Scrivo questo post per aiutare la diffusione e la conoscenza di un vero modello organizzativo dell'educazione a cui tutti i genitori ed insegnanti scolastici dovrebbero appoggiarsi.....viviamo in un periodo storico in cui continuiamo a più riprese a sottolineare come l'educazione dei più piccoli e dei giovani non sia più quella di una volta ed in cui si sono persi valori come il rispetto dei ruoli verso genitori ed insegnanti....la risposta è tutta in queste letture del Dott. Daniele Novara, docente all'Università Cattolica di Milano, che ha fondato il CPP (Centro PsicoPedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti). In Italia abbiamo avuto la Montessori come una delle più grandi innovatrici del sistema educativo e riconosciuta a livello mondiale per i suoi studi ed i suoi insegnamenti sull'educazione...nonostante questo l'Italia non ha mai fatto proprio questo modello ed adotta ancora oggi un sistema organizzativo delle scuole e dell'educazione "sideralmente" distante dalle teorie di Maria. Oggi Daniele aggiunge un ulteriore tassello fondamentale di cui tutto il mondo genitoriale e scolastico dovrebbe prendersi cura e far proprio. Il nostro paese è ancora oggi ancorato alla convinzione che la competenza tecnica sia la leva ed il modello fondamentale per poter ricoprire ruoli di leadership...così viene naturale pensare che un genitore ben scolarizzato e con buono status sociale abbia ciò che gli serve per far crescere un figlio, un manager aziendale con profonda conoscenza tecnica del proprio perimetro sia assolutamente in grado di gestire e guidare un team multigenerazionale ed un insegnante con ottimo percorso di studi e ben posizionata in graduatoria abbia la competenza per insegnare in una scuola....forse sarebbe ora che con molta umiltà ci si rendesse conto che in un mondo complesso in cui persone, culture e società cambiano in anni e non più in secoli, sia fondamentale e differenziale conoscere come educare riportando al centro vero della discussione i veri clienti di questo processo ovvero i bambini ed i ragazzi che saranno i leader di domani...dovremmo avere ministeri dell'istruzione che affrontano il tema scuola domandosi se il modello organizzativo, l'approccio educativo, lo stile di insegnamento siano ancora quelli corretti....interrogarsi su come formare meglio genitori (istruire non vuol dire solo "scuola" ma anche "famiglia"), educatori, insegnanti, professori....forse questo aiuterebbe anche a vivere più serenamente l'idea di avere più figli. Your Edu Action #leadership #training #management #learning #innovation #education Buona lettura!
Post di Filippo Sonzogni
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L'educazione è un viaggio che inizia molto prima del primo giorno di scuola e prosegue ben oltre la consegna di un diploma. È un processo continuo che coinvolge non solo insegnanti e istituzioni educative, ma anche famiglie, comunità e tutti coloro che fanno parte della vita di un bambino. 🛑 L'importanza del ruolo della famiglia: Le fondamenta dell'educazione si costruiscono a casa. È in famiglia che si insegnano i primi valori, si trasmettono le tradizioni, si plasmano gli atteggiamenti. La scuola può fornire conoscenze accademiche, ma è la famiglia che insegna l'amore, il rispetto e la responsabilità. 🌱 Collaborazione tra genitori e insegnanti: Un'educazione efficace nasce dalla collaborazione tra genitori e insegnanti. Non si tratta di delegare completamente alla scuola il compito di formare le future generazioni, ma di lavorare insieme per crescere individui equilibrati e consapevoli. Genitori e insegnanti devono essere alleati, condividendo obiettivi comuni per il bene dei giovani. 💡 Investire nel futuro, oggi: Preparare i nostri figli ad affrontare le sfide del mondo richiede un investimento costante di tempo, risorse e attenzione. Non possiamo lasciare l'educazione al caso o al solo intervento delle istituzioni scolastiche. È nostro dovere creare ambienti stimolanti, dove la curiosità è incoraggiata e il sapere è apprezzato. 