Post di Fabio Beatrice

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Primario Emerito in Torino, Direttore Scientifico del Board Internazionale di MOHRE, Medico Competente; Specialista in Otorinolaringoiatria ed Audiologia

Facciamo chiarezza: circa il 20% della popolazione italiana fuma . Parliamo più o meno di 11 milioni di persone. L’80% non fuma e deve essere protetto dal fumo passivo e dal meno noto fumo di terza mano ( polveri e cicche ). Questo spiega la ragione dei divieti anche se proprio i divieti appaiono in certi casi poco collegati ai rischi reali. Per esempio il fumo passivo vale per gli ambienti confinati perché all’aperto le variabili sono troppe e la sua pericolosità non e’ ben valutabile. Ci sono invece all’aperto certezze sul fumo di terza mano e cioè polveri sottili, cicche , radioattività. La questione medica più pressante però è che il 20% dei fumatori produce 90 mila morti ogni anno . Soprattutto i forti fumatori ( 20 e più sigarette al giorno) alimentano la mortalità . Questi oltre a minare la loro salute ed incidere dolorosamente sulle loro famiglie sono un costo umano e sociale e inducono anche una forte spesa sanitaria collegata a cancro, ictus, infarti e malattie polmonari. E’ urgente intervenire su questa fetta di popolazione con azioni mirate e ricevibili. La proposta clinica è smettere chiedendo aiuto agli esperti. E’ in questo ambito che una intelligente proposta di cessazione necessita di essere accompagnata anche da una strategia di riduzione del rischio per chi non ce la fa. Nessuno va lasciato indietro , mai.

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