I giochi per bambini sono cambiati molto dagli anni '50 ad oggi. Basta guardare l'album delle foto di famiglia per ricordare come tutti noi ci divertivamo allora, come riuscivamo a trasformare una scopa in un cavallo o una scatola in una veloce macchina da corsa. Ecco un buon libro che vi propone un piccolo viaggio nel passato, uno sguardo indietro nel tempo, per rivivere quei giochi da bambini con cui siamo cresciuti noi nonni del terzo millennio.
Post di Gennaro Langella
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Dietro quel palazzone (dove abitava Pasquale Martinelli - 3/500), in corrispondenza del Molo (che noi chiamiamo Braccio), si trova casa mia E questo era il baby park sul mare e con il cannone che puntava l'orizzonte Il gioco più bello in assoluto erano quei tubi di cemento Niente di più semplice Blocchi affiancati dove entravi da una parte ed uscivi dall'altra Basic Ma non potete capire le ore passate a fare avanti indietro ed i pomeriggi, nascosti, a parlare Bisogna uscire di casa e creare relazioni come facevamo noi da bambini Quando abbiamo perso questa capacità di sorridere, parlare all'infinito e giocare insieme? Perché non va per niente bene l'incomunicabilità, anche nel business, che c'è ora unita alla difficoltà di parlarsi ed i giri infiniti che siamo costretti a fare per concludere cose semplici Saremmo in grado di complicare anche l'entrata e l'uscita da un tubo! Per questo motivo promuovo, e spingo, il concetto di Community perché vorrei tanto che i principali player, negoziazioni NPE, insieme a tutto l'indotto di società strumentali all'accordo.. -> siano come quei bambini al parchetto Una base di 500 che frulla perché poi, in quel momento, tra tubi, cannone, altalene, ecc... Massimo ce ne possono essere 60-70 online Però vi immaginate una stanza virtuale, a cui hanno accesso solo 500 professionisti selezionati e "strumentali a" , che vede continuamente, e compatibilmente con i propri impegni, 24 ore su 24 e 7 su 7, una piazza di giochi aperta in continuazione? Quanto sarebbe più facile riuscire a fare tutto? Perché ricordiamoci che alla base di tutti i default, ed epiloghi da vicolo cieco, registrati in questi anni, c'è la mancanza di comunicazione Poniamo un rimedio Da adesso in avanti, e per i prossimi 498 post, scriverò un nome di quelli che sono, per me (liberi poi di rifiutare 😅), i 500 stakeholders che hanno un senso, e contano, in questo settore Il primo, non in ordine d'importanza/rilevanza/figume, perché siamo tra pari, è Lorenzo Rigatti Che diventa 2/500 A seguire altri 498 perché uno, dei 500, sono anche io (1/500) P.s. Ci vediamo nel tubo P. P. S. Pasquale non è uno stakeholder che conta ma... Bisognerà pure mangiare??? No? 🤣😅😊
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Chi ha inventato la sega circolare utilizzata da robusti boscaioli per tagliare gli alberi? Una donna! Sarah "Tabitha" Babbitt è stata una delle prime inventrici americane conosciute, anche se ha ricevuto poco credito durante la sua vita perché non ha mai presentato alcuna richiesta di brevetto per il suo lavoro. Babbitt nacque nel 1779 in Massachusetts, pochi anni prima della fine della Rivoluzione Americana, da una famiglia Shakers, (acronimo di United Society of Believers in Christ's Second Appearing) comunità che credeva nell’uguaglianza tra i sessi in tutte le questioni. La selvicoltura era una grande industria per gli shaker, che vivevano della terra e tagliavano alberi e segavano tronchi per venderli ai costruttori nelle città più grandi. Quando Babbitt aveva 34 anni, notò che gli uomini usavano una sega a frusta e sprecavano metà dei loro sforzi andando avanti e indietro. Ecco allora la sua invenzione: ovvero di rendere la lama rotonda, anziché lineare, per aumentarne l'efficienza e, quando creata, fu collegata a una macchina alimentata dall'acqua, rendendola ancora più efficiente perché non richiedeva alcuna energia umana. Una sega circolare infatti, utilizza un movimento rotatorio per consentire alla lama dentata di tagliare ininterrottamente. Ciò consente tagli più fluidi e diritti rispetto a una sega lineare poiché il movimento non comporta alcun movimento avanti e indietro che potrebbe comportare una riduzione dell'energia. Quando ogni dente della lama colpisce il legno o altro materiale, forma una piccola scheggiatura. Il dente guida il truciolo fuori dal materiale, evitando che si incastri. Purtroppo però gli Shaker erano una religione di clausura, richiedere un brevetto era qualcosa che probabilmente non era nemmeno noto a Babbitt. I resoconti di Shaker dicono che due francesi lessero dell'invenzione di Babbit in un articolo e depositarono loro stessi il brevetto.... A prescindere da chi si sia poi preso i meriti per questa invenzione, noi vogliamo cambiare la narrativa, affinché le scienziate e inventrici non rimangano invisibili, ma siano modelli di riferimento per le bambine e le giovani donne di oggi. Cambiamo la narrativa per cambiare la cultura! #paritàdigenere #lavoro #donna #inventrici #scienziate #stem Laura Basili Ilaria Cecchini Giulia Bertoli STEM Women Congress Italia STEAMiamoci
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💭 Con i racconti a fumetti realizzati da Marco Sacco e Luca Corradi, e le prefazioni di Lucia Cuffaro, tutti possono apprezzare la #decrescita felice, un approccio alla quotidianità più semplice che può aiutare a contrastare il #cambiamentoclimatico in atto. 🕊 Virgilia inizia il suo viaggio nel 2022 e lo prosegue nel 2024 per riscoprire la #felicità in abitudini meno impattanti e rinunciando alle comodità che, pur facilitando la nostra routine, sono uno sfruttamento di #risorse e un danno per gli #ecosistemi naturali. #decrescitafelice #sviluppoeconomico 🌱 Leggi di più nell'articolo di Ilaria Calò 👇 LINK NEI COMMENTI
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Una bella storia da leggere. Da raccontare. Scritta bene.
