Post di Giancarlo Sangiuliano

Tra i tanti animali che si possono incontrare nelle terre della Ca' Granda non mancano gli anfibi, come le verdissime raganelle, ma anche la Rana dalmatina e quella di Lataste. La Rana verde è la specie più comune e, in questo periodo si prepara ad affrontare l'inverno, con temperature più rigide e scarsità di cibo, entrando in una sorta di letargo: si immerge nel fondo fangoso degli stagni in attesa della primavera, quando tornerà a farci compagnia con il suo gracidare. Gli anfibi sono tra le specie più minacciate a livello globale anche perché molto sensibili alla qualità delle acque e del suolo: sono dei veri e propri indicatori dello stato degli ambienti perché la loro presenza o assenza ci rivela se un ecosistema è in salute o no. Le aree umide che Fondazione Patrimonio Ca' Granda ha ricreato e mantiene, con acqua costante durante tutto l'anno, offrono habitat preziosi a questi animali e a tutti il piacere di osservarli e ascoltare il loro canto. Scopri di più sul nostro impegno per la natura: https://lnkd.in/dUfAJCru #naturacagranda #unpatrimoniopertutti Credit foto: Giovanni Colombo Per ricevere gli aggiornamenti sui prossimi avvistamenti iscriviti alla newsletter: https://lnkd.in/d26anWiy

🔵 𝐌𝐚𝐞𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐚𝐦𝐛𝐢𝐨 𝐂𝐚𝐬𝐚: 𝐈𝐥 𝐌𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢𝐨𝐬𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐏𝐚𝐠𝐮𝐫𝐢 𝐞 𝐥𝐞 𝐋𝐨𝐫𝐨 𝐀𝐛𝐢𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐍𝐨𝐦𝐚𝐝𝐢 🔵 I paguri sono molto più che semplici abitanti delle conchiglie: sono esseri sociali, intelligenti e senzienti, meritevoli di maggiore attenzione e protezione. Conoscere meglio questi animali può aiutarci a comprendere l'importanza della loro tutela e a promuovere un trattamento più etico e rispettoso nei loro confronti🐚 Leggi l'articolo: https://lnkd.in/dShtxDvc

Leggo quanto sta accadendo in Emilia. Le esondazioni che sta subendo. In modo sempre più frequente, anno dopo anno. E mentre leggo dell'Idice che esonda, e distrugge case, campi e costringe intere famiglie a scappare, mi dico: Perché ho già sentito questo nome? https://lnkd.in/dvAnKvrf Tiro fuori la mastodontica ricerca che ho fatto ai tempi del dottorato in storia. All'epoca avevo fatto uno studio sulla gestione delle Acque e Strade in epoca napoleonica. E così fai partire il motore di ricerca su Dropbox e scopri che quel torrente, l'Idice, è un bel serial killer da almeno due secoli. Booooring diranno in molti. Ma non è così. Già nel 1804 e nel 1810 erano avvenute, nella stessa area interessata al giorno d'oggi, delle esondazioni drammatiche. All'epoca peraltro non ci erano andati per il sottile e gli abitanti, spaventati dal rischio che gli argini cedessero, avevano fatto il sacrilegio. Avevano rotto gli argini dall'altro lato per salvare loro stessi. Mandando in rovina, chiaramente, chi ci stava, dall'altro lato. Almeno in questo forse siamo migliorati oggi rispetto a 200 anni fa. Almeno oggi gli argini vengono giù da soli senza che qualcuno li tiri giù dall'altra per salvarsi la pelle. Anche 200 anni fa peraltro i danneggiati vinsero la causa per essere risarciti dai danni subiti, in una delle cause che portarono alla nascita della Giustizia Amministrativa in Italia. Lo so perché l'ho studiato. Ma per il resto mi pare di assistere alla stessa storia. Disastri naturali, persone che perdono tutto, invocazioni per cambiare le cose e poi... nulla. A volte penso che le persone si dimentichino del delicatissimo rapporto umano con le acque. Diamo tutti per scontato che ci sia qualcuno che la gestisca. Ma non è così. È un tema di bilanciamento del pubblico e privato interesse. Qualcosa che spesso ci dimentichiamo, essendo troppo focalizzati su di noi. Spesso il pubblico interesse passa in secondo piano rispetto al privato, che prevale, sempre, almeno fintantoché intere comunità rimangono senza casa. Ma poi cosa succede quando non si fa la manutenzione delle opere? Quando gli argini, le chiaviche, le opere vengono semi-abbandonate? Quando gli acquedotti perdono acqua a go go e nessuno fa nulla fino alla siccità successiva? Come in Sicilia? E tutto il resto? Per me non c'è niente di diverso rispetto al gioco della roulette russa. Scommetti contro la catastrofe per spendere di meno. E poi paghi tutto con gli interessi dopo. Qual è la morale della storia? In realtà nessuna. Se non che, da storico, mi accorgo sempre di più della nostra radicale (e secolare) incapacità di lavorare bene nel prima e nel dopo dei disastri naturali. E che la storia la dimentichiamo... chiaramente, con la conseguenza di non riuscire ad agire nel futuro per cambiare le cose. E alla fine a pagare è, come sempre, la povera gente.

