Post di FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio

𝐈𝐥 𝐯𝐚𝐥𝐳𝐞𝐫 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐧𝐜𝐡𝐢𝐧𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐀: 𝐞𝐜𝐜𝐨 𝐢 𝐭𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐚𝐭𝐭𝐨 De Rossi, Fabregas, Gasperini, Gilardino, Gotti, Inzaghi e Pecchia. Questi nomi rappresentano i sette allenatori che sono stati confermati alla guida dei propri club, verso la Serie A 2024/25. L’altra parte, ossia il 65% delle squadre (13 su 20), ha optato per il #cambio #di #guida #tecnica, rendendo il prossimo campionato italiano di difficile lettura. Nuovi staff tecnici che incideranno sulle scelte sportive e, dunque, di calciomercato dei club, alla ricerca di calciatori idonei per i principi tattici importati. Allo stesso tempo, giocatori in ombra nella passata stagione hanno l’opportunità di riscattarsi, ripartendo da zero con il nuovo allenatore. Questo il focus dell’analisi sul FPeX - Football Players Exchange ® di CSA, la piattaforma online su cui è possibile negoziare 400+ calciatori dei top club europei. Una vera e propria borsa dove i giocatori sono gli asset su cui effettuare operazioni di buy/sell, agendo come un trader. 𝗦𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗮𝗴𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗶 ⬇ Qui per #approfondire ➡ https://lnkd.in/drUUdyFJ Accedi alla #borsa #dei #calciatori, iscriviti e scegli su chi puntare tra i migliori giocatori d'Europa in circolazione ➡ https://lnkd.in/deaYr7D7

CI RIVEDIAMO TRA TRENTATRÈ ANNI Ieri, al netto di un recupero, si è chiuso un campionato di Serie A che passerà alla storia per tutta una serie di ragioni. Tra queste la seconda stella dell’Inter da una parte e dall’altra il peggior risultato che una squadra scudettata, nella fattispecie il Napoli, abbia mai conseguito nella stagione immediatamente successiva. Proprio la performance della squadra partenopea rappresenta un vero e proprio caso di studio quando si vuole affrontare il tema della leadership intesa non come identificazione di una figura a capo di un’organizzazione, ma come processo volto a influenzare comportamento ed attività di un individuo o di un gruppo che si impegna per il conseguimento di obiettivi in una determinata situazione. Certi tracolli possono avere tante cause e ne sono protagoniste anche fior di aziende in settori molto diversi da quelli calcistici o più genericamente sportivi. Le cause, quando non sovvengono particolari crisi di mercato, sono quasi sempre riconducibili a una crisi del processo di leadership, soprattutto quando uno o più anelli di questa catena cambiano o manifestano tutta la loro debolezza. La forza a tratti debordante dello scorso anno consisteva proprio in una catena chiara ed efficace che coinvolgeva, in un virtuoso gioco di pesi e contrappesi, presidente, direttore sportivo, allenatore, capitano, capocannoniere e quanti poi gravitavano nei pressi di questi figure. Ad un certo punto però uno di questi anelli, l’allenatore, viene a sapere che andrà via il suo più immediato e scafato superiore, il direttore sportivo, certo del fatto che sarà peraltro ceduto uno dei calciatori più influenti e decisivi. Lo stesso allenatore realizza innanzitutto che questi riferimenti non saranno adeguatamente sostituiti e che sarà di fatto lo stesso presidente, dal carisma debordante, a occuparsi di un perimetro non di sua competenza. Le conclamate abilità amministrative, infatti, non sempre fanno rima con quelle necessarie a scegliere le persone funzionali ad un progetto. Questo l’allenatore lo sa bene e fa un passo indietro mentre lo stesso presidente si infila in un cul-de-sac: il nuovo direttore sportivo è un fantasma, di tecnici ne cambia tre e i giocatori, privi delle guide cui si erano ispirati, palesano tutte le loro difficoltà temperamentali prima ancora che tecnico-tattiche. Il resto è storia anche se qualcuno, più legato alle componenti scaramantiche degli eventi, ritiene invece che l’evento realmente straordinario sia stato la conquista dello scudetto da parte della squadra che aveva Spalletti in panchina; e che la straordinarietà fosse legata alla presenza di un certo speaker a Dimaro, sede del ritiro precampionato, in occasione di entrambe le amichevoli disputate all’alba della magica stagione. Mai successo prima e più successo dopo. Aurelio, che scaramantico lo è e pure tanto, sa che se non ricompone un solido processo di leadership, può solo riaffidarsi a quello speaker 😁 #LinguisticMindset

