Esattamente come per gli atleti che si qualificano per i Giochi Olimpici, la preparazione per un fotografo è tutto: i riflessi e la velocità di un centometrista, llo sforzo di un pesista, la concentrazione di un arciere, la mira di un tiratore, la resistenza di un maratoneta. In una sola persona tante capacità sovrapposte per l’intero periodo. Una gestione multidisciplinare al servizio della realizzazione di contenuti da comunicare per generare un racconto emozionale. La memoria di un evento unico.
Post di Giancarlo Gobbi
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#Paralimpiadi2024: la storia e il talento di Rigivan, un esempio di forza e determinazione che sta conquistando il mondo dello #sport. Scopri di più nell'articolo qui sotto:
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Le Olimpiadi e le storie olimpiche ci stanno ispirando ogni giorno con nuove imprese e con comportamenti che denotano la classe dei campioni. Va detto subito che i campioni non sono solo coloro che vincono medaglie. Per arrivare a competere in un'Olimpiade si devono affrontare allenamenti, sacrifici, sfide e avere una disciplina che permette a questi atleti di arrivare ad essere i migliori del quadriennio nelle competizioni dei propri paesi. Un piazzamento o anche una pesante sconfitta sono una delle possibilità che un'atleta e una squadra debbono saper accettare. Ho potuto ascoltare alcune testimonianze veramente straordinarie ricche di umanità e di umiltà, ultima quella di Nadia Battocletti, ben lontane da certi commenti che si leggono sui social e su alcuni quotidiani o si sentono in TV. Lo sport continua ad offrire spunti utili anche al mondo del lavoro. Coinvolge innanzitutto la parte motivazionale e relazionale, ma anche la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, la necessità di un costante lavoro di apprendimento e miglioramento, la sfera relazionale, l'insegnamento che la sconfitta non è la fine di tutto. Molti manager e molte aziende dovrebbero avere più relazioni con il mondo dello sport perchè l'esplorazione di altri contesti è fonte di arricchimento anche per il proprio. #olympics #formazione #empowerment #relationship #coaching #learning #sport
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Olimpiadi: lo sport è molto più che vincere medaglie! 🔍 In questi giorni, ci chiediamo: “Quante medaglie avremo?” Ma dietro ogni gara si nascondono storie di anni di dedizione e rinunce. 🥇 La vittoria è solo per uno; tutti gli altri, purtroppo, sono perdenti. Ogni atleta porta con sé una storia di lotta e passione, spesso ignorata. Godiamoci le competizioni, ma ricordiamo che le vere vittorie sono quelle che non vediamo. Ogni atleta ha già vinto le sue sfide più grandi. La visione GDMI Da GDMI, tutti sono atleti, indipendentemente dal loro livello di preparazione fisica. Quando una persona decide di praticare attività motoria, abbraccia un nuovo stile di vita, e noi crediamo fermamente che nessuno debba essere escluso. Lo sport è un bene prezioso, non un privilegio per pochi. La nostra missione è rendere l’attività fisica accessibile a tutti, promuovendo il benessere a 360 gradi! IL VERO SPORT UNISCE! #Olimpiadi #Sport #Passione #Sacrificio #ginnasticadinamicamilitareitaliana #sportpertutti
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Responsabile Affari Istituzionali, Impresa - Territorio, Marketing, Servizi Generali, Sviluppo e Gestione Sistemi informativi, Comunicazione Innovativa, Ufficio Stampa
Che bella magia … lo sport … e la “Mia” scherma! Una immagine che la dice lunga sullo spirito olimpico. Due fortissimi sciabolatori, Gigi Samele e el-Sissy. Entrambi con le lacrime agli occhi - al termine dell’assalto della finale per la conquista della medaglia di bronzo - sia di gioia per la vittoria che di rammarico per la sconfitta. Due amici e avversari che si consolano e rallegrano a vicenda, interpretando in modo egregio il senso dello sport, quello di gareggiare con impegno, lealtà e desidero di superarsi. Tutto ciò rappresenta un grande patrimonio di valori etici, morali, civici, e chi più ne ha più ne metta. In fondo, i Giochi Olimpici e incontri di questo tipo fanno percepire lo sport per quello che è e rappresenta. Cioè una straordinaria opportunità di crescita, di amicizia, di miglioramento personale. Del resto, un grande successo di cui essere fieri, perché testimonianze del genere fanno crescere fiducia e speranza in tanti giovani e così si fa crescere anche complessivamente l'intera nostra società. Lo sport è una risorsa significativa per ogni Paese, è un investimento proficuo, soprattutto quando la cura delle eccellenze si combina con la diffusione della pratica sportiva. Questi due aspetti del fenomeno sportivo vanno sempre messi assieme e non tantomeno posti in contrapposizione. Lo sport, infatti, è un importante insieme di cultura e qualità della vita.