Brutte News dal Parco nazionale degli Abruzzi ...... La sera di martedì 22 ottobre, l’orsa grizzly 399 è morta a seguito di un investimento stradale. L'incidente è avvenuto sull'autostrada 26/89, a sud della città di Jackson (Stato del Wyoming), di poco al di fuori del Parco Nazionale del Grand Teton. Al momento dell'impatto, l'orsa era con un cucciolo dell'anno, sopravvissuto e scappato subito dopo. 399 era un'orsa molto amata e conosciuta: aveva 28 anni ed era una delle femmine maggiormente prolifiche del Greater Yellowstone Ecosystem. Dal 2001 al 2018 è stata monitorata attraverso il radiocollare dall'Interagency Grizzly Bear Study Team e nel corso della sua vita ha dato alla luce ben 18 cuccioli. Come l'orsa Amarena, a maggio 2020 è uscita dall'ibernazione con 4 cuccioli, attirando una fortissima attenzione mediatica su se stessa. A gennaio 2021, circolò sui social un suo video, dove lei e i suoi 4 cuccioli vennero erroneamente scambiati per la nostra Amarena (https://lnkd.in/dJ9HEsex). Con Amarena, in effetti, erano davvero molte le similitudini: preferiva, come scrivono i biologi del Parco, avvicinarsi sovente a ridosso delle strade, dove attirava folle e fotografi, e veniva spesso avvistata attraversare alcuni centri abitati. I ricercatori hanno ipotizzato che questo comportamento fosse adottato per difendere i suoi cuccioli, evitando che venissero uccisi dai maschi adulti. Nonostante questo, purtroppo, solo 8 dei 18 cuccioli di 399 hanno raggiunto l'età adulta, gli altri 10 sono rimasti uccisi da orsi maschi adulti e per cause antropiche (investimento, rimozione per motivi di sicurezza pubblica, bracconaggio). Anche se in contesti molto diversi, la storia di 399 e alcuni suoi comportamenti ci ricordano alcuni concetti chiave molto importanti per la conservazione dei grandi carnivori. Possono essere molteplici le motivazioni che spingono alcuni orsi a vivere in prossimità degli umani e quando questo accade i rischi per la loro vita aumentano. Se abbiamo a cuore il futuro degli orsi, allora, l'abituazione agli esseri umani e il condizionamento al cibo umano sono elementi da evitare e scongiurare, poiché i pericoli e gli effetti negativi a lungo termine di questa complessa vicinanza presentano il conto, purtroppo, sempre a discapito degli orsi

