Tra le tante competenze necessarie sul posto di lavoro, oggi parliamo di quelle che riguardano la gestione del rapporto tra colleghe e colleghi. Capire chi si ha di fronte, la percezione dell'altro e la capacità di accettare critiche forse sono doti innate dell'individuo, ma si possono anche imparare. Voi che ne pensate? #ninetofive #ninetofivemitGoethe #tedesco #lavoro #daf #vocabolario #dizionario #tedescoitaliano
Post di Goethe-Institut Italia
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I manager sono avvisati, non puoi chiedere QUANTITA' se non dai QUALITA'! Lavoro come "fatica" o lavoro come "autorealizzazione"? E' solo una distinzione tra “anziani” e “giovani”? Sicuramente alla dimensione della quantità, va affiancata la dimensione della qualità. Inoltre, è bene aprirsi all'idea del #cambiamento e come fanno i #giovani di oggi non essere disposti in nessun modo a venire a compromessi (con l’etica, con il proprio tempo, con il proprio carattere, con la propria autonomia). Compito del #manager (che oggi è più un #coach) è capire quali sono i fattori di soddisfazione di ciascun collaboratore, caso per caso. Buona lettura! #change #valori #etica #tempo #autonomia #work
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In un Team la mise en place non è mai perfetta!! 😉 In un Team work nella condivisione dell'#Obiettivo le diverse #Risorse apportano il loro contributo seguendo un #Metodo organizzativo, altrettanto condiviso, ma con la propria modalità nel "fare", garantendo che i #Ruoli indispensabili vengano ricoperti e i compiti discendenti portati a termine. ➡ In un percorso formativo sulla costruzione o sul mantenimento di un #Gruppo di #Lavoro mi ritrovo spesso a ribadire i 4 fondamenti secondo il Prof. Quaglino. ➡Le differenze nelle RISORSE è tema a cui tengo in modo particolare, sono necessarie e allo stesso tempo sono causa delle discussioni e delle incomprensioni e dei conflitti non sempre esplicitati. La diversità in un Team è necessaria, servono competenze diversificate per ricoprire le attività necessarie, ma la forma mentis, l'esperienza in un ambito specifico, il punto di vista settoriale ecc. portano alla difficoltà di comprendere le azioni altrui o a non sincronizzare spesso le operatività. 😷 Ieri una Fisioterapista di un RSA mi ha raccontato come il periodo più tragico del Covid sia stato per lei, lavorativamente parlando il periodo più "bello" della sua vita, dopo 30 di esperienza. E' stato un momento di massima collaborazione all'interno della struttura, tutti/e erano motivati ed operativi nella ricerca di raggiungere l'OBIETTIVO: Sconfiggere il Nemico. Grande organizzazione ed coordinamento, METODO, per ridurre sprechi e tempi. Ogni RISORSA con il proprio RUOLO, ma allo stesso tempo tutti/e concentrati a garantire che le prassi e le attività necessarie fossero eseguite. Un vero Team Work, una squadra in partita, che ha costruito il proprio essere gruppo affrontando, accogliendo e talvolta tralasciando le differenze caratteriali e personali. #teamworking #softskill #formazioneesperienziale #formazione #formazionecontinua #competantinonsinasce #dorainavanti
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abbiamo bisogno di amici e mentori sul lavoro? #conversazioniestive #LinkedInNotizie Avere dei buoni amici al lavoro è stimolante. In generale, in un ambiente collaborativo si lavora meglio e ognuno dà il meglio di sè e se c’è una leadership che si costruisce sulle buone relazioni e il rispetto del lavoro di ciascuno è il top. Ovviamente il presupposto fondamentale è che le condizioni di lavoro debbano essere gratificanti per tutti! A me piace molto stare in squadra e anche assumere ruoli di responsabilità in questa ottica. Perché funzioni credo non ci debba essere molta differenza tra le competenze di ciascuno. #conversazioniestive
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Riuscire a conciliare le proprie capacità con ciò di cui la società ha bisogno è un tema importante non solo nel campo del lavoro, ma in molti altri aspetti della vita, come ad esempio le attività sociali e l'impegno ambientale. Tu ci hai mai provato? Se sì, raccontacelo 👇 #cit #human #AI #benefit #consulenza #servizi #repower #strategia #focus #bilancio #opportunita' #business #etica #lavoro #competenza #cagliari #sardegna
