Un giovane su quattro non risponde mai al telefono. Si tratta di un comportamento che sta diventando sempre più diffuso, soprattutto tra i 18 e i 34 anni. Secondo il sondaggio del Times, la maggior parte di loro preferisce comunicare attraverso messaggi testuali anziché rispondere alle chiamate, con il 70% che prova ansia solo al pensiero di doverlo fare. Ma cosa sta dietro a questa tendenza? Secondo Massimo Ammaniti, psicoanalista e professore di Psicopatologia dello sviluppo, si tratta di una forma di fobia del contatto. I giovani, abituati a comunicare attraverso i social media e le chat, trovano difficile gestire le interazioni telefoniche, che richiedono una forma più diretta di comunicazione e un adattamento alle regole del dialogo. https://lnkd.in/dTFpTu7X
Post di Federico Luperi
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Il telefono squilla: è un numero non presente in rubrica. Tentenno, temo di perdere un’occasione importante o una notizia urgente ma prende il sopravvento una strana forma di agitazione, come quando ci si trova in ascensore con uno sconosciuto e il tempo si congela nell'imbarazzo di convenevoli che vorremmo evitare. Infine, la strategia: copio il numero e lo cerco su Google. Entro ufficialmente nel vortice di una ricerca affannosa e spesso improduttiva che sarebbe facilmente aggirabile cliccando su quel tasto verde e rispondendo un semplice: “Pronto, chi è?”. Stessa situazione, fine anni Novanta. L’iconico telefono bianco della SIP strombazza alle ore 16:00 in punto. È un rito ed è la solita amica che ti travolge di domande e aneddoti succulenti sulla giornata scolastica, magari parlando sottovoce per non farsi sentire dal genitore timoroso. La risposta a quella telefonata è immediata: il mio collegamento con il mondo esterno è tutto in quella cornetta e quando la telefonata non è per me, un velo di dispiacere mi oscura il viso. Due epoche diverse e la stessa persona: io, noi, tutti. Si, perché secondo una ricerca pubblicata dal Times un giovane su 4 tra i 18 e i 34 anni risponde poco o malvolentieri alle telefonate preferendo scambi più agevoli come i messaggi su whatsapp o note vocali (il 37%). Circa il 70% degli intervistati ha spiegato di provare addirittura ansia e fastidio nel dover portare avanti una conversazione a voce, soprattutto quando non si conosce l’interlocutore e che questo genere di contatto sia collegato a notizie spiacevoli o tendenzialmente negative. Altrimenti, perché non mandare un semplice whatsappino? “Il problema è quello del contatto, anche se soltanto telefonico, perché devono adeguarsi all'altro e saper usare le regole del dialogo” ha spiegato in un’intervista Massimo Ammaniti, psicoanalista e professore onorario di Psicopatologia dello sviluppo presso la facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza, a Roma. L’idea di forme mediate di comunicazione in cui il tempo e il modo di rispondere è deciso in autonomia e a debita distanza farebbe sentire meglio i giovani d’oggi. Tutto questo, favorito dal Covid (già, ancora lui) ma anche da una graduale disimpegno dei genitori nell’abituare sin dalla tenera età i propri figli a sapere dialogare con gli altri, tenendosi stretta questa peculiarità miracolosa che ci rende diversi dal mondo animale. Se lo schermo può aiutare i più timidi non può e non deve diventare l’escamotage all’evoluzione della Gen Z da giovani a adulti. Lo stesso dott. Ammaniti ha dichiarato: “L'adolescenza non è altro che una ‘malattia normale’. Un periodo della vita che deve essere vissuto con i suoi alti e bassi". Il rischio è l’involuzione: da adulti pensanti al ritorno dell’homo erectus. In piedi quasi per caso ma sempre in religioso silenzio. di Raffaela Mercurio #società #giovani #tech
