Questa mattina si è tenuto l'incontro presso l'Ordine di Milano dal titolo "Oltre il Salva – Milano: Urbanistica e rigenerazione in una prospettiva nazionale". Un parterre variegato e composto da parlamentari impegnati nella discussione della proposta di legge 1987, presidenti di ordini, rappresentanti delle istituzioni e avvocati amministrativisti che hanno fornito il proprio punto di vista. Preso atto dall'arch. Tancredi, assessore all'urbanistica di Milano che la situazione si conferma gravissima sul territorio milanese con dati inerenti le mancate entrate degli oneri di urbanizzazione spaventosi, abbiamo appreso che da domani si inzia a fare sul serio sul fronte PGT con la presentazione del nuovo piano. La mia personale preoccupazione è che porre le basi per una nuova pianificazione cittadina nell'ambito di uno scenario così destabilizzato dalle indagini in corso, possa essere quantomeno rischioso. Ho sentito dire che le norme morfologiche saranno inderogabili. L'importante è che siano norme chiare e comprensibili. Mi hanno contrariato le domande poste dagli uditori da remoto che hanno messo in risalto come il comune di Milano abbia sbagliato a non applicare una norma "semplice" come quella del 1942. Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. Il riferimento ai Piani Attuativi dell'art. 41 quinquies non può trovare applicazione se le aree sono già urbanizzate, come ribadito a più riprese dalla giurisprudenza. Proprio per questo serve un emendamento alla proposta di legge che chiarisca questo aspetto. E' arrivata in modo trasversale un invito alla politica di fare poche cose che siano chiare ed incontrovertibili. In quest'ottica la proposta di legge in discussione necessita di essere sistemata e la speranza è che gli emendamenti vadano in questa direzione. L'avvocato Todarello ha messo in evidenza che un emendamento come quello che introduce un limite temporale di 1 anno non va bene. La mia sensazione che fosse un modo per arrivare ad una approvazione in tempi rapidi è più che mai confermata dal fatto che la soluzione sembrerebbe riconducibile al MIT. Ma questo significa che tra un anno saremo di nuovo da capo. In tema di Ristrutturazione Edilizia: se ne è ribadita la semplicità interpretativa. Ciononostante è indispensabile affrontare anche questo aspetto perché la procura cavalca questo tema. E così la norma deve precisare che la Ristrutturazione può essere attuata in totale discontinuità con il passato senza rispettare tutto ciò che c’era prima. Questo nell'ottica della Rigenerazione Urbana e della riduzione del consumo di suolo. Riporto da ultimo l'intervento del deputato A. Cattaneo che ha messo l'accento sul cambio di scenario nel caso milanese: da straordinario esempio di semplificazione normativa a tutto quello che vediamo oggi. Il problema è deflagrato negli ultimi mesi e la politica sta cercando di risolverlo. A suo dire il cono di bottiglia è il MIT. La speranza è un lieto fine. Quanto mai condiviso.