Sono 10 giorni che è iniziato il calciomercato...Facendo una breve e veloce analisi ritengo che, al momento ,esiste già una potenziale outsider che è il Cesena con l'acquisto già concluso di Mangraviti e quello quasi certo di Calò ( che fino a dicembre era in cima agli assist nonostante il ruolo di centrale di centrocampo a Cosenza). Ed il Catanzaro? Ancora fermo al palo nonostante le circa 10/12 cessioni...A primo acchito noto tanta improvvisazione ( almeno da quel che si legge sulle riviste di settore). Prima la storia del DS, poi l'allenatore, poi le cessioni che,nonostante fossero ampiamente previste, ha visto la società che ancora vaga nel buio per trovare i degni sostituti...I nomi che si fanno sono riferibili, oltre al portiere, di soli ed esclusivamente giocatori che svolgono prevalentemente il ruolo di esterno (Compagnon, Volpe etc.) . Cosa lasciano dedurre queste priorità??? Il cambio di modulo (se prendi 2 esterni così offensivi i moduli più probabili sono o il 4-2-3-1 o il 4-3-3)... E qui che mi sorge il dubbio maggiore: come è fattibile un 4-2-3-1 con Petriccione centrale ( mancherebbe di interdizione) e Iemmello unica punta ( mancherebbe di peso ed attacco allo spazio)?Ed il 4-3-2-1? Lo scorso anno ci ha dimostrato che Iemmello ha dato il meglio di sé con Ambrosino al suo fianco e,con questi due moduli il nostro valore aggiunto ( Iemmello) verrebbe limitato.

"I #bilanci delle società di #calcio stanno ai bilanci come Venezia alle altre città" (da "Come leggere i bilanci del calcio": https://amzn.to/3HjmW8C). Il ruolo centrale del calciatore, la library, lo stadio, le differenti tipologie di ricavi, lo squad costo, la (difficile) ricerca della #sostenibilità finanziaria senza pregiudicare la competitività sportiva. In questa secondo pillola pubblicata da Calcio da Dietro #libro #comeleggereibilancidelcalcio #comeleggereunbilancio

⚽️ #calcio e 🥅 risultati! DA ASCOLTARE ✅ Se c’è una cosa complicata da spiegare a chi non si occupa di #bilanci di calcio è com’è un “bilancio del calcio”! La mia esperienza “calcistica” in qualità di presidente del collegio sindacale di una società appartenente alla Lega Serie A e le complessità del #covid e della #ristrutturazione dei debiti di U.C. Sampdoria mi hanno permesso di capire tanti aspetti che non si possono comprendere e vedere solo perché tutti (più o meno) siamo tifosi di calcio. Se volete avere una visione più tecnica e più dettagliata vi consiglio di ascoltare l’intervista di Fabrizio Bava al link seguente. Non è come stare al bar e fare quattro chiacchiere con gli amici pensando di essere allenatori ma aiuta molto a capire quanto difficile è comprendere la genesi e la struttura della “sostenibilità” del calcio e perché i risultati sportivi sono intrecciati e legati agli equilibri del bilancio, non già ai risultati di bilancio. L’aneddoto che Venezia sta alle altre città come i bilanci del calcio stanno ai bilanci delle altre imprese è molto appropriato! Provare a usare l’auto a Venezia e vi accorgerete che non è possibile raggiungere la piazza San Marco 😉 …ci vorrebbe un’auto anfibia ma… FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio #bilanci #dirittitv #esg #sostenibilità #finanza

