Post di Giuseppe Lavenia

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Docente di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso Università degli studi di Ancona

🚨 Tragedia a San Paolo: Un ragazzo di 16 anni ha compiuto un gesto estremo, uccidendo i suoi genitori e la sorella adottiva. Il detonatore? La privazione del suo cellulare e computer come punizione. Questa vicenda dolorosa ci costringe a riflettere non solo sulla tragedia in sé, ma sulle cause sottostanti. Non è solo una questione di tecnologia o di punizioni severe, ma del modo in cui i giovani gestiscono la frustrazione. In un'epoca di gratificazioni istantanee, è fondamentale insegnare ai ragazzi a saper attendere e accettare i 'no'. Queste lezioni sono cruciali per sviluppare la resilienza e la capacità di affrontare le sfide della vita. I genitori hanno un ruolo chiave in questo processo educativo, non solo limitando l'accesso a dispositivi elettronici, ma anche promuovendo un dialogo aperto e fornendo supporto psicologico adeguato. Riconoscere e affrontare le dinamiche familiari profonde può aiutare a prevenire tragedie e promuovere la salute mentale dei giovani. #SanPaolo #famiglia #tecnologia #dialogo #supportopsicologico #prevenzione #salutementale #coping #frustrazione #resilienza

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Giuseppe Cipollaro

Saldatore a tig certificato con esperienza più che ventennale in nota azienda Aeronautica Campana

10 mesi

Con l'avvento di nuove tecnologie usate nella maggior parte delle aziende come videogiochi di ultima generazione sempre più realistici l'essere umano sarà sempre più dipendente... L'intelligenza artificiale poi farà il suo in breve tempo

Frank zu

EX Distributore, Consulente, Scrittore

10 mesi

Io già lo scrissi. Peggio della nicotina. E non parlo a caso

Irene Pavanati

Digital Marketing Student

10 mesi

Io qui non ci vedo affatto i “giovani d’oggi”, io ci vedo un singolo giovane con seri problemi su cui indagare. Questa retorica speravo di non trovarla scorrendo avanti con la lettura, speravo che si riflettesse su altro, su come si sia arrivati a questo senza leggere i segni premonitori o contenuti simili. La tragedia che ha portato un giovane fortemente disturbato ad uccidere i genitori non dovrebbe portare alla banalità dei “giovani d’oggi” indisciplinati e tecnodipendenti. Quindi mi spiace ma non sono d’accordo con lo sviluppo di questa riflessione

Giuseppe Cipollaro

Saldatore a tig certificato con esperienza più che ventennale in nota azienda Aeronautica Campana

10 mesi

La verità è che viviamo in un mondo che và sempre più verso il digitale.... è certe cose sono fatte anche apposta x schiavizzare le persone non vivendo più la vera vita nella semplicità è ottenendo in cambio potere economico

Enrica M.

formazione educazione finanziaria, presso UNIGENS associazione volontariato, già consulente Corporate UNICREDIT

10 mesi

Il "giovane" sedicenne che ha ucciso la famiglia e se ne è andato in palestra è quello dell'immagine? Beh, forse bisogna chiedersi cosa prendesse, per essere così palestrato e così fuori di testa

Francesca Zoccali

Psicologo Psicoterapeuta

10 mesi

Riduttivo e pericoloso attribuire all'incapacità di "accettare i no" un gesto di tale portata.

Lucile Serra

Psicologa Digitale. Educazione digitale, videogame therapy, consulenza e formazione genitoriale per l'educazione digitale, educazione e riabilitazione attraverso dispositivi digitali e videogames.

10 mesi

Concordo a pieno relativamente alla gestione della frustrazione. È facile dare la colpa ai dispositivi digitali. "Sono sempre attaccati al cellulare!". È vero, spesso assistiamo ad una gestione disfunzionale del tempo trascorso davanti agli schermi ed a conflitti estremi in famiglia davanti ad un divieto o ad una punizione. Ma la frustrazione di cui parli, scatenata da un "no" relativo all'utilizzo del telefono, in realtà si verifica anche in altri contesti della loro vita e per altri motivi. Sono un allenatore di pallacanestro ed in palestra assisto quotidianamente a scarse strategie di gestione della frustrazione per motivi che non riguardano il digitale. E questo spesso passa in sordina, inosservato, spostando la causa all'esterno, dando la colpa ai dispositivi, quando invece ci troviamo davanti ad una alfabetizzazione emotiva carente. Per quanto riguarda il caso specifico in sé... Non mi espongo. Ci sarebbero retroscena su cui indagare e da comprendere, segni premonitori, fattori di rischio...

elena rasori

International Lifestyle ltd

10 mesi

Pietro Maso lo fece per l’eredità! Non è una questione di cosa gli togli E che molti nascono già serial killer

Martina Migliore

Learning & Development Manager

10 mesi

Da genitore di un ragazzino con grave ADHD e disturbo oppositivo, concordo, ma anche rilancio la provocazione: questo è una società in cui troppo spesso viene detto ai genitori cosa fare da più parti, è molto meno spesso come farlo nella pratica. Mi sembra improbabile un esito simile in assenza di gravi problematiche del comportamento.

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