Genitori nello Sport tra risate, progetti futuri, e altre risate.. quale saranno le nostre 5 parole d'ordine per il 2025? Scrivetelo nei commenti 👇👇
Post di Genitori nello Sport
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Molte donne, ripensando alle lezioni di #educazionefisica delle scuole superiori, ricorderanno #insegnanti che le esoneravano da certe attività durante le #mestruazioni. Gli effetti delle mestruazioni variano da persona a persona, ma allo stato attuale della #scienza, sappiamo relativamente poco sul rapporto tra #sport e ciclo mestruale. Un articolo pubblicato nel 2020 dalla rivista #SportsMedicine ha evidenziato le conseguenze di questa mancanza di attenzione sugli effetti delle diverse fasi del #ciclomestruale sulle prestazioni sportive, ecco cosa è emerso 👇
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Nella riflessione sull’importanza dello sport nella vita del bambino troppo spesso ci si dimentica di un aspetto che più di altri impatta sulla sua crescita oltre che sul rapporto con l’attività fisica del futuro adulto: il suo #benesserepsicologico. Da padre di un bambino di 7 anni mi trovo ad esempio a confrontarmi con un ambiente, quello del calcio, che nonostante, o forse proprio a causa della sua popolarità, oggi più che mai dimostra la sua arretratezza ed incapacità di ripensare a dei modelli educativi fortemente deleteri per lo sviluppo psico-fisico dell’individuo. Bambini di 7 anni costretti a rimanere in panchina perché ritenuti meno bravi rispetto ad altri compagni, oppure al contrario a giocare sempre in quanto ritenuti indispensabili (esponendoli ai rischi di future frustrazioni quando la loro crescita o il miglioramento degli avversari li porranno di fronte ai loro naturali limiti che faticheranno ad affrontare non avendo ricevuto gli strumenti per farlo), una spinta continua all’individualismo e alla ricerca spasmodica del gol e del gesto tecnico personale anziché della collaborazione con i compagni, l’avversario concepito come un “nemico da annientare”, genitori che ritengono scontata una selezione dei “talenti” da parte della società sportiva, dimenticandosi che i bambini sono nel pieno del proprio sviluppo fisico: dinamiche che non dovrebbero appartenere ad un ambiente sportivo sano e che ha cuore il bambino come persona. Un ambiente poco preparato a gestire le pressioni dell’ambiente esterno che punta esclusivamente al risultato sportivo nell’ossessiva ricerca di una performance fine a se stessa. Sulla tecnica e la coordinazione il bambino è in grado di crescere velocemente se messo nelle condizioni di apprendere, più complesso pensare di riparare ai danni provocati da “allenatori” (termine che già di per esprime l’incongruenza di un ruolo che dovrebbe essere in primis orientato all’educazione) sull’#autostima e la #motivazione del bambino. E’ fondamentale mettere il bambino nelle condizioni di imparare, aiutarlo ad interiorizzare il concetto di squadra, a scoprire il valore del compagno come risorsa per superare gli ostacoli, avere la possibilità di imparare direttamente dai propri pari, giocando, sbagliando, riconoscendo e gestendo i propri limiti. Un pensiero alternativo su un tema troppo poco dibattuto, arriva da filippo galli nel suo libro “Il mio calcio eretico”, che offre una bellissima riflessione sulla necessità di portare teorie sull’apprendimento tenute finora lontane dal calcio, per arrivare a considerare il bambino: “una persona nella sua interezza, curando e coltivando non solo le sue doti fisiche, tecniche e tattiche, ma anche le sue relazioni con gli altri, le sue attitudini mentali, il suo benessere psicologico, con la ferma consapevolezza che queste componenti non possono essere separate l’una dalle altre”
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La #sedentarietà tra i più giovani nel nostro Paese è una brutta piaga. Secondo il sistema di sorveglianza #Passi dell’#Istitutosuperioredisanità, tra i bambini di 8-9 anni quasi due su dieci sono in #sovrappeso e circa uno su dieci è #obeso. Una prevalenza tra le più alte in Europa. Il ministero della Salute nelle linee d’indirizzo sull’attività fisica raccomanda: almeno tre ore al giorno di movimento spontaneo ai bambini di età compresa tra 1 e 2 anni (il che vuol dire non lasciarli seduti sul passeggino e farli giocare liberamente nello spazio); idem a quelli di 3-4 anni, ma per almeno un’ora dovrebbero avere la possibilità di compiere attività motoria più energica, come correre, saltare, salire e scendere dallo scivolo; e, dai 5 ai 17 anni, una media di 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa, con esercizi di rafforzamento muscolare almeno tre volte a settimana. Fino a 4-5 anni l’attività fisica va proposta sotto forma di gioco. Per aiutarli ad acquisire consapevolezza del proprio corpo nello spazio e le abilità motorie di base si può iscriverli a corsi propedeutici di atletica, danza o nuoto. Crescendo il bambino ha bisogno di strutturare il movimento. Molti genitori sono convinti che non appena il figlio inizia la scuola elementare vada iscritto a uno sport di squadra per imparare a relazionarsi con i coetanei. In realtà, è meglio che il bambino prima rafforzi le sue capacità motorie attraverso esercizi individuali, praticati comunque insieme a un gruppo di coetanei. È importante che impari a lanciare e calciare correttamente la