⚽Gaetano, Caprile e Folorunsho stanno giocando da fuoriclasse nelle rispettive squadre, ma perché non è accaduta la medesima cosa nel Napoli, loro club proprietario? Per rispondere a questa domanda è fondamentale comprendere la differenza tra valutazione delle prestazioni e valutazione del potenziale. Per saperne di più, leggi il mio articolo completo per #AreaNapoli 👇 📌 https://lnkd.in/dm-7Uahz #controllodigestione #pmi #business #fractionalmanagement #temporarymanagement #consulenzaaziendale #temporarymanager #imprese #linkedinnews #economia #finanza

Le Pillole di Enrico Archiviata la finale di Conference League sfortunatamente persa dalla Fiorentina sul filo di lana, siamo entrati nel periodo più matto dei 12 mesi dell'anno ovvero quello del Calciomercato estivo. Ciò significa il palesarsi di una serie di ipotesi, buttate sul tavolo dai diversi media, il 90% delle quali finisce per essere smentito dalla realtà. Anche rispetto a questo, oggi l'Inter chiude formalmente l'epoca Zhang sancita dall'insediamento del nuovo Cda targato Oaktree. Assicurata la continuità gestionale con la conferma della filiera manageriale Marotta - Antonello - Ausilio - Baccin, che tanto bene ha fatto, si vedrà chi sarà il nuovo Presidente dell'Inter fra il Notaio Prof. Carlo Marchetti e il grande Beppe Marotta. E se si tratta comunque di scegliere fra due persone di valore, quello che emerge di veramente importante è che il fondo americano, neo proprietario della Beneamata, non abbia alcuna intenzione di ridimensionare la rosa e le ambizioni. Insomma, si continuerà a sviluppare quanto fatto in precedenza, avendo però una proprietà ben più solida. E, d'altronde, questo è comprensibile perché se Oaktree, dopo aver rimesso a posto i conti dell'Inter, vuole rivenderla bene, non può determinare un ridimensionamento dei risultati sportivi del club. Tutto ciò con buona pace di coloro che hanno dimostrato di conoscere la materia in oggetto come il sottoscritto il bricolage. Sono tempi, comunque, strani, tempi di allenatori che parlano di bilanci altrui, proponendo ragionamenti da Bar dello Sport, e di Tiktoker che immaginano che il 30% della società Nerazzurra, di proprietà di Lion Rock nella precedente fase e poi passato di mano, o l'operazione Nainggolan, con la plusvalenza prodotta, determinino ribaltamenti dell'esito dello scorso Campionato. Vorrei tranquillizzare i maramaldi che le indagini siano una roba diversa dalle sentenze definitive e che, come potranno appurare, non ci sia nulla di rilevante rispetto a ciò che lorsignori si augurano. Che poi questo se lo auguri anche qualche collega che abbaia sui social credo che dipenda dalla solita questione del "mi mancavano cinque esami alla Laurea in Giurisprudenza". Sì, dipende da quello.

Il formato a 18 squadre proposto dal presidente della FIGC Gabriele Gravina sembra essere solo un diversivo per uscire dall’impasse sulle riforme e dividere la Serie A, con il sostegno delle grandi squadre come Juventus, Milan e Inter. Non solo quello studiato dal massimo campionato italiano, anche la FIGC ha elaborato un piano dettagliato di 52 pagine da presentare al Governo. Questo piano – spiega Il Messaggero nella sua edizione odierna – propone la riduzione del numero complessivo di club nel sistema professionistico da 100 a 80, senza però coinvolgere direttamente la Serie A e la Serie B, che rimarrebbero a 20 squadre ciascuna. Invece, la Serie C subirebbe una significativa modifica perdendo un girone (passando da 60 a 40 club totali) e la sua rappresentanza nel consiglio federale, che sarebbe accorpata alla Serie B.