Post di Giovanni Zuntini
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"Urgente sbloccare i lavori fuori dal perimetro del Salva Milano”. In parallelo all’audizione del sindaco del Comune di Milano Giuseppe Sala, che ieri in commissione Ambiente al Senato della Repubblica ha sollecitato l’approvazione del cosiddetto “Salva Milano”, anche noi siamo intervenuti per sollecitare una “prima risposta urgente” per superare l’impasse dell’urbanistica dopo le inchieste della Procura. “Ha ragione Regina De Albertis di Assimpredil Ance, è importante che l'amministrazione comunale torni a dare corso ai progetti da tempo sul tavolo. A #Milano la situazione vede una paralisi anche per interventi e progetti non solo per nulla sfiorati da indagini giudiziarie, ma anche rifatti integralmente per renderli coerenti con le determinazioni del Comune, emesse dopo l’emergere delle prime inchieste in merito alle audizioni sulla ‘Salva Milano’ - ha specificato il presidente Alessandro Maggioni in una nota oggi ripresa su più articoli dedicati alla questione - . Abbiamo anche noi già sollevato in più di una sede questa situazione che definiremmo quantomeno paradossale, che sembra richiamare il celebre “muoia Sansone e tutti i filistei”. É per noi incomprensibile questo blocco indifferenziato; è importante che l’amministrazione comunale torni a dare corso a progetti da tempo sul tavolo, per i quali la legge “Salva Milano” non è determinante. In questo modo si incasseranno oneri di urbanizzazione e si realizzeranno alloggi - in proprietà e in affitto - a costi abbordabili per chi a Milano vorrebbe continuare a vivere, oltre che lavorare”. #salvamilano #urbanistica #milano UIL MILANO e LOMBARDIA Confcooperative Lombardia
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I paradossi della Legge "Salva Milano", che per trovare una necessaria soluzione ai problemi dei cantieri fermi e delle inchieste, apre ad una deregulation nel reato del Paeae. Ma soprattutto, non affronta i veri temi della rigenerazione urbana: case per chi ne ha bisogno, verde, accessibilità senza auto. Qui propongo alcune modifiche necessarie. https://lnkd.in/dXXGsamN
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Ad occhio e croce la norma salva Milano mi pare incostituzionale perché sarebbe in chiaro contrasto con il dm 1444/68 che disciplina gli standard urbanistici. E’ oramai chiaro che il giudice amministrativo abbia più volte affermato che il piano particolareggiato o attuativo vada presentato anche se non previsto in caso di mera carenza delle urbanizzazioni. Sarebbe il caso di rivedere il dm del ‘68 e rivedere gli standard alla luce dei nuovi ambiti sociali che richiedono anche nuove funzioni incompatibili con gli spazi urbani ormai saturi.
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Necrologio per l'Urbanistica: se per salvare Milano si mette a rischio tutta l'Italia. Nei giorni scorsi per tentare di sanare i guai dell’edilizia milanese è stata votata dalla Camera dei Deputati una legge (che contiene la cosiddetta norma Salva Milano) che mette in seria difficoltà l’urbanistica e il governo dell’intero Paese e delle sue città. È un fatto grave e inedito che ci preoccupa come urbanisti. È un fatto che rischia di compromettere gravemente la possibilità di migliorane la qualità della vita governandone la rigenerazione. In diverse sedi, universitarie e non solo, tra tecnici, amministratori e cittadini si sta aprendo una riflessione sulle implicazioni nazionali di questo provvedimento legislativo. Una riflessione condivisa con Alessandro Coppola Arturo Lanzani e Antonio Longo, urbanisti del Politecnico di Milano. https://lnkd.in/dQvvfnZB
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condivido i contenuti del post. l'approvazione in Senato della "salva Milano" sarebbe davvero una pagina nera per la politica italiana
Necrologio per l'Urbanistica: se per salvare Milano si mette a rischio tutta l'Italia. Nei giorni scorsi per tentare di sanare i guai dell’edilizia milanese è stata votata dalla Camera dei Deputati una legge (che contiene la cosiddetta norma Salva Milano) che mette in seria difficoltà l’urbanistica e il governo dell’intero Paese e delle sue città. È un fatto grave e inedito che ci preoccupa come urbanisti. È un fatto che rischia di compromettere gravemente la possibilità di migliorane la qualità della vita governandone la rigenerazione. In diverse sedi, universitarie e non solo, tra tecnici, amministratori e cittadini si sta aprendo una riflessione sulle implicazioni nazionali di questo provvedimento legislativo. Una riflessione condivisa con Alessandro Coppola Arturo Lanzani e Antonio Longo, urbanisti del Politecnico di Milano. https://lnkd.in/dQvvfnZB