🔄 Verso una società migliore: Ricordiamoci che i bambini di oggi saranno i leader di domani. Coltiviamo in loro il senso di responsabilità, l'etica e la consapevolezza sociale. Solo così possiamo sperare in una società futura più giusta, equa e sostenibile. 👉 Facciamo la nostra parte. L'educazione è un impegno collettivo. Iniziamo da casa e continuiamo nelle scuole, per costruire un futuro migliore per tutti. Demy 📢 Se questo tema ti sta a cuore e condividi l'importanza di un'educazione integrata tra famiglia e scuola, ti invito a seguirmi. Insieme possiamo promuovere un dialogo costruttivo e contribuire a un cambiamento positivo. Unisciti alla conversazione! #Educazione #Famiglia #Scuola #Valori #Collaborazione #Futuro #Formazione #Società #CrescitaPersonale #Leadership
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Premetto: ho una figlia di 8 anni. Quindi sono informato. Ma quando leggo queste cose io proprio non mi trattengo. Non è di per sé una cosa sbagliata quella proposta dal pedagogo in calce, ma non prepara in alcun modo a quella che sarà la vita professionale e sociale di ciascuno dei giovani ragazzi. 1. L'ambiente lavorativo.occodentale si basa sul performance appraisal model: performance, ovvero vieni valutato. Come fai ad accettare una valutazione se non hai imparato che esiste il giudizio esterno? 2. Sul lavoro ai sbaglia, e sicuramente qualcuno te lo dirà se accade. Occorre imparare dagli errori, non far finta che non esistano 3. L'ambiente lavorativo ha delle gerarchie, e come tali ad un certo punto vanno rispettate. certamente inclusione, certamente ascolto, ma ad un certo punto qualcuno deve prendere una decisione e l'azienda va in quella direzione. Come si fa a dire che il ministro non dovrebbe ... ma dovrebbe evitare di tornare indietro di anni?!? stiamo abituando i ragazzi a criticare, senza alcuna base informata, delle decisioni solo perché per loro sconvenienti 4. L'ambiente lavorativo prevede possibili azioni disciplinari per chi commette atri gravi. Come si fa a dire che non possono essere proposte bocciature per chi ha problemi di condotta? 5. La nostra società tutta osserva, giudica, parla, crea invidie. Come si fa a far vivere i ragazzi in un mondo dove "sono tutti uguali" senza insegnare loro come crearsi una corazza che inevitabilmente dovranno utilizzare nella loro vita? E potrei andare avanti a lungo. Personalmente credo che la scuola debba educare, formare, fermare crescere ragazzi che abbiano la struttura mentale e culturale per affrontare il futuro. il futuro lo cambiamo noi "grandi" ma non dare loro il.modo.di affrontare la vita che si troveranno davanti farà crescere solo situazioni difficili, problematiche, da gestire... https://lnkd.in/dFuR4ZX8
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🌟 Il Ruolo Trasformativo degli Insegnanti: Un Nuovo Approccio per Educare le Future Generazioni 🌟 Hai mai pensato a quanto sia cruciale il ruolo degli insegnanti nella formazione delle nuove generazioni? Non si tratta solo di trasmettere conoscenze, ma di diventare mentori, modelli e facilitatori del pensiero critico e creativo. In un mondo che richiede competenze come responsabilità, empatia e dialogo, il ruolo degli insegnanti deve essere ripensato e supportato adeguatamente. 📚 Scopri di più nel nostro ultimo articolo! 📚 Approfondiamo come una relazione di qualità tra insegnante e studente possa trasformare l'apprendimento e l'importanza del supporto professionale per gli insegnanti. 👩🏫 Perché ogni insegnante merita il giusto supporto per fare la differenza! Leggi l'articolo completo qui 👉 https://lnkd.in/d_rgik-U #Educazione #Insegnanti #Formazione #Empatia #Dialogo #Sostenibilità #Scuola #CrescitaEmotiva #Inclusività #FuturoDellIstruzione #ilsensodellavita #haveaniceday
Evoluzione Educativa: Nuovi Modelli, Insegnanti Chiave, Classi Ridotte
https://www.haveaniceday.news
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Quant'è importante preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide e le opportunità del futuro?🤔 Ce lo dice la Dirigente Agata Gueli nell'articolo di #Scuola7