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La "paura" di telefonare: questa nuova "fobia" inciderà anche sul mondo del lavoro? Sempre più spesso negli ultimi tempi si legge di studi e ricerche che testimoniano come le nuove generazioni nelle loro comunicazioni utilizzino il telefono prevalentemente per scambiare messaggi (scritti o vocali), oltre che per interagire attraverso social. Effettivamente, anche nel quotidiano, osservando le abitudini di pre-adolescenti, adolescenti e giovani adulti, si nota come vi sia una notevole ritrosia ad effettuare telefonate, come pure a riceverne, sia nel proprio giro di amicizie che con familiari, tanto che si parla ormai apertamente di paura di telefonare. Ad esempio, se ci si rivolge ad un ragazzo o una ragazza delle scuole medie/superiori mentre digita forsennatamente sulla tastiera e gli/le si chiede: cosa stai facendo? la risposta sarà inevitabilmente: sto "parlando" con X (amico o amica) e non "mi sto scrivendo con X"! Ciò tra i giovani si sta consolidando l'idea che "chattare"/scambiare messaggi = "parlare" La comunicazione testuale, però, seppur rapida e in tempo reale, difetta di tanti aspetti e sfumature che solo la conversazione orale (telefonica e ancor più di persona) può avere: il tono, l'enfasi, l'umore, la possibilità di chiarirsi in tempo reale etc. etc. Le nuove modalità di comunicazione hanno certamente importanti implicazioni di carattere sociale, relazionale, psicologico nel cui merito magari bisognerebbe sentire esperti in materia. Quello su cui sarebbe interessante aprire un dibattito è quale possa essere l'incidenza di queste "nuove" modalità sul mondo del lavoro quando l'ingresso delle giovani leve "smartphonizzate" sarà diffuso e consolidato. Si inizia ormai a sentire sempre più spesso di dialoghi come questo in azienda: Manager: "Hai chiamato il potenziale cliente? Rappresentante: "Sì, sì". Manager: "E come è andata?" Rappresentante: "Beh, ancora non ha risposto alla mail / messaggio whattsapp o vocale......". Chi viene dalla "vecchia" scuola probabilmente ormai ha imparato che i social e le chat preparano, amplificano e potenziano il contatto telefonico (e certamente anche le telefonate a freddo ormai sono abbastanza controproducenti). E le nuove leve? Useranno ancora il telefono? Hai esperienza in tal senso? Tu cosa ne pensi? ****************************************************** 👍 Hai trovato interessante il post? Lascia un like, commenta e condividi! 💥Seguimi per approfondimenti quotidiani su #export #import #madeinitaly #internazionalizzazione #attrazioneinvestimenti #intelligenzaartificiale e altro.
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🌫️ La FOMO, termine sdoganato tra i giovani, è un fenomeno sociale correlato alla digitalizzazione della vita quotidiana. È l’acronimo inglese di Fear Of Missing Out, paura di essere esclusi, che corrisponde al timore di perdere o di non partecipare ad una esperienza piacevole e gratificante che coinvolge conoscenti o amici. ❓ Ma come la si riconosce? 🧠 La FOMO è definita da 2 elementi principali: 1) ansia relativa alla possibilità che altri possano avere delle esperienze piacevoli a cui il soggetto non partecipa; 2) desiderio di essere costantemente in contatto con gli altri tramite i social network, controllando compulsivamente i social ed eventuali notifiche. 🤔 È un fenomeno che coinvolge giovani e adulti indistintamente, ma gli adolescenti di sesso maschile sono i soggetti più colpiti. 📳 La FOMO è strettamente correlata alla dipendenza da smartphone e si caratterizza per: 1) iper-controllo compulsivo dello smartphone; 2) necessità di essere costantemente connessi; 3) incapacità di trattenersi dal leggere eventuali notifiche. ❓ Ma come nasce? 😫 La FOMO nasce dall’impossibilità di partecipare ad attività condivise da amici e conoscenti, in altri casi però può nascere senza implicare il coinvolgimento altrui. In questo caso il timore di essere esclusi deriva dalle troppe possibilità di scelta rispetto a come impiegare il tempo libero. • • • #Psicologo #Psicoterapeuta #Psicologia #Psicoterapia #Fomo #fearofmissingout #gestalttherapy #gestalt #mentalhealthmatters #mentalhealth