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In ambito professionale, può capitare di affrontare situazioni in cui il nostro valore viene sminuito. Non permettere mai che questo accada: proteggere la tua dignità e le tue competenze è essenziale. Non si tratta di deludere gli altri, ma di rimanere fedeli a te stesso e al contributo che sei in grado di offrire. #Professionalità #Autostima #lavoroonline #cercolavoro #networkmarketing #ValorePersonale #CrescitaProfessionale #Lavoro
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"Lavorare meno, lavorare tutti". (Manifesto del Potere Operaio, 1967) Si fa sempre più forte l'esigenza di un nuovo modello di Lavoro che prenda in considerazione i diritti universali dell'Essere Umano. In una società sempre più improntata alla performance, l'Individuo necessita di nuovi parametri per potersi auto-determinare, al di là del "Produco quindi esisto". Al monito "tu non sei il tuo lavoro" - celebre monologo che rese Fight Club molto più di un semplice thriller psicologico e che puntò il faro sulla questione dell'homo consumens ormai impossibile da nascondere- è necessario chiedersi che cosa renda la Vita degna di essere vissuta. Parliamo di lavori non riconosciuti, parliamo di lavoro sottopagato, parliamo di sfruttamento, parliamo di un lavoro che lede la Dignità dell'Essere Umano. Non bastano i concerti in piazza, né le promesse eteree e i rimpalli da questo o da quello, ma una presa di coscienza che le nostre Vite hanno un senso oltre il "quanto produci". La percezione di sentirsi inutili, la sensazione di non valere, la performance spinta, l'esasperazione del "se vuoi, puoi", l'idea che esistano lavori di serie A e di serie B, hanno prodotto malessere, dolore, sofferenza. Il Lavoro deve essere una Espressione del nostro Essere, una delle tante e non l'unica, ricordiamocelo. Se provate a sottrarre alle 24 ore di una giornata il tempo che dedicate al lavoro (compresi i pensieri e i "rispondo tanto ci metto solo un minuto" e le to do list) quanto vi rimane per Vivere? [Scena, interno: quel giorno in cui incontrai Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato, 1901] #milano #diritti #benessere
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#Amicizia e #lavoro: le #relazioni personali possono alterare la #percezione della nostra #professionalità all’interno dell’#azienda? Si è sempre parlato della #solitudine manageriale, indicando la #difficoltà dei #professionisti che occupano alte cariche a costruire #rapporti di amicizia con dei #colleghi. Spesso i manager sono oggetto di #pregiudizi che tante volte vengono rafforzati dalla #necessità di mantenere una certa #distanza che consente di prendere #decisioni anche scomode. Oggi però, stiamo assistendo ad una crescente difficoltà della nascita di rapporti di amicizia all’interno dei diversi livelli della compagine aziendale. Leggevo una interessante ricerca della Gallup che evidenziava come solo due persone su dieci dicano di avere un #amico stretto a #lavoro e un’altra ricerca svolta da un gruppo parlamentare in Inghilterra riportava come, in molte realtà, tre lavoratori su dieci vivano costantemente isolati da relazioni umane che vadano oltre quelle strettamente professionali. La #pandemia è la diffusione dello #smartworking ha sicuramente contribuito ad allontanare le #persone. Eppure è dimostrato come avere all’interno dell’ambiente di lavoro un rapporto di #amicizia e #confidenza con qualcuno migliori le prestazioni professionali. Una buona dinamica relazionale al lavoro aumenta il livello di #motivazione, diminuisce la possibilità di #dimissioni e accresce il senso di #appartenenza Dobbiamo superare il preconcetto che l’amicizia in #ufficio possa condizionare le relazioni con gli altri colleghi. È semplicemente un qualcosa in più che ci aiuta a #superare i momenti difficili e costituisce una spinta a fare sempre meglio per preservare un #equilibrio che ci rende felici. Sono veramente felice di fare parte di un’azienda in cui l’amicizia sia vista come un valore aggiunto e di sentirmi parte di un qualcosa di più grande.