𝙀𝘿𝙐𝘾𝘼𝙕𝙄𝙊𝙉𝙀 𝘾𝙄𝙑𝙄𝘾𝘼: 𝙚𝙩𝙚𝙧𝙣𝙖 𝙞𝙣𝙘𝙤𝙢𝙥𝙞𝙪𝙩𝙖 𝙤 𝙘𝙖𝙣𝙩𝙞𝙚𝙧𝙚 𝙖𝙥𝙚𝙧𝙩𝙤? 💭 ✍ "L’educazione #civica fra tutte le #discipline dei curricoli dei diversi ordini e gradi è certamente la più versatile, che deve necessariamente tenere il passo con la #società che si evolve e muta, con le questioni contingenti e del momento e che necessitano di risposte immediate. È quella disciplina a cui ci si rivolge sempre, nel momento in cui, a livello nazionale, si registra l’ennesima #emergenza educativa." 👉𝗔𝗽𝗽𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶𝘀𝗰𝗶 𝗹'𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗼 della Dirigente Agata Gueli: https://lnkd.in/dNQ8VryQ #Scuola7 #tecnodideditrice #educazionecivica #emergenzaeducativa
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Penso che gli insegnanti italiani debbano sapere che, in molti paesi anglosassoni e nordici, anche loro sono valutati su competenze relazionali e interpersonali come autocontrollo, empatia, entusiasmo e flessibilità, attraverso un processo chiamato Teacher Performance Management. Da noi, invece, la valutazione è rivolta solo agli studenti, mentre altrove, come in Canada, i test nazionali standardizzati permettono di monitorare la qualità delle scuole e valutare l’efficacia dell’insegnamento, risultando spesso più affidabili delle valutazioni soggettive dei singoli docenti. I risultati aggregati di questi test, inoltre, servono a fornire un quadro oggettivo che misura l’efficacia della didattica e delle istituzioni scolastiche. Mi chiedo come cambierebbe la situazione se anche gli studenti potessero dare un voto ai loro docenti. Un rapporto basato sull’empatia, la stima reciproca e un clima di confronto costruttivo potrebbe rendere l’esperienza educativa più solida e appagante, sia per gli studenti che per gli insegnanti. Si potrebbe adottare un sistema di valutazione condiviso, democratico e trasparente, che possa valorizzare la scuola come luogo di crescita personale degli studenti, invece di considerarla il luogo dove gli studenti vengono giudicati per le competenze che hanno appreso. Un simile approccio potrebbe portare benefici non solo agli alunni, ma anche alla professione svolta dai docenti, rendendola più stimolante e appagante di quanto non sia oggi.
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La #scuola risponde davvero alle esigenze della #società di oggi? Crea un futuro che risponde a una visione? Ai valori di cui il futuro ha bisogno? Nel libro “la #pedagogia della lumaca” Zavalloni delinea l’importanza di una SCUOLA LENTA E NONVIOLENTA. Sarà mai possibile? Sarà possibile solo nel privato? La scuola #pubblica, oggi con il suo - correre e rincorrere, - tentare di appiattire la soggettività e le differenze, - omologare i #bambini affinché la divulgazione del sapere risulti scorrevole, rapida e senza intoppi per gli insegnanti - etichettare chiunque non risponda alla velocità media desiderata della classe con diagnosi che paiono pesanti come patologie (non lo sono!) che influenzano non solo il microsistema attorno al bambino, ma mesosistema, esosistema e macrosistema. Sta creando di fatto una nuova #realtà dal quale sarà difficile emanciparsi ed evolvere perchè “ormai si fa così” Trovo alcuni spunti interessanti in questo libro che parla anche dell’importanza del perdere #tempo per guadagnare tempo; Ipotizzando una nuova scuola che possa rispondere a domande nuove tenendo conto dei vecchi errori. Abolire voti, compiti, bocciature. Perchè non aprire un #dialogo con chi conosce i problemi dei ragazzi, delle famiglie e della societá, per capire cosa è andato storto e provare a correggerlo? Creando nuovi bisogni, nuovi competenze? Nuovi insegnanti motivati. Più empatia e meno concorsi. Leggerla come una possibilità, non un obbligo ministeriale, è quello che si meritebbe il #futuro (per entrare davvero nel futuro). Proviamo a ripensare al fatto che la parola SCUOLA deriva dal greco scholé: tempo libero, piacevole uso delle proprie disposizioni intellettuali, occupazione piacevole del tempo libero e ozio. Per poi passare ad indicare la discussione e la lezione, e il luogo in cui veniva tenuta. Oggi il pensiero non ha tempo per essere libero: è misurato, cronometrato, valutato, imbrigliato, categorizzato, etichettato, catalogato in 15 materie e 19 quaderni diversi.