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Non è stata neanche calendarizzata alla commissione Ambiente del Senato la discussione sul cosiddetto “Salva Milano”, ormai diventato un dossier assai scottante (per autocombustione) in casa Pd. La legge doveva essere approvata entro la fine del 2024 per sbloccare decine di cantieri fermi nel capoluogo lombardo in seguito alle indagini giudiziarie (165 milioni di mancati introiti per il Comune, gìha detto Beppe Sala giovedì). Ma nel momento in cui il Pd si sta lacerando (inutilmente) nel dubbio che fornire il proprio appoggio a una soluzione che attesti il corretto operato della giunta del sindaco Sala in materia urbanistica possa significare dare il via libera ad abusi edilizi in tutto il paese, si capisce perché il “Salva Milano” si è arenato. A poco è servito che il Sala abbia minacciato le dimissioni nel caso in cui il provvedimento non venga approvato, quel che sembra prevalere nel partito di Elly Schlein, la quale continua a non esprimersi, è una posizione ideologica e non una valutazione razionale dei fatti. Tale paura è alimentata da tutta una serie di articoli che stanno uscendo anche su testate di primo piano e che mettono sullo stesso piano l’abusivismo edilizio, anche quello più estremo che si è consumato per decenni nel Sud Italia, e lo sviluppo immobiliare di Milano, avvenuto secondo procedure supportate da leggi dello stato e regionali. Confondere abusivismo vero (si è costruito dove non si poteva e/o più di quello che si poteva) con quello formale (la procedura è sbagliata e si dovevano pagare più oneri di urbanizzazione al Comune) contestato dai giudici a Milano è una mistificazione. Tra l’altro, come spiegano gli esperti in materia, ogni comune è sovrano sul suo territorio e in campo urbanistico è libero di adottare sempre iter stringenti per ristrutturazioni edilizie e rigenerazione urbana, soprattutto in aree non urbanizzate. Insomma, salvare Milano non equivale a legittimare le case abusive di Casal di Principe, come ha scritto Repubblica. Ma su questo equivoco il “Salva Milano” rischia di franare. [da IL FOGLIO 11 gennaio 2025]
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Sul decreto cosiddetto 'Salva Milano', in riferimento alle inchieste urbanistiche, "non è per noi un condono, immaginare che possa essere un condono sarebbe veramente un po’ svilire il nostro lavoro. ... . #attualitàmilano #comunedimilano #decretosalvamilano #giuseppesala #governo #milanoattualità #newsmilano #notiziemilano #politica #urbanistica
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Per comprendere meglio e in maniera semplice il “salva Milano” (già il nome è fuorviante), leggete l’articolo postato da Lorenzo che riposto con piacere.
Non è stata neanche calendarizzata alla commissione Ambiente del Senato la discussione sul cosiddetto “Salva Milano”, ormai diventato un dossier assai scottante (per autocombustione) in casa Pd. La legge doveva essere approvata entro la fine del 2024 per sbloccare decine di cantieri fermi nel capoluogo lombardo in seguito alle indagini giudiziarie (165 milioni di mancati introiti per il Comune, gìha detto Beppe Sala giovedì). Ma nel momento in cui il Pd si sta lacerando (inutilmente) nel dubbio che fornire il proprio appoggio a una soluzione che attesti il corretto operato della giunta del sindaco Sala in materia urbanistica possa significare dare il via libera ad abusi edilizi in tutto il paese, si capisce perché il “Salva Milano” si è arenato. A poco è servito che il Sala abbia minacciato le dimissioni nel caso in cui il provvedimento non venga approvato, quel che sembra prevalere nel partito di Elly Schlein, la quale continua a non esprimersi, è una posizione ideologica e non una valutazione razionale dei fatti. Tale paura è alimentata da tutta una serie di articoli che stanno uscendo anche su testate di primo piano e che mettono sullo stesso piano l’abusivismo edilizio, anche quello più estremo che si è consumato per decenni nel Sud Italia, e lo sviluppo immobiliare di Milano, avvenuto secondo procedure supportate da leggi dello stato e regionali. Confondere abusivismo vero (si è costruito dove non si poteva e/o più di quello che si poteva) con quello formale (la procedura è sbagliata e si dovevano pagare più oneri di urbanizzazione al Comune) contestato dai giudici a Milano è una mistificazione. Tra l’altro, come spiegano gli esperti in materia, ogni comune è sovrano sul suo territorio e in campo urbanistico è libero di adottare sempre iter stringenti per ristrutturazioni edilizie e rigenerazione urbana, soprattutto in aree non urbanizzate. Insomma, salvare Milano non equivale a legittimare le case abusive di Casal di Principe, come ha scritto Repubblica. Ma su questo equivoco il “Salva Milano” rischia di franare. [da IL FOGLIO 11 gennaio 2025]