Ieri la Lazio ha vinto il derby di Coppa grazie ad un rigore provocato dal giovane (giovanissimo, per gli standard italiani) Dean Huijsen, centrale classe 2005. Non mi dilungo nello spiegare la dinamica, visti i limiti nel numero dei caratteri, e vado subito al sodo. L'errore è evidente, ma qui deve subentrare la maturità dell'ambiente-calcio italiano. Vogliamo che i club lancino i giovani, ma per far funzionare questo meccanismo è necessario che si eviti di crocifiggere i calciatori al primo errore. Mi viene in mente la famosa situazione Criscito-Totti, che plastifica tutta l'inadeguatezza del nostro movimento in relazione alla valorizzazione dei giovani. Crocifiggere i ragazzi al primo errore danneggia loro e scoraggia i club che vogliono perseguire questa strada. Vero che ci sono calciatori che hanno una personalità ed una consapevolezza tale per cui non esiste critica che possa scalfirli, ma è inevitabile che ognuno di noi sia fatto a modo proprio, e che la consapevolezza che puoi avere a 30 anni nel 99% dei casi non è minimamente simile a quella che avevi a 18. Serve quindi uno step da parte di tutto il sistema-calcio Italia, a partire da chi opera nel mondo della comunicazione per arrivare al mondo del tifo. Poi chiaro che mica posso pretendere che ogni singolo tifoso d'Italia ragioni così, ma "la massa" deve fare un salto di qualità. Quindi cosa auspico? Che nessuno attacchi Huijsen - che, immagino, starà già struggendosi da sé, senza bisogno che altri da fuori ci aggiungano il carico - per questo errore, che comunque resta marchiano. Gli errori fanno parte del percorso di crescita di ognuno di noi, dobbiamo imparare ad accettare che anche i calciatori ne facciano. Tanto più in giovane età, perché è proprio dagli errori - se sei intelligente - che impari di più. Faccio un esempio. Giusto un paio di giorni fa ho seguito un'attività col D.S. del "mio" settore giovanile. Nel parlare di un 2009 in campo gli ho raccontato della prima volta che lo vidi - due anni e mezzo fa - e di ciò che pensai di lui. Ecco, quel ragazzo in due anni e mezzo ha avuto una crescita enorme, che non mi sarei MAI immaginato nemmeno nei miei sogni più bagnati. Gli errori di valutazione, però, fanno parte della vita di ogni scout (come di ogni calciatore, di ogni arbitro, di ogni genitore, di ognuno di noi in generale). Bisogna imparare ad accettare la cosa e, soprattutto, avere appunto l'intelligenza di analizzarla e "sfruttarla" per migliorare. Ogni errore che commettiamo è, paradossalmente, una grande possibilità di crescita. Per esserlo, però, dobbiamo sicuramente metterci noi - TANTO - del nostro, ma anche l'ambiente in cui viviamo deve - inevitabilmente - aiutarci a non finire nel "burrone".

Fino a qualche anno fa i principali club della Serie A erano posseduti da imprenditori italiani facoltosi, mossi dalla passione per il calcio e pronti a investire molto denaro per il raggiungimento di obiettivi prestigiosi. Quell’era sembra ormai superata dall’arrivo di nuove proprietà, guidate da fondi di investimento stranieri, che ha posto la sostenibilità economica e finanziaria dei club come la principale priorità. L’avvento dei Private Equity ha inoltre affermato un maggiore rigore manageriale con una forte focalizzazione sull’ottimizzazione dei bilanci, in particolare dei ricavi e dei costi, sia dell’area sportiva che di quella “corporate”. Secondo un’analisi realizzata per Calcio e Finanza da AlixPartners, società globale di consulenza manageriale che supporta le aziende nelle sfide più complesse (dal miglioramento delle performance economiche e finanziarie fino a programmi olistici di trasformazione e ristrutturazione), le principali squadre di Serie A, a eccezione dell’Inter e dell’Atalanta, hanno lavorato su un’ importante riduzione del monte ingaggi dei tesserati: tra la stagione 18/19 e la stagione 22/23 la Juventus ha registrato un calo del 15%, passando da 301 milioni di euro a 255 milioni, e rimanendo comunque il club con monte ingaggi più alto.