palla, a correre, a camminare con andature diverse, a saltare. Solo se è in grado di coordinare bene i movimenti dei vari distretti corporei, mantenendo l’equilibrio, riuscirà a passare la palla al compagno e a coordinare le azioni con il resto della squadra. Fino agli 8 anni si consiglia, quindi, di iscriverlo a corsi sportivi di gruppo che diano una preparazione fisica completa per aumentare agilità e reattività. Vanno bene attività come atletica leggera, ginnastica artistica e ritmica, danza, arti marziali, nuoto, pattinaggio, anche il tennis, lo scherma e la scuola calcio, a patto che i corsi prevedano esercizi di consolidamento dei singoli movimenti e non si concentrino solo sull’affinamento del gesto tecnico richiesto dalla specifica disciplina. Una volta acquisiti i movimenti di base il bambino sarà pronto ad affrontare uno sport di squadra: dalla pallavolo al basket e al calcio, o attività più impegnative come l’equitazione e il canottaggio». #fitness #consapevolezza #stayhealthymyfriends
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Genitori : quali regole dare? Che cosa c’entra questo post, vi chiederete? Per gli educatori è fondamentale capire il rapporto che c’è tra genitori e figli. Permette di capire meglio le particolarità del singolo ragazzo/giocatore. “Il bambino ha bisogno di regole. Ma quali regole? Ecco una domanda essenziale. Decidete, voi genitori, tutti e due insieme, quali sono le regole, e poi fatele rispettare. Tutti e due insieme: è essenziale. Non si possono mandare messaggi contrastanti. Quale messaggio educativo riceve un bambino al quale la mamma dice un giorno che non deve mangiare due piatti di pasta e il giorno dopo, visto che sono avanzate le [...] https://lnkd.in/gcKM48G7 #GestioneAllenamento #genitori #rugby #allenamentorugby #rugbycoach #rugbytraining Collegatevi al sito www.allenamentorugby.it per informazioni complete.
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Lo sappiamo perfettamente cosa non ha funzionato nel nostro crescere. Eppure, guardando i Figli diventare Genitori, vedo che in molti fingono razionalmente di dimenticarsi quello che hanno subito - o comunque mal appreso emozionalmente - da Figli. È come parlare di qualche cosa che tutti conosciamo, ma che nessuno vuol ammettere di sapere: una specie di omertà verso noi stessi. Ma è qualcosa che, quasi sempre, lo si vede amplificato nei loro stessi Figli -- Genodiscendenza ® © www.genodiscendenza.it #genodiscendenza #alessandrolampugnale #relazionifamiliari #genitorifigli #esserefigli #adulticonsapevoli #counselingfamiliare #evoluzionepersonale #accademiagenodiscendenza #istitutoculturalegenodiscendenza #ilfruttoelalbero #passaggiogenerazionale #sulletraccedime #mastergens #mastercogito
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MULTIVERSI: UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL PROPRIO POTENZIALE Ciclo di Incontri per Bambini Plusdotati
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Figli demotivati nello studio? Con difficoltà generalizzate nell'organizzazione dei tempi e delle modalità per farlo in modo efficace? Capiamo perché e come aiutarli!
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🔴 𝐒𝐮 𝐆𝐏 𝐌𝐚𝐠𝐚𝐳𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟒 L’orientamento sportivo per i nostri figli è una scelta importante che può influenzare la loro crescita, il benessere e la socializzazione. Ecco allora in questa intervista alla dottoressa Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana, alcune indicazioni utili per i genitori su quali possano essere le attività sportive e motorie più adatte da scegliere, anche in base allo specifico target di età
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ANALIZZIAMO LA SITUAZIONE (parte 3) Questo è un articolo comparso sulla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa; come si può ben vedere, riporta alcuni dati di cui avevamo parlato nelle puntate precedenti. Tutti si accorgono solo ora di quanto la situazione sia drammatica, ma, questi dati, sono ormai anni che sono consolidati e peggiorano ad ogni rilevazione. Tutti puntano il dito gli uni contro gli altri: scuola(l’insegnante di motoria in quarta e quinta, è solo un palliativo….se non sanno insegnare, è meglio lasciare perdere), le società (incapacità di capire che, dal post Covid, i bambini e ragazzi sono cambiati), gli enti pubblici….ma questo non serve a nulla…serve solo rimboccarsi le maniche e lavorare per riportare in palestra le prossime generazioni di bambini. Come Bobcats, ci stiamo accorgendo che, se presenti un progetto chiaro e strutturato, trovi qualche portone che si apre; negli ultimi mesi abbiamo avuto diversi contatti per portare le nostre attività in diverse scuole in giro per l’Italia. Ad oggi, 11 ottobre, abbiamo già oltre 20 scuole, tra Parma e Reggio Emilia, che hanno già confermato l’inizio dei nostri progetti motori all’interno delle scuole dell’infanzia(lo scorso anno, in questo periodo, le contavi sulle dita di una mano); vuol dire che circa 2000 bambini potranno fare attività motoria 1 volta a settimana almeno per circa 2/3 mesi. Abbiamo diversi tavoli di lavoro aperti in alcune città italiane per progetti da svolgere nell’anno scolastico 2025/26. È poco? È ancora pochissimo….ma è sempre qualcosa!!! https://lnkd.in/dSDFU_rv
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