L’esame di maturità è da sempre uno dei momenti più aspettati ma anche per certi versi temuti dagli studenti. Una situazione che può generare stress e tensione, soprattutto in chi in certi momenti, come le persone disfluenti, cioè balbuzienti, faticano a esternare con facilità quello che vorrebbero dire. Ne parliamo con la dottoressa Dora Siervo, psicoterapeuta specialista della cura della balbuzie in Humanitas Medical Care di Bergamo.
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Metà giugno, per molti studenti, è un periodo caratterizzato da ansia per l’attesa e l’effettivo svolgimento degli esami. Oltre 500mila studenti stanno infatti affrontando in questi giorni gli esami di terza media, e altrettanti saranno a breve coinvolti nelle prove di maturità. Ma quali sensazioni accompagnano questi esami, così spesso temuti e allo stesso tempo così tanto desiderati, perché rappresentano la fine del percorso scolastico? #csf #centrostudifamilgia #psicologia #adolescenti #maturità https://lnkd.in/dXxMf6uw
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Cari genitori, la scuola è terminata e come ogni anno è tempo di bilanci. Vi invito a riflettere su un tema importante. Quando affrontiamo le difficoltà scolastiche dei nostri figli, può essere facile cercare soluzioni immediate come rivolgersi al TAR. Ma è davvero questa la strada giusta? Non si tratta di rispetto solo verso gli insegnanti, ma soprattutto verso i nostri figli. Se,poi, consideriamo il diploma solo un pezzo di carta perché combattere tanto per ottenerlo? Guardiamo al di là delle difficoltà del momento. Una bocciatura non è un ostacolo insormontabile, ma può diventare un incentivo a fare di più e meglio. Vi parlo della mia esperienza personale: il mio primogenito quando era al primo anno di liceo si sentiva grande e sopravvalutava le sue capacità, non applicandosi in tutte le materie. Questo atteggiamento non mi garbava proprio. Con due cinque ebbe come conseguenza il debito formativo (non a caso si chiama così). Ha imparato una lezione preziosa che lo ha reso più umile. Ha capito l'importanza dell'impegno, non basta essere dotati. A 24 anni ha conseguito la laurea magistrale con una votazione alta. Se non avesse incontrato quell'ostacolo, grazie ad una professoressa che ancora oggi ringrazio, probabilmente non avrebbe imparato la lezione. Incoraggiamo i nostri figli a vedere il valore della perseveranza e del duro lavoro. Le difficoltà sono opportunità di crescita e apprendimento. Qual è il vostro parere al riguardo? #apprendimento #crescitapersonale #genitoriconsapevoli #lavorosudise #difficolta #impegno
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Nonostante l’attesa e l’emozione per questo importante traguardo, molti studenti vivono il periodo pre-esame con ansia e preoccupazione. Secondo recenti sondaggi, il 92,6% degli studenti dichiara di sentirsi preoccupato in vista della maturità, mentre il 36,6% sostiene di avere addirittura attacchi di panico al solo pensiero dell’esame. Molti studenti, inoltre, non si sentono adeguatamente preparati al colloquio orale, anche a causa del lungo periodo di didattica a distanza che ha caratterizzato gli ultimi anni scolastici. Oggi le neuroscienze ci dicono che non possiamo più considerare il nostro funzionamento cognitivo come qualcosa di separato dal nostro stato emotivo. Quando parliamo di funzionamento cognitivo, nello specifico legato ai processi di apprendimento si intendono tutte quelle funzioni che permettono agli studenti di apprendere: memoria, attenzione, utilizzo di strategie metacognitive, capacità di problem solving o decision making. Quindi le nostre emozioni giocano un ruolo importante. E l'esame di stato è un momento importante nella vita degli studenti. Se da un lato esiste quella che gli psicologi chiamano "ansia scolastica", il malessere che nasce fra le mura delle aule scolastiche e che lascia sempre più spesso come segno del suo passaggio dei banchi di scuola vuoti. (Sempre più studenti infatti si assentano dalle lezioni perché la scuola fa paura e genera delle crisi interiori così forti da impedire l'entrata in classe). Dall'altro possiamo affermare che l'ansia fa parte del "pacchetto" di questa importante esperienza; è importante però riflettere su quanto questa pesa nelle loro vite, e se è opportuno chiedere aiuto. Ed è importante che ricordino sempre di tenere "separati" il valore delle loro performance o dei loro traguardi dal loro valore in quanto persone.