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Come fare innamorare un uomo nei messaggi Al giorno d’oggi saper comunicare con un uomo, soprattutto in chat, è fondamentale per riuscire ad avere una vita sentimentale soddisfacente e, allo stesso tempo, farlo innamorare. Se vuoi farlo innamorare nei messaggi concentrati sul rispetto delle tempistiche di risposta. L’unica cosa che devi evitare di fare è tartassarlo di chat e messaggi senza senso. Concentrati sull’uso bilanciato della chat. Per ogni suo messaggio tu gliene mandi uno e se lui ti tempesta di messaggi tu rimani sempre un tono più in basso rispetto al suo. Non lasciarti trasportare dal bisogno di dover rispondere ad ogni suo input. Rilassati e osservalo mentre ti scrive e continua a cercarti. Goditi il momento e il piacere di sentirti desiderata e amata in chat. P.S. Se vuoi scoprire come usare la chat nel modo giusto, ho creato un corso specifico per questo, si chiama “sistema messaggi” e adesso lo trovi all’interno del Club Riservato. Per accedere vai al link in bio.
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+++ «A» come adolescenti. +++ Parlare e farsi ascoltare dagli adolescenti per alcuni genitori può rappresentare una sfida. Evasivi, irritabili, «chiusi» nel loro mondo, possono dare l’impressione di non avere alcuna intenzione di dialogare, comunicare, prendere in considerazione ciò che viene loro detto. La altalenante opinione che hanno di sé (a volte si sentono infallibili, altre volte «pessimi»), la ricerca costante di essere parte di qualcosa di più grande della famiglia che li ha cresciuti, può avere a che fare con l’autostima, ovvero con la percezione che hanno delle loro qualità e capacità, risorsa che si sviluppa-rafforza dal confronto costante e ininterrotto tra ciò che sentiamo e ciò che gli altri ci rimandano. Spetta ai genitori gettare il seme per una buona valutazione di sé, e spetta sempre a loro coltivarlo nel rispetto dei tempi, del temperamento e del carattere dei figli. Se per qualche ragione ciò non è accaduto l’adolescenza può riportare a galla paure e preoccupazioni di non essere il figlio ideale, che ci si aspettava di avere. Per aiutarli può essere utile modificare la modalità di comunicazione usata. Mercoledì prossimo durante la settima lezione del corso Psicologia e comunicazioni relazioni parleremo della comunicazione con gli adolescenti. #prenotauncolloquio, #psicologaalessandria, #colloquionline, #ansia, #tristezza, #psicologiaclinica
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Di $e$$o si può parlare a casa tua? Non sto parlando solo di metodi contraccettivi e malattie veneree, ma anche di consenso, rispetto, emozioni, insicurezze, desideri, pressioni sociali Poter parlare apertamente, in famiglia, di $e$$o in questi termini è fondamentale per promuovere sicurezza e benessere nelle relazioni intime... ma spesso si tende a delegare, inconsapevolmente, tutto ai coetanei e ad Internet, col rischio concreto di far entrare in contatto i propri figli con informazioni errate e disfunzionali. Come mai? I motivi possono essere tanti e diversi: imbarazzo, scarsa conoscenza, esperienze personali negative, pregiudizi culturali, paura di incoraggiare i primi approcci alla $e$$ualità, e ancora tanti altri... Se anche tu, come tantissimi altri genitori, hai difficoltà a parlare di $e$$o con tuǝ figliǝ, riconoscere quali sono i motivi di