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È nello #sguardo che spesso si ritrova anche la #complicità #professionale. Ho avuto modo di comprendere però che può accadere, in certuni casi, che i vertici, o superiori, a volte preferiscono che i rapporti di #colleganza se possono mostrare divergenze, meglio lasciarli macerare (da soli) in questioni che devono risolversi forzatamente, e per via di uno stato di necessità lavorativa contingente, che risolverli separando, ad esempio, colleghi che non si ritrovino caratterialmente. "Anche se non andate d'accordo, il lavoro richiede che le comunicazioni siano inerenti e riguardanti prettamente l'attività professionale". La morale sarebbe, in parole povere, e forse, che l'intendersi già con uno sguardo potrebbe diventare "complice", e dunque pericoloso, poiché potrebbe, a sua volta, sfuggire ad ogni controllo. I lavoratori però diventerebbero così solo pedine sorvegliabili, o manovrabili? Perché si sa che in un ambiente poi pullulano delatori, ruffiani e lecchini... Si tratta di una semplice riflessione partita dalla complicità che può derivare da uno sguardo. Sul lavoro mi dicono che non ho peli sulla lingua e che parlo troppo chiaramente... In compenso mi hanno definita tra le migliori perché, seppur manifesto le mie idee, lavoro senza fermarmi mai e con risultati straordinari. Indubbiamente mi ha fatto piacere sentirmi dire: "Perché credi che ti abbiamo affidato, e ti affidiamo tirocinanti?". Ecco, ma io non so stare molto zitta, anche se "Can che abbaia non morde". Alla fine, se si vuole lavorare, o meglio si ha anche bisogno di lavorare per la propria indipendenza, qualche passo lo si deve fare per forza indietro. Su molte cose. Ahimè. Chissà se tra chi professa tanto di combattere per i problemi dei #lavoratori, vi siano indefessi difensori. Saremmo tutti più complici nella #tutela e non in #parole che si fermano sul gradino che non si può salire... Quello superiore. Appunto.
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Un buon #leader può permettersi di trasformare più o meno inconsciamente la maggiore #empatia per un #collaboratore in un #privilegio lavorativo? Ad esempio per restare in tema #farmacia, chi organizza i #turni potrebbe essere indotto a concedere un #permesso ad una #persona per #motivi che sente affini piuttosto che ad un altro collaboratore che conduce una #vita privata differente dalla sua. Pensiamo ad una #titolare mamma che può #empatizzare naturalmente con le necessità di una #farmacista che ha un problema con i bimbi per poi chiedere #sacrifici ad una collaboratrice single che viene istintivamente vista come più libera. Può essere lo stesso per chi abita più lontano o che ci è semplicemente più simpatico. In questi casi la #discriminazione basata sulla pura #discrezionalità rischia di compromettere l’#armonia del #team. Il #lavoro non può e non deve #ledere il #diritto delle persone ad #organizzare la propria vita privata. La vita di un #farmacista è condizionata pesantemente da #turni e distanze ed è indispensabile avere un metro univoco di #gestione del #team.
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Essere empatici e affidabili è essenziale per chiunque voglia eccellere nel proprio lavoro. Queste qualità non solo migliorano la comunicazione e la collaborazione, ma creano anche un ambiente di lavoro più positivo e produttivo. Un dipendente che sa ascoltare, comprendere le esigenze degli altri e mantenere la parola data diventa un punto di riferimento per il team. In un mondo in cui le competenze tecniche sono fondamentali, la capacità di relazionarsi in modo genuino e responsabile è ciò che fa davvero la differenza. Non dimenticarlo! Tu che ne pensi? #lavoro #lavoratori #dipendenti
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