C’è un albo illustrato piuttosto comune nella letteratura dell’infanzia, si chiama “A caccia dell’orso”. Parla di una famiglia che va alla ricerca di un orso e durante il viaggio incontra numerosi ostacoli naturali. Poi, arrivati in una grotta, avviene l’incontro. Spaventati, scappano e, tornati a casa, si rifugiano sotto le coperte dicendo: "A caccia dell’orso… non andiamo più!" Quello della convivenza tra umani e animali non è un tema facile, soprattutto quando si parla di animali plantigradi come gli #orsi.  Sì perché non si sta parlano di una volpe o di un cerbiatto, l’orso fa più paura. L’orso, anche se è raro, può attaccare e ferire gravemente, se non uccidere. Ma perché siamo arrivati al punto in cui orsi e umani si incontrano così frequentemente in #Trentino? Perché siamo arrivati al punto che gli orsi ci attaccano? E perché si emettono i mandati di abbattimento come unica soluzione? Gli orsi, nella zona del Trentino e in generale delle Alpi, li abbiamo prima portati all’estinzione con la caccia per poi re introdurli trent’anni fa con il progetto “Life Ursus”. Oggi - sempre noi umani - non riusciamo a risolvere il problema della loro gestione, complicata dalla crescita della popolazione di orsi, che si avvicinano troppo frequentemente ai centri abitati. Tutto questo ha generato paura tra i residenti, una paura che le amministrazioni locali possono sfruttare, scegliendo la soluzione più semplice: abbattere l'orso che arreca problemi. Perché non siamo riusciti a costruire una #cultura di coesistenza con gli orsi? La risposta è che è più semplice abbattere un esemplare piuttosto che intraprendere un percorso più difficile, lento e complesso verso la convivenza. Eppure, esistono misure per affrontare questo problema: dal monitoraggio degli esemplari, all'educazione e formazione dei residenti e dei turisti, ai cassonetti anti-orso e agli spray anti-orso (che non causano danni permanenti all'animale e secondo studi possono fermare il 92% dei "comportamenti indesiderati" degli orsi bruni e prevenire lesioni nell'98% dei casi). Purtroppo, però, in Italia, lo spray anti-orso è illegale e i cassonetti anti-orso sono ancora pochi. Inoltre, l'#educazione sui comportamenti da adottare sia nelle zone frequentate dagli orsi che in caso di incontro è ancora insufficiente. La decisione di abbattere l’orsa #KJ1, che lo scorso 16 luglio ha aggredito e ferito un turista francese a Dro, presa da Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia di Trento, è stata criticata non solo dall’#ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali, e dalle associazioni ambientaliste, ma anche dal Ministro dell’#Ambiente, Gilberto Picchetto Fratin, che ha dichiarato: "sopprimere i singoli orsi non è la soluzione". La questione della #convivenza tra #umani e orsi, soprattutto in Trentino, è emersa troppe volte. Forse è ora di fare come la famiglia dell’albo illustrato: “andare a #caccia dell’orso” non può e non deve essere l’unica soluzione.

Ecco i dettagli del nuovo report mensile della Provincia di Trento dedicato ai grandi carnivori

Buongiorno a tutti! Nuovo articolo sulle pagine di Antropia! 💫 Questa volta parliamo di un pericolo per l'ambiente che spesso passa inosservato: le specie aliene 🐢 Vi lascio qui il link per andare a leggerlo se vi fa piacere! Nel caso fatemi sapere che ne pensate! 😃

La processionaria del pino è una specie di insetto le cui larve sono note per i danni che possono causare a diverse conifere. Che caratteristiche ha questo insetto? In che periodo dell’anno si può trovare la larva? Quanto è pericolosa? Scopriamolo insieme in questo articolo. 🍃 #biosistemisrl #pestcontrol #processionaria

Tre orsetti avvistati senza mamma, tre plantigradi investiti e diversi "falsi" avvistamenti. Ecco i dettagli

È notizia di oggi che l'orsa Kj1 è stata localizzata e abbattuta dagli uomini del Corpo forestale che hanno dato esecuzione al decreto firmato in nottata dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. La decisione ha giustamente portato numerose critiche con sé, attirando particolarmente l'ira di LAV che l'ha dichiarato "un atto di vendetta per scaricare le proprie responsabilità e incapacità su esseri indifesi". La convivenza tra uomini e #orsi è sempre stato un tema di crescente rilevanza, soprattutto in aree montane e forestali. Noi di Dog Digital riteniamo che la chiave alla base di questa sia la conoscenza: la scarsa comprensione delle abitudini e del comportamento di questi animali può infatti portare a situazioni pericolose, non solo per gli umani, ma anche per gli orsi stessi. Ecco quindi alcuni consigli basilari su cosa fare nel caso di incontro con un orso: 🔹 Mantieni la calma e non correre: la reazione più comune è la paura, ma correre può istintivamente spaventare l’orso e aumentare il rischio di aggressione. 🔹 Non cercare di alimentare o avvicinarti: alimentare gli orsi o cercare di avvicinarsi per scattare foto è pericoloso e incoraggia comportamenti indesiderati. 🔹 Muoviti prestando attenzione: se l’orso rimane fermo, allontanati con calma, indietreggiando o muovendoti lateralmente. Se l’orso dovesse seguirti, fermateti e mantieni la posizione. Per ulteriori informazioni e risorse, leggi il nostro articolo al riguardo: https://lnkd.in/dPCpDTEB #natura #comportamentoanimale #animali #fauna