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Il 16 maggio di 140 anni fa il torinese Angelo Moriondo brevetta la prima macchina da caffè. L’invenzione sarà presentata all'Expo di Torino dello stesso anno, nel 1884.
Successivamente, nel 1936 a Milano, Antonio Cremonese, depositò il brevettato con la certificazione del metodo detto "rubinetto a stantufo" metodo evoluto di Angelo Moriondo, da cui successivamente avviene l'evoluzione della macchinetta del caffè Espresso.
Nello stesso Anno Angelo Moriondo morì prematuramente ed il barista Achille Gaggia acquista il brevetto dalla vedova Rosetta Scorza, migliorando il metodo con i successivi brevetti e dando inizio alla produzione industriale della macchina del caffè Espresso.
Ma la vera e propria diffusione delle macchine espresso avviene a partire dal dopoguerra, inizialmente diffusa soltanto nei bar ed altri esercizi pubblici, dagli anni settanta, si diffuse anche ad uso domestico.
Angelo Moriondo nacque il 6 giugno 1851. Benché nel tempo la sua invenzione sia diventata importantissima per l’economia del caffè, in particolare in Italia, il nome di Moriondo non è molto noto perché non sfruttò il suo progetto per avviare una produzione industriale di macchine per l’espresso, come invece fecero altri dopo di lui.
Solo negli anni Novanta la sua invenzione fu riscoperta da un collezionista di macchine per il caffè australiano, Ian Bersten, che ne raccontò la storia nel libro Coffee floats, tea sinks.
Moriondo veniva da una famiglia di imprenditori: il padre, insieme a un fratello e a un cugino, aveva fondato una fabbrica di cioccolato, la Moriondo & Gariglio. Lui invece faceva l’albergatore e il ristoratore. Per quanto riguarda l’invenzione per cui oggi è ricordato, Moriondo registrò un brevetto per «nuovi apparecchi a vapore per la confezione economica ed istantanea del caffè in bevanda».
In quel periodo il consumo del caffè era già molto diffuso in Europa ma nei locali in cui era servito, chiamati a loro volta caffè, bisognava aspettare per poterlo bere, dopo il processo di infusione. Per questo in tutto il continente venivano progettate delle macchine che permettessero di accelerare il tempo di preparazione. Quella di Moriondo era costituita da una caldaia verticale e da un sistema di tubi che permetteva di fare il caffè usando sia il vapore che l’acqua.
Non è stato conservato il prototipo che Moriondo espose in quell’occasione né altri modelli dell’epoca, ma nel 2018, seguendo le istruzioni del brevetto, ne è stata riprodotta una che fa parte della collezione del Mumac, il museo delle macchine per il caffè espresso del Gruppo Cimbali di Binasco, in provincia di Milano.
Nonostante l’oggetto di allora non abbia nulla a che fare con le macchine moderne, l’idea di Moriondo rappresentò il passo fondamentale che ha poi reso il caffè espresso un’eccellenza italiana in tutto il mondo.
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3 mesiil miglior caffè che si beve nei bar di Bologna!!!