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L'urbanistica milanese vive giorni complessi: il Comune di Milano ha deciso di sospendere lo Sportello unico dell’edilizia (Sue), scatenando reazioni a catena tra professionisti e politici. L'Ordine e Fondazione dell'Ordine degli Architetti di Milano e gli esperti del settore, parlano di un'inaccettabile regressione nella trasparenza e nella partecipazione, con timori di un blocco delle pratiche edilizie e di un ulteriore rallentamento burocratico. La decisione arriva dopo le indagini sulla gestione degli abusi edilizi in città. Intanto, la proposta di legge Salva-Milano, che dovrebbe risolvere l’impasse in materia di urbanistica tra il Comune e la Procura, è stata rinviata, mentre il Ministero dell'Economia e delle Finanze esamina i potenziali rischi di incostituzionalità. Leggi l'articolo su thebrief: https://lnkd.in/dehV-qJr #urbanistica #Milano #edilizia #rallentamento #burocratico #indagini #abusiedilizi #SalvaMilano
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Sbloccato l'impasse sul #SalvaMilano: un passo avanti per la rigenerazione urbana Dopo settimane di rinvii, la commissione Ambiente della Camera dei deputati ha approvato l'emendamento al provvedimento sulla rigenerazione urbana, firmato dal capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. Questo emendamento mira a risolvere le complesse questioni legate alle inchieste di abuso edilizio che hanno paralizzato il settore immobiliare milanese. Cosa prevede il testo: L'emendamento chiarisce l'interpretazione della legge urbanistica del 1942, specificando che l'approvazione preventiva di un piano particolareggiato non è obbligatoria per la #costruzione di nuovi immobili, la sostituzione di edifici esistenti previa demolizione, e interventi su edifici esistenti in aree urbanizzate. Questo a condizione che non vi sia un interesse pubblico concreto e attuale al rispetto dei limiti di altezza, accertato dall’amministrazione competente. Prossimi passi: Dopo l'approvazione della commissione bilancio, il provvedimento passerà alla Camera e successivamente al Senato della Repubblica per il via libera finale. Questo sblocco permetterà di riattivare i 150 progetti autorizzati e poi bloccati dalle inchieste giudiziarie, con un impatto positivo sugli introiti di oneri di urbanizzazione per #Milano. Impatto sulla città: Il blocco dei #cantieri milanesi ha già causato mancati introiti per 130 milioni di euro rispetto all’anno scorso, con una perdita del 70%. La decisione del Comune di Milano di chiudere lo Sportello Unico dell’Edilizia ha ulteriormente complicato la situazione. Ora, con questo emendamento, si spera di poter riprendere i lavori e rilanciare il settore immobiliare milanese.
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Architect - Urban planner - Consultant in building and town planning laws
5 mesiCondivido in parte. Non posso su 2 temi. Non è proprio così che i PA dell'art.41 quinquies non si applicano su aree già urbanizzate. La 765/67 ha introdotto i piani di lottizzazione alternativi ai piani particolareggiati (ppe) come PA di dettaglio sui centri urbani e nelle aree di espansione. Infatti i ppe ricadevano nei centri storici o nelle aree urbane. Già la cir.Min.Lav.Pubb.n.321/1967, diceva che le lottizzazioni-perché alternative ai ppe-dovrebbero essere favorite per l'espansione dei centri abitati e per il regolare sviluppo dell'attività edilizia. Non confondiamo con il PdC Conv (art.28bis dpr 380/2001) introdotto con L.n.164/2014, che può sostituire il PA in zone urbanizzate. Il 2° sulla ristr. edil. Basta leggere la rel. parlamentare dell'odierna definizione (DL 72/2020): "Un 1° obiettivo è quello di consolidare quanto stabilito con dlgs n.301/2002 e con L. n.98/2013 (ma che è stato disconosciuto da talune posizioni giurisprudenziali anche recenti), vale a dire che gli interventi di ristrutturazione possono prevedere che l’edificio da riedificare presenti sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche differenti rispetto a quello originario". Ecco cosa si deve conoscere prima di fare altro!