Alcuni anni fa, durante un suggestivo spettacolo sull'acqua in Cina, rimasi molto colpita quando a circa una ventina di minuti dalla fine molte persone si alzarono quasi contemporaneamente per recarsi all' uscita.
Mi venne detto che era una prassi, per non fare la coda, non perchè non fosse stato di loro gradimento.
Cultura che vai...
Ecco, al contrario io tendo ad essere sempre l'ultima. Soprattutto se mi è piaciuto.
Anche al cinema, resto incollata alla poltrona fino a che non sono finiti tutti i titoli di coda.
Come se la musica finale fosse un rito necessario per traghettarmi fuori dal film.
È andata così anche ieri, alla proiezione del delicatissimo "Perfect days" di Wim Wenders.
Titoli di coda.
Sala che si svuota.
Luci che si accendono.
Restiamo solo lui ed io.
Finisce la musica, sto per afferrare il cappotto ancora trasognata quando sullo schermo compare un'ultima immagine.
La chiave di lettura di tutta la pellicola.
In un film che celebra la preziosità dello stare nelle cose, anche le più semplici, con una critica implicita alla fretta del nostro mondo, non poteva che essere così...
(Dipinto di Edward Hopper "Due sul corridoio")
Founder and Director at Company " Insight Pr " Public relation and Event management
7 mesiSei unica!!!