Post di Generazione Vincente S.p.A.

JOBS ACT E LICENZIAMENTI COLLETTIVI: L'ESAME DELLA CORTE COSTITUZIONALE Al centro del dibattito, ci sono i licenziamenti collettivi e la relativa tutela applicabile nel caso di licenziamento illegittimo e, volendo anticipare le conclusioni cui è pervenuta la Corte Costituzionale nella sentenza in commento, “vanno dichiarate non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 3, comma 1, e 10 del d.lgs. n. 23 del 2015, censurati sotto diversi profili e con riferimento agli indicati parametri, nella parte in cui hanno modificato la disciplina sanzionatoria per la violazione dei criteri di scelta dei lavoratori in esubero nell’ambito di un licenziamento collettivo, fissando, per i lavoratori assunti a tempo indeterminato successivamente al 7 marzo 2015, la tutela economica in misura di un indennizzo determinato entro un limite massimo fissato per legge ed escludendo quella reintegratoria”. Per approfondire ⤵ ⤵ https://lnkd.in/dPi4B5v5 #cortecostituzionale #jobsact

Un nostro commento alla recente pronuncia della #CorteCostituzionale sulla legittimità dell’apparato sanzionatorio #JobsAct nei #licenziamenticollettivi #lavoro #impresa #JobsAct #licenziamento

Il JOBS ACT CAMBIATO DAI GIUDICI :  la Corte Costituzionale ha esteso le ipotesi di reintegrazione, per i licenziamenti illegittimi relativi ai lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in avanti. Due recenti sentenze della Corte Costituzionale sono intervenute nuovamente sul Jobs Act (quindi riguardano i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in avanti), andando ad ampliare le ipotesi di reintegrazione: - sia in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo; - che in caso di licenziamento disciplinare (per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo).   Queste novità giurisprudenziali vanno ad impattare pesantemente sulla disciplina dei licenziamenti e sulle conseguenze risarcitorie di un provvedimento che venisse giudicato illegittimo. Con la pronuncia n. 128/2024, la Corte Costituzionale ha esteso la sanzione della reintegrazione - già prevista per le parallele ipotesi del licenziamento senza giusta causa e senza giustificato motivo soggettivo - anche al licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ove sia stata dimostrata in causa l’insussistenza del fatto "materiale" allegato dal datore di lavoro. Con la sentenza n. 129/2024, la Corte Costituzionale ha, invece, previsto il diritto del dipendente a essere reintegrato nel posto di lavoro, nei casi in cui il fatto all’origine del licenziamento, pur disciplinarmente rilevante, sia punito dalla contrattazione collettiva con una sanzione meramente conservativa. Pertanto, oggi la tutela "indennitaria" che era stata introdotta dal Jobs act rimane circoscritta: - ai soli licenziamenti “semplicemente” privi di giusta causa o di giustificato motivo; - ed ai licenziamenti affetti da vizi formali o procedurali. #JobsAct #TuteleCrescenti #Licenziamento #Reintegrazione #CorteCostituzionale

[Focus] - Oggi parliamo di Jobs Act: con la sentenza n. 22 del 22 febbraio 2024 la Corte Costituzionale, ha affermato che la tutela reintegratoria si applica ai casi di nullità del licenziamento previsti dalla legge anche se non “espressamente”. Nel dettaglio è stata dichiarata l'illegittimità dell’articolo 2, primo comma, del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23, limitatamente alla parola “espressamente”. Tale disposizione, quindi, è stata ritenuta illegittima nella parte in cui, nel riconoscere la tutela reintegratoria, nei casi di nullità, previsti dalla legge, del licenziamento di lavoratori assunti con contratti a tutele crescenti l’ha limitata alle nullità sancite “espressamente”. #Fms_law #jobs act #licenziamento #cortecostituzionale

Jobs Act, nuova picconata della Corte Costituzionale: si ampliano le possibilità di reintegrare il lavoratore licenziato La sentenza n.22/2024 stabilisce che le cause di nullità del licenziamento non sono solo quelle previste “espressamente”, aprendo così nuovi spazi alla discrezionalità del giudice Un interessante articolo di Rosaria Amato su #LaRepubblica “ROMA – I casi di nullità del licenziamento di lavoratori assunti con il contratto a tutele crescenti non devono per forza essere previsti “espressamente” dalla legge. E quindi è possibile reintegrare un lavoratore licenziato ingiustamente, anche se assunto con il Jobs Act, pure nei casi in cui è la giurisprudenza ad elaborare la causa di nullità. A stabilirlo la sentenza 22/24 della Corte Costituzionale, che assesta l’ennesima picconata alla legge n. 183 del 2014, il Jobs Act fortemente voluto dal governo Renzi. Per effetto della sentenza, dall’articolo 2, primo comma, del decreto legislativo 4 marzo 2015, n.23 (decreto attuativo del Jobs Act), salta la parola “espressamente”. Secondo la Corte Costituzionale quell’avverbio era frutto di un eccesso di delega: il Jobs Act infatti si limitava a distinguere tra licenziamenti per motivi economici (che escludono tassativamente la reintegra, c’è solo un risarcimento economico se il licenziamento è ingiusto), e licenziamenti nulli, per i quali è possibile invece imporre al datore di lavoro la riassunzione del dipendente. Cosa dice la Corte sul Jobs Act Il criterio direttivo del Jobs Act, spiega la Corte, «non prevedeva - e non consentiva quindi - la distinzione tra nullità espresse e nullità non espresse, ma contemplava una distinzione soltanto per i licenziamenti disciplinari ingiustificati». Mentre porre un ulteriore paletto ai licenziamenti nulli, aggiungendo, come ha fatto il decreto attuativo, che dovessero solo riferirsi a nullità “espressamente” previste dalla legge, «ha lasciato prive di specifica disciplina le fattispecie “escluse”, ossia quelle di licenziamenti nulli sì, per violazione di norme imperative, ma privi della espressa sanzione della nullità, così dettando una disciplina incompleta e incoerente rispetto al disegno del legislatore delegante».” #flpnews #lavoro Seguimi su LinkedIn: https://lnkd.in/dgUYdM5s.