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Cultura della sconfitta… anche NO! In questi meravigliosi giorni olimpici, a seguito di alcuni momenti mediatici che hanno riguardato nostri atleti, è in corso un’aspra critica alla “cultura della vittoria” ed un’esaltazione della “cultura della sconfitta”. Se la “cultura della vittoria” produce effetti nefasti, devo anche dire che dare ad un atleta, come faro, la “cultura della sconfitta” mi pare antitetico all’idea stessa di sport. Le parole hanno un peso e pensare di coltivare la sconfitta ha poco senso. L’idea di base che si vuole diffondere, che sposo appieno, è quella che il risultato di un atleta risiede nel percorso di vita. Ciò che occorre valutare è il cammino che ha portato, che so, Benedetta Pilato o Andrea Vavassori a queste Olimpiadi. In quest’ottica è evidente che l’essenza di una partecipazione ad una manifestazione di straordinario livello non possa essere racchiusa nei pochi istanti in cui si scrive il verdetto della gara. Il tocco della piastra di contatto o la pallina che tocca terra. Vivere per il momento del trionfo vorrebbe dire trascorrere un’esistenza sostanzialmente priva di soddisfazioni per il 99,9 % del tempo, bramando l’apoteosi per lo 0,01%. Non mi pare una grande visione. Sono fermi nella memoria di ciascuno di noi quei momenti, nel percorso di avvicinamento ad un evento, in cui abbiamo sofferto, o abbiamo svolto quell’allenamento particolarmente faticoso, o compiuto quel passo avanti decisivo. La soddisfazione del giorno dopo giorno. La gioia di quel momento in cui hai completato un altro passo. Ciò fanno questi splendidi atleti non può essere valutato nell’istante in cui colgono o meno una medaglia. Questo anche perché ogni atleta sa benissimo che i presupposti per il risultato non li crea durante la gara, ma nei mesi e negli anni precedenti. Per questo sentire la giornalista Caporale che dice a Francesca Fangio "Non è la tua serata" ci dice quanto si è lontani da una parte, e come, ascoltando la risposta, si è vicini dall'altro. In questo contesto ci sarebbero poi da considerare, nell’ottica di creare una “cultura” valoriale, i comportamenti dei vertici dello sport italiano rispetto agli arbitraggi con la ricerca costante di un colpevole esterno cui attribuire la colpa. Detto tutto questo e concordando quindi con il discorso di fondo, non condivido il termine “cultura della sconfitta”. Io nello sport penso ad una “cultura del progresso”. Dove ogni passo, ogni giorno è un tassello da assaporare. Dove impari dai momenti belli e da quelli brutti. Dove accetti le sconfitte e comprendi l’effimerità della vittoria e vedi entrambi come momenti di “transito”. Dove ogni giorno il tuo impegno ti rendo vivo. Dove comprendi che il risultato è nella realizzazione quotidiana di te stesso. #albanocoaching #mentalcoaching #sportcoaching
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Elogio delle Olimpiadi (e dei quarti posti) Chi arriva alle #Olimpiadi compete. Fa sacrifici per anni. Dedizione, passione e ostinazione. Una vita in missione. Con pochi riconoscimenti, salvo che per alcuni sport più ricchi. Davvero pochissimi. Lo sport è uno spazio del corpo e dell’anima. E arrivare a praticarlo fino ai Giochi olimpici impone anche molti sacrifici. Certo non è per tutti, serve il talento. Essere alle Olimpiadi per tanti è già un formidabile successo. Quell’impegno non si misura certo solo in medaglie. Si misura in risultati, che sono una cosa diversa. Si misura in prestazioni. Un quarto posto è dimostrazione plastica di capacità fuori dal comune. Può essere una delusione per i più forti (sulla carta) che però poi quando gareggiano devono fare i conti con gli avversari, con le pressioni, le aspettative e con i loro corpi che sono umani. Chi osserva e tifa certi sport solo ogni quattro anni non è misura di tutte le cose. La gioia di Benedetta #Pilato non è l’elogio della sconfitta, ma qualcosa di più. E alziamo lo sguardo: la nostra società ama incasellare persone e risultati. Noi, per noi stessi e per le persone a cui vogliamo bene, facciamo uno sforzo: competere e perdere non significa mai fallire. Mica solo nello sport.
