gestire questo tipo di complessità, ed è uno dei motivi per cui non tutti riescono a insegnare in certi contesti o non instaurano relazioni significative con gli studenti. La vera domanda è: da dove partire? Dal riconoscere che ogni relazione educativa è un atto di #coraggio. L’empatia e la disponibilità ad accogliere l’altro sono la base su cui si costruisce ogni percorso di apprendimento? O è possibile fare senza?
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La sfida più difficile dell'insegnamento: dedicarsi alle intelligenze di ogni studente
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💬Sogno una scuola della “motivazione”: 🏫Compito della scuola è quello di «promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti». Una scuola che voglia formare e orientare non può essere scissa dalla società in cui è inserita e dalla realtà quotidiana in cui gli allievi vivono. Temi ed esempi trattati nell’insegnamento delle discipline dovrebbero essere sempre raccordati a quanto presente «fuori dalla scuola». 🌈La scuola della «motivazione» è quella che si frequenta per migliorare se stessi ed acquisire stru-menti per vivere meglio la realtà fuori dalla scuola. 🧭In tal senso il counseling di orientamento può fare molto per costruire un rapporto vivo e attivo tra scuola e società e stimolare nei ragazzi l’interesse per l’apprendimento. La scuola dei «significati» è quella che aiuta l’allievo a dare un senso al mondo e alla propria vita. Tutti siamo ormai sommersi da dati ed informazioni. Ma cosa vogliono dire? Che significato hanno? 💡Ragionando sulle professioni, sulle opportunità e sulle prospettive di evoluzione, si può costruire spirito critico e autonomia di pensiero. Riflettendo su di sé, sulle proprie risorse, bisogni, interessi, desideri e possibile ruolo nel mondo, l’allievo diventa adulto, nel senso più alto del termine. #orientare #orientamento #scuola #counseling #counselor #motivazione #esperienza #riflessione #autodeterminazione ASNOR Associazione Nazionale Orientatori
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La prima preoccupazione di un buon educatore, nei riguardi degli allievi a lui affidati, dovrebbe essere quella di tenere sempre accesa, alimentandola di continuo , con parole ed esempi,rinforzi ed incoraggiamenti,la fiammella della curiosità intellettuale, che madre natura ha donato a tutti gli essere viventi fin dalla nascita ; l'attenzione, l'osservazione, la riflessione, il ragionamento,il calcolo sono azioni naturali del nostro cervello di homo sapiens; far brillare la lampadina , cercare e ricercare ,migliorare e perfezionare , per prove ed errori, trovare alla fine una soluzione per un problema teorico e/o pratico , tutto ciò nasce dall'istinto di sopravvivenza; la motivazione, la leva di ogni scoperta e progresso trova la sua causa e origine nella 'ricerca della felicità e del benessere', per sfuggire al dolore, alla fatica, alla morte , un bisogno che non puo' essere soppresso nemmeno nelle condizioni più difficili ed estreme; in questo ambiente artificiale, che è l'aula scolastica, al posto degli elementi naturali e delle belve ,ritroviamo altri fattori che dovrebbero tenere in allenamento la nostra mente, il nostro istinto,il nostro corpo; la moderna pedagogia e la psicologia applicata alla didattica ci insegnano che, senza generare inutili ansie , paure e frustrazioni - per fortuna non siamo più costretti a vivere sulle palafitte o nelle caverne col fuoco acceso per scacciare i predatori - si può insegnare empaticamente adeguandoci al ritmo naturale di ciascun allievo, al suo stile di apprendimento ; e potremmo lasciare le valutazioni numeriche e le medie aritmetiche ad altri professionisti ,perché non credo che siano indispensabili tali 'attrezzi' se non vogliamo considerarli solo degli appigli per giustificare un monocorde stile di insegnamento, che ha fatto probabilmente il suo tempo e non ha dato sempre prova di efficacia ed efficienza . Conta più tener viva la passione per lo studio, individuare e valorizzare talenti o costringere tutti ad uno studio 'matto e disperatissimo' che potrebbe allontanare, demotivare,respingere gli allievi piu sensibili, con bisogni educativi particolari, che potrebbero ricercare altre strade per soddisfare quell'insopprimibile voglia di esplorare, ricercare, conoscere?