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Da dove partire per smantellare gli stereotipi di genere? Nel controverso dibattito sull’educazione alle differenze di genere e alle pari opportunità, l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna risponde con il #corsodiformazione Prospettive di #genere nella didattica delle discipline, un #corso che prepara a riconoscere stereotipi e pregiudizi alla base delle differenze di genere e dei ruoli attribuiti nella nostra società, per una formazione e un’educazione al rispetto delle differenze e delle pari opportunità. Iscrizioni entro il 9 gennaio: https://lnkd.in/d8C8KcEb #pariopportunita #didattica #scuola #insegnanti #stereotipidigenere
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Il potere dell'educazione e delle relazioni umane I bambini, in qualsiasi luogo del mondo, dovrebbero essere a scuola, accolti e custoditi nella loro unicità. A tutti i bambini deve essere garantita la possibilità di accedere a luoghi dove essere educati. Solo l’educazione è in grado di incidere nel loro destino (e del mondo), cambiando in meglio la vita loro e della comunità alla quale appartengono. Occorre pensare all’educazione in senso autentico: l’apprendimento è un atto umano, non riducibile solo all’acquisire competenze tecniche o contenuti accademici, coinvolge la persona nella sua totalità: ragione, cuore, relazioni interpersonali. Si conosce e si impara quando ci si sente riconosciuti e valorizzati per quel che si è. Dobbiamo rendere le scuole accessibili e sicure per tutti e, allo stesso tempo, avere insegnanti che facciano della qualità dell’insegnamento la loro stessa polare. Quella dell'educazione, che si fonda sulla certezza del potere trasformativo delle relazioni umane è l’unica via da percorrere ed in grado di generare nel tempo pace e sviluppo sostenibile per tutti. Di edificare la società giusta e inclusiva a cui aspiriamo. Se non ripartiamo dai fondamentali ....
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https://lnkd.in/diBezHbF Dieci in Condotta. L’educazione è un tema cruciale che coinvolge molteplici attori: studenti, famiglie, insegnanti e politici.
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SCUOLA/ Attenti a quella “compassionevole”, è fatta per smontare la trasmissione del sapere- Quella della “scuola compassionevole”, nemica della trasmissione del sapere e della normatività, porta novità deleterie. Pochi i lati positivi da Giorgio Chiosso Pubblicato 6 Gennaio 2025 “Ricorre nella storia scolastica italiana – specialmente in quella più recente – la tentazione di affidarsi a forme organizzative, didattiche e metodologiche innovative (o presunte tali) in grado, secondo i loro sostenitori, di far compiere al sistema scolastico un sostanziale salto di qualità.[...]Di solito, trascorso un po’ di tempo, e valutati i risultati reali rispetto alle miracolistiche aspettative iniziali, in tutto o in parte si è puntualmente fatta marcia indietro.[…] In genere le innovazioni frutto di un’esaltazione collettiva e abilmente pilotate dall’editoria specializzata sono mutuate acriticamente da qualche geniale esperienza di docenti molto esperti e trasferite nella realtà quotidiana della scuola senza verificare che ciò che è stato possibile in qualche circoscritto caso sia in grado, in contesti diversi, di sprigionare un analogo effetto positivo.[…] La prudenza necessaria per non restare vittime delle mode passeggere vale anche, e forse a maggior ragione, per un’ennesima attesa miracolistica legata all’impiego delle prassi della cosiddetta “scuola compassionevole” (compassate school), che lentamente fa proseliti anche da noi.[…] Nella scuola compassionevole non si valutano gli allievi, ma ci si limita a prendere atto del risultato raggiunto qualunque esso sia, il maestro è un compagno di viaggio, non un giudice, e gli è chiesto di programmare attività che evitino ogni stress da prestazione, l’intesa emozionale tra gli alunni e con gli insegnanti è condizione e garanzia di successo scolastico.[…] Lo spostamento del baricentro pedagogico dalla scuola del sapere e dell’esercizio critico alla scuola come centro di promozione del benessere e delle buone relazioni comporta almeno due ordini di rischi. Il primo è la sottovalutazione del valore educativo dello sforzo scolastico. Quando esso è commisurato sulle capacità dell’allievo e alla sua portata, il superamento della difficoltà suscita aumento dell’autostima e costituisce una riserva motivazionale per superare ulteriori prove. Anche l’eventuale fallimento non necessariamente è accompagnato da stress e disistima di sé. Il secondo rischio è quello di sottovalutare l’esercizio scolastico come palestra di allenamento alla formazione del giudizio critico, alla discussione e al confronto tra tesi diverse, alla consuetudine con i comportamenti adeguati a essere cittadini attivi e consapevoli." E già risultati deleteri...fino al punto di “non educare” gli alunni a fargli pensare con la propria testa, seppur in maniera diversa dal docente, ed esprimersi con coraggio guardandosi in faccia, in un dialogo COSTRUTTIVO e non con “mezze frasi” sull’uscio della porta…risultati più che DELETERI! Rimini 9.1.25Pf
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