questa difficoltà è il primo passo per capire di cosa hai bisogno per superarla, e per offrire a tuǝ figliǝ uno spazio protetto e supportivo in cui poter crescere come individuo libero e consapevole. Qual è la tua più grande preoccupazione quando si tratta di educare tuǝ figliǝ alla sessualità? Raccontamela nei commenti! - 🌻 Ps. Ti ricordo che puoi trovare gli audio dei miei post sul mio canale Telegram: seguimi anche lì per riceverli tutti! https://lnkd.in/ew4Vb_k . . . #educazionesessuale #educazionedigitale #psicologiadigitale #comunicazione #dialogo #ascolto #ascoltoattivo #comunicazioneempatica #empatia #nongiudizio #accettazione #genitoriefigli #figli #mamma #mamme #papà #genitori #genitoridigitali #genitoridigitalisidiventa #educazioneconsapevole #genitorialitàconsapevole #genitoriconsapevoli
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Perché agli adolescenti non piace essere controllati Ispirato dal libro "Bias Cognitivi - Non è solo teoria ma vita quotidiana". Avete mai detto ad un adolescente cosa fare e ottenuto l’esatto opposto? Benvenuti nel mondo del Bias di Reattanza! Questo meccanismo psicologico si attiva quando qualcuno percepisce una minaccia alla propria libertà. E quale periodo della vita è più ossessionato dalla libertà di scelta se non l’adolescenza? Gli adolescenti cercano di costruire la propria identità e autonomia. Le regole rigide o gli ordini diretti possono innescare resistenze forti, non perché vogliono ribellarsi a tutti i costi, ma perché sentono il bisogno di riaffermare il proprio controllo sulla vita. Come affrontarlo? Focalizzatevi sul dialogo: Spiegare il motivo delle regole o delle richieste aiuta a ridurre la percezione di imposizione. Ad esempio, invece di dire “Non usare il telefono a tavola!”, potreste spiegare: “A cena è importante parlare e condividere la giornata, per questo preferirei che lasciassimo i telefoni da parte”. Date opzioni: Offrire scelte invece di ordini diretti aiuta l'adolescente a sentirsi in controllo. Ad esempio, “Vuoi iniziare prima dai compiti di matematica o da quelli di storia?” è meglio di “Fai i compiti adesso!”. Mostrate empatia: Riconoscere i loro sentimenti li aiuta a sentirsi compresi. Dire “Capisco che non sia facile rinunciare al telefono, ma è importante riposare gli occhi prima di dormire” può ottenere più risultati di un semplice divieto.
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Le #chiamate trasmettono disagio. Non rispondere al telefono è un’abitudine che accumuna la maggior parte dei giovani in tutto mondo. Preferiscono la lentezza delle conversazioni #messaggistiche, evitando il confronto diretto. Motivazioni e curiosità nell'articolo di Ilaria Marciano su #ultimabozza ⬇️
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Con gli/le adolescenti parliamo di tutto. Proprio tutto. Facciamo esperienza della possibilità di stare insieme e dialogare. Di sentire ciò che si muove nella pancia e nel corpo. Di nominarlo. Senza cambiare nulla o dover necessariamente fare qualcosa. Impariamo i segnali delle emozioni e le loro funzioni. Respiriamo insieme. Troviamo nuovi modi creativi per attraversare le intensità emotive e i conflitti riconoscendo come alleati il gruppo, il rallentare, il farsi aiutare, la cura delle parole e dei gesti. ➡️Fuochi🔥 e farfalle🦋 nella pancia. Alla scoperta del corpo e delle emozioni per stare meglio in relazione. #consorziosocioassistenzialealbalangheroero
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Head of Marketing & Communications @XX Mediterranean Games; Business Development & Marketing Advisor @Dolcitalia @Circana @cpconsulting; I help companies make profitable marketing decisions
10 mesiComunicazione asincrona e all'estremo hikikomori... Tanto social e meno socialità 😟