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Insegnante di Educazione Fisica | Esperto di Mentalità Amplificata | Autore | Fondatore di Mentalità Amplificata
Hai mai pensato che il vero successo nello sport va oltre le medaglie? Il nostro ultimo articolo esplora l'essenza dello spirito olimpico, riconoscendo l'impegno e la resilienza degli atleti, indipendentemente dai risultati finali. In questo articolo, parliamo di sacrifici, dedizione, e del viaggio invisibile che ogni atleta percorre per arrivare ai Giochi. Scopriremo insieme perché è fondamentale supportare i nostri atleti e celebrare ogni traguardo, anche quando non si sale sul podio. E per chi pensa che un quarto posto sia un "fallimento", ricordiamoci che criticare dal divano è uno sport molto più facile... se solo avesse il suo podio! Ti invitiamo a leggere e riflettere su come possiamo essere sostenitori migliori per coloro che dedicano la loro vita allo sport. 👉 https://lnkd.in/d2KRs58v Unisciti alla conversazione e condividi i tuoi pensieri su come possiamo apprezzare e sostenere il duro lavoro dei nostri atleti. #Paris2024 #SpiritoOlimpico #Resilienza #Dedizione #Sacrificio #CulturaSportiva #ValoreDelViaggio
Oltre le Medaglie - Mentalità Amplificata
https://www.mentalitaamplificata.it
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Non solo sono d'accordo con #dariodonato, (che ringrazio per lo spunto), ma suggerisco anche una diversa chiave di lettura. Il vero spirito olimpico è quello della semplicità degna di #olimpia (Ολυμπία) oppure dobbiamo rassegnarci a quello fatto e pieno di tecnologia a supporto delle mancanze di atleti con limitate capacità che solo in questo modo potrebbero aspirare ad ottenere qualcosa di piú. Chiaro che questo non è valido per tutti gli sport però mi é cosa semplice fare un parallelismo con il mondo del lavoro moderno, dove spesso tutto diventa tecnologia a copertura di scarse capacità, scarsa empatia umana e scarsa etica comportamentale. Alcuni commenti letti di personaggi così certi della loro visione moderna e tecnologica con la tendenza ad essere detrattori di questo atleta fanno paura. A parte che leggendo le loro bio non sono riuscito a comprendere cosa cavolo fanno di lavoro in concreto, (ma questo è un mio problema), mi chiedo semplicemente come per queste persone il valore della normalità e semplicità può essere un problema. Se funziona non può esserlo, (come sul lavoro). Sorrido a leggere del concetto della maglietta non stirata da operaio quando abbiamo visto gente buttarsi in una #senna piena di pantegane e topi poco dotti e sapienti (sono francesi). Alla fine è probabile che le vere #olimpiadi non esistano più da tanto, sostituite in questa forma di giochi senza frontiere in versione moderna che al contrario di frontiere mentali e politiche ne propongono in quantità imbarazzante e sempre più in forma pericolosa anche con regole e norme contro natura. L'analogia con il mondo del lavoro la lascio a Voi e alle Vostre "profondità" professionali, io mi tengo la "maglietta non stirata" ma utile a mettere a proprio agio chi la indossa abituato a risolvere i problemi lavorativi senza tante #supercazzole tecnologiche (o limitandole allo stretto necessario), magari con una mano in tasca ma nel migliore dei modi e con le migliori soluzioni senza elementi superflui poco utili al raggiungimento degli obiettivi. Buona continuazione e buon lavoro a tutti voi. PS: fare la differenza non la banalità di un'esistenza #lavoro #formazione #paris2024 #olimpiadi
Giornalista TV: mi occupo di finanza, economia e calcio. Lavoro a Mediaset Tgcom24 e per E-Planet. Modero e organizzo forum ed eventi. Amo viaggiare, il tennis e lo snowboard. Due figli. La notizia prima di tutto.