L'Avvocato Domenica Cotroneo ci racconta come il Jobs Act abbia superato l'esame di legittimità costituzionale in materia di licenziamenti collettivi. ➡️Leggi l'articolo: https://lnkd.in/erPQfHGf #Jobsact #licenziamenticollettivi

LA CORTE COSTITUZIONALE TORNA A PRONUNCIARSI SUL JOBS ACT: NON È ILLEGITTIMA LA DISCIPLINA DEI LICENZIAMENTI COLLETTIVI La #CorteCostituzionale, con la sentenza n. 7 del 22 gennaio 2024, ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte di Appello di Napoli sugli articoli 3 co. 1 e 10 del D.Lgs. n. 23/2015, introduttivo del contratto di lavoro a #tutelecrescenti. Nello specifico, la censura aveva ad oggetto la disciplina relativa alle conseguenze della violazione dei criteri di scelta dei lavoratori in esubero nell’ambito dei #licenziamenticollettivi: l’art. 10 citato, infatti, ha introdotto la tutela indennitaria, compensativa del danno subito dal lavoratore licenziato nell’ambito di un licenziamento collettivo, escludendo quindi la tutela reintegratoria, ciò in simmetria con l’ipotesi del licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo. Tale previsione, secondo la Corte d’Appello di Napoli, avrebbe ecceduto la previsione della legge delega, in quanto il riferimento in essa contenuto ai “licenziamenti economici” avrebbe riguardato solo i licenziamenti individuali e non anche i licenziamenti collettivi. Ebbene, la Corte Costituzionale, considerando anche i lavori parlamentari e la finalità complessiva perseguita dal #JobsAct, ha ritenuto che il riferimento ai “licenziamenti economici” riguardasse sia quelli individuali per giustificato motivo oggettivo, sia quelli collettivi e, di conseguenza, ha escluso che, sotto questo profilo, ci sia stata violazione dei criteri direttivi della legge delega. Inoltre la Corte Costituzionale ha ritenuto non fondata anche la censura di violazione del principio di eguaglianza relativamente alla disparità di trattamento tra i lavoratori assunti fino al 7 marzo 2015, che conservano la tutela reintegratoria, e i lavoratori assunti dopo tale data, ai quali si applica la nuova disciplina del Jobs Act e quindi la tutela indennitaria, peraltro valutata come non inadeguata dalla stessa Corte.

⚖️ Jobs Act: Sentenza della Corte Costituzionale e la Tutela dei Lavoratori La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 129 del 16 luglio 2024, ha ribadito la legittimità della tutela reintegratoria in caso di licenziamento disciplinare, confermando che, se il fatto contestato non è sufficientemente grave, la sanzione deve essere conservativa. Questa decisione sottolinea l'importanza della proporzionalità nelle sanzioni disciplinari e la necessità di proteggere i diritti dei lavoratori. 🔍 Punti Chiave: - Legittimità della Tutela Reintegratoria: Garantita per licenziamenti disciplinari ingiustificati. - Rispetto della Proporzionalità: La sanzione deve essere proporzionata alla gravità del comportamento. - Compatibilità con la Costituzione: Il Jobs Act deve essere interpretato in modo coerente con i principi costituzionali. Scopri di più sugli impatti di questa sentenza nel nostro articolo completo. 📖👇 #JobsAct #CorteCostituzionale #DirittoDelLavoro #TutelaDeiLavoratori #Sentenza #StudioCantone #cantonestudio #AvvocatiLavoro #ConsulenzaAziendale

⚖️ La Corte Costituzionale ribalta il Jobs Act: la reintegrazione torna protagonista 🕰️ Il Jobs Act e l'indebolimento della reintegrazione: Il Jobs Act del 2015 aveva ridotto l'ambito di applicazione della reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, favorendo la tutela indennitaria (risarcimento economico). ⚖️ La Corte Costituzionale ristabilisce l'equilibrio: Con le recenti sentenze 128/2024 e 129/2024, la Corte Costituzionale ha ampliato le casistiche in cui si applica la reintegrazione, riallineando la normativa a quella precedente al Jobs Act. 🎯 Principali cambiamenti:  * La reintegrazione si applica anche nei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo se il fatto contestato è insussistente. * Il lavoratore ha diritto alla reintegrazione se il fatto disciplinare è punito dal contratto collettivo con una sanzione conservativa (non licenziamento). * La tutela indennitaria rimane limitata ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo e a quelli con vizi formali o procedurali. 🤔 Conseguenze: La reintegrazione torna ad essere una tutela centrale per i lavoratori, ridimensionando l'impatto del Jobs Act. 🇪🇺 "Salva infrazioni": Il Governo ha approvato uno schema di decreto legislativo per eliminare il tetto di 12 mensilità al risarcimento per i contratti a termine illegittimi, in risposta a una procedura di infrazione dell'Unione Europea. #FIMCISL #JobsAct #CorteCostituzionale #Reintegrazione #TutelaLavoratori #DirittodelLavoro #SentenzeStoriche #SalvaInfrazioni