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Dovremmo prendere le distanze dal pensare l'insegnamento come un insieme di tecniche, come qualcosa che viene offerto agli studenti da un docente. Quando insegniamo, quando progettiamo l'apprendimento, offriamo una dimora temporanea in cui gli studenti vivranno per un po' e formiamo insieme i modelli di vita in cui cresceranno. Una pedagogia è una casa in cui insegnanti e studenti possono vivere insieme per un po', un luogo in cui gli studenti sono accolti come ospiti e in cui possono crescere. Come ogni casa, coinvolge risorse e modelli di interazione, sia intenzionali che non, che plasmano coloro che vi si trovano, sviluppando strumenti che aiutano a interpretare il mondo. #scuola; #trentino #istruzione #futuro #formazione #apprendimento #insegnamento
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L'ALBERO DELLE DOMANDE (proposta formativa ideata nel 2011) La capacità di fare e farsi domande è sicuramente un aspetto centrale de “l’imparare ad imparare” e di un approccio metacognitivo. La competenza interrogativa dovrebbe essere, quindi, una delle principali finalità dell’educazione poiché stimola ad utilizzare ciò che si sa e nello stesso tempo spinge ad andare oltre il già conosciuto e a cercare soluzioni nuove. Nel momento in cui come insegnante, riabilitatore, genitore vogliamo favorire “l’imparare ad imparare” emerge la necessità di riflettere su come poniamo le domande e quale modello di dialogo interno vogliamo sviluppare nei nostri interlocutori in modo che sappiano poi, in modo autonomo, interrogarsi per affrontare le situazioni problematiche che la vita pone loro di fronte.
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L'Importanza del Dialogo e della Concretezza nel Percorso Educativo: Oltre i Confini dell'Aula Il dialogo è fondamentale nella relazione e nella crescita tra docente e alunni, ma questo deve includere un riscontro sull'utilizzo dei materiali e non deve limitarsi a un'interazione virtuale, bensì concreta. Nell'antica Grecia, lo sviluppo culturale non si basava solo sulla pastorizia, ma con l'avvento di Pericle, il popolo e gli artisti collaborarono allo sviluppo di tutta la cultura greca. Quando Cicerone si rese conto della grandezza raggiunta dai Greci, disse: "Sono andato per conquistarli ed essi hanno conquistato me." Un esempio emblematico è il racconto dell'Odissea, che ci ha fatto percepire il grado culturale, politico e filosofico raggiunto dai Greci. Una collega, durante gli esami, ha affermato che i Greci rappresentano l'inizio, mentre i filosofi moderni la contemporaneità. È fondamentale riconoscere che la creatività giovanile, alimentata dall'entusiasmo e dalla consapevolezza, può essere l'inizio di un percorso terapeutico. La lettura e il confronto con gli altri permettono di costruire e andare oltre i limiti, e alcune persone si proiettano verso un "piano B" che arricchisce anche ambiti fuori dalla conoscenza scolastica. Questo porta a un insegnamento che va oltre ciò che si studia, ottenendo risultati significativi e affermando, come dice Lao Tzu, che l'importante è andare oltre i propri limiti. Attraverso la cultura giapponese impariamo che si cade sette volte e ci si rialza otto, e questo ci insegna a imparare anche dagli errori. Tuttavia, spesso ci fermiamo a progetti che rimangono immagini fredde e non strutturate nella conoscenza delle forme geometriche e stilistiche. Questo può causare disagio agli alunni, mancando di consapevolezza ed empatia. La creatività rischia di essere soffocata se non si va oltre i contenuti rappresentati. È importante che l'educazione porti gli oggetti oltre i loro limiti. Ad esempio, una piccola web radio può diventare uno strumento per portare il prodotto oltre i confini della scuola o del fare arte personale. Solo così si eviterà lo stallo e la morte della creatività, promuovendo invece un viaggio continuo di arricchimento sia esterno che interno. Prof. Misale 71
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