Yusuf Dikec oltre che essere diventato virale come mai avrebbe voluto è anche il nuovo eroe olimpico. Ha vinto un argento con la mano in tasca, senza indossare grandi orpelli tecnologici per guardare meglio al mirino e al target distante 10 metri. A differenza dei pluriocchialati avversari, in una rincorsa al gadget più futuristico, si è svestito di ogni cosa e ha puntato solo sulle sue capacità per portare a termine il compito. La rivincita dell'analogico sulla tecnologia. Non so perchè, ma mi ha ricordato il mondo del lavoro. Per competere ai massimi livelli non c'è bisogno di vestirsi di mille aspetti inutili, di puntare sull'apparenza più che sulla sostanza dell'unica cosa che conta: le proprie capacità. Se stai facendo una cosa difficile, il bello è farla sembrare semplice, non accentuarla. Nell'era dell'approvazione a cuoricino, guardatelo Yusuf: occhiale da vista modello base Salmoiraghi e Viganò, quello con il cartellino 30% OFF. Mano in tasca come se avesse appena aperto le porte a battente di un Saloon e quell'abbozzo di pancetta che più che di spirito olimpico sa di spirito da birreria. L'avessero fatto entrare coi Crocs e la calza di spugna bianca, forse, l'avrebbe pure fatto. Tanto che gliene frega a lui: entra, spara, esce, prende la prima medaglia in assoluto nella storia delle Olimpiadi per la Turchia e alla fine chiede pure se c'è un'area riservata ai fumatori. Un'icona che non vuole diventare icona. Abbiamo bisogno di più Yusuf e meno fenomeni.
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Traduttrice Italiana di Chess.com | Traduttrice FR/EN/ES > IT, consulente linguistica e correttrice di bozze
Il giornalista di AGI Alessandro Frau ha recentemente intervistato il Grande Maestro Lorenzo Lodici, giovane e brillante giocatore italiano del quale abbiamo molto sentito parlare durante l'Olimpiade 2024: Lodici si è infatti distinto per alcune vittorie importanti, tra cui quella contro il GM Anish Giri, ex numero 5 al mondo, e il GM Peter Leko, ex sfidante al titolo mondiale. Ho riassunto i punti salienti dell'intervista in questo articolo ⬇
Lodici: non giocherò i Campionati Italiani, ma i Mondiali Rapid e Blitz sì
chess.com
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Professor of Geological Risks and Remote Sensing with passion for Technology Transfer. Experienced Founder, President and CEO of University spinoffs.
Siamo al top nella #pallavolo femminile, nel tennis (e non lo eravamo mai stati), primi nel medagliere dell’#atletica agli europei (e non lo eravamo mai stati), nel #motomondiale sia come moto che come piloti, nello #sci (primi nel medagliere olimpico giovanile e non lo eravamo mai stati)..e potrei andare avanti…ma vuoi mettere il gusto di “lamentarsi per una sconfitta” di una squadra di #calcio agli europei (vinti peraltro solo 3 anni fa!)! È vero, abbiamo giocato male, anzi malissimo e non solo nell’ultima partita giocata. È mancata #qualità, #organizzazione, #voglia di #vincere e predisposizione al #Sacrificio (parola che i guru della comunicazione di Team dicono non si dovrebbe mai “usare”…ma non mi trovano d’accordo). Abbiamo #perso, vero, ma tutti i più vincenti hanno perso tantissimo, sbagliato ancora di più e hanno usato la #sconfitta non per #lamentarsi ma per migliorare e hanno “celebrato” le #vittorie, anche quelle di poco valore, perché erano la conferma che il percorso era quello giusto. Ascoltate questi passaggi di Paolo Maldini, Roger Federer, Antetokounmpo tra i tanti altri esempi di grandi sportivi: - https://lnkd.in/dAT2vtey - https://lnkd.in/dE9J35iT (dal minuto 13.00) - https://lnkd.in/dwdtpzVN Facciamo pace con la #sconfitta, non lamentiamocene ma usiamola piuttosto come #lezione per diventare sempre più #resilienti e #vincenti! E sopratutto, facciamo fare sport ai nostri figli, sopratutto sport di squadra e sport che richiedano “#Sacrificio” e avremo dato il nostro contributo allo sviluppo di quelle “soft skills” che saranno utili per diventare ottimi #professionisti in qualsiasi ambito si troveranno ad operare.
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