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Giornalista, direttore comunicazione istituzionale IUSVE/ISSM/SDBM. Direttore responsabile rivista ISRE e Cube Radio. Docente presso IUSVE
In molti istituti universitari, non solo all’interno delle sedi IUSVE, è frequente poter vedere studenti seduti a 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗼 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗶𝗱𝗼𝗶 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗿𝗲 𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗲𝘀𝗮𝗺𝗶. Potremmo ipotizzare che questo accada per carenza di sedute o a causa di comportamenti spontanei ma ci potrebbe essere una lettura antropologica che va a graffiare un po’ oltre le apparenze e la barriera dell’ovvio. Dal punto di vista psicologico, la scelta di sedersi per terra potrebbe essere considerata come una ricerca di comfort in situazioni di ansia e stress causato dall’attesa dell’esame. Uno studio condotto da 𝗔𝗻𝗱𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻 𝗲 𝗕𝘂𝘀𝗵𝗺𝗮𝗻 (2002) evidenzia come gli individui, sottoposti a situazioni stressanti, tendano a cercare posizioni che offrono una sensazione di stabilità e sicurezza. Sedersi per terra, quindi, in un ambiente divenuto ormai familiare, 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗻𝗶𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗻𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗴𝗿𝗼𝘂𝗻𝗱𝗶𝗻𝗴, 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗮 𝗿𝗶𝗱𝘂𝗿𝗿𝗲 𝗹’𝗮𝗻𝘀𝗶𝗮 che si sviluppa nella fase pre esame. Un’ulteriore considerazione: dal punto di vista sociale, il 𝘀𝗲𝗱𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮 𝘀𝗮𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶. In situazioni di attesa, infatti, gli spazi limitati e l’assenza di sedute potrebbero stimolare gli studenti sul pavimento a facilitare la formazione di gruppi spontanei e la condivisione di esperienze. L’antropologo statunitense 𝗘𝗱𝘄𝗮𝗿𝗱 𝗧. 𝗛𝗮𝗹𝗹 (1996), attento studioso della prossemica e delle interazioni umane, ha messo in rilievo quanto la disposizione spaziale possa 𝗶𝗻𝗳𝗹𝘂𝗶𝗿𝗲 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗱𝗶𝗻𝗮𝗺𝗶𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. Gli studenti seduti a terra potrebbero essere quindi più propensi a impegnarsi in conversazioni informali, scambiando supporto emotivo e consigli pratici in vista delle prove che li attendono. Non solo, quindi, mancanza di sedie. Marco Sanavio direttore #cubelive – foto iStock royalties free
Aspettando l'esame seduti sul pavimento - iusve.it
https://www.iusve.it
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LinkedIn Top Voice. Consulente Ed tech, attivista della ricerca e della sperimentazione didattica, book advisor e scrittrice.