Di parole ne ho scritte tante, quasi tutti i giorni accendo il pc e picchietto sui tasti. Questa #newsletter, però, è tutta un'altra storia. Ci sono dentro io, il mio lavoro, le brutte e le belle copie di anni passati nelle retrovie. Già così sarebbe un affare delicato, da far tremare le dita prima di premere "invio". In questa newsletter, però, forse per la prima volta, racconto una storia, e si sa che le storie non conoscono possessivi. Sono di tutti e di nessuno, di chi le vive e le scrive. Sono di chi le legge. Ebbene, questa è la storia di come Paolo, Michele, Martina, Alioscia, Alessandro e Valentina hanno creduto in un'edicola che non si arrende al "c'era una volta". E di come un quartiere è sceso in strada ad aiutarli. Che c'entro io? Beh, è anche la mia storia. 👉 https://lnkd.in/d7BVnVff #aedicolalambrate #milano
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C'era posto migliore per festeggiare il nono compleanno di Laborplay? Alla fine lo Hyakumonogatari kaidankai era proprio un gioco. Notte fonda, si accendono cento candele. I giocatori si mettono a raccontare dei kwaidan, letteralmente delle storia di fantasmi, e al termine di ciascun racconto si spegne una candela. La stanza diviene sempre più buia durante il gioco, quando si spegne l'ultima candela arriva un Aoandon, un essere soprannaturale. 🕯 Era un gioco che richiedeva coraggio, consapevolezza della propria vulnerabilità e voglia di confrontarsi direttamente con ciò che ti incute timore. Un gioco come palestra psicologica, dove esercitarsi a gestire le proprie emozioni. 🕯 La paura diventa così un catalizzatore per l'autoconoscenza e la crescita personale. Affrontare paure archetipiche attraverso le storie di fantasmi permetteva ai partecipanti di esplorare parti profonde e nascoste della loro psiche, serviva a mettere alla prova i limiti del coraggio individuale e collettivo. 🕯 Ecco, giocare finiva inevitabilmente col #giocarsi. Riconoscere la propria vulnerabilità e scegliere di non fuggirla per rafforzare i legami sociali, creando un gruppo che, insieme, possano sfidare l'oscurità. #HR #Lavoro #SoftSkills #SicurezzaPsicologica #Gamification #Fearless
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I nostri Giulio e Giancarlo assieme a Marco Fullone ed allo staff di Musicoff si sono interrogati su quale sia la situazione dell’alta fedeltà nel 2024 ponendosi una domanda più che mai attuale: ” L’ Hi-Fi è solo un gioco per ricchi?!“. Nel video qui sotto parleremo di quanto emerso e vi daremo le nostre impressioni da diversi punti di vista. https://lnkd.in/dGQANeqN /*! elementor - v3.21.0 - 26-05-2024 */ .elementor-heading-title{padding:0;margin:0;line-height:1}.elementor-widget-heading .elementor-heading-title[class*=elementor-size-]>a{color:inherit;font-size:inherit;line-height:inherit}.elementor-widget-heading .elementor-heading-title.elementor-size-small{font-size:15px}.elementor-widget-heading .elementor-heading-title.elementor-size-medium{font-size:19px}.elementor-widget-heading .elementor-heading-title.elementor-size-large{font-size:29px}.elementor-widget-heading .elementor-heading-title.elementor-size-xl{font-size:39px}.elementor-widget-heading .elementor-heading-title.elementor-size-xxl{font-size:59px} L’ Hi-Fi ai tempi dell’integrazione Se negli anni Settanta, Ottanta e Novanta l’ Hi-Fi era probabilmente l’unica via immaginabile per riprodurre i nostri contenuti audio, nel corso degli anni le cose sono cambiate e soprattutto è cambiato il modo di ascoltare. Anni fa, l’ascolto era una sorta di rituale, spesso e volentieri il sabato pomeriggio ci si riuniva a casa dell’amico con l’impianto hi-fi migliore e si ascoltava l’ultimo disco dei Police, dei Pink Floyd o dei Genesis. A tal proposito sarebbe interessante parlare della differenza tra ascoltare e sentire, due concetti simili ma non proprio uguali. Probabilmente quello che facevamo in casa dell’amico con l’impianto buono era ascoltare e non sentire. La differenza? Ci sarebbe molto da scrivere, ma potremmo riassumere il concetto descrivendo il sentire come una azione passiva/oggettiva in quanto “sentiamo” sempre e comunque tutto ciò che ci circonda. L’ ascoltare invece è una esperienza più intima, che coinvolge anche gli altri sensi e che implica il fatto di voler andare a fondo su una questione, voler comprendere quello che l’artista ha deciso di trasmetterci attraverso la sua musica ma, sicuramente, anche attraverso la copertina del suo disco e a ciò che si trova al suo interno. “Qual è la relazione tra tutto questo e l’Hi-Fi?“ Semplice, un impianto Hi-Fi ci consente di ascoltare mentre per sentire è sufficiente anche la radiolina della nonna sul comò. Con il passare degli anni gli input sono aumentati in modo esponenziale e si è sviluppata la tendenza a voler fare un po’ tutto e a voler avere un riscontro immediato di quello che si fa. Questa filosofia del “tutto e subito” sicuramente ha penalizzato l’ascolto critico (nel senso greco del termine) che richiede tempo, un minimo di conoscenze e soprattutto una calma interiore che sembra essere sempre più rara. /*! elementor - v3.21.0 -
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A tutti i bommer che si stava meglio quando si stava peggio... ahò oggi ce sarà l'autotune, ma prima ce stava er playback... de cantanti che nun sapeveno cantà ce ne staveno a bizzeffe pure prima. scherzi a parte, lo dichiaro subito, io personalmente non sono scandalizzato dall'autotune, nel senso, che se uno ha qualcosa da dire e non è capace di cantare, usa l'autotune e crea un prodotto musicale, alla fine è come chi canta con un'orchestra, anche l'ultimo strumento, la voce, non è suo. Nello spettacolo è tutto lecito per abbellire un prodotto. Basta banalmente dichiarare che si è usato l'autotune. In fondo è solo questione di non ingannare il consumatore. Detto questo, seriamente, quanti cantanti ha stroncato Fedez a X factor? Ma siete davvero così ingenui? Oddio sono così ingenui da pensare che in tv si lasci tutto al caso... al mood del momento... a uno che decide di cassare uno su cui, magari, le case discografiche hanno già messo gli occhi, di mandare in fumo investimenti e introiti. Quindi, pensate che le partite dei pacchi, sempre molto tirate fino alla fine, sono dovute solo alla probabilità, che le storie di tradimento di alta infedeltà, che vanno sempre uguali, sono reali... che temptation island... dai ci siamo capiti. Diciamoci la verità una volta per tutte, nel mercato musicale, la voce è una delle componenti del successo e non è nemmeno la più importante, il fine è "vendere i dischi" (sì lo so è anacronistico, ma fatemi semplificare). E a X factor ci sono stati carciofi con un bella voce, ma che ahimè, per loro, è l'essere carciofo che ha affossato la potenziale carriera. Erano i classici riempitivi. Banalmente Fedez è vittima stessa di questa vetrina. Fedez su sarebbe stato tra i giudici di qualsivoglia talent anche se saliva sul palco a produrre rutti e scorregge. Fedez giù là non ci va più anche senza autotune e anzi lo si dà in pasto agli haters, tanto per gradire, in modo da alimentare hype sul nuovo x factor. C'è chi usa l'autotune e non sa cantare e chi indirizza il suo odio dove chi, autore delle logiche dello spettacolo che tanto gli fanno schifo, gli indica di indirizzare. E qui è non è complottismo, è una industria con un giro di "money" così grande che non può essere lasciata in mano a caso, fortuna e haters.
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X MAS, approfondiamo No, non stiamo per parlare di Natale a giugno, ma abbiamo deciso di fare un breve articolo per approfondire l’argomento “Decima MAS” visto che è diventato argomento di tendenza grazie a un... #factchecking #correttainformazione
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La vera ricchezza è avere quella che basta per vivere in modo dignitoso.
Presidente Nazionale Assopam, Top Voice, Rappresentante Interessi Camera dei Deputati e Unione Europea, Diplomatic Ambassador Inception Club, Delegato Nazionale Enasarco, AU Credismart Agenzia Deutsche Bank Easy
La ricchezza non è quella di essere proprietario di uno yacht, di un palazzo o disporre di cifre a decine di zeri sul proprio conto...la vera ricchezza sta nella semplicità di questo video dove bambini in fila aspettano il loro cibo dando la precedenza ai più piccoli, dove due bambini si dividono la merenda e il maschietto (nonostante la tenerissima età) da vero galantuomo fa dare il primo morso alla sua amichetta...basta poco per avere tutto...credo che questo video ci trasmette l'essenza della vera ricchezza 😍❤️ non siete d'accordo?
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