👉 incontinenza verbale! Sono fortemente contraria alla valanga di docenti, giornalisti, saggisti, presidi, personaggi vari che OGGI si diffondono su quanto sia inutile l’esame di maturità. Ho spesso espresso il mio parere sui voti e su molte altre pratiche della scuola che mi piacerebbe fossero modificate, ma OGGI sull’esame di maturità mi sento di dire che: ✅ È una cosa seria e va preso sul serio: i commissari devono fare al meglio il loro lavoro, gli studenti devono studiare, scrivere, tradurre, risolvere, esporre come meglio sanno e possono fare; ✅ Agli alunni: il voto che avranno non li definisce certo, ma un certo indizio lo dà! Su quanto si sono impegnati, sulle difficoltà, su se e come le hanno affrontate e superate. Sarà meglio - senza farne un dramma se basso, senza esaltarsi se alto - rifletterci. Capire cosa si poteva fare diversamente. ✅ Anche i docenti possono riflettere: la loro didattica ha funzionato? Come sono arrivati i loro alunni a questo appuntamento? Sminuire una prova, deriderla, dissociarsene non aiuta chi la sta sostenendo, toglie fiducia, deprime gli sforzi e punisce la generosità, offende chi lavora per fare funzionare la macchina complessa degli esami di Stato e non fa avanzare niente. Esiste una cosa che anche una persona polemica e critica come me può conoscere e sperimentare, ed è la lealtà. Poi nelle discussioni su come riformare questo o quell’aspetto della scuola si possono sottolineare le cose che non vanno e pensare a soluzioni. Fra addetti ai lavori o in dibattito pubblici. Ma oggi bisogna solo sostenere chi sta facendo esami. Ascoltare, incoraggiare, fare caffè, dare fiducia, stimolare riflessioni. Questo penso (e faccio) #unaprofsulinkedin #esami #maturità2024
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Mancano pochi giorni all'esame di maturità E’ forse l’unico rito di passaggio che è rimasto agli adolescenti. L'esame di maturità è temuto e desiderato al tempo stesso,per questo rappresenta un evento ansiogeno non solo per il maturando, ma per l’intero nucleo familiare. E forse dovremmo partire proprio da qui, ovvero dall’ansia – come contenerla, come permetterle di essere risorsa e non ostacolo per la prova d’esame - per fornire qualche consiglio ai prossimi esaminandi e a tutta la famiglia. L’ansia ha un significato fisiologico: ci fa “tendere” verso l’obiettivo, ci fornisce – almeno all’inizio – quella spinta che, prima della prova, aiuta a dirigere attenzione sguardo, concentrazione e sforzo verso il raggiungimento della meta. Per essere fisiologica, l’ansia però deve essere regolata e direzionata. Non può esondare in ogni direzione. Non può stare presente sulla scena in ogni istante. Perché allora si trasforma in ansia anticipatoria e performativa, un eccesso di preoccupazione verso l’esito della prova che va ad inficiare la qualità del percorso necessario a raggiungerlo. Nell'articolo allegato a questo post fornisco consigli a ragazze e ragazze che sono in attesa della grande prova : da leggere e condividere insieme ai propri figli e studenti buona preparazione a tutti. Alberto Pellai
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Mancano pochi giorni all'esame di maturità E’ forse l’unico rito di passaggio che è rimasto agli adolescenti. L'esame di maturità è temuto e desiderato al tempo stesso,per questo rappresenta un evento ansiogeno non solo per il maturando, ma per l’intero nucleo familiare. E forse dovremmo partire proprio da qui, ovvero dall’ansia – come contenerla, come permetterle di essere risorsa e non ostacolo per la prova d’esame - per fornire qualche consiglio ai prossimi esaminandi e a tutta la famiglia. L’ansia ha un significato fisiologico: ci fa “tendere” verso l’obiettivo, ci fornisce – almeno all’inizio – quella spinta che, prima della prova, aiuta a dirigere attenzione sguardo, concentrazione e sforzo verso il raggiungimento della meta. Per essere fisiologica, l’ansia però deve essere regolata e direzionata. Non può esondare in ogni direzione. Non può stare presente sulla scena in ogni istante. Perché allora si trasforma in ansia anticipatoria e performativa, un eccesso di preoccupazione verso l’esito della prova che va ad inficiare la qualità del percorso necessario a raggiungerlo. Nell'articolo allegato a questo post fornisco consigli a ragazze e ragazze che sono in attesa della grande prova : da leggere e condividere insieme ai propri figli e studenti buona preparazione a tutti. Alberto Pellai
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Giornalista medico-scientifico, Responsabile Comunicazione, Direttore Responsabile La Voce del Lazio. It; Inviata Rai Programma Check-Up Rai 1
Superare lo stress di fine anno scolastico. Intervista ad Adelia Lucattini, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana Di Marialuisa Rocino La fine dell’anno scolastico è spesso un periodo molto impegnativo per studenti, genitori e insegnanti. Con l’aumentare dello studio, delle verifiche e l’avvicinarsi degli esami di maturità e dei test d’ingresso all’università, è normale sentirsi sopraffatti, ansiosi e molto stanchi. Tuttavia, ci sono diverse cose che si possono mettere in atto per gestire al meglio lo stress e affrontare con successo le ultime settimane dell’anno scolastico, come l’organizzazione e gestione del tempo attraverso l’identificazione delle priorità, la pianificazione delle attività, l’utilizzo di un calendario e di un buon sistema di promemoria, per conciliare al meglio studio, attività sportive, ricreative e sociali. Ecco allora al riguardo, in questa intervista, alcuni consigli della Dott.ssa Adelia Lucattini Psichiatra e Psicoanalista Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana Su La Voce del Lazio.it https://lnkd.in/d6rRG2p2
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Notte prima degli esami: quando è l'ansia a farci compagnia Metà giugno, per molti studenti, è un periodo caratterizzato da ansia per l’attesa e l’effettivo svolgimento degli esami. Ma quali sensazioni accompagnano questi esami, così spesso temuti e allo stesso tempo così tanto desiderati, perché rappresentano la fine del percorso scolastico? Ansia, preoccupazione, stress, ma anche vera e propria angoscia, paura del fallimento e senso di sopraffazione. È essenziale, in situazioni come queste, distinguere tra l'ansia fisiologica, tollerabile, che accompagna una normale preoccupazione legata a una situazione di valutazione, e l'ansia che invece è paralizzante, patologica, e che, purtroppo, sempre più spesso colpisce i nostri giovani e adolescenti. Si tratta infatti di una vera e propria ansia da prestazione, che non solo compromette la prestazione scolastica, ma che altera l’intera percezione del percorso educativo affrontato e minaccia l’autostima. Un’ansia così forte spesso nasconde timori profondi, come la paura del giudizio, del fallimento e dell'insuccesso, e che si manifesta sempre più precocemente. I ragazzi spesso non sono preparati a gestire emozioni così contrastanti, e la società non fa altro che fornire modelli sempre di più diretti verso la competizione e il raggiungimento di prestazioni ottimali; si lascia così poco spazio all’espressione, alla gestione e all'accettazione delle emozioni, e la valorizzazione delle risorse individuali viene abbandonata, in favore della critica e del giudizio di quegli aspetti che invece sono da migliorare. ....l'esame di maturità diventa l'evento scatenante, la goccia che fa traboccare un vaso già colmo di paura del giudizio e timore del fallimento, influenzando negativamente la capacità di affrontare gli step successivi; la maturità viene vissuta come un evento giudicante, non della prestazione scolastica, ma dell’intera persona, che incide sulla percezione del futuro e della possibilità della stessa di affermarsi personalmente e professionalmente: l’immagine di sé è messa a rischio e il senso di inadeguatezza che si genera aumenta la probabilità di sviluppo di sintomi depressivi, ritiro dalle situazioni e disinvestimento. ... Da un lato la scuola ha la finalità di essere un ambiente di crescita personale e sociale; pertanto, deve diventare concretamente un contesto in cui il voto non definisce una persona, ma in cui l'attenzione è posta sul processo di apprendimento e sul benessere degli studenti. Dall’altro il supporto fornito dai genitori è un elemento centrale per far sì che i ragazzi non si sentano schiacciati dalle aspettative e che anzi si sentano alleviati dal carico emotivo esistente. ... Un supporto psicologico mirato e tempestivo può essere un elemento fondamentale e salvifico per riequilibrare una situazione di stallo e infondere la fiducia necessaria ad affrontare le problematiche e a raggiungere gli obiettivi desiderati.. da CSF
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Psicologia nella disposizione dei banchi nelle aule.
In vista del rientro tra i banchi di scuola, sono stato intervistato da il Post in merito ai risultati di alcuni miei studi di psicologia dell’educazione sugli effetti della disposizione dei banchi sulla condotta e l’apprendimento di studenti e studentesse. Qui l’articolo completo: https://lnkd.in/etvNzrFm
Com'è meglio sistemare i banchi a scuola? - Il